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Martedì, 11 Febbraio 2020 14:22

48 ore di presidio davanti alla Morris Profumi.

Crisi Morris Profumi, I dipendenti non abbassano la testa. Iniziato il presidio davanti alla gloriosa fabbrica di profumi Morris Spa che ha dichiarato di voler chiudere la produzione. Ora tavoli tecnici per trovare soluzioni.

Di Redazione e foto di Francesca Bocchia - Siamo davanti ai cancelli della Morris Profumi SpA con Germano Giraud della FEMCA CISL di Parma e Piacenza che ci illustra lo stato delle cose e le iniziative che verranno intraprese a partire da oggi.

"La settimana scorsa - dichiara il sindacalista - abbiamo avuto un incontro con i vertici dell'azienda nel quale siamo stati informati della messa in liquidazione volontaria dell'attività produttiva, quindi vuol dire la chiusura dello stabilimento. Per noi è stato un fulmine a ciel sereno. La situazione era delicata in azienda, avevamo fatto un percorso di cassa integrazione ordinaria, ma nulla lasciava presagire a una cosa del genere. Noi eravamo a conoscenza che avevano perso il marchio più importante che rappresentava il 45% del fatturato (marchio Ferrari) e venendo a mancare quello, la attività produttiva si è drasticamente ridotta. Ipotizzavamo quindi che ci sarebbe stato da discutere su una riorganizzazione, invece la comunicazione della messa in liquidazione è stata una cosa devastante. Oggi siamo in sciopero per due giorni. Questa è la prima iniziativa sindacale, poi a breve avremo un incontro tecnico per discutere in merito alla apertura da parte della azienda di una cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività e quindi da lì inizierà la trattativa sindacale che ci porterà a discutere di quello e a aprire tavoli istituzionali su l territorio per tentare di trovare soluzioni alternative."

Il Video: https://youtu.be/IlvwK0KYxMs

Il comunicato di CGIL

Vertenza Morris Spa: 48 ore di sciopero, 100% adesioni ed altissima presenza ai presidi.

I dipendenti non abbassano la testa. Ora tavoli tecnici per trovare soluzioni

Parma 11 febbraio 2020 10,45 - Si respira uno strano profumo nell'aria in strada Maretto a Parma in questi giorni di mobilitazione: è il profumo di dignità dei lavoratori e delle lavoratrici di Morris Spa in sciopero. 
 
Del 100% è stata infatti l'adesione allo sciopero dichiarato da FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL provinciali per protestare contro la messa in liquidazione della Morris Spa da parte della proprietà. Una decisione, quella dei vertici aziendali, che ancora desta incredulità e sconcerto in oguna delle 114 famiglie che da qui ai prossimi mesi si troveranno a fronteggiare grandi difficoltà economiche dovute alla probabile perdita del posto di lavoro.
 
"Abbiamo già inviato una richiesta di apertura di tavolo di crisi all'attenzione di Comune e Provincia di Parma - dichiarano i sindacati di categoria davanti ai cancelli della fabbrica - questa decisione del Cda di Morris Spa colpisce al cuore una città intera, che perde con questa azienda un altro marchio storico, diventato negli ultimi sessanta anni simbolo e prestigio della profumeria della provincia di Parma. Ci sono competenze, professionalità e organici, manca solo la voglia di crederci ancora", continuano FILCTEM, FEMCA e UILTEC territoriali. "Ecco perchè stiamo chiedendo alle istituzioni di aprire un tavolo di confronto per cercare soluzioni alternative alla chiusura o qualche imprenditore che possa investire su una scommessa vincente come quella di Morris".
 
