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Domenica, 16 Novembre 2014 12:38

“Parma cotta” e “Italia bollita”

Piove sul bagnato. Un'altra storica e importante azienda della food valley entra "ufficialmente" in crisi. Ma è tutto il settore legato ai consumi a mostrare grandi difficoltà. E il "sistema Parma" sembra immobile, forse mi sbaglio ma se così fosse varrebbe la pena che chi può faccia... non solo pro domo sua...

di Lamberto Colla -
Parma, 16 novembre 2014 - 
Ore di apprensione collettiva in attesa del passaggio del colmo di piena del Po e per quello che lascerà alle spalle; terreni fertili o devastazione? Così come è per il Grande Fiume anche per la crisi occorre sperare che, dopo il suo passaggio, lasci non solo devastazione ma anche qualche terreno fertile su cui seminare nuovamente e più preziosamente.

Il colmo di piena di questa lunga e devastante crisi economica non sembra mai giungere. E' una agonia continua che logora le aziende, gli imprenditori e i lavoratori occupati o in mobilità o ancor peggio senza salario o stipendio che sia.
Una situazione che, a livello nazionale, ha già mietuto un gran numero di suicidi che, stando alle fredde statistiche, per la prima volta vede il numero dei dipendenti superare quello degli imprenditori e, più in generale, l'incremento di suicidi per cause economiche nei primi 6 medi del 2014 è stato del 59,1% superiore al 2013.

E Parma, la splendida Parma, la ricca e industriale Parma, la regina della food valley mostra cedimenti su cedimenti. Poca pubblicità, come è consuetudine, ma la crisi è palpabile camminando per il centro storico o nela immediata periferia. Vendesi e affittasi sono i cartelli pubblicitari più ricorrenti, ormai tappezzerie di buona parte degli edifici e delle cancellate.

Nei primi sei mesi del 2014, il Tribunale di Parma ha dichiarato fallite 88 aziende ed ha avviato 16 concordati. L'anno scorso, i fallimenti nel periodo gennaio-giugno erano stati 66 (l'incremento è del 33%), ma molto più numerosi erano stati i concordati, ben 44, molti dei quali ancora in itinere.
Quando poi è una società del calibro di Parma Cotto a dichiarare uno stato di difficoltà allora non si può più fare finta di niente.

Non è certamente una sorpresa che Parma Cotto sia in difficoltà di liquidità, situazione peraltro aggravata dai 26 milioni dell'investimento (in leasing) del nuovo e super tecnologico stabilimento che, probabilmente, associato al sogno americano sfumato, non è riuscito a generare quei flussi utili a una più rapida ripresa dell'economia aziendale.
L'irriducibile guerriero, Marco Rosi, non si arrende e la mossa concordataria potrebbe esere finalizzata a salvaguardare i fornitori e tentare una probabile cessione, a qualche gruppo alimentare nazionale, in grado di rilanciare l'industria, forte di un prestigioso marchio dall'intenso aroma territoriale.

Quella desinenza "Parma" che è garanzia di qualità ma che, alla luce dei fatti, non è più in grado da sola di sostenere lo "tsunami" finanziario.
Dal crack Parmalat a Parma Cotto passando per il tritacarne della crisi recessiva nazionale, la capitale del food sta sprofondando in una sempre più grave e desolata crisi.
Si contano in 500 i posti nel settore agroalimentare a rischio senza contare la crisi del Parmigiano Reggiano che altre vittime potrà ben presto mietere.

In quest'ultima tragica settimana parmense, infatti, segnali inquietanti giungono anche da Spumador che annuncia la volontà di chiudere lo storico stabilimento di Sant'Andrea, Eridania Saddam e il saccarifero mandano segnali riguardo a possibili, immediate, dismissioni e multinazionali come Plasmon e Nestlé, presenti da anni sul nostro territorio continuano a presentare piani di ridimensionamento senza alcuna certezza sul futuro degli stabilimenti locali. Infine, è di queste giovedi (13/11) la notizia del fallimento di un salumificio di Fornovo Taro (Maini Camillo) per effetto di un' istanza presentata da due lavoratrici.

