Ci sarebbero altre due indagate all'asilo Allende. E intanto l'Amministrazione comunale di Collecchio si fa portavoce dello sgomento dei cittadini e rende noto che ha avviato provvedimenti, anche di riorganizzazione interna, per rafforzare la vigilanza sul funzionamento del nido. -
Parma, 1 ottobre 2015 - di Cigno Nero -
Le indagini sull'asilo del terrore stanno facendo emergere una verità ancora più angosciante: la maestra che maltrattava i bimbi di tre anni non era da sola. Ci sarebbero, infatti, altre due indagate in questa storia di violenza e di umiliazioni avvenute nell'asilo nido di Collecchio, nel parmense.
Gli arresti domiciliari erano scattati per Erica Grandis, la 55enne che lavorava come maestra nella struttura Salvator Allende del Comune.
Nelle ultime ore sarebbero state indagate per maltrattamenti due colleghe della donna, una educatrice e una operatrice.
Secondo quanto si sta ricostruendo, le due donne avrebbero assistito ai ripetuti atteggiamenti di brutalità della maestra contro i bambini, che si rivolgeva a loro con insulti, calci e schiaffi, ma non sarebbero intervenute e non avrebbero denunciato quanto accadeva nell'asilo. Probabilmente già da qualche anno.
In alcuni casi anche l'educatrice avrebbe maltrattato e punito i bambini. Le scene, immortalate dalle telecamere nascoste dagli inquirenti dopo la denuncia ai Carabinieri di un'altra dipendente del nido, non lascerebbero spazio a dubbi sul comportamento tenuto anche dalla donna, che avendo un contratto a termine non lavora più all'asilo da settembre. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti pare che l'operatrice non avrebbe mai alzato le mani contro i piccoli ospiti, ma anche per lei l'accusa sarebbe quella di maltrattamento, per non avere mai raccontato alle forze dell'ordine quanto stava accadendo.
Intanto dalle carte dell'ordinanza spuntano nuovi particolari sull'incubo quotidiano per i piccolissimi ospiti, riprese di nascosto da telecamere e cimici degli inquirenti. In un mese di riprese, dal 5 al 30 giugno 2015, gli inquirenti hanno appuntato una ventina di episodi in cui si evincono insulti, gesti violenti, punizioni eccessive che comunque non fanno pensare a scatti d'ira isolati, ma a una terribile quotidianità alla quale i bimbi erano sottoposti. Nelle intercettazioni ambientali si sente la maestra che si infuria quando una bambina bagna il pannolino che viene cambiato dopo ore, o che lancia cibo a un bambino appena rimproverato, o urla a un'altra che non vuol mangiare.
Lunedì 28 settembre, nell'interrogatorio di garanzia di fronte al pm Andrea Bianchi, che coordina l'inchiesta, e al giudice Maria Cristina Sarli, che ha firmato l'ordinanza dei domiciliari, la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La maestra da settembre non lavora più al nido, è in aspettativa da fine giugno 2015, dopo il termine dell'anno scolastico. Ma per scongiurare un suo eventuale ritorno e una reiterazione del reato, il gip ha accolto la richiesta del pm, facendo scattare gli arresti domiciliari.
Questa terribile vicenda ha scosso la comunità di Collecchio che, attraverso una lettera dell'Amministrazione comunale diffusa ieri agli organi di stampa, ha fatto sapere di voler collaborare con la giustizia. "La vita del paese è sconvolta – si legge nella missiva -; i cittadini sono turbati, a partire dalle famiglie che frequentano o hanno frequentato il servizio. E' innanzitutto per loro che l'Amministrazione continuerà ad impegnarsi affinché emergano tutte le responsabilità e possano rinnovarsi le condizioni di fiducia che sono basilari nel rapporto con il proprio Comune".
L'obiettivo dell'Amministrazione comunale è stato quello di conoscere la verità e di assumere conseguentemente le necessarie decisioni non solo nei confronti dei responsabili ma anche organizzative affinché tali episodi non possano più ripetersi. "In proposito – è l'appello - chiediamo a tutti coloro che ritengono di essere a conoscenza di elementi rilevanti al fine delle indagini, di rivolgersi agli inquirenti senza nessuna riserva ovvero di segnalarli al Comune che provvederà a trasmetterli a chi sta svolgendo le indagini. Fermo il fatto che in primo luogo compete alla magistratura accertare le responsabilità individuali e che il Comune sta già facendo e farà quanto di sua competenza, segnaliamo che, alla luce di quanto emerso finora - appreso giorno per giorno dalla stampa come tutti, anche in considerazione del doveroso riserbo degli inquirenti -, l'Amministrazione ha già avviato una serie di provvedimenti, anche di riorganizzazione interna, per rafforzare la comunque non semplice vigilanza sul funzionamento del servizio del nido Allende".