Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell' Associazione Millecolori sulla decisione dell' Amministrazione Comunale di riconoscere una somma quale retribuzione di risultato ad ex dirigenti e non dell' Amministrazione Vignali -
Parma, 4 settembre 2014 -
"Al rientro dalle vacanze nella cassetta della posta un anonimo/a amico/a ci ha fatto trovare copia della (non pubblicata in internet...con buona pace della conclamata trasparenza) determinazione dirigenziale 2014-1448 del 14/8/2014 (Settore Sviluppo Organizzativo) con la quale è stato deciso di corrispondere a n. 8 ex dirigenti e non dirigenti del Comune di Parma, a suo tempo assunti a termine, la complessiva somma di € 53.152,43.
La corresponsione di tali somme sarebbe stata decisa quale retribuzione di risultato (!!) per l'anno 2011.
I beneficiari di tali somme erano stati assunti dalla Giunta Vignali ma è poi stata l'amministrazione Pizzarotti a riconoscergli rilevanti emolumenti per i brillanti risultati ottenuti nel 2011!
Tali brillanti e meritevoli risultati noi non li abbiamo visti (anzi) ma si vede che non sono sfuggiti all'occhio di lince del nostro Sindaco, al di là degli strepiti ufficiali contro la passata amministrazione.
Noi, che non siamo riusciti e non riusciamo a vedere le magnifiche gesta dell'amministrazione Vignali, riteniamo che sarebbe stato importante invitare il nucleo di valutazione a meglio approfondire le proprie disamine. Si vede però che o noi siamo orbi oppure abbiamo un occhio troppo critico e teniamo in eccessiva considerazione il pubblico denaro.
La sostanza è che l'amministrazione Pizzarotti ha speso ulteriori € 53.152,43 in favore dei Vignali's boys.
Così...tanto per restare informati e...non dimenticare.
Ovviamente ringraziamo l'ignoto/a amico/a per la preziosa e documentata informazione."
(Fonte: Associazione Millecolori)
E' caccia al terrorista inglese che ha sgozzato Foley. Le esecuzioni in diretta sono il brand dei nuovi jihadisti. E in Italia è allarme così come in Europa, Usa e nelle monarchie saudite.
di Lamberto Colla -
Parma 02 settembre 2014 -
Sono trascorse poche settimane dall'editoriale nel quale, analizzando i vari conflitti regionali, commentavo che era in atto la terza guerra mondiale.
Pensavo di azzardare troppo evocando un conflitto di tale portata e invece, nelle stesse ore molti sono stati i commenti che richiamarono l'attenzione su questa eventualità. Furio Colombo, dalle colonne del Fatto Quotidiano, titolava il suo pezzo "Iraq: la furia del boia di Londra è da vera guerra mondiale" ma a certificare la gravità della questione è stato persino il Santo Padre, quel Papa dolce e sorridente, che in questa occasione ha toccato un tasto politico di non lieve gravità. Per la delicatezza della questione religiosa ha dovuto, molto probabilmente, misurare le parole ma il solo fatto che sia intervenuto sulla questione ISIS qualche allarme lo suscita. "Lecito fermare l'aggressore ingiusto, ma non bombardare" ha affermato Papa Bergoglio che commenta anche, secondo quanto riportato dall'Agenzia ANSA "siamo nella Terza guerra mondiale, ma a pezzi". Ben più drammatico il giudizio del Vescovo ausiliario del patriarca di Babilonia e Presidente della Caritas iracheno Jshlemon Warduni il quale, prima a Famiglia Cristiana e negli ultimi giorni a media televisivi nazionali, ha così commentato l'avanzata dell'ISIS «Si sono aperte le porte dell'inferno e sono usciti tutti i diavoli. Il maligno si è scatenato». Per ultimo a intervenire sulla questione è il re saudita Abdullah: «Fermare subito l'Isis o tra un mese attentati in Europa e Usa».