Una settimana di passione che ha visto il transito, nei locali della procura di Parma anche dell'imprenditore di punta del sistema economico parmense, Guido Barilla, molto probabilmente non per fatti riguardanti l'azienda di famiglia ma per gli strascichi, si suppone, connessi al fallimento di Magic Spa, un tempo leader nel settore mangimistico e recentemente, dopo il fallimento del 2012, acquistata dal gruppo mangimistico Ferrero.

Guido Barilla e Giuseppe Lina, uniti anche da amicizia almeno sino al 2012, si trovano separati non solo dall'autostrada ma anche dalle carte bollate. Una "joint venture" infelicemente sciolta e dai risvolti anche giudiziari.

Magic e Barilla separati dall'autosole

Pezzi di Parma che si sfilano dalle mani parmensi per passare a proprietà non autoctone. Italiane come nel caso della Magic piuttosto che francesi come il caso di Parmalat (Lactalis) e del lievitificio ex Eridania (Lesaffre) o il caso Cariparma da qualche anno acquisita da Credit Agricole.

CONCLUSIONE
"Parma Cotta" altro non è che una fotocopia ridotta della bollitura italiana. Fotocopia di un sistema di governo incapace di progettare e di fare ma capace, invece, di essere forte con i deboli e debole con i forti.

Stando così le cose, la luce in fondo al tunnel non si vedrà mai se chi può o potrebbe fare non fa. Serve coraggio e capacità d'intrapresa ma se costoro che ne hanno il potere e le risorse non partono, prima o poi, la ruota gira anche per loro.

Il rischio deindustrializzazione è alle porte.

"parma cotta"

 

Pubblicato in Politica Emilia
Venerdì, 14 Novembre 2014 10:23

Patronati, cosa prevede la legge di Stabilità

Acli, Inas, Inca e Ital dicono no al taglio del fondo patronati previsto dalla legge di Stabilità: "L'insieme delle norme proposte è viziato da pesanti limiti di costituzionalità, perché comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato" -

Modena, 14 novembre 2014 -

La legge di Stabilità prevede un taglio al fondo patronati articolato in tre punti: abbattimento dell'aliquota dallo 0,226 allo 0,148 per cento a partire dal gettito contributivo dell'anno 2014; decurtazione di 150 milioni di euro del fondo per l'esercizio finanziario dello Stato dell'anno 2015; diminuzione dell'acconto dall'80 al 45 per cento dall'esercizio finanziario dello Stato dell'anno 2016. Dal 2016, con il venir meno dei 150 milioni di euro, il valore del fondo subirà una riduzione del 34,51 per cento.

«L'insieme delle norme proposte è viziato da pesanti limiti di costituzionalità, perché comporta la sostanziale eliminazione del sistema patronato, che non potrà più garantire né la gratuità nell'accesso alle prestazioni che rendono esigibili i diritti sociali, né il supporto agli enti previdenziali che oggi consente il funzionamento degli stessi, non in grado di gestire le istanze dei cittadini – denunciano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil)A livello nazionale sono 4-5 mila gli operatori di patronato che potrebbero perdere il lavoro; a Modena e provincia i nostri quattro patronati occupano complessivamente un centinaio di addetti. Il sistema è a rischio chiusura anche perché le norme che restringono l'anticipazione delle risorse per l'attività svolta strangoleranno finanziariamente i nostri istituti, portandoci di fatto a un'impossibilità operativa a partire dal prossimo anno. Con un taglio di questo tipo i patronati verrebbero privati di liquidità sufficiente, bloccata dal ritardo di minimo tre anni nei saldi del finanziamento».

Acli, Inas, Inca e Ital dicono no al taglio perché i cittadini pagano le tasse per un servizio che dovrebbe essere erogato dall'Inps, che a partire dal 2009 ha progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico e informatizzato tutte le procedure. La tensione sociale che sarebbe potuta scaturire dalla mancanza di interlocuzione diretta tra cittadini e Inps-Inail-Ministero del Lavoro è stata contenuta grazie ai patronati, che hanno svolto un ruolo suppletivo rispetto agli enti. Il fondo per il 2013 ammonta a 430 milioni di euro, mentre il sistema dei patronati garantisce complessivamente al bilancio dello Stato un risparmio annuo stimato in circa 657 milioni di euro, così suddivisi: 564 milioni di euro per l'Inps, 63 milioni di euro per l'Inail e 30,7 milioni di euro per il Ministero degli Interni.