Tanti i messaggi di solidarietà che ora dopo ora arrivano ai lavoratori colpiti da questa drammatica notizia. "Non chiediamo pietà o commiserazione, siamo professionisti capaci del settore, chiediamo solo la possibilità di dimostrarlo con i fatti e con una proprietà che creda nel marchio, qui serve la volontà di fare impresa!", commentano le RSU Morris  Marianna, Fabrizio, Roberta e Angelica. "Siamo uomini e donne che credono in quel che fanno, abbiamo compiuto tutti quanti sacrifici quando ci sono stati chiesti. Ed ora? È questo il piano industriale che i rappresentanti dell'azienda avevano millantato da mesi? Chiudere e lasciarci tutti a casa?".
 
Tavoli tecnici relativi alla cassa integrazione straordinaria e tavoli istituzionali volti a trovare soluzioni alternative, questo è ora il doppio impegno dei sindacati di categoria nei prossimi mesi.

 

Pubblicato in Cronaca Parma

L’analisi delle compravendite realizzata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa su dati Agenzia delle Entrate evidenzia che, nei primi nove mesi del 2019, le transazioni nel settore commerciale sono aumentate del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2018 e si sono portate a 22.134. 

Il 19,8% di coloro che si sono rivolti alle agenzie Tecnocasa e Tecnorete specializzate nel settore Immobili per l’Impresa, ha espresso intenzione di comprare. Il 47,8% dei potenziali acquirenti è rappresentato da investitori attratti, in particolare, dai rendimenti annui lordi che nelle location più periferiche possono arrivare anche al 10-11%.

Segue un 14,2% di richieste di acquisto per aprire attività di ristorazione e somministrazione.

La metratura più gettonata è inferiore a 50 mq.

Nel 2019 il settore ha sicuramente beneficiato della cedolare secca che ha spinto anche i privati ad acquistare piccoli negozi come forma di investimento.

Le città dove si è avuto il maggiore aumento delle transazioni nel periodo considerato sono Bologna (+64,8%), Roma (+22,9%), Torino (+19,3%) e Milano (+18,7%). Roma e Milano si confermano ai primi posti per numero di scambi: nella Capitale le transazioni sono state 1419, il capoluogo lombardo ne fa segnare 1359 confermando la sua crescita di attrattività.

 

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Pubblicato in Economia Emilia

Editoriale:  - Bye Bye United Kingdom, le parole di Farage dovrebbero far riflettere -5 Febbraio, Giornata Internazionale contro gli sprechi alimentari. I Francesi i più virtuosi ma a "Parma non si spreca". - Lattiero caseario. Prezzi stabili su tutti i fronti  - Cereali e dintorni. Mercato telematico in territorio positivo. - Determinato il Prezzo a riferimento del latte - Mucca pazza, primo caso in Svizzera dal 2012. -

 

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SOMMARIO Anno 19 - n° 06 09 febbraio 2020

1.1 editoriale
Bye Bye United Kingdom, le parole di Farage dovrebbero far riflettere
2.1 Etica e cibo
5 Febbraio, Giornata Internazionale contro gli sprechi alimentari. I Francesi i più virtuosi ma a "Parma non si spreca".
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Prezzi stabili su tutti i fronti 
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Timori di pandemia.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato telematico in territorio positivo.
7.1 cimice asiatica Cimice asiatica: giovedì 6 febbraio convegno su ricerca e tecniche di difesa
7.2 pomodoro export Consorzio Casalasco: +17% grazie all’export
8.1 fieragricola verona  Mercato macchine agricole, un quadro disomogeneo.
9.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determinato il Prezzo a riferimento del latte.
9.2 fiume taro  Taro: incontro al Distretto del PO
10.1 zootecnia  Mucca pazza, primo caso in Svizzera dal 2012.
11.1 aceto balsamico Tris di Medaglie e ingresso nei Top50 per l’oro nero
dell’Aceto Balsamico del Duca
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners

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Venerdì, 07 Febbraio 2020 05:57

Artigianato reggiano: si è chiuso un anno difficile

Il 2019 si è chiuso con una conferma delle difficoltà del mondo dell’artigianato reggiano.