Nel frattempo è caccia al terrorista che ha sgozzato il reporter Foley. Il maggiore sospetto ricade su un ex rapper inglese, Abdel-Majed Abdel Bary, il cui padre fu estradato due anni fa dall'Inghilterra agli Stati Uniti, accusato di coinvolgimento negli attacchi terroristici contro le ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998. A quanto pare il buonismo occidentale ha dato frutti ben poco edibili. Talis pater et talis filiis. Chissà quante giovani teste calde sono sparse nel vecchio continente e negli USA pronti a fare qualche selfie con una testa mozzata di un "qualche cristiano" colpevole solo di avergli attraversato la strada.
Almeno 500 sono gli inglesi che sono partiti per la "guerra santa" dell'Isis.
E in buonismo noi italiani non abbiamo da imparare da nessuno. "Mare nostrum" docet.
Le cronache infatti riportano che, addirittura, abbiamo concesso a un Imam di fare prediche sul nostro territorio già nel 2011 nel cremonese per ben due volte, a Bergamo e a Pordenone. Quello che disse non si sa ma il signor Adhan Bilal Bosnic è indicato dai servizi di sicurezza un fondamentalista sostenitore della guerra santa in Siria e del Califfato oltre che uno dei leader whabbiti integralisti che stanno reclutando giovani per i gruppi armati dell'Isis.
L'Italia quindi non è immune dall'integralismo islamico. Almeno una cinquantina sarebbero i soggetti posti sotto osservazione dal ministero dell'interno perché sospettati di fare parte del gruppo terroristico dell'Isis appunto. E' di pochi giorni fa, infatti, l'interrogazione regionale dei consiglieri Gianguido Bazzoni e Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl), in cui ricordano che diversi tra i 50 italiani "messi sotto osservazione dal ministero degli Interni", pronti a trasformarsi in "terroristi/guerriglieri", proverrebbero dall'Emilia Romagna e, in particolare, da Bologna e Ravenna.
La propaganda e il brand Isis.
Alcuni opinionisti iniziano a sospettare che molti dei filmati di condanna a morte con annessa decapitazione siano delle messinscene ma ormai il promo è passato e ha sicuramente affascinato alcuni dei tanti emarginati bisognosi di riscatto sociale. Quel riscatto che, probabilmente, non sono riusciti a conquistare dopo essere sopravvissuti al deserto e alla traversata in barcone del mediterraneo. Ed ora , grazie all'ISIS, avrebbero soldi, armi, donne e pure la possibilità di vendicarsi di tutti coloro che hanno rifiutato di allungare un'elemosina o non li hanno accolti al lavoro o di quei "caporali" che li hanno sfruttati in qualche campagna agricola e edile.
La minaccia è seria e il nemico è "fluido". Il terrorismo non ha confini, si infiltra in ogni pertugio e il ragazzo della porta a fianco potrebbe essere il nostro boia.
Questo è il terrorismo. Ancor più pericoloso perché non ha nemici istituzionali ma ogni cittadino occidentale è per loro un nemico. Tutti possiamo essere dei bersagli, peraltro, molto semplici da colpire perché ignari del pericolo.
Sta montando una mobilitazione mondiale. La cerca Obama, la invocano le monarchie saudite e gli inglesi sono già pronti a mettersi al comando di un gruppo di intervento.
Sul teatro di guerra forse si riuscirà a contrastare l'avanzata delle bandiere nere dell'Isis ma all'interno delle metropoli o nelle tante province occidentali la cosa si fa ancor più complicata. C'è da augurarsi che i nostri servizi di intelligence, nonostante i mutamenti organizzativi subiti, siano ancora capaci di contrastare la minaccia terroristica.
Ammesso che, i nostri 007, siano liberi da missioni all'estero per riportare a casa giornalisti in cerca del Pulitzer o giovani volontarie in vena di risolvere le diseguaglianze sociali.
C.A.S.E.A. Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 35 1 settembre 14
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C.A.S.E.A. Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 35 1 settembre 14
1.1 editoriale MeteoTax: il ciclone settembrino
2.1 alimentazione SANA: Alimentazione sportiva e non solo
4.1 crisi Il "Doggy bag" è servito
4.2 expo 2015 Bando per progetti collegati a Expo2015
5.1 Lattiero caseario Crollo generalizzato dei lattiero caseari
6.1 eventi Festival del Prosciutto di Parma
6.2 riconoscimenti Douja d'OR a un vino Piacentino
7.1 vendemmia 2014 Andiamo a vendemmiar ... oppure no.