Cosa fanno i patronati

I patronati sono soggetti privati di pubblica utilità che, per legge, devono fornire assistenza gratuita ai cittadini per 92 tipologie di servizi, sotto il controllo del Ministero del Lavoro. Previdenza e salute sul lavoro, prestazioni socio-assistenziali, tutela dei cittadini immigrati e degli italiani all'estero sono le aree di competenza di queste strutture, presenti in tutta Italia e all'estero.

«Le nostre attività hanno l'unico obiettivo di aiutare tutte le persone, senza alcuna distinzione, a orientarsi tra le tante normative e iter burocratici, facilitando il loro rapporto con la pubblica amministrazione – spiegano Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas-Cisl), Maura Romagnoli (Inca-Cgil) e Angela Vicenzi (Ital-Uil) – Il nostro compito è agevolare i cittadini nella compilazione e presentazione delle domande agli enti previdenziali e assicurativi, accompagnandoli fino al riconoscimento dei diritti, anche con l'assistenza legale e medico-legale necessaria».

Le pratiche aperte dal 1° gennaio al 31 ottobre di quest'anno dai quattro patronati modenesi sono complessivamente quasi 135 mila e rappresentano il 61 per cento delle pratiche inviabili telematicamente all'Inps per la provincia di Modena. Il finanziamento delle attività e dell'organizzazione degli istituti di patronato, regolato dall'articolo 13 della legge 152/2001, avviene attraverso il "Fondo patronati". Gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il fondo è alimentato da una quota parte (lo 0,226 per cento) dei contributi previdenziali che tutti i lavoratori versano alle casse previdenziali, per assicurare tutele fondamentali – previste dall'art. 38 della Costituzione – anche a chi non può permettersele. Il fondo copre circa 1/3 delle prestazioni che i patronati forniscono. I restanti 2/3 delle prestazioni non prevedono recupero economico e sono a carico delle organizzazioni promotrici dei patronati. 

(Fonte: ufficio stampa Cisl MO)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

La protesta dei patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità: sabato 15 novembre giornata nazionale di protesta e lunedì 17 novembre chiusura dei propri uffici e sportelli, con manifestazione regionale davanti alla Prefettura di Bologna -

Modena, 13 novembre 2014

Non si ferma la protesta dei patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità. Per iniziativa del Ce.Pa. (il coordinamento che raggruppa i patronati Acli, Inas, Inca e Ital), dal 29 ottobre è stata avviata la raccolta delle firme di adesione alla petizione "No ai tagli ai patronati", a cui hanno già aderito decine di migliaia di cittadini. La mobilitazione promossa da Acli, Inas, Inca e Ital proseguirà per tutto l'iter parlamentare di approvazione della legge di Stabilità.

Per dopodomani - sabato 15 novembre – è stata organizzata una giornata nazionale di protesta. A Modena e provincia Acli, Inas, Inca e Ital saranno presenti dalle 10 alle 12 nelle piazze dei Comuni capi-distretto: Modena, Carpi, Vignola, Castelfranco, Mirandola e Pavullo, oltre al mercato di Formigine. A Modena il gazebo sarà allestito in piazza XX Settembre, dove saranno presenti anche i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil; attraverso incontri, volantinaggi e flash mob, gli operatori dei patronati spiegheranno ai cittadini i possibili effetti dei tagli.

Inoltre Acli, Inas, Inca e Ital, insieme alle rispettive confederazioni, hanno deciso per lunedì prossimo 17 novembre una giornata di chiusura dei propri uffici e sportelli, con manifestazione regionale davanti alla Prefettura di Bologna.

«Coinvolgeremo nuovamente i parlamentari modenesi, con i quali i segretari provinciali di Cgil-Cisl-Uil avevano già discusso del tema nell'incontro del 6 ottobre – affermano i responsabili dei patronati modenesi Salvatore Ferraro (Acli), Cristiano Marini (Inas), Maura Romagnoli (Inca) e Angela Vicenzi (Ital) - Ribadiamo con forza che la sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com'è, si tradurrebbe in un'altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti, mentre i lavoratori dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all'Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori, senza specificarne l'utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che – concludono i responsabili dei patronati modenesi – pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi pesantissima».

