Dal 30 giugno scatta l'obbligo di accettare pagamenti elettronici sulle operazioni oltre i 30 euro, norma che contraddice il libero mercato -
Modena, 4 giugno 20143 -
Dal 30 giugno scatterà l'obbligo per tutte le attività professionali e imprenditoriali di dotarsi di Pos, ossia di dare alla propria clientela la possibilità di pagare con bancomat o carta di credito le transazioni superiori a 30 euro.
Si tratta, ad avviso di CNA, di una norma che va a esclusivo vantaggio del mondo bancario, senza nessun ritorno in termini di concorrenza. Già oggi, infatti, al di là dell'obbligo, il fatto di consentire il pagamento con la moneta elettronica rappresenta un punto di forza nei rapporti con la clientela. Stabilirne l'obbligatorietà, quindi, rappresenta un vincolo che va in senso contrario alla libertà di mercato.
Un provvedimento inutile soprattutto per chi, come i professionisti (è il caso di chi lavora solo con le imprese: geometri, architetti, ingegneri, operatori nel campo delle ricerche di mercato, eccetera), non si vede certo regolare in contanti i propri compensi.
Di fatto, quindi, dal 30 giugno saranno molti coloro costretti a fare i conti con un nuovo balzello che, peraltro, impone costi non indifferenti, visto che le commissioni superano, a volte anche abbondantemente, l'1% dell'importo delle transazioni.
Queste considerazioni sono alla base delle proposte correttive di CNA, a cominciare dall'aumento della soglia di obbligatorietà di accettazione del pagamento passando da 30 a 100 euro, oltre che a posticipare al primo gennaio 2015 l'entrata in vigore di quest'obbligo.
Un rinvio dettato dall'esigenza di un intervento calmierativo del Governo che imponga agli istituti di credito, se non di eliminare, quanto meno di prevedere un costo massimo su canoni mensili e percentuale sulle transazioni, così come avvenuto con le soglie massime di costo per la Commissione di disponibilità Finanziaria.
L'Associazione ha poi richiesto di escludere da questo provvedimento il commercio ambulante: già alle prese con una profonda crisi, parecchi operatori potrebbero davvero rischiare di scomparire, al di là delle difficoltà logistiche connesse al rispetto di questo adempimento. Altri problemi logistici potrebbero poi sorgere per tutte quelle attività – imbianchini, idraulici, elettricisti e tutti quelli che volgono la propria attività professionale nelle abitazioni private – che attualmente rientrano nella normativa.
A prescindere dai questi correttivi, rimangono le perplessità rispetto ad un obbligo difficilmente comprensibile da un punto di vista legislativo e, soprattutto, di mercato.
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)