8.1 Embargo russia Export Russia. Arrivano gli aiuti UE per il Parmigiano Reggiano
Schiacciati dalle imposte le entrate tributarie arretrano e il debito pubblico aumenta. Non sarebbe il caso di mettere alla prova la teoria di Arthur Laffer? Putin l'ha fatto e...
di Lamberto Colla -
Parma, 31 Agosto 2014
Un italiano su tre porta a casa gli avanzi dal ristorante. Ma il 24%, secondo un recente sondaggio on line di Coldiretti, si vergogna di chiedere il "doggy bag". Non che rimanga molto dal pasto al ristorante posto che anche le abitudini a consumare dall'antipasto al dolcetto con l'ammazzacaffè compreso non rientra più nelle consuetudini alimentari degli italiani. Oggi la scelta è molto più misurata, basta un antipasto e un primo o un antipasto e il secondo o, infine, un antipasto e una pizza per degustare adeguatamente, e senza spendere troppo, le prelibatezze offerte dalle cucine italiane. Forse questo è l'unico fattore positivo che la crisi lascerà in eredità.
Ancora la luce in fondo al tunnel della crisi non si vede e i sintomi claustrofobici sono sempre più evidenti e generalizzati.
Di vere e proprie cure non si hanno notizie e all'orizzonte sono ben visibili solo minacciose nubi cariche di tempesta con settembre che si preannuncia molto "piovoso" e in procinto di scaricare sulle teste degli italiani ben 400 adempimenti fiscali.
"Saranno 20 milioni circa, riporta Conquiste del Lavoro il quotidiano della Cisl, i contribuenti coinvolti in quest'attività, che prevede ben 410 adempimenti. Oltre al 770 ci sono l'Irpef, l'Irap, l'Ires, l'Iva, le addizionali regionali, i versamenti Inps, la Tobin tax, l'imposta sostitutiva sui redditi di capitale e sui capital gain.
I contributi previdenziali da versare riguarderanno i lavoratori dipendenti, ma anche gli artigiani, i commercianti e i lavoratori domestici. Anche i diritti dovuti alle Camere di commercio scadono nel suddetto periodo dell'anno. Più in dettaglio si tratta di 171 adempimenti per gli imprenditori individuali e 167 adempimenti per i professionisti fino a scendere man mano a 72 adempimenti per gli enti non commerciali. Con in mezzo imprenditori, commercianti, partite Iva e co.co.pro.e artigiani".
Nonostante l'accanimento terapeutico le entrate fiscali dello Stato diminuiscono e allora giù nuove gabelle palesi o celate in complicati algoritmi tributari. A giugno le entrate tributarie si sono ridotte del 7,7% rispetto il 2013 e come ha sottolineato il Bollettino statistico della Banca d'Italia, «Tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi la riduzione delle entrate tributarie sarebbe stata più pronunciata». In compenso il debito pubblico è nuovamente aumentato di altri 2,1 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi.
E' evidente che una riforma, radicale è dir poco, del sistema fiscale nazionale si rende necessaria. Dalla semplificazione all'equità possibilmente nel rispetto della curva di "Arthur Laffer", tanto banale quanto disattesa dai nostri guru della finanza.
Laffer ipotizzò che esiste un livello del prelievo fiscale oltre il quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito si azzera, quanto meno se il prelievo raggiunge il 100% del reddito, e quindi che le due grandezze siano legate da una curva continua a forma di campana.
Si può anche non credere alla validità della teoria di Laffer ma la prova l'abbiamo in casa. Con una imposizione fiscale costantemente cresciuta sino al limite del 70%, le entrate fiscali sono costantemente scese. La prova del nove invece ce la ha offerta la Russia. L'ex comunista Vladimir Putin con l'introduzione della FLAT TAX al 13% le entrate tributarie sono cresciute del 46%, il tutto ben testimoniato da uno studio del FMI (Fondo Monetario Internazionale) condotto da Anna Ivanova, Michael Keen e Alexander Klemm.
Un invito a Matteo Renzi: che ne diresti di "Provare per credere!"