(Fonte: ufficio stampa Cisl Mo)

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Modena

Confronto stamattina con i candidati alle Regionali Aragona, Benati, di Monda, Lugli, Malavasi presso la Confcommercio -

Reggio Emilia, 12 novembre 2014 -

Si è tenuto questa mattina presso la sede di Confcommercio il confronto tra i pensionati del (Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) ed alcuni candidati alle elezioni regionali del 23 novembre prossimo. All'invito hanno risposto Alessandro Aragona (F.lli d'Italia), Fabrizio Benati (PD), Rossella Di Monda (Mov. 5 Stelle), Roberto Lugli (Emilia Romagna Civica), Ivan Malavasi (PD).

Il confronto, moderato dal coordinatore del Cupla provinciale Gian Lauro Rossi, è stato introdotto dal presidente dell'organismo unitario dei pensionati autonomi, Nefro Lasagni, che ha sottolineato i punti caldi delle richieste alla Regione e quindi ai futuri eletti: Sicurezza, Ambiente, Mobilità, Giovani ed impresa, Tassazione e Tagli agli sprechi, con una sottolineatura di valore assoluto, nessuno pensi che il taglio di risorse alle Regioni (4 miliardi) possa tradursi in una riduzione dei servizi per la popolazione, in modo particolare per gli anziani.

"Oltre a ritenere indispensabile un'adeguata integrazione dello stanziamento dei Fondi nazionali di carattere sociale, si chiede che vengano riattivati sul territorio servizi sociali, sanitari ed assistenziali integrati e nel contempo che si proceda a riqualificare le misure locali di intervento per le non autosufficienze, nonchè tutte le provvidenze economiche ai bisognosi, eliminando incongruenze e assicurando un sostegno vero ed efficace a chi ne ha bisogno. E' necessario poi definire i LEP (Livelli Essenziali di Protezione sociale) ed individuare i costi "standard" per alcuni servizi come gli asili nido, l'assistenza domiciliare e residenziale" ha sottolineato Lasagni.

Le associazioni aderenti al CUPLA: FIPAC-Confesercenti, 50&Più Confcommercio, CNA Pensionati, ANAP Confartigianato, Sindacato Pensionati Confagricoltura, Federpensionati Coldiretti, Associazione Pensionati CIA si ripromettono poi un confronto ed una verifica periodica con gli eletti al Consiglio regionale.

(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)

Il candidato della Lega Nord alle elezioni della Regione Emilia Romagna, Manuel Ghilardelli, sui tagli alle Province: "Riforma inutile che porterà solo problemi e sprechi maggiori" -

Piacenza, 12 novembre 2014 -

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa -

"Se lo stanno chiedendo in tanti, specialmente i cittadini che ancora non hanno ben chiaro cosa aspettarsi nei prossimi mesi: quali vantaggi porteranno i tagli alla Provincia di Piacenza? La risposta è facile: nessuno!", è il commento caustico di Manuel Ghilardelli, candidato della Lega Nord alle prossime elezioni regionali del 23 novembre.

"Nel periodo in cui sono stato Assessore Provinciale all'Agricoltura e alla Caccia, ho avuto modo di toccare con mano quanta importanza abbiano le province sui territori di competenza e quanto poco incidano sull'economia nazionale a livello di costi di gestione – prosegue Ghilardelli –. L'attuale riforma fortemente voluta dal Governo Renzi, oltre a non avere alcuna utilità, creerà sicuramente tanti danni e problemi. Si parla di riduzione dei costi, ma in realtà quello che sta facendo il governo è soltanto un gioco di occultamento di spese che ricadranno automaticamente sui cittadini".

"Per quanto riguarda la il territorio piacentino, per esempio – spiega il candidato della Lega Nord – ci accorgeremo presto della differenza: alla prima nevicata si porrà il problema della pulizia delle strade, operazione fino ad ora fatta dalla Provincia, così come la manutenzione delle strade e la pulizia dei canali e dei letti dei fiumi, attività che in questi giorni di allerta meteo risultano di altissima importanza. Per non parlare poi della gestione dei trasporti pubblici: fino ad oggi era l'ente provinciale a calmierare i costi di gestione, mentre ora a chi spettano? Ai cittadini, ovviamente".