La conferma viene dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio, dalle quali emerge un calo dell’1% del numero di imprese artigiane presente nel Registro camerale.
In termini assoluti si tratta di 188 unità in meno, con un totale che ora si attesta a 18.453; sebbene si tratti di una flessione al di sotto della media degli ultimi anni, al calo delle imprese ha corrisposto una flessione dell’occupazione pari al -1,2%, più alta rispetto alla percentuale riguardante le imprese, con la perdita di 500 posti di lavoro su un totale occupati che si è attestato a 41.300 unità.

A contenere, almeno in parte, la riduzione del numero delle aziende del settore sono state le iscrizioni di imprese con forma giuridica più strutturata: delle 1.632 nuove aperture registrate nel 2019, 249 sono riferite a società di capitale (il 15,3% del totale), alle quali hanno fatto da contraltare solo 91 cessazioni, con un saldo positivo per 158 unità.
Alla fine dell’anno appena concluso le società di capitale artigiane sono così salite a 1.430 (il 14,4% in più rispetto al 2018) e gli addetti sono aumentati di 650 unità, raggiungendo gli 8.218 occupati.
Discorso ben diverso per le imprese individuali e le società di persone. Per le prime le nuove aperture sono state, su base annua, 1.278, mentre hanno chiuso i battenti 1.326 “botteghe” artigiane (con un saldo negativo di 48 imprese); il saldo iscritte-cessate presenta poi il segno “meno” (-85 unità) anche per le società di persone. Relativamente agli addetti, la perdita di occupati delle ditte individuali è stata pari a 569 unità e di 554 in meno per le società di persone.

Fissando l’attenzione sui diversi settori economici, è proseguito, anche nel 2019, l’andamento positivo della maggior parte delle attività del terziario. Fra i servizi di supporto alle imprese, ad esempio, sono passate da 195 a 207 le aziende che svolgono servizi di informazione e comunicazione, produzione di software e consulenza informatica, elaborazione dei dati, hosting e attività connesse.
A quota 575 (in crescita dell’1,6%) si sono poi attestate le aziende che si occupano di noleggio o di servizi integrati di supporto per le funzioni d'ufficio (ad esempio, disbrigo pratiche per conto delle imprese), mentre hanno raggiunto le 359 unità (+2,6%) le imprese che si occupano di attività professionali, scientifiche e tecniche, in particolare attività dei disegnatori tecnici e grafici, grafici per pagine web o ideatori di campagne pubblicitarie.
Registrano, infine, un incremento dello 0,4%, e raggiungono le 1.786 unità, le imprese nel segmento dei servizi rivolti alle persone. In particolare, passando da 69 a 82, sono aumentate le imprese che svolgono attività in campo sanitario e dell’assistenza sociale.

I settori che rappresentano la quota maggiore dell’artigianato della provincia di Reggio Emilia, ovvero le costruzioni (48,1% del totale artigiani) e il manifatturiero (22,6%), sono invece ancora in sofferenza: le aziende del settore edile si sono ridotte, nel 2019, di 91 unità, scendendo così a 8.880 (-1%), mentre il manifatturiero, con una flessione dell’1,7%, è passato da 4.249 a 4.176 imprese.
In calo anche le imprese artigiane che operano nel trasporti e magazzinaggio, che in un anno sono scese da 984 del 2018 alle attuali 941, con una contrazione del 4,4%; in diminuzione del 2,7% anche le attività di ristorazione (da 547 a 532 imprese). In flessione di 6 unità, infine, anche le attività connesse all’agricoltura.