La nota stampa di Cinzia Rubertelli, capogruppo dell'alleanza civica Grande Reggio-Progetto Reggio, sugli interventi prioritari per l'area di Mancasale -
Reggio Emilia, 26 agosto 2014 -
«Fa piacere che il nuovo assessore all'Urbanistica ponga al centro della propria attenzione l'area di Mancasale, perché è proprio intorno al chilometro caratterizzato dalle opere di Calatrava che deve ripartire lo sviluppo della città. Da diversi anni insistiamo sulla necessità di dare soluzione a diverse questioni aperte e ci auguriamo che alle parole seguano presto i fatti.
Penso innanzitutto al completamento della stazione Tav con parcheggi adeguati, alla riqualificazione di via Filangeri e al potenziamento dei collegamenti con il centro cittadino. Ma mi riferisco anche all'interramento dell'elettrodotto Tav tra Crostolo e Rodano (per il quale sono giacenti da dieci anni 3,3 milioni di euro in RFI) per valorizzare le aree prospicienti l'autostrada creando le condizioni per le aziende che intendano insediarvisi.
Ci sarebbero poi il completamento del sottopasso di via Nobel, necessario anche per allacciare Mancasale al teleriscaldamento (per il quale sono giacienti in RFI 1,25 milioni di euro) e l'eliminazione del problema degli odori a Mancasale, operando non solo con le tecnologie disponibili ma anche con la massima trasparenza sul trattamento liquami anche per favorire lo sviluppo dei piani urbanistici in iter.
Ultimo ma non ultimo, l'istituzione di un tavolo tecnico-economico per lo sviluppo del polo funzionale compreso tra il casello A1, l'area della Fiera e la ferrovia alta velocità.
La nostra volontà, dopo la stagione delle chiacchiere e degli inconcludenti masterplan, è di rimettere la città in corsa verso un nuovo sviluppo compatibile, poichè la ricchezza non pioverà né dal cielo né tanto meno da un solo seppur importantissimo evento come l'Expo, ma dalla nostra capacità di ripartire valorizzando le nostre eccellenze e la nostra cultura del fare.
Se Pratissoli dimostrerà una volontà fattiva nel perseguire tali obiettivi, senza perdere tempo ulteriore, troverà il nostro supporto politico: vedremo da come razionalizzerà e sostituirà l'apparato dirigenziale dell'area tecnica se fa sul serio».
(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)
Al centesimo anniversario dallo scoppio della prima guerra mondiale stiamo, almeno per ora, vivendo da spettatori la terza guerra mondiale. Solo 11 Paesi al mondo non sono impegnati in teatri di guerra.
di Lamberto Colla -
Parma, 24 Agosto 2014 -
Per l'Italia sarà l'anno prossimo, e per la precisione il 24 maggio 2015, la ricorrenza dall'ingresso delle nostre truppe, i fanti, nel primo conflitto mondiale.
Sui nefasti risultati dei due conflitti che hanno occupato la prima metà del secolo scorso si era appunto concentrato l'interesse dei saggi d'allora di costituire una Europa unita. L'idea era proprio di sotterrare l'ascia di guerra cercando quelle sinergie in grado di eliminare i conflitti che avevano devastato il vecchio continente.
Sembrava quasi fatta. Dapprima fu CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio - 1951), quindi EURATOM (Comunità Europea per l'Energia Atomica 1957), poi si ampliarono i trattati per diventare CEE (1957 trattato di Roma) e infine, con l'unione monetaria e il trattato di Maastricht con l'accordo di libera circolazione di Schengen (1993) si trasformò in UE a un passo quindi dalla realizzazione della federazione europea. Tanti popoli e un'unico governo. Sembrava tutto fatto e invece la decadenza di spessore dei politici e la presa di potere degli euroburocrati sta vanificando 50 anni di lavoro d'unificazione. Paradossalmente contribuì maggiormente la Guerra Fredda al processo d'unificazione che il crollo e la riunificazione di Berlino.
Poi venne l'attacco alle Torri Gemelle e il mondo si accorse che tutti gli scenari geopolitici erano mutati e il caos stava regnando mentre conquistava spazi quel terrorismo di religione senza patrie nè confini.