"Effettuare tagli drastici alle province, significa passare da una gestione controllata e oculata dei fondi ad una disordinata ed inutile, con la quale, va da sé, gli sprechi non faranno che aumentare. Prima, infatti, era la Provincia e ridistribuire sul territorio i Fondi Europei in arrivo dalla Regione facendo un'attenta analisi delle necessità e delle emergenze. Ora la distribuzione non sarà più mirata ma a pioggia, con l'unico effetto di non andare a risolvere le problematiche del territorio perché, come fanno a Bologna a conoscere i problemi della montagna piacentina?", conclude Ghilardelli.

(Fonte: ufficio stampa Manuel Ghilardelli - candidato della Lega Nord alle elezioni della Regione Emilia Romagna)

L'appello di Cinzia Rubertelli: «A sei mesi dalle elezioni, nemmeno una proposta dall'amministrazione comunale. Lunedì scorso il consiglio è stato sospeso per mancanza di argomenti: possibile che Vecchi non sia al corrente dei problemi della città?» -

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa - 

Reggio Emilia, 11 novembre 2014 -

«Sono passati sei mesi dalle elezioni, eppure dalla giunta non è ancora arrivata una singola proposta. A questo punto vorrei solo chiedere a Vecchi e ai suoi: c'è nessuno?». In piazza Prampolini tutto sembra completamente immobile, e Cinzia Rubertelliconsigliere comunale di Grande Reggio e Progetto Reggio – alza la voce: «Per quanto tempo dovremo aspettare che quest'amministrazione prenda una decisione e la sottoponga a un confronto democratico in consiglio? Almeno una decisione, per favore: almeno una».

La situazione ormai è diventata paradossale: «Il consiglio comunale dello scorso lunedì è stato sospeso per mancanza di argomenti – spiega Rubertelli – Verrebbe da riderci su, se non fosse che la situazione è davvero drammatica. Davvero questa giunta non sa cosa ci sia da fare per questa città? Proviamo ad aiutarli noi, allora. Potremmo iniziare a discutere della sicurezza, o dello stato dei trasporti pubblici. O del censimento del patrimonio immobiliare. O dello stato di salute del centro storico, ormai prossimo al codice rosso. Ma se l'amministrazione non è in grado di affrontare questi argomenti, potrebbe almeno spiegare quali effetti potrebbero avere sulla città i tagli annunciati in Finanziaria».
Per il momento, però, nessuno di questi problemi è stato affrontato. «In sei mesi ci si è riuniti in consiglio comunale principalmente per discutere mozioni e interpellanze delle minoranze. Poco altro. Poi, il silenzio più totale. Ma mi chiedo come l'amministrazione possa continuare a ignorare i problemi della città in maniera così ostinata e ostentata».

Dalla giunta sono arrivati molti annunci e tante prese di posizione sui problemi della città. Ma a tutte queste belle parole non sono seguiti gesti concreti. «Le nostre liste civiche sono fatte di persone che lavorano, e che non hanno l'abitudine di confondere la realtà virtuale con quella quotidiana – conclude Rubertelli – Ogni tanto il cellulare va spento: i problemi vanno affrontati, non rimossi con un selfie. La città non può vivere solo di proclami: sarebbe come se i fornai vendessero sacchetti senza pane dentro. Quindi, chiediamo che il sindaco e la sua giunta mandino un segnale della loro esistenza. Che arrivino con qualche proposta, per favore. Siamo preoccupati che questo andazzo possa continuare ancora per mesi. Il calendario, del resto, è pieno di insidie e di scuse per rimandare ogni decisione: prima le elezioni regionali, poi il Natale, poi l'Epifania, poi il carnevale, la Pasqua e infine le ferie estive. Ci si perdonerà il sarcasmo, ma i problemi della città sono reali e urgenti: è ora di lavorare per risolverli».

