“Abbiamo deciso di pensare alla parte più fragile della nostra società ma che allo stesso tempo rappresenta il nostro futuro: i bambini”. Christian Gelati, general manager di John Bean Technologies SPA, realtà multinazionale americana che ha la sua sede italiana a Parma, parla così dell’iniziativa portata avanti per questo Natale dall’azienda, da quasi 60 anni sul nostro territorio.
Anziché riservare i tradizionali regali natalizi alla propria clientela, distribuita in tutto il mondo, quest’anno John Bean Technologies ha deciso di devolvere il budget destinato ai pacchi dono al progetto del nuovo Centro oncologico. In particolare la loro donazione servirà per allestire una stanza per accogliere e preparare i bambini che devono sottoporsi ad un trattamento di radioterapia.
“Le apparecchiature con cui facciamo i trattamenti sono affascinanti ma anche molto grosse agli occhi di un bambino – spiega la direttrice della Radioterapia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Nunziata D’Abbiero - . Per questo abbiamo pensato ad una stanza preparatoria dedicata proprio ai pazienti più piccoli per accompagnarli con il gioco a conoscere tutto quello che dovrà affrontare nel suo percorso di cura. Ringrazio davvero di cuore la JBT per averci aiutato a raggiungere questo nostro obiettivo”.
“Questo è un anno che ha stravolto completamente il nostro modo di vivere e di lavorare” – continua Gelati. “Abbiamo quindi sentito il bisogno di riflettere sul senso e sui valori della salute e della vita. Mentre molti di noi continuano a chiedersi, a causa di questa pandemia, quando potremo tornare alla nostra normalità, altri si ritrovano quotidianamente a combattere contro altre malattie di cui in questi mesi si parla poco, perché il Coronavirus ha monopolizzato l’attenzione di tutti. Ma queste malattie continuano drammaticamente ad esistere”.
E conclude: “Tutti noi in JBT ci sentiamo molto orgogliosi di aver contribuito a questa iniziativa e siamo certi che anche i nostri clienti, ricevendo in tutto il mondo i nostri auguri, proveranno lo stesso, sentendosi parte di qualcosa che lascerà un segno concreto e duraturo”.