Un 59 titolare di una ditta di trasporto di calcestruzzo avrebbe “commissionato” il rogo di due betoniere di due aziende di San Cesario e Anzola. Gli esecutori materiali sono tre giovani stranieri, anch’essi finiti nei guai.
MODENA –
Una concorrenza davvero sleale quella messa in atto da un imprenditore 59 enne sassolese, titolare di una ditta individuale adibita al trasporto di calcestruzzo.
Secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Dottor Amara ed eseguite dal NucleoInvestigativo dei Carabinieri di Modena, ci sarebbe proprio lui dietro a due roghi dolosi, ai danni di una ditta di San Cesario sul Panaro, nella notte tra il 14 e il 15 aprile scorsi, e di un’altra azienda di Anzola Emilia, nel bolognese, nella notte tra il 20 e il 21 maggio.
Ad andare a fuoco tre betoniere della prima ditta e una betonpompa della seconda, con il fine di trarre vantaggio nell’affidamento degli appalti, ma anche come vendetta per alcune vicende, ancora poco chiare, legate al “mercato” delle commesse.
Le indagini hanno consentito sia di risalire al materiale incendiario, sia al mandante, il 59 enne sassolese, ma anche agli esecutori materiali dei roghi dolosi: un 22 enne albanese, ex dipendente dell’imprenditore, un 21 enne tunisino e un 19 enne marocchino.
L’inchiesta ha anche consentito di fare luce su un ambiente lavorativo “difficile”, caratterizzato da una forte concorrenza tra “padroncini”. È emerso infatti anche un caso di corruzione interno alla ditta appaltante delle commesse, andato a vantaggio sempre del 59 enne. Ancora lui sarebbe stato oggetto di denuncia per condotte illecite da parte del titolare della ditta di San Cesario vittima del rogo.
Per il sassolese è quindi scattato l’arresto per incendio doloso in concorso e illecita concorrenza con violenza e minacce. L’uomo si trova ora ai domiciliari. Stessa misura cautelare anche per il 22 enne albanese, mentre per gli altri due giovani, identificati come esecutori materiali, è scattato l’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza.