Martedì, 19 Gennaio 2016 13:32

Truffa all'Imps con false assunzioni: arrestata la "mente" dell'organizzazione In evidenza

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I Carabinieri di Concordia si sono recati in Campania per eseguire l'ordine di carcerazione emesso a suo carico dal GIP del Tribunale di Modena del coordinatore delle attività illecite. L'ammontare totale indebitamente percepito ai danni dell'INPS di Modena, Mantova e Ferrara è di 230.000 euro. -

Modena, 19 gennaio 2016

Ad ottobre 2015 i Carabinieri della Stazione di Concordia sulla Secchia avevano dato esecuzione all'ordinanza di applicazione di misure cautelari a carico di 6 persone residenti nella "bassa" accusate di associazione per delinquere finalizzata alla truffa all'Inps per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le indagini condotte avevano fatto emergere una intensa trasmissione di email inerenti a documenti per le assunzioni fittizie tra alcuni dei complici ed un "commercialista" che a sua volta li inviava poi all'INPS. Le attività investigative hanno finalmente fornito il riscontro finale, attraverso l'individuazione anche di quest'ultimo uomo che nella fase preliminare delle indagini non era ancora stato identificato: si tratta di C.G. 36enne di Villa Literno (CE), ragioniere già pregiudicato per truffa. Ieri mattina i Carabinieri di Concordia si sono recati in Campania per eseguire l'ordine di carcerazione emesso a suo carico dal GIP del Tribunale di Modena Dott.ssa Eleonora DE MARCO, su richiesta del Pubblico Ministero, dott. Marco Imperato, che ha coordinato le indagini condotte dall'Arma dei Carabinieri.

Dalle indagini condotte è emerso che C.G, di professione ragioniere è la vera mente dell'organizzazione nonché il coordinatore delle attività illecite. Lui aveva studiato bene il sistema per truffare l'INPS, e lo aveva proposto ad un pregiudicato di origine campana residente a Cavezzo, il 50enne C.R., il quale insieme ad altri 3 complici (tra cui il proprio figlio) aveva individuato persone compiacenti in stato di bisogno provocato da contingenti ed attuali difficoltà economiche, da far assumere fittiziamente da due piccole cooperative senza mai effettivamente prestare lavoro e, dopo un certo periodo di tempo, essere licenziati allo scopo di percepire indebitamente il sussidio di disoccupazione, che sarebbe stato poi equamente spartito per metà al finto lavoratore e l'altra metà agli organizzatori. Il sussidio percepito indebitamente variava in base ai periodi di assunzione - da un minimo di 400 euro ad un massimo di 1.000 - e l'ammontare totale indebitamente percepito ai danni dell'INPS di Modena, Mantova e Ferrara è di 230.000 euro. I periodi oggetto di indagine sono variabili poiché le posizioni sono state aperte e chiuse in momenti diversi (il sussidio di disoccupazione dura circa 8 mesi) benché l'intervallo temporale esaminato inizia a luglio 2014 e termina a luglio 2015. Le assunzioni fittizie venivano fatte attraverso due cooperative, una di Ferrara che si occupa di lavori in muratura e pulizie, e l'altra di Mantova che opera sia nel settore delle serre agricole sia nel montaggio di prefabbricati. Nel periodo oggetto d'indagine ben 74 persone, quasi tutti italiani e residenti nelle Province di Modena e Mantova hanno fornito la propria disponibilità a truffare l'INPS, benché di fatto solo in 28 hanno effettivamente percepito i contribuiti, poiché le attività investigative condotte hanno permesso ai Carabinieri di segnalare all'INPS le irregolarità e bloccare sul nascere le altre erogazioni, che senza l'intervento dell'Arma sarebbero ammontate a qualche milione di euro.
Quando ad ottobre era stata conclusa la prima fase di indagini la medesima magistratura modenese aveva emesso 4 misure di arresti domiciliari a carico degli organizzatori delle truffe (C.R. del '66, C.D. del '94; M.C. del '67 e B.S. del '64) e due sottoposizioni all'obbligo di dimora a carico di titolari delle due cooperative.

Dagli accertamenti presso l'INPS era poi emerso che dalla stessa casella postale pervenivano anche documentazioni di altri 30 soggetti risultati assunti e poi licenziati da una cooperativa di Bologna e pertanto destinatari di sussidio di disoccupazione. Tuttavia, i riscontri investigativi hanno permesso di accertare che in questo caso le persone in questione erano totalmente ignare dei fatti, tanto che i sussidi venivano versati su carte di credito postali riconducibili a 16 individui compiacenti, tutti residenti in Campania e pertanto deferiti in stato di libertà per ricettazione. Sostanzialmente erano stati abusivamente adoperati i dati di persone ignare per falsificare le assunzioni e riscuotere i sussidi.

Con l'individuazione e l'arresto della mente dell'organizzazione si è chiuso il cerchio. Durante la mattinata, oltre all'abitazione del "ragioniere" sono state perquisite anche le abitazioni di due altri personaggi compiacenti di Casal di Principe che hanno fornito un supporto secondario, nel corso delle quali sono stati sequestrati documenti cartacei e informatici utili.

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