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Editoriale:  -  Coincidenze inquietanti; quando la fantasia anticipa la realtà! - Lattiero caseario. In flessione il Parmigiano Reggiano - Cereali e dintorni. La Cina e il mondo in balia del coronavirus. - 29 gennaio - 1 febbraio: 114esima edizione di Fieragricola Verona - Fieragricola, Nobili spa ha portato a Verona tutte le più recenti novità. - Bonaccini: "Tana libera tutti" - -

cibus_5_2feb2020_COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 05 02 febbraio 2020
1.1 editoriale
Coincidenze inquietanti; quando la fantasia anticipa la realtà!
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. In flessione il Parmigiano Reggiano
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in depressione e incerti.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La Cina e il mondo in balia del coronavirus.
7.1 vivisezione Animalisti sotto i portici del Grano con le maschere di Anonymous - foto di Emiliano Zampella
7.2 No Fake Food Lattiero-caseario, arrivano i 17 milioni chiesti dalla cooperazione
8.1 fieragricola verona  29 gennaio - 1 febbraio: 114esima edizione di Fieragricola Verona.
9.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determinato il Prezzo a riferimento del latte.
9.2 fieragricola verona  Fieragricola: svelati i vincitori del premio innovazione 2020
10.1 fieragricola verona  Fieragricola, Nobili spa ha portato a Verona tutte le più recenti novità.
11.1 elezioni emilia romagna Bonaccini: "Tana libera tutti"
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners

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Solo cinque aziende in meno nel 2019 rispetto al 2018. In flessione, invece, industria (-2%), commercio (-1,7%), agricoltura (-2%) e costruzioni (-1%)

Il 2019 si è chiuso in equilibrio per la dinamica demografica delle imprese reggiane. Sono state infatti 3.411 le nuove iscrizioni, mentre le aziende che hanno espresso la volontà di non proseguire l’attività sono state 3.416, con un saldo annuale della movimentazione anagrafica pari a -5 unità.

Il saldo iscritte-cessate avrebbe potuto avere un risultato migliore se non ci fosse stata, nel mese di dicembre, una ripresa nel numero delle chiusure che hanno raggiunto quota 293 unità, 104 in più rispetto alle nuove aperture che si sono fermate a 189 aziende. A seguito di questi andamenti, si sono portate a 54.064 le aziende presenti nel Registro Imprese camerale alla fine dello scorso anno.

E’ quanto emerge dalla lettura che l’Ufficio Studi della Camera di Commercio ha effettuato sull’andamento demografico delle imprese della provincia di Reggio Emilia nel corso dell’anno che si è appena concluso.
Relativamente all’andamento dei diversi settori economici, le performance migliori vengono da quelli legati ai servizi. In termini assoluti hanno chiuso il bilancio anagrafico in campo positivo le attività professionali, scientifiche e tecniche che, con 43 imprese in più rispetto a dicembre 2018 (+2,2%), hanno raggiunto le 1.986 unità; seguono le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+38 aziende; +2,7%) che passano da 1.390 a 1.428. Il più dinamico in termini percentuali di crescita imprenditoriale è il comparto della sanità e assistenza sociale cresciuto del 5% in un anno: in particolare sono 23 in più le imprese che svolgono attività di assistenza sociale non residenziale.

I quattro settori più significativi per numerosità di imprese della provincia di Reggio Emilia (costruzioni, commercio, manifatturiero e agricoltura), però, mostrano tutti segnali di arretramento. Il saldo negativo più consistente si registra per il commercio: alla fine del 2019, con 180 imprese in meno rispetto all’anno precedente (-1,7%), il settore è sceso a 10.642 unità; il calo è da attribuire in misura maggiore all’andamento del dettaglio che, in un anno ha perso 133 aziende.

Continua il calo anche delle costruzioni: le imprese del settore scendono da 11.718 a 11.599 unità, con una flessione dell’1%; in diminuzione del 2%, poi, l’industria (attività manifatturiere ed estrattive) che, a fine 2019, contava 7.380 aziende.

Scende anche il numero di aziende agricole che, in un anno, passa da 6.052 a 5.928 unità con una contrazione del 2%.