(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)

Presunti rimborsi falsi dei consiglieri regionali dell' Emilia Romagna: in corso di notifica 42 avvisi di fine indagine -

Parma, 11 novembre 2014 -

L'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali dell'Emilia Romagna ha portato ieri a 42 avvisi di fine indagine per presunti rimborsi falsi partita ad ottobre del 2012, quando manca poco alle elezioni regionali del 23 novembre. Di vario tipo le spese contestate, tra cui regali e cene di beneficenza. Sarebbero coinvolti tutti i gruppi dell'Assemblea Legislativa per cui si ipotizza il reato di peculato e un caso di truffa. L'Ansa riporta che la cifra complessiva contestata ammonterebbe a oltre due milioni di euro (2 milioni e 80mila euro circa).

LA DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENTE COSTI

"Gli avvisi di fine indagine non sono una sentenza, aprono anzi una fase del procedimento che è di garanzia per chi viene a conoscenza delle contestazioni che lo riguardano". E' quanto afferma la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, in merito agli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali.
"Le responsabilità personali vanno prima accertate- prosegue-. L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha adottato controlli di spesa ben prima che venissero introdotti a livello nazionale e in questa legislatura ha ridotto i costi della politica applicando il principio dei costi standard. Inoltre, in questi mesi abbiamo visto i rendiconti dei Gruppi sottoposti al vaglio dei controlli della Corte dei conti, con sentenze della Sezione giurisdizionale della stessa Corte dei conti e della Corte costituzionale che hanno sancito la regolarità delle spese e la loro attinenza.
Allo stesso modo- chiude la presidente dell'Assemblea legislativa- è chiaro che se qualcuno ha sbagliato sarà chiamato a far fronte alle proprie responsabilità, nella convinzione che le regole fissate dal nostro Stato di diritto rappresentino ampia garanzia per chi è chiamato in causa e per la possibilità di stabilire quale sia la verità".

LA DICHIARAZIONE DEI PRESIDENTI DEI GRUPPI ASSEMBLEARI

In merito all'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali, i presidenti dei Gruppi assembleari Anna Pariani (Pd), Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), Roberto Sconciaforni (Fds), Liana Barbati (Idv), Gianguido Bazzoni (Fi-Pdl), Stefano Cavalli (Lega Nord), Silvia Noè (Udc) e Matteo Riva (Gruppo Misto) rilasciano la seguente dichiarazione -



"Manteniamo la serenità che sempre abbiamo avuto, nella certezza di aver rispettato le regole e le leggi in vigore in materia di fondi assegnati ai Gruppi assembleari. Una serenità rafforzata dalle sentenze emesse in questi due, lunghissimi anni dalla Corte costituzionale e dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, che sanciscono la regolarità delle spese e l'attinenza con il mandato istituzionale dei consiglieri.
Esamineremo con attenzione quanto ci viene contestato, che a una prima verifica sembra ricalcare quanto contenuto nell'invito a dedurre della Procura della Corte dei conti, rispetto al quale provvederemo a inviare le nostre controdeduzioni nei tempi previsti. Sottolineiamo che tra le spese contestate oltre i due terzi sono riferite a contratti e a personale regolarmente assunti dai Gruppi per lo svolgimento dell'attività politica e istituzionale a cui sono chiamati.
Non ci discosteremo da ciò che abbiamo fatto sinora, in uno spirito di collaborazione ma anche nel rispetto del ruolo di consigliere regionale e di una istituzione come l'Assemblea legislativa.
Nel presupposto che le responsabilità sono personali e che vanno perseguiti i comportamenti illeciti, non possiamo che attenerci a quanto affermato dalla Corte costituzionale sul fatto che i controlli delle spese restano documentali e che ai consiglieri regionali, eletti senza vincolo di mandato, al pari dei parlamentari, è costituzionalmente garantita la possibilità di svolgere in piena autonomia e nel rispetto delle leggi la propria funzione di rappresentanti di chi li ha eletti.
L'indagine prende in esame le annualità 2010 e 2011 ma da subito, in questa legislatura, a partire appunto dal 2010, siamo intervenuti, primi in Italia, producendo una forte riduzione dei fondi assegnati ai Gruppi che attualmente ammontano a circa 7 mila euro l'anno a consigliere. E le spese sono state tutte vagliate e certificate dal Collegio dei revisori dei conti".