Da quel momento è stato un continuo innesco di focolai di piccole guerre entro e fuori i confini di stati sovrani. Un mutare frenetico di leadership sempre più autoritarie e dalle mire più o meno espansionistiche. Teatri di guerra regionali e spesso dimenticati dalle cronache, ogni tanto intervallati da interventi di polizia internazionale sotto il controllo dell'ONU o della NATO, dall'Iraq ai Balcani e dall'Afganistan al centr'Africa sino a arrivare agli ultimi giorni con il conflitto russo-ucraino e il conflitto Israelo Palestinese, mai veramente domato, a fare da fil rouge. Morto Bin Laden l'integralismo islamico è risorto più agguerrito di prima. Organizzato addirittura in Califfato sta cercando di conquistare nuove terre in una regione - Siria e Iraq - già martoriata da anni di guerre civili (si fa per dire!) e con un chiaro obiettivo di rivalsa su tutto il mondo occidentale. Migliaia di uomini stanno aderendo all'ISIS (stato Islamico dell'Iraq e del Levante) e, dopo la conversione all'Islam, molti sono di provenienza occidentale, inglesi per lo più ma anche italiani.
Un mondo in fiamme. Solo 11 paesi non sono coinvolti direttamente o a sostegno indiretto in teatri di guerra. In Europa la sola svizzera si salva. Ma si sa la neutralità della Confederazione Elvetica nei vari conflitti è sempre stata una manna per le sue banche e i suoi "illuminati e riservati" uomini d'affari. Una neutralità di convenienza e non di etica pacifista.
Orbene con gli Stati Uniti in preda al delirio di onnipotenza e una manifesta sindrome del "Poliziotto di Quartiere Globale" che tutto vorrebbe ma nulla stringe, con una Russia impegnata a ridisegnare lo scacchiere all'interno dell'ex URSS e a arricchirsi, con una Cina laboriosa intenta a conquistare più mercati possibili e a acquistare ogni giorno pezzetti d'Africa, il Mondo è rimasto alla mercé dei fanatici, degli irresponsabili e degli incapaci.
Tutto può accadere da oggi in poi. Anche che il virus Ebola sia stato diffuso da un pazzo non uscito da un romanzo di fantapolitica bensì frutto di quest'epoca arrogante, ignorante, egoista e autoreferenziale. Se una mano divina non interverrà nessun umano vedrà gli effetti benefici degli investimenti sull'ambiente e la lotta al buco dell'ozono.
Contaminati sette anni fa dai mutui subprime e domani dal virus Ebola o qualche altra diavoleria dei nuovi illuminati?
Il Consigliere Comunale Mauro Melli (Lega Nord Novellara) scrive al Sindaco di Novellara dott.ssa Elena Carletti ed alla giunta.
Novellara, 23 agosto 2014 --
Secondo la nota del Consigliere Mauro Melli (Lega Nord Novellara) non è stato pubblicizzato l'incontro previsto in rocca per domenica pomeriggio 24 agosto fra la giunta novellarese ed il console indiano.
"Al sottoscritto - comunica Mauro Melli - non è arrivata nessuna comunicazione a riguardo tuttavia, prendendo atto di questa scorrettezza istituzionale, nei giorni scorsi ho scritto una lettera alla giunta ricordando la situazione assurda dei nostri due militari detenuti ingiustamente da oltre due anni e mezzo in India e tuttora a rischio della pena capitale. Ho sollecitato l'amministrazione novellarese affinché trasmetta al console un appello fermo e deciso a favore della liberazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone; debbo però constatare con amarezza che ad oggi non mi è arrivato nessun riscontro dalla giunta."
Lettera aperta al Sindaco di Novellara dott.ssa Elena Carletti ed alla giunta
"Spett.li,
Leggo sulla delibera di giunta nr. 123 del 30 luglio 2014 che il Console indiano verrà a Novellara domenica pomeriggio 24 agosto per un incontro istituzionale.
Ne approfitto quindi per ricordare che sono trascorsi due anni e mezzo da quando i due fucilieri italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati in India di aver ucciso il 15 febbraio 2012 due pescatori nell'ambito di un'operazione internazionale antipirateria, sono ingiustamente detenuti ed in attesa di conoscere quale sarà il loro destino.
