17 decessi in Emilia Romagna, di cui 3 a nel modenese, 32 casi di cui 15 persone ancora ricoverate e una comunicazione che latita hanno creato preoccupazione. Ma il direttore dell’ASL di Modena Massimo Anncchiarico in un post su Facebook, poi rimosso, l’ha presa con ironia. E in Regione la pentestellata Gibertoni chiede la rimozione dall’incarico.
MODENA –
17 decessi in tutta la regione, di cui tre nel modenese, Renzo Farri (76 anni) titolari di una delle più conosciute agenzie di onoranze funebri, Graziano Gazzotti (82 anni) e Marco Gibellini (63 anni), camionista di Montale, 32 casi diagnosticati, di cui 7 scoperti in quanto le persone colpite erano donatori AVIS e 15 persone ancora ricoverate.
Sono questi i numeri della West Nile, il virus trasmesso dalle zanzare che sta mettendo in apprensione i modenesi, e non solo. Ad esso si associa il virus “Toscana”, così chiamato perché isolato per la prima volta dalla virologa Paola Virani nel 1971 all’Argentario. A differenza del West Nile, che viene trasmesso dalla zanzara comune (culex pipiens), che punge dal tramonto all’alba, il “Toscana” ha come veicolo del virus il pappatacio, un flebotomo più piccolo e più attivo al crepuscolo.
Entrambi possono manifestarsi con sintomi simili all’influenza, anche se nella maggior parte dei casi il virus è asintomatico, ma in un caso su 100, possono sorgere complicazioni, come encefaliti e meningoencefaliti, che soprattutto in soggetti anziani, immunodepressi o con patologie preesistenti, possono risultare fatali. Si tratta, comunque, di casi rari.
I CASI E LE POLEMICHE
Nei giorni scorsi, una paziente 36 enne di Spilamberto, Vianne Ascari, ricoverata nel reparto di malattie infettive del Policlinico perché risultata positiva al virus Toscana, ha fatto sentire la sua voce sui social, e poi sui media.
“Avevo un mal di testa lancinante, come se avessi un’accetta a sezionarmi il capo. La febbre a una temperatura altissima con gravi tremori e stati d’incoscienza. A questo bisogna aggiungere il male ai polmoni e alla spina dorsale. In ospedale dopo tutti gli accertamenti hanno riconosciuto il virus Toscana. Voglio fare conoscere la mia situazione per evitare che si manifestino altri casi e per far sì che l’anno prossimo, quando si risveglieranno le larve, ritorniamo daccapo nell’affrontare il problema”, ha detto Vianne al telefono a Radio Bruno. Aggiungendo che, nel suo reparto, “ci sono altre persone ricoverate per lo stesso motivo”.
Alla testimonianza si è aggiunta anche la polemica sorta nelle scorse settimane, quando la famiglia di uno dei pazienti deceduti, Graziano Gazzotti, che non soffriva di patologie particolari, ha accusato il Policlinico e l’Azienda Usl di non avere riferito le cause del decesso del loro congiunto agli organi competenti in tema di sanità pubblica, in questo caso, Comune e Regione. Il caso non era stato comunicato nemmeno al Servizio di Epidemiologia della Sanità Pubblica che si occupa del monitoraggio della diffusione del virus West Nile.
In un comunicato successivo, Policlinico e ASL hanno giustificato così la mancata comunicazione: “… a differenza di altre patologie infettive, poiché la trasmissione del virus da West Nile non avviene da persona a persona, non è prevista una sorveglianza della Sanità Pubblica sui contatti del paziente, o azioni anche comunicative volte a ridurre il rischio di contagio da persona a persona, in quanto tale contagio non è possibile. Esistono invece misure preventive e di protezione individuale dalle punture di zanzara che sono state comunicate più volte e che sono l’unica misura efficace per evitare i rischi connessi all’infezione".
Insomma, se non volete essere punti e correre il rischio di conseguenze…arrangiatevi…Deve essere suonato così il “consiglio” alle orecchie dei modenesi. Tuttavia, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un post pubblicato su Facebook, e poi rimosso, del direttore generale dell’ASL di Modena Massimo Annicchiarico, che in pratica ironizzava, citando Jannacci, su un emergenza sanitaria che, a suo dire, non ci sarebbe, quasi prendendosi gioco di chi, magari, a fronte delle notizie dei morti a causa di complicazioni da virus West Nile, avrebbe invece avuto bisogno di rassicurazioni sotto forma di informazioni chiare e precise, soprattutto da parte di chi ricopre un ruolo importante all’interno della sanità pubblica.
Giulia Gibertoni, consigliera del Movimento 5 Stelle, ha considerato il post rispettoso nei confronti dei familiari dei deceduti a causa del virus, e in un’interrogazione presentata alla giunta regionale, ha chiesto di valutare la posizione di Annicchiarico.
“È inaccettabile che il direttore generale della Asl faccia ironia su una questione del genere, che ha comportato il decesso di numerose persone sul territorio modenese.”, ha scritto Gibertoni, che ha aggiunto "La pubblicazione di questo post denota l'inadeguatezza della persona a rivestire il ruolo istituzionale per il quale è vantaggiosamente retribuito, anche con premialità, arrivando a incassare annualmente un importo superiore a quello del presidente della Regione Emilia-Romagna, ente da cui dipende l’Ausl di Modena".
La pentestellata ha inoltre chiesto alla giunta se non ritenga opportuno "cancellare ogni forma di premialità al direttore generale in oggetto e valutare la rimozione dall'incarico per inadeguatezza", oltre che "emanare linee guida sulla comunicazione istituzionale a cui devono attenersi tutti i soggetti che svolgono attività per il servizio sanitario regionale, in particolare modo i vertici delle Aziende sanitarie, fornendo anche raccomandazioni restrittive per l’attività comunicativa non istituzionale che riguarda materie oggetto del loro incarico istituzionale".
In attesa di una risposta ufficiale, ci azzardiamo a dire la nostra. Vogliamo pensare che il direttore dell’Asl abbia peccato d’ingenuità e, in un momento di particolare stress, abbia fatto prevalere il proprio sfogo personale sul ruolo pubblico che ricopre. Non bisogna mai dimenticare, tuttavia, che in un ambito così delicato come la salute pubblica, sarebbe invece necessario e opportuno utilizzare le competenze di cui si dispone per rassicurare e informare adeguatamente i cittadini, che possono amplificare i propri timori proprio a causa di una comunicazione carente o latitante.