Giovedì, 13 Agosto 2015 12:45

Chiusura degli uffici postali. Prosegue il braccio di ferro tra Comuni e Poste Italiane In evidenza

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Fabio Fecci Sindaco di Noceto (PR) Fabio Fecci Sindaco di Noceto (PR)


Da Noceto arriva la diffida alla chiusura dell'ufficio postale di Costamezzana. Per il Sindaco di Noceto e vice presidente ANCI emilia Romagna, Fabio Fecci, non esistono le condizioni per la chiusura e chiede a Poste Italiane una nota di dettaglio riguardo ai criteri utilizzati per il riordino.

di LGC - Parma 13 agosto 2015 - -
Dal prossimo 7 settembre chiuderanno 9 uffici postali e altri 3 saranno oggetto di processi riorganizzativi in provincia di Parma.
Il progetto di riordino avviato dall'azienda Poste Italiane Spa coinvolge tutta la penisola e si inquadra in un'ottica riorganizzativa globale.

Una decisione che però non è andata giù a molti primi cittadini delle amministrazioni interessate dal riordino e, almeno per i 9 amministratori parmensi, non viene esclusa la possibilità di ricorrere al TAR come già accaduto in Friuli dove, è decisione di poche ore fa, il Tribunale Amministrativo friulano ha bocciato la chiusura di due uffici postali accogliendo il ricorso del comune di Buja.

Con questa sentenza il TAR ha di fatto ribadito che il servizio postale è un servizio di interesse pubblico, ancorché gestito da soggetto privato, e conferma la natura giuridica del Comune quale espressione di una collettività.

PT poste-italiane-Insegna


Il 20 luglio scorso, i sindaci dei comuni parmensi interessati, Fabio Fecci (Noceto), Fausto Ralli (Bore), Francesco Peschiera (Calestano), Paolo Bianchi (Collecchio), Giordano Bricoli (Langhirano), Emanuela Grenti (Taro), Romeo Azzali (Mezzani), Luigi Buriola – (Montechiarugolo), Emanuele Pedrazzi (Pellegrino), Cristina Merusi (Sala Baganza), Nicola Bernardi (Sissa Trecasali), Alessandro Fadda (Torrile), avevano predisposto un documento congiunto nel quale si sottolineava come "il provvedimento di Poste Italiane che ha semplicemente differito al 7 settembre le annunciate chiusure del 13 aprile non tenga in nessun conto i diritti dei cittadini, con particolare riferimento alle fasce più deboli, ma si ispiri sostanzialmente a pure logiche di profitto, dimenticando la fondamentale valenza sociale del servizio peraltro alimentato anche da fondi statali".

La posizione condivisa dai Sindaci parmensi è stata unanime e così riassumibile:
1. Richiesta a Poste Italiane affinché faccia chiarezza sui criteri applicati nella pianificazione del piano di razionalizzazione degli Uffici Postali differito al prossimo 7 settembre, al fine di verificare la loro corretta applicazione in ordine ai singoli territori interessati rispetto alle norme di settore
2. Appello al Prefetto di Parma affinché, nel suo ruolo istituzionale, si attivi nei confronti di Poste Italiane al fine delle verifiche di cui al punto precedente e supporti l'azione dei Sindaci.
3. Incarico ad un legale per avanzare ricorso al TAR da farsi in maniera congiunta da parte dei Sindaci dei territori interessati
4. Appello affinché il problema venga portato avanti anche sul necessario piano politico: deve concretizzarsi la trattativa fra Poste Italiane, Regioni e Governo, soggetto del quale non è ammissibile la latitanza ed al quale si chiede una chiara presa di posizione.

Il 7 di settembre, giorno stabilito per dare seguito al piano organizzativo già previsto per lo scorso 13 aprile e sospeso in forza delle imminenti elezioni amministrative, si avvicina senza che le amministrazioni locali abbiano potuto "accedere a un effettivo tavolo di confronto con Poste Italiane S.p.a.", e il Sindaco di Noceto Fabio Fecci lo scorso 7 agosto ha predisposto una "diffida a non porre in essere alcuna iniziativa di chiusura dello sportello postale di Costamezzana (PR)".

"Non ho assolutamente intenzione di calare le brache, sottolinea Fecci raggiunto telefonicamente, a meno che non me le facciano calare di forza".

La posizione del Sindaco e di tutta la amministrazione nocetana è chiara e contesta all'azienda detentrice del servizio postale l'adozione di dati relativi al censimento 2001 invece dei più recenti del 2011 e invita Poste Italiane a un confronto non escludendo il suo impegno "condiviso con ANCI Emilia Romagna, a promuovere ogni più opportuna iniziativa di carattere politico ed anche in sede giudiziale affinché l'erogazione dei fondi (270 milioni di euro annui, ndr) sia vincolata al mantenimento dei servizi attualmente erogati e/o comunque affinché la rendicontazione dell'utilizzo dei fondi pubblici avvenga nell'ambito dei capitoli del bilancio aziendale separati rispetto ai settori di attività nei quali oggi Poste Italiane spa, si pone a tutti gli effetti come operatore di libero mercato e concorrente diretto delle imprese private".

A conferma della sensibile differenza risultante dal confronto dei dati tra i due censimenti, nella diffida (vedi allegato e documento consultabile anche dal Blog di Fabio Fecci) vengono specificamente documentate le risultanze della verifica predisposta dall'ufficio anagrafe/tecnico.

"La percentuale di popolazione, si legge nella diffida, di più di 65 anni è passata dal 18,7% del 2001 al 20,8% del 2011".
Nello specifico, nelle frazioni di Costamezzana, Borghetto e Cella l'incremento della popolazione è stato del 18% passando da 1449 (2001) residenti a 1711 nell'anno 2011 mentre la popolazione superiore a 65 anni residente nell'intero territorio comunale ammonta a 2717 unità e i cittadini stranieri ammontano a 1368.

Ora, sulla scia dell'iniziativa di Fabio Fecci, non si esclude che altre amministrazioni seguano l'esempio e altre diffide giungano sulle scrivanie delle dirigenze di Poste Italiane Spa, del Ministero dello Sviluppo economico, del Prefetto di Parma, dei Presidenti ANCI nazionale e regionale.

(In allegato la diffida scaricabile in formato pdf)

Fecci censimenti confronto

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