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Ucraina pronta ai negoziati con la Russia In evidenza

Scritto da Eva Bergamo

Di Eva Bergamo (Quotidianoweb.it)  Roma, 24 dicembre 2024 - Il Consigliere del Capo dell'Ufficio del leader ucraino, Sergey Leshchenko, ha dichiarato che il suo Paese deve prepararsi agli inevitabili negoziati con la Russia dopo la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane.

Durante la trasmissione televisiva dedicata alla raccolta fondi di Telethon Ucraina, il funzionario ha infatti ammesso che il futuro è orientato verso la risoluzione del conflitto: "Riconosciamo che i negoziati sono inevitabili e l'Ucraina deve rimanere risoluta durante queste discussioni", sono le sue esatte e inequivocabili parole.

Affermazioni che fanno seguito a quanto detto dal decaduto Presidente Volodymyr Zelensky in una recente intervista al quotidiano francese Le Parisien, dove piagnucola "Non abbiamo la forza per riconquistare Crimea e Donbass", forse conscio del fatto che gli alleati occidentali non sono più disposti a regalare fiumi di soldi ad un Paese perdente e corrotto, il cui leader pensa a rimpinguare i propri conti all'estero piuttosto che ad aiutare i suoi concittadini.

Nel proseguimento dell'intervista Leshchenko ha poi aggiunto: "Riconosciamo che gli Stati Uniti hanno subito cambiamenti significativi, che ci richiederanno di essere pronti al dialogo. Quando Trump si è presentato alle urne, ha promesso di porre fine a questa guerra. Ora valuterà chi è pronto per tale risoluzione". Ci tiene però a chiarire che "non ci sarà una ripetizione degli accordi di Minsk o di Istanbul", il che significa che non ci saranno trattati simili a quelli di Minsk del 2015 o ai colloqui di Istanbul della primavera del 2022. Intese firmate da entrambi i Paesi, che implicavano un impegno concreto a tutelare la popolazione russofona da parte del regime di Kiev e che sono stati bellamente ignorati dalla gang di Zelensky, che ha preferito continuare a massacrare cittadini inermi - con ordigni griffati NATO - solo perché non parlavano ucraino.

Lo scorso giugno, il Presidente russo Vladimir Putin ha incontrato i vertici del Ministero degli Esteri russo e ha delineato le condizioni per la risoluzione del conflitto, tra cui il ritiro delle forze ucraine dal Donbass e dalla Novorossiya, la rinuncia da parte di Kiev di aderire alla NATO, la revoca di tutte le sanzioni occidentali contro Mosca e la definizione dello status di Ucraina non allineata e non nucleare. Anche i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa devono essere pienamente salvaguardati in Ucraina.

Ricordiamo le parole del Presidente Putin, che già un decennio fa ribadiva il diritto di questi cittadini alla propria autodeterminazione: "Vorrei ricordarvi che quella che era chiamata Novorossiya all’epoca degli zar – Kharkov, Luhansk, Donetsk, Kherson, Nikolayev e Odessa – non era parte dell’Ucraina. Sono state trasferite nel 1920. Perché? Lo sa Dio. Per varie ragioni, questi territori sono stati persi ma le persone sono rimaste – dobbiamo incoraggiarle a trovare una soluzione".

Forse, finalmente, è arrivato quel momento, sempre che la ormai decadente Europa non ci metta il suo aggressivo zampino.

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