Giovedì, 24 Dicembre 2015 17:06

Movimento per la Casa: una lettera per dire "no" allo sfratto In evidenza

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Movimento per la Casa: una lettera per dire "no" allo sfratto photo by Giulio Nori

E' di oggi la lettera che la Rete dei Diritti in Casa e gli occupanti di Borgo Bosazza, già protagonisti di una manifestazione nei giorni scorsi, hanno scritto per dire "no" allo sgombero di tredici famiglie costrette dalla necessità ad occupare abusivamente case ed appartamenti, ma anche per opporsi alla decisione di staccare le utenze lasciando queste persone al freddo ed al buio.

Parma, 24 Dicembre 2015 -

Riceviamo e pubblichiamo

Esiste un momento in cui è necessario dire “no”.  E’ il momento in cui decidiamo di definirci. Definiamo chi siamo. Dire no allo sgombero di tredici famiglie senza altra alternativa che l’occupazione abusiva di case inutilizzate di grandi proprietari, dire no al metterle al buio e al freddo con distacchi ordinati dalle autorità, significa decidere da che parte stare. E chi essere.  Io decido di essere umana e dico no. E parlo al noi. Perché gli ultimi possiamo esserli tutti un giorno.

Il buio fa paura ai grandi come ai bambini. Apre le porte ai nostri incubi, alle nostre fragilità. Nella vita concreta buio significa non essere sicuri di centrare l’apertura di una porta. Non saper raggiungere il bagno con certezza. Significa che se tuo figlio di notte spaventato ti chiama impiegherai molto più tempo per tenerlo al sicuro tra le tue braccia. Buio significa perdere la  direzione, i punti cardinali, tutte le certezze. Significa correre a cercare le candele e non per creare una morbida atmosfera. Quella è una scelta, un lusso. Buio per chi non ha altro che buio significa solo BUIO.

Il freddo fa tremare le gambe anche agli uomini più forti. Porta lentamente ad irrigidire gli arti, ad incastrare le vertebre cervicali a fondo nel collo come per metterle al sicuro, al caldo.  Il freddo congela ogni attimo di quotidianità banale, l’annulla. Le toglie la terza dimensione. Al freddo diventiamo piatti come a confonderci tra le pareti. Il movimento non scorre più. Freddo per chi non ha altro che freddo significa solo FREDDO.

In questa piccola città che si prepara al Natale ci hanno spento luci e tolto calore. Viviamo sotto minaccia. Controlliamo quel poco che resta, un tetto gelido e buio sopra le nostre teste. Che un giorno, domani, tra una settimana, o tra un mese, sarà assediato da volanti, vigili urbani, pompieri. Perché noi siamo un problema. Dicono si debba bonificare il quartiere come fossimo qualcosa che fa male al quartiere. Qualcosa che sporca, inquina, minaccia. La realtà è che ci sono genti ricche, talmente ricche, da dimenticare per decenni di avere case, da lasciarle marcire senza dentro esseri umani ad abitarle, come potessero servire ad altro, perché troppo impegnate a contare ciò che si risparmia tenendole sfitte.

Siamo esseri umani non perché qualcuno debba concedercelo. Siamo esseri umani per nascita. Siamo nati in un universo mondo scassato, impreciso, imperfetto. Facciamo parte di una ciurma di passeggeri temporanei di un vascello che si chiama vita. Abbiamo bisogni, paure, sogni. Come tutti. Come anche quelli che non stanno al buio o al freddo. Siamo consapevoli della nostra umanità e con essa della nostra fragilità. Siamo consapevoli che in quanto esseri umani abbiamo il dovere di riconoscere l’altro come mio pari, compagno, fratello, vicino, amico … chiamatelo come volete. Siamo un NOI. Noi miliardi di puntini in movimento su questa palla che si chiama mondo.

Consapevoli inoltre che viviamo in un mondo che nella sua storia ha fatto grazie al cielo dei progressi e questi anche se spesso dimenticati ci dicono che il NOI è un dovere e un diritto.

Pretendere una casa vuota, inutilizzata, se non la si ha, se non se la si può permettere, non è una pretesa. Pretendere una casa è un diritto. Come l’aria che al risveglio riempie i polmoni di un giorno nuovo. Come le cure che ci aggiustano spesso, altre volte no, negli ospedali. Perché siamo macchine che spesso si guastano e hanno bisogno di continue revisioni. Come i libri che aprono le menti e i cuori che insegnano che il pensiero procede di pari passo con la parola. Che insegnano che la poesia, l’arte, la filosofia, la storia sono oro, oro puro per una società impietrita e impoverita.

Abitare, curarsi, studiare sono i primi passi doverosi di una società degna. Pretendere una casa, cure e istruzione non è pretesa. Pretendere un rifugio, la possibilità di rimediare alla malattia o all’incedente coltivando la propria mente e quella dei propri figli deve essere solo il primo passo di una civiltà evoluta ed egualitaria che prepara i suoi puntini al volo. Da li ognuno volerà con le proprie ali e le proprie energie verso il meglio che potrà dare. Questo è l’unico vero contenuto delle parole progresso, società e umanità. Gentile signor Rinaldi, noi e Lei  parliamo linguaggi diversi. Io parliamo al noi per un’idea di “tutti”, lei parla per se e per la salvaguardia di privilegi di pochi a discapito di molti. Le auguro di cuore l’ebbrezza che da un’idea esagerata di umanità. Buon Natale.

Rete Diritti in Casa e gli occupanti di Borgo Bosazza

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