(Fonte dichiarazioni: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Cronaca Emilia

Qui "gatta ci cova". La Merkel tace ma parlano per lei Juncker, Bundesbank e gli altri vassalli nord europei.

di Lamberto Colla -
Parma, 10 novembre 2014
Il travagliato "percorso vita nella palestra UE di Matteo Renzi è iniziato e con esso anche le schermaglie con i vertici e le corazzate tedesche pronte a intervenire a difesa di ogni piccolo o grande interesse nazionale.
La "portinaia del condominio europa" tace, raccogliendo, forse, l'invito che abbiamo rivolto dalle colonne di questo giornale o perché, molto più probabilmente, "gatta ci cova" e sta preparando l'assalto finale all'Unione Europea.

E' quasi un mesetto che la Cancelliera di ferro non si esprime e nemmeno è intervenuta nella disputa tra Mario Draghi e alcuni suoi oppositori che, guarda caso. sono i vertici "Buba" (come confidenzialmente viene identificata la banca centrale tedesca Bundesbank) e i rappresentanti di alcuni Paesi nord europei, contrari alla politica finanziaria del "drake" nazionale a capo della BCE. L'apertura della Banca Centrale Europea, proposta e portata avanti con determinazione da Mario Draghi, a politiche finanziarie in grado di sostenere lo sviluppo e la crescita all'interno dell'Unione non piace a Berlino.

Già perché alla Germania non va giù che la maggiore contribuzione vada, inevitabilmente, a favorire le economie dei Paesi, in questo momento in maggiore difficoltà di ripresa, ai quali si è aggiunta un'altra potenza economica europea del peso della Francia che ha dichiarato che non rispetterà il vincolo del 3%.
L'ultima grande arma a disposizione della Bce, l'acquisto di titoli pubblici, è sempre stata osteggiata dai "falchi della Buba" e perciò mai convintamente proposti da Draghi. Ma è giunto il momento, i tassi sono a valori così bassi da non offrire più spazi di manovra. A rischio la presidenza dello stesso Draghi proprio all'anniversario del suo terzo anno ai vertici di Strasburgo.

E invece, nonostante l'opposizione mediatica, che indicava Draghi essere un uomo solo in BCE, inaspettatamente il board della Banca Centrale Europea ha accolto la politica monetaria composta di misure non convenzionali proposta dal finanziere italiano.

Ma un altro fronte, in questi giorni era aperto, questa volta tra il giovane premier italiano e lo stesso Presidente della Commissione Europea, il lussemburghese e gran vassallo Juncker, il quale non aveva gradito l'esternazione di Matteo sul "covo di Burocrati di Bruxelles". Il Presidente della Commissione, dall'alto della sua integrità morale, ha aperto il fuoco di sbarramento pretendendo il rispetto per i rappresentanti delle istituzioni.

Proprio lui che, quando era premier in Lussemburgo, favorì lo sviluppo del Granducato Lussemburghese attraverso una politica di privilegi finanziari che ha portato - di fatto - il piccolo Paese del nord a diventare una sorta di "paradiso fiscale". La conferma è giunta nelle scorse ore dalla pubblicazione di un dossier, realizzato da un gruppo di giornalisti d'inchiesta come riportato dal "Sole 24 ore" lo scorso 6 novembre nell'articolo a firma di Beda Romano "Lussemburgo, i 550 «favori» alle multinazionali che imbarazzano Juncker".

E, in tutto questo bailamme la Merkel, si proprio lei la Cancelliera Tedesca, che tutto sa e tutto vuole, tace. Un cambiamento di stato quasi impossibile da credere per una che sarebbe capace di intervenire anche sul colore delle scarpe di chiunque del suo entourage.
Il silenzio della Merkel e l'accondiscendenza della Buba alle proposte, mai amate nè tantomeno volute, di Draghi fanno riflettere.
Che siano vere le congetture giornalistiche che la Germania stia predisponendo un piano segreto per uscire dall'Euro?

