Fertility Day, ovvero la campagna ideata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione. Numerose critiche per il suo messaggio irrispettoso nei confronti delle donne.
Di Chiara Marando -
Sabato 03 Settembre 2016 -
Fertility Day, ma anche #FertilityDay. Insomma, l'ultima “geniale” trovata del Governo per richiamare, a detta del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione.
Ed effettivamente è riuscita nel suo intento non c'è che dire, solo che quella stessa opinione pubblica si è giustamente opposta ad una campagna di sensibilizzazione che di rispettoso della libertà di scelta personale ha ben poco.
Non discuto certamente la volontà di sottolineare quanto la prevenzione sia fondamentale per allontanare il rischio di malattie o problematiche legate alla gravidanza, ci mancherebbe, ma pensavo sinceramente che certi ragionamenti assolutamente medievali fossero ormai abbandonati da tempo.
E invece no, al nostro Ministro della Salute piace attualizzare ciò che è vetusto.
Ma proprio il nostro Ministro della Salute dovrebbe sapere quanto questa campagna irrisoria possa provocare rabbia, disagio e sofferenza a tutte quelle donne che per un motivo o per un altro non riescono ad avere figli.
Lo sa come vivono?
E non solo, sempre la Lorenzin, sa quante famiglie desiderose di dare affetto si prodigano e sopportano un iter che somiglia più ad un calvario per poter adottare dei figli?
Dovrebbe essere a conoscenza di questi dati.
L'essere donna, e soprattutto l'essere una donna realizzata, non passa esclusivamente dalla decisione di avere dei figli. E se non ne desidera, non vuol dire per forza che sia egoista, le motivazioni possono essere molteplici. Rimane donna tanto quanto una mamma di uno, due, tre, quattro figli. Semplicemente la vita le ha portate a scelte differenti e nessuno può permettersi di giudicare questo.
Lo dico da donna, ma prima di tutto da persona che rispetta la libertà di pensiero. E non credo che una campagna, simile a quelle impostate da Mussolini, con immagini e payoff che vorrebbero essere simpatici ma non lo sono, possa centrare il segno...ma solo provocare ancora più rabbia in un paese che già non è proprio fiducioso.
Come se non bastasse, dopo le numerose critiche ricevute, la Lorenzin ha dimostrato di non aver capito assolutamente il “succo” del discorso, sostenendo “La campagna non è piaciuta? Ne facciamo una nuova. #fertilityday è più di due cartoline, è prevenzione, è la #salute degli italiani”.
In un'intervista a SkyTG 24 ha anche aggiunto: “Non metterei insieme i problemi sociali con i problemi sanitari, altrimenti noi non dovremmo occuparci praticamente di nulla. Un tema è la denatalità legata a motivi socio-culturali, e quindi la necessità di un sostegno alla famiglia, il bonus bebé, un sostegno al lavoro. Sono la prima che dice queste cose da anni. Rinunciamo a fare politiche per la Salute perché bisogna fare gli asili? Bisogna fare gli asili e le politiche per la Salute. Tra l'altro puoi fare gli asili, ma se poi si è sterili e non si riesce ad avere figli non abbiamo i bambini da metterci dentro".
Che dire? Purtroppo da dire c'è poco, su una risposta così l'unica cosa da fare è stendere un velo pietoso ed osservare la realtà, una realtà fatta di donne che fanno le madri, che si rimboccano le maniche per conciliare casa, famiglia e impiego, di donne che vivono la loro femminilità pienamente anche senza figli, si impegnano perché ogni giorno sia di crescita personale, ricco di soddisfazioni, ma anche di donne che ancora non hanno trovato la loro strada, che soffrono per ciò che non arriva e cercano di sorridere nonostante tutto, perché la vita è tanto altro.
A tutte queste donne non servono campagne pubblicitarie, serve solo una cosa: IL RISPETTO!