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Pubblicato in Economia Reggio Emilia
Mercoledì, 29 Gennaio 2020 07:22

Imprenditoria in Rosa, Intervista a Hilde Soliani

Creatrice di profumi, performer e artista del gusto e dell’olfatto anticonvenzionale.

di Francesca Caggiati Parma 28 gennaio 2020 - La rubrica “Imprenditoria in Rosa” prosegue con un’intervista a Hilde Soliani, 58 anni, nata a Parma, residente nel reggiano, ma cittadina del mondo, imprenditrice di sé stessa, creatrice di profumi, performer teatrale, artista del gusto e dell’olfatto e pittrice. Soprannome Miss Tranchant. Dire che è una donna poliedrica è forse riduttivo, Ilde, nome d’arte Hilde, è una sorpresa ogni volta che la si incontra. Una donna senza peli sulla lingua, che si ama o si odia senza mezze misure. A lei non importa comunque… e continua per la sua strada.

- Ci racconta la sua storia e quando ha iniziato a creare profumi?
“Avevo 4 anni a casa della nonna materna giocando con lei, a sua volta naso dell’alta borghesia Parmigiana. Poi a 40 anni durante un periodo di stacco dalla mia professione di consulente di marketing internazionale decisi di dedicarmi maggiormente al mondo della profumeria, così da convincere due grandi Maestri ad aiutarmi a diventare l’Imperatrice dei Profumi."

- Come è cambiato il settore della profumeria negli anni?
“La società d’oggi si basa sulla superficialità, dove tutti sanno tutto di tutto. Purtroppo anche la profumeria ne ha risentito e ogni giorno nascono nuovi brand basati solo sull’estetica e non sui contenuti. Ma io ed alcuni altri Marchi Internazionali lottiamo ogni giorno per divulgare il senso del Bello e del Gusto e della Cultura.”

- Quali sono le principali differenza tra l’Italia e l’estero nel mondo dei profumi?
“L’estero riconosce il Talento e ti conduce al Successo.”

- Qual è il suo target di riferimento e su cosa punta maggiormente per soddisfare la sua clientela?
“Creo profumi che creano vere emozioni, suscitano ricordi, ma soprattutto fanno sentire meglio le persone: questo grazie alla mia spiccata creatività, alla tecnica innovativa utilizzata nel mixare le materie prime di altissima qualità provenienti da qualsiasi parte del mondo. Quindi il mio target è il mondo e l’umanità.”

- Ha un sogno nel cassetto? O una pazzia che vorrebbe diventasse realtà?

“Diventare la Chanel del secolo: è cosi che mi definiscono i buyers spero abbiano ragione, perché lasciare il segno per sempre mi renderebbe felice.
Io credo che passerò alla storia per la prima profumiera Artista che ha assolutamente rivoluzionato il mondo globale della profumeria in quanto concentrandosi sulla essenza, cioè sul profumo abbia snobbato il lusso della confezione e del flacone inutile. I miei clienti comprano con il naso e non con gli occhi.“

- Come e dove si vede tra 10 anni?
“Su un tappeto volante che mi permette di raggiungere i luoghi dove saranno esposti i miei bimbi iniziando dai profumi, quadri, panettoni, drinks, foulards etc ma anche assistere ad una performance teatrale, abbracciare un amico dal altra parte del mondo decollando dalla mia casa di NYC.“

- Qual è il progetto di cui è più soddisfatta e di cui va più fiera?
“Quello che devo ancora realizzare: la fondazione dedicata a mio padre.”

- Qual è il profumo che le piace di più o la rappresenta maggiormente tra quelli che ha creato? E quale il profumo che ama di più in assoluto?
“Il tuo tulipano rosso che è il mio best seller, nato per caso in Sicilia. Infatti è un profumo concettuale in quanto è risaputo che il fiore del tulipano non profuma, ma ho inventato una nuova famiglia olfattiva fresco-dolce, una innovativa struttura che utilizza pochissimi ingredienti.”

