Lo storico edificio passò alla casata Pallavicino nel 1644. Dalla Marchesa M. Gabriella Pallavicino un gesto di grande generosità. Paolo Andrei: "Il nostro impegno a conservare questo importante patrimonio".
Parma, 28 gennaio 2017
La Marchesa Maria Gabriella Pigoli Pallavicino ha donato Palazzo Pallavicino alla Fondazione Cariparma: un atto di grande generosità, che evidenzia apprezzamento e considerazione per la Fondazione e, parimenti, di attenzione verso l'intera Città.
Fondazione Cariparma, consapevole dell'eccezionale valore architettonico e storico di Palazzo Pallavicino, ha accettato questa straordinaria donazione con l'impegno a preservare nel tempo uno tra gli edifici più rappresentativi del patrimonio monumentale di Parma.
«Per la Fondazione Cariparma è un grande onore essere beneficiaria di questa straordinaria donazione – spiega il Presidente Prof. Paolo Andrei –, un gesto di grande stima e fiducia da parte della Marchesa Pallavicino nei confronti di un'istituzione che ha per mission statutaria il bene della Comunità parmense.»
«Il più grande "grazie" che Fondazione Cariparma può rivolgere alla Marchesa – continua Andrei – è infatti l'impegno a conservare nel tempo Palazzo Pallavicino, favorendone anche, con mirate iniziative, la fruizione da parte del pubblico.»
La donazione di Palazzo Pallavicino sottolinea il crescente apprezzamento nell'attività della Fondazione Cariparma, ricordando le recenti donazioni Bruson e Mingardi.
Da documenti presenti nell'Archivio Pallavicino (donato dai Marchesi Pierluigi e Maria Gabriella alla Fondazione Cariparma e temporaneamente conservato al Monte di Pietà di Busseto in attesa della sua completa sistemazione) abbiamo notizia che il Palazzo venne costruito all'incirca tra il 1471 e il 1476 dagli Sforza di Santafiora; successivamente passò alla casata Pallavicino nel 1644.
Subito dopo e fino alla prima metà del XVIII secolo, i nuovi proprietari ne attuarono la ristrutturazione decorativa; la facciata del Palazzo, così come possiamo ammirarla ancora oggi, è tra le più imponenti della città: quattro piani ornati da quattro ordini di finestre uno diverso dall'altro e al centro un portale monumentale, le cui mensole sostengono una balconata; il tutto concluso da un importante cornicione.
L'interno si apre su un cortile barocco e lo scalone a tre rampe è ornato da grandi statue allegoriche in pietra del Torretti, scuola veneta, da una balaustra a colonne e da un meraviglioso medaglione nel soffitto affrescato dal fiorentino Sebastiano Galeotti.
Al piano nobile si alternano locali con decorazioni e soffitti lignei cinquecenteschi e altre stanze decorate nel XVIII secolo con stucchi e dipinti ad olio, a tempera e ad affresco di fastoso stile barocco. Fra tutte spiccano il grande salone, adorno di stucchi alle pareti con la volta affrescata ancora dal Galeotti con uno dei complessi decorativi più vasti e notevoli della città, ed il "salottino cinese" caratterizzato da stucchi veneziani di chiaro stile Rococò, completato dal pavimento a marmi intarsiati a più colori. In quasi tutte le stanze troviamo camini marmorei sovrastati da specchiere o da riquadri, come pure nelle sovrapporte.
Durante i bombardamenti dell'ultima guerra il Palazzo subì notevoli danni riparati nel corso dei decenni successivi con grande cura e impegno filologico da parte dei coniugi Marchesi Pallavicino. (AK)