Seguo con apprensione la situazione in cui si trovano i due militari italiani e ribadisco il valore di ogni vita umana; ugualmente devo considerare come questa vicenda chiami in causa il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali e il valore della giustizia.
Dubito fortemente che le Corti indiane si siano finora comportate secondo questi principi e, per tale ragione, è necessario che il Governo italiano e noi tutti ci impegniamo per un immediato rientro dei fucilieri superando quell'inerzia che fino ad oggi ha prodotto soltanto l'isolamento del nostro Paese impedendo di risolvere positivamente questa vicenda.
Pertanto chiedo ai rappresentanti dell'amministrazione comunale che saranno presenti il 24 agosto a porre questo appello in modo fermo ed inequivocabile al Console ed alla comunità indiana:
"LIBERI SUBITO"
Vi invito inoltre a mettere in evidenza nella sala del consiglio un grande fiocco giallo con accanto una gigantografia dei due militari.
Distinti saluti
Data: 7 Agosto 2014 Il consigliere: Mauro Melli"
(In allegato Deliberazione della Giunta di Novellara RE)
Il cordoglio del sindaco Dosi per la scomparsa del senatore Spigaroli
Piacenza, 18 agosto 2014 - "Con il senatore Spigaroli, Piacenza perde non solo una delle sue figure più illustri sotto il profilo della politica e dell'impegno culturale, ma ancor prima una personalità che godeva della stima e del rispetto di tutta la cittadinanza". Il sindaco Paolo Dosi, esprimendo il cordoglio dell'Amministrazione comunale per la scomparsa del presidente dell'Ente Farnese, sottolinea "il sentimento di profonda gratitudine della comunità piacentina nei confronti di Alberto Spigaroli, che alla guida della nostra città, come nei suoi mandati al Senato e alla Camera ha saputo interpretare la politica nella sua più alta accezione".
Aggiunge Dosi: "E' stato determinante, per la crescita della cultura del nostro territorio. Il suo impegno e il suo grande trasporto per il restauro di Palazzo Farnese e delle mura farnesiane, con il recente recupero del Bastione di via Campagna restituito alla collettività, rappresentano una testimonianza autentica e incancellabile della sua opera infaticabile per la tutela del patrimonio pubblico. Inoltre – prosegue il primo cittadino – i suoi tratti signorili hanno fatto di lui una persona che privilegiava il dialogo e i rapporti interpersonali. A modo suo, lascia un segno indelebile nella comunità piacentina, che saprà ricambiare con affetto e con grande senso di responsabilità quanto ha fatto il senatore Spigaroli per la nostra città".
(Comune di Piacenza)
Creare allarme sociale per giustificare interventi d'emergenza.
di Lamberto Colla - Parma, 17 Agosto 2014 -
Sale la febbre del virus EBOLA. Il contatore dei morti viene aggiornato a ogni telegiornale. Il contagio si muove e il rischio di pandemia sta diventando reale. Giorno dopo giorno i giornali e le televisioni svelano qualcosa sulle conseguenze di questo tremendo virus. Ciononostante, l'Italia prosegue a dare ospitalità, senza particolari precauzioni, ai migliaia di disperati che, guarda caso, provengono prevalentemente da quelle zone contagiate.
IGNORANZA O RISCHIO CALCOLATO?
Dai barconi a qualche giorno nei centri di accoglienza e infine liberi di muoversi in Italia e poi in Europa di Shengen. Nessuna quarantena quindi (periodo di incubazione del virus tra 2 e 21 giorni) ma liberi di muoversi e contagiare l'Europa.
O il rischio EBOLA è veramente basso o il nostro Governo non è assolutamente informato di tale rischio così come pure gli altri stati UE che non intervengono in merito al programma d'accoglienza "Mare Nostrum".
GENEROSITA' O BUSINESS?
Eppure già da marzo è conclamata la epidemia di Ebola nei paesi africani dove sta consumandosi la tragedia. Da qualche settimana però l'attenzione mediatica si è fatta sempre più insistente e allarmata al punto da indurre il Presidente Obama e l'OMS a intervenire. Il primo mettendo a disposizione il Vaccino non testato sull'uomo e il secondo, di fatto, autorizzandone l'uso.