- Che consigli si sente di dare alle giovani donne che vogliono diventare imprenditrici?
“Di ascoltare tutti, ma fare di testa propria, cioè di non guardare in faccia a nessuno, di rivolgersi ai maestri per poterli superare. Di andare sempre controcorrente perché si prendono sicuramente più porte in faccia, utili a crearsi un’impalcatura indistruttibile.“



Pubblicato in Economia Parma

Il mistero dello spread, questo cataclismatico indicatore economico e sociale che, solo per pura coincidenza, emerge e si riattiva in presenza di governi sgraditi.
 
Di Lamberto Colla Parma 26 gennaio 2020 - Uno dei vantaggi di essere governati dal Centro-Sinistra è senza ombra di dubbio il mutismo, quasi assordante, di Bruxelles. Le quotidiane “ramanzine” di Angela Merkel, del simpatico Pierre Moscovici o da un qualsiasi sconosciuto commissario UE di turno, piuttosto che del FMI, per voce della impeccabile Christine Lagarde (oggi alla BCE al posto di Mario Draghi), sono magicamente scomparse.
E con il loro silenzio si è acchetato anche lo spred, il "cane da guardia" dei nostri conti pubblici e delle intenzioni del governo, di centro destra ovviamente.
 
Il Governo giallo verde, inquinato da Salvini, ebbe ben maggiori difficoltà a compilare il DEF (documento di economia e finanza), obbligati a rispettare, senza concessione di alcuna deroga, dei parametri bassissimi. E da quella soglia non ci si poté allontanare.

Tutti infuriati nella capitale Belga al solo tentativo di proporre una leggera quota di manovra a maggior debito per finanziare opere straordinarie. Alle sfuriate di Bruxelles fecero subito eco quelle di Berlino, Parigi, Madrid e lo spread, giorno dopo giorno, sempre più nervoso, riprese a salire siano a quando il Ministro dell'Economia e Finanze dovette cedere.

Quest'anno, con il buon Gentiloni commissario europeo, una compagine governativa giallo rossa, epurata perciò della quota di destra, ecco che il silenzio impera. Lo spread dorme sonni tranquilli, appena scosso dal solo rischio di una guerra nucleare tra USA e IRAN, ma niente di preoccupante, e soprattutto il via libera a una manovra di bilancio a debito (metà della manovra da 32 miliardi, dunque, viene finanziata in deficit - sino al 2,2% Debito/PIL) che ha consentito a rifinanziare il reddito di cittadinanza, a regalare un nuovo "Bonus" di circa 100€/mese ai lavoratori dipendenti (12 milioni di persone) facendolo passare per abbattimento del cuneo fiscale (sarebbe stata una operazione di ristrutturazione fiscale e invece nulla) mentre è solo una nuova regalia, compensato in parte dalla eliminazione della Flat Tax e da un ulteriore  inasprimento fiscale e burocratico per li piccoli artigiani e tutto quel mondo di partite iva, spesso aperte nel tentativo di sopravvivere alla crisi di lavoro.
 
Tutto nella norma e non ci si faccia illusioni. Dalle elezioni di oggi, comunque vadano le cose, nulla cambierà. La legislatura terminerà il suo percorso, le sardine continueranno a fare opposizione all'opposizione, il PD cambierà vestito per l'ennesima volta tra proclami rivoluzionari e impegni farciti di buonismo, il M5S pian piano abbandonerà la piattaforma della democrazia partecipativa per assumere quella ben più comoda della democrazia verticistica e la nostra economia imploderà sempre più e con essa anche la società civile.
 
