Sabato, 26 Novembre 2022 06:51

Femminicidi: La sottocultura dei prepotenti In evidenza

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Uccidere una donna rappresenta lo sviluppo della sottocultura dell’uomo che è incapace di gestire il rapporto umano.

Di Andrea Caldart Cagliari, 25 novembre 2022 (Quotidianoweb.it) - Questo il nostro pensiero nella giornata del 25 novembre che vede numerose iniziative per testimoniare che le donne, ancor oggi, vengono uccise dai propri compagni, mariti, fidanzati, fatte a pezze, umiliate, sfregiate e distrutte.

Oggi è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e colpiscono molto le parole dell’avvocato Nicodemo Gentile, Presidente dell’Associazione Penelope, incise sulla sua pagina social.

“ll 25 Novembre è una cosa seria, molto seria, perché le donne vengono uccise realmente.

La violenza ha tante facce, come tante sono le facce di chi la subisce.

Sotterrate, fatte a pezzi, segregate, umiliate, spose ancora bambine, con il viso coperto, ferite, spiate, appostate, date in pasto ai maiali, scaricate nei fiumi, abbondonate nei prati, suicidate con tanta plastica, sciolte nei forni, minacciate, percosse, strattonate davanti ai figli, spinte giù dalle scale, lanciate dai balconi, sputate, prese a calci, in famiglia, fuori dalla famiglia, da chi amavano, da chi avrebbe dovuto amarle, da chi si fidavano, da chi volevano liberarsi, da chi si erano liberate.

C'è chi ha trovato una degna sepoltura e chi invece deve ancora essere ritrovata, oltraggiata anche oltre la morte.

Manipolate, derise, svuotate dalle parole, colpite con le frasi, deturpate sul viso, frustrate nel lavoro, private dei loro soldi, dei loro progetti, della loro professionalità.

Illuse, deluse.

Come avvocato ho dovuto attraversare con indifferenza tecnica queste tragiche storie, altre ancora, ma come uomo ho respirato il loro dolore muto, ho ascoltato le parole senza suono di queste figlie, mogli, mamme, che non ho mai conosciuto.

Donne come l'acqua di mare, cantava Mia Martini, che nonostante tutto riescono ancora a partorire ed amare degli uomini”.

Nei soli primi 10 mesi dell’anno abbiamo avuto 91 femminicidi, uno ogni 3 giorni e, le richieste d’aiuto, hanno avuto un balzo in avanti del 73% (fonte Istat).

Ogni singola storia è terribile, pazzesca, ma oggi vogliamo prendere ad esempio la giovanissima dottoressa Sara Pedri che, purtroppo come tante di loro, non è più stata ritrovata.

Una giovane sfinita dal suo lavoro, ma non per la stanchezza fisica, bensì per quelle che noi riteniamo siano vere e proprie “sevizie psicologiche” praticate da una disumanità difficile da decifrare.

Noi uomini dovremmo sempre ricordarci che nasciamo nel grembo di una donna, ci nutre una donna e ci cresce una donna.

Una riflessione che spesso sottovalutiamo e con il sorrisetto ironico cadiamo nello stereotipo che, spesso leggendo anche su certa stampa, ci porta a sminuire la capacità umana delle donne, siano esse prostitute, fidanzatine, ex mogli “riottose.”

Il femminicidio è un gesto che avvalora una realtà distorta del rapporto uomo donna, in quanto quest’ultima, per alcuni, diviene una “sua proprietà”.

Per noi invece rimane una vera e propria “esecuzione” fatta da colui che si crede gestore della vita altrui, perché è una violenza e tutti noi abbiamo l’onere di mantenere alta l’attenzione di questa prepotenza dei “forti sulle deboli”.

Ammazzare una donna equivale ad ammazzare la vita.

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Foto: Credits Avvocato Nicodemo Gentile

(In copertina foto di repertorio di Francesca Bocchia)

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