Quel che sconcerta è che la Organizzazione Mondiale della Sanità, dopo il vertice ginevrino di ben 36 ore, ha sancito che e' "etico" l'uso di un farmaco sperimentale per combattere il virus incurabile di ebola, che in 4 Paesi dell'Africa Occidentale (Liberia, Sierra Leone, Guinea e Nigeria) ha causato finora 1.013 morti (conteggio al 12 agosto).
Un assist perfetto per un golden goal a favore delle lobby farmaceutiche che "generosamente" metterebbero a disposizione vaccini da testare su un significativo campione di "scimmie umane" centroafricane. Una ricerca sul campo gratuita e scientificamente monitorata che, se andasse a buon fine, c'è da scommetterci, diventerebbe profilassi obbligatoria per molti paese occidentali e non solo.
ALLARME SOCIALE E INTERVENTI D'EMERGENZA
E così, come ormai abbiamo imparato sin dalla guerra in l'IRAQ, la strategia è sempre la solita: creare allarme sociale, montare dei casi verosimili e lasciare ai media il compito di alimentare la psicosi collettiva per giustificare interventi che in clima ordinario nessuno avrebbe ragionevolmente approvato e concesso.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dalla Libia al "Nuovo Califfato". Nei Paesi dove si è intervenuti a "portare un nuovo ordine" sotto la pressione dei servizi investigativi statunitensi il caos e le tragedie umane si stanno consumando con ancor maggior virulenza e, quel che è peggio, in modo assolutamente incontrollabile.
In fatto di sanità come non ricordare, a esempio, quel vaccino contro l'influenza suina, troppo frettolosamente creato, che come effetto collaterale imprevisto generò molti casi di narcolessia qualche anno fa.
CONCLUSIONI
E se il vaccino EBOLA invece dovesse avere degli effetti collaterali sconosciuti o ancor peggio noti, intenzionali, e coerenti a una strategia di consolidamento di qualche superpotenza? Fantapolitica? Forse, ma a leggere il curriculum di uno dei ricercatori del vaccino c'è da rabbrividire. Il dottor Charles Arntzen, dirigente del The Biodesign Institute for Infectious Diseases and Vaccinology, sarebbe un sostenitore dell'agenda per lo spopolamento della terra. Ha lavorato per DARPA e per industrie biotech private lavorando, ad esempio con Mitch Hein nel progetto sugli antigeni del vaccino bioterroristico
Guarda caso il dr. Mitch Hein è il fondatore della Epicyte, l'azienda biotech che ha creato gli anticorpi spermicida cresciuti nel mais per rallentare la riproduzione umana. Tutto ciò può essere frutto solo di fantasia ma per quale motivo non indagare meglio prima di prendere decisioni così importanti?
Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio!
La presidente Aiga Giorgi: "Bene l'apertura su termini perentori, semplificazione e nuova gestione dei tribunali. Ora attendiamo i fatti".
Roma, 14/08/2014 - Con un intervento pubblicato oggi (14/8/2014) dal Corriere della Sera (il testo integrale è riportato in calce al comunicato) il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha risposto alla lettera aperta che Nicoletta Giorgi, presidente di Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, gli aveva inviato lunedì scorso. Dopo aver stimato in circa 40 milioni annui di risparmi gli effetti del processo civile telematico il ministro Orlando sostiene che "queste misure dimostrano come si può cambiare e innovare. Questo risultato – continua il titolare del dicastero della Giustizia - indica chiaramente che accanto a termini perentori per l'emissione dei provvedimenti giurisdizionali, le misure di carattere organizzativo e di semplificazione del processo sono in grado di agire efficacemente sulla contrazione dei tempi delle cause. È inoltre intendimento del Governo assicurare tutte le risorse necessarie per realizzare il programma di riforma sulla giustizia che stiamo adottando, in particolare per quelle misure che più incidono sulla riduzione dei tempi del processo. Con questi interventi non stiamo quindi perseguendo uno sterile miraggio di efficientismo, bensì stiamo realizzando un fondamentale obiettivo: quello di operare nella direzione di una maggiore effettività della tutela dei diritti dei cittadini".
