Sabato, 02 Maggio 2020 17:28

L'art. 7 del DPCM del 9 marzo 2020, consente agli operatori sanitari di andare a lavoro pur essendo in quarantena.

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In merito al presunto caso di "quarantena a metà" a cui sono stati e sono sottoposti gli operatori sanitari che si recano a lavoro pur essendo in quarantena, è opportuno fare alcune precisazioni.

Il DPCM del 9 marzo 2020, n. 14 inerente a disposizioni urgenti per il potenziamento del servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza COVID-19. (20G00030) (GU Serie Generale n.62 del 09-03-2020), all'articolo 7 cita quando segue:

"Sorveglianza sanitaria. 1. La disposizione di cui all'articolo 1, comma 2, lettera h), del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali che vengono sottoposti a sorveglianza. I medesimi operatori sospendono l'attività nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per COVID-19".
In sintesi per far fronte all'emergenza da Covid19 e vista la carenza di personale, tutti gli operatori sanitari devono svolgere straordinari che spesso risultano eccessivi (art.13 c.2), e viene sospesa di fatto la quarantena per tutti coloro che sono entrati in contatto con persone positive. Tale quarantena diventerà "intera" solo nel caso in cui si presentassero sintomi da Covd19.

Tutto questo è avvenuto nelle prime fasi iniziali dell'emergenza, dove i DPI erano scarni e spesso non idonei, o utilizzati per molto più tempo del dovuto annullandone di fatto il loro effetto protettivo. Fase critica in cui per ricevere un tampone o un test sierologico bisognava attendere ben oltre il dovuto.
Un articolo del decreto a nostro avviso deleterio e pericoloso.

Il Coronavirus ad oggi è un virus sconosciuto di cui ancora poco si conosce, e non intervenendo prontamente all'esame diagnostico a cadenza periodica degli operatori in servizio, si è contribuito in maniera dannosa all'espandersi del contagio specie nelle residenze per anziani.

Sarebbe stato doveroso a seguito di tamponi o test sierologici, lasciare in infortunio (così come inquadrata la quarantena dall'Inail) tutti i positivi.
L'art. 7 invece ha permesso lo spostamento per motivi di lavoro di operatori in quarantena, potenzialmente ed inconsciamente positivi. Operatori che a casa hanno famiglia. Vien d'uopo porsi alcune domande: "Anche per le loro famiglie c'era l'obbligo di quarantena? Oppure loro potevano uscire liberamente?...

Crediamo fermamente che l'art 7 del suddetto decreto non abbia tutelato nessuno e siamo certi che ad emergenza finita su tale questione verrà fatta luce.

Il gruppo
Amo Colorno

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