Pubblicato in Politica Emilia
Martedì, 04 Novembre 2014 12:36

Ghilardelli (Lega Nord): "Tuteliamo i commercianti"

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Manuel Ghilardelli, candidato della Lega Nord alle prossime elezioni regionali, su tutela ai commercianti e lotta agli abusivi -

Piacenza, 4 novembre 2014 -

"In questi giorni ho incontrato tante persone e visitato tanti paesi della provincia piacentina e ho notato quanti abusivi popolano i nostri mercati. Anche nella mattinata di sabato, mentre eravamo nelle strade del centro di Piacenza con il nostro candidato alla presidenza della Regione, Alan Fabbri, abbiamo constatato una presenza massiccia di irregolari. Non è affatto corretto nei confronti dei commercianti". E' la protesta di Manuel Ghilardelli, candidato della Lega Nord alle prossime elezioni regionali del 23 novembre.

"E' una brutta piaga - prosegue Ghilardelli – purtroppo se ne parla da tempo, ma alla fine non si trova mai una soluzione. I nostri commercianti sono vessati da una tassazione esagerata e devono subire la concorrenza degli abusivi, che se ne infischiano delle nostre leggi e dei nostri regolamenti. Sono tante le lamentele che abbiamo raccolto e ho visto anche una certa rassegnazione. E' tempo di cambiare registro e di dare delle risposte significative".

"Non è una questione di razzismo, non abbiamo nulla contro chi lavora e chi rispetta le leggi. Dobbiamo solo invertire questa tendenza e questa moda che porta a mettere gli italiani in secondo piano. Anche in questi giorni è uscita la notizia che Castel San Giovanni, la porta della Valtidone è il secondo paese nella Regione per presenza di immigrati con il 21,2%, alle sole spalle di Galeata in provincia di Forlì Cesena con il 23,1%. Sono dati importanti da non sottovalutare. E' il segno del cambiamento della nostra società. E' per questo motivo che le leggi vanno fatte rispettare, per tutelare tutti, a cominciare dagli italiani".

(Fonte: Ufficio stampa Manuel Ghilardelli - candidato della Lega Nord alle elezioni della Regione Emilia Romagna)

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Ottavia Soncini candidata del Partito Democratico alle elezioni regionali sui dirigenti in Emilia Romagna: "Si potrebbe nell'arco di 5 anni ridurli di almeno il 20%: un risparmio che varia tra i 3,5 e i 4 milioni l'anno". -

Reggio Emilia, 4 novembre 2014 -

"I dirigenti in Emilia Romagna sono 189 al 31 luglio 2014 per un costo complessivo di circa 17 MILIONI di Euro (fonte www.regione.emilia-romagna.it/trasparenza/personale/dirigenti)

"La stragrande maggioranza è nata negli anni '50, tra blocco del turnover e prepensionamenti (se/ove possibili) si potrebbe nell'arco di 5 anni ridurli di almeno il 20%: un risparmio che varia tra i 3,5 e i 4 milioni l'anno".

"3,5 milioni che potrebbero essere investiti OGNI ANNO in borse di studio o sgravi fiscali a chi assume giovani laureati".

"Con il mio staff stiamo elaborando un piano di miglioramento del sistema che preveda stipendi calcolati in base al miglioramento o all'estensione dei servizi resi ai cittadini emiliano-romagnoli e non come oggi, sulla base di parametri macroeconomici commisurati alla media nazionale".

"I dirigenti emiliani ricevono un premio se il Pil pro capite (o reddito pro capite) dell'Emilia-Romagna è più alto di quello medio italiano. E così per l'occupazione, l'occupazione femminile e altre dimensioni sulle quali non è certo quanto l'operato di un dirigente possa incidere: è il mercato che premia le imprese emiliano-romagnole e i loro lavoratori. L'ER è da sempre una delle regioni più ricche d'Italia e cade sempre sopra la media nazionale in questo tipo di classifiche. Quindi i dirigenti sono sicuri di ricevere una gratificazione in ogni anno di esercizio, anche quando la situazione economica è grave come in questo frangente perchè tanto nelle altre regioni le cose vanno comunque peggio. Noi abbiamo il dovere di guardare avanti con coraggio e misurarci con le regioni europee più ricche e dinamiche per raggiungerle, non possiamo autoincensarci per una vittoria scontata su regioni che soffrono e hanno bisogno anche del nostro aiuto."

(Fonte: Ottavia Soncini Candidata del Partito Democratico alle elezioni regionali)

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