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Spread 2011 - 2012

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Pubblicato in Politica Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 19 - n° 04 26 gennaio 2020 -
Editoriale:  -  A Bruxelles tutto tace e lo spread dov’è finito?- Lattiero caseario. Invariate le due principali DOP. - Cereali e dintorni. Cinesi attendisti: favoriscono la speculazione. - Torna il pericolo della processionaria, occhio a bambini nei parchi e cani. - Un Po d'AMare fa tappa a Parma con l'installazione di barriere anti rifiuti sul PO a Sacca. - Uova contaminate, aumenta il numero dei richiami - i lotti -

cibus_4_26gen2020_cop.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 04 26 gennaio 2020
1.1 editoriale
 A Bruxelles tutto tace e lo spread dov’è finito?
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Invariate le due principali DOP.
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati: fatti, non date!
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Cinesi attendisti: favoriscono la speculazione.
7.1 sicurezza sanitaria Torna il pericolo della processionaria, occhio a bambini nei parchi e cani.
7.2 No Fake Food #EmiliaRomagna2030, 4° Open Day di Opera2030
8.1 ambiente e rifiuti  Un Po d'AMare fa tappa a Parma con l'installazione di barriere anti rifiuti sul PO a Sacca.
9.1 salute e sicurezza alimentare Uova contaminate, aumenta il numero dei richiami - i lotti
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Nonostante il rallentamento della crescita della produzione manifatturiera per tre trimestri consecutivi, il valore aggiunto prodotto nel 2019 in provincia di Reggio Emilia si conferma in crescita dello 0,1%.

Reggio Emilia 22 gennaio 2020 - Le ultime stime contenute negli “Scenari per le economie locali” di gennaio elaborati da Prometeia e analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia ipotizzano, poi, una ripresa che, per l’anno in corso, dovrebbe attestarsi a +0,7%.
Il trend registrato a Reggio Emilia lo scorso anno, intanto, è in linea con le precedenti previsioni, ma appare lontano da quello dell’Emilia-Romagna, che con un +0,6% registra una crescita percentuale doppia rispetto al dato nazionale.

La diversa fase ciclica tra i settori del manifatturiero e dei servizi registrata nel 2019 nella nostra provincia ha portato, come si è detto, al calo della produzione industriale, alla quale è invece corrisposta una maggiore vivacità dei servizi. Il valore aggiunto del terziario, infatti, è stimato in crescita dello 0,7%, leggermente al di sopra delle previsioni formulate a fine ottobre (+0,4%).
Sostenuta, poi, la ripresa registrata dal settore delle costruzioni, per il quale si parla di un incremento del valore aggiunto del 5,5% rispetto all’anno precedente (era previsto un +5,2% nelle stime di ottobre).
Sempre in crescita, ma più contenuto rispetto alle valutazioni passate, il valore aggiunto dell’agricoltura, che dovrebbe aver chiuso il 2019 con un aumento dello 0,4%.
L’unico settore con il segno “meno”, dunque, resta l’industria. Il valore aggiunto del manifatturiero reggiano, che nelle valutazioni di ottobre registrava una flessione dell’1,3%, nelle elaborazioni macroeconomiche di gennaio appare in maggior calo, chiudendo a -1,5%.

L’andamento osservato per l’industria appare condizionato dal trend del commercio internazionale, che registra una temporanea inversione di tendenza rispetto all’ultimo decennio. Nel 2019, è ipotizzata una flessione dello 0,8% per le esportazioni e, contemporaneamente, un calo del 2% per le importazioni.

Un calo, come si è detto, di natura temporanea, tanto che una tendenza decisamente più positiva è prevista per il 2020, con un aumento del 4,2% delle vendite oltre frontiera del “made in Reggio Emilia”.

Per il 2020 le stime parlano di una ripresa del manifatturiero con il ritorno in positivo del valore aggiunto (+0,3%), mentre dovrebbero nuovamente crescere dello 0,7% i servizi.
In rallentamento rispetto al 2019, ma comunque in crescita, è poi previsto l’andamento del comparto edilizio, che dovrebbe registrare un aumento del 2,7% del valore aggiunto. Per l’agricoltura, infine, l’incremento stimato per il 2020 dovrebbe raggiungere lo 0,8%.

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