Positivo il commento di Nicoletta Giorgi, presidente Aiga: ""Cambiare e innovare" si può – dice Nicoletta Giorgi citando uno dei passaggi-chiave della risposta del ministro - e questo è anche il pensiero dell'Aiga che raccoglie la risposta del ministro Orlando come un ulteriore segnale di impegno a riformare concretamente la Giustizia civile accogliendo le proposte dell'associazione relativamente a termini perentori, semplificazione e ad una nuova gestione organizzativa dei tribunali. Ora ci aspettiamo che la riforma dia effettivamente spazio a queste tematiche con il coraggio di andare fuori dagli schemi fino a ieri adottati e in questo intento Aiga darà il proprio contributo perché non venga meno la visione di insieme e di progettualità che la riforma dovrà avere".
Le lettera aperta di Aiga
La lettera aperta di Aiga (il testo completo è sul sito www.aiga.it) a firma di Nicoletta Giorgi conteneva punto per punto le proposte dell'associazione sulla riforma del processo civile. Tema centrale: la riduzione dei tempi del processo per garantire a tutti il proprio diritto alla difesa. Riduzione da attuarsi mediante una revisione della struttura del processo, la definizione di tempi certi per il pronunciamento dei magistrati, una loro specializzazione e tribunali che funzionino meglio anche attraverso l'inserimento di figure come quella di un manager.
La risposta di Orlando – il testo integrale pubblicato dal Corriere della Sera
Caro direttore,
la lettera dell'Aiga pubblicata ieri sul suo quotidiano coglie un dato importante riguardo alle misure sul processo civile, anche per contribuire a rilanciare la competitività del nostro Paese. Ringrazio l'Aiga, per aver compreso lo spirito della riforma che stiamo adottando. Non si tratta solo di norme che incidono sul processo civile, ma ci siamo sforzati di delineare un complesso organico di interventi che incidano anche sulla organizzazione della giustizia. Degiurisdizionalizzazione, informatizzazione, individuazione di nuovi moduli organizzativi del lavoro del giudice quali la costituzione dell'Ufficio del processo, sono quindi interventi che si accompagnano alle scelte di revisione del processo civile in termini di semplificazione e razionalizzazione dello stesso, anche introducendo momenti di accentuata specializzazione, come nelle materie dell'impresa e della famiglia. Le considerazioni che la lettera sviluppa costituiscono per questo un utile contributo per l'azione di riforma che vogliamo realizzare. Auspico che, in base a ciò, si realizzino sin da subito significativi risultati non solo in termini di complessiva efficienza, ma anche di riduzione dei tempi processuali. Già i dati sui risultati del primo mese di applicazione dell'obbligatorietà del processo civile telematico, attraverso il quale il sistema giustizia avrà un risparmio stimato di circa 40 milioni di euro annui, rassicurano in tale senso: nel procedimento per decreto ingiuntivo telematico, dalla data di iscrizione a ruolo al deposito telematico da parte dell'avvocato all'emissione del provvedimento telematico del giudice, si è passati da 15 a 6 giorni, con una riduzione media dei tempi di emissione presso gli uffici giudiziari italiani rispetto al mese precedente del 62%. Si tratta di segnali incoraggianti, sicuramente da soli non sufficienti, che tuttavia dimostrano come si può cambiare e innovare. Questo risultato indica chiaramente che accanto a termini perentori per l'emissione dei provvedimenti giurisdizionali, le misure di carattere organizzativo e di semplificazione del processo sono in grado di agire efficacemente sulla contrazione dei tempi delle cause. È inoltre intendimento del Governo assicurare tutte le risorse necessarie per realizzare il programma di riforma sulla giustizia che stiamo adottando, in particolare per quelle misure che più incidono sulla riduzione dei tempi del processo. Con questi interventi non stiamo quindi perseguendo uno sterile miraggio di efficientismo, bensì stiamo realizzando un fondamentale obiettivo: quello di operare nella direzione di una maggiore effettività della tutela dei diritti dei cittadini. Penso quindi che occorra proseguire negli sforzi congiunti per raggiungere questi obiettivi, coscienti che con l'Avvocatura, a partire dalle componenti più giovani, il confronto su tali temi possa proseguire con i risultati assolutamente proficui che sino ad oggi abbiamo ottenuto.
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