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Domenica, 03 Luglio 2016 09:14

L'effetto Brexit sull'agroalimentare italiano

Con l'uscita dalla UE, la politica commerciale del Regno Unito sarà sottoposta a rinegoziazione. Da un lato, le imprese britanniche non potranno più beneficiare del libero accesso ai mercati europei, dall'altro, il Regno Unito dovrà presumibilmente innalzare le barriere tariffarie verso gli ex partner e ciò riguarderà anche le imprese agroalimentari italiane.

Il mercato agroalimentare del Regno Unito rappresenta per l'Italia un giro d'affari di 3,2 miliardi di euro, con una crescita del 9% nel 2015. Per la prima volta da 40 anni, le imprese italiane potrebbero trovarsi per un certo tempo ad affrontare dazi sul mercato britannico, in linea con quanto fanno oggi gli esportatori giapponesi o statunitensi; eventualità questa che si tradurrebbe in prezzi meno competitivi o in una riduzione dei margini per le imprese esportatrici. A ciò si deve aggiungere anche l'effetto svalutazione, in grado, da un lato, di rallentare le importazioni inglesi e, dall'altro, di rendere in generale i prodotti britannici più competitivi sui mercati internazionali presidiati anche dall'Italia (Australia, Canada, Arabia Saudita e Stati Uniti) sebbene i prodotti di origine italiana godano di una distintività rilevante rispetto a quelli britannici.

Secondo le previsioni sviluppate dalla SACE, basate su uno scenario macroeconomico proposto dalla Oxford Economics, l'uscita del Regno Unito dalla UE potrebbe comportare nel 2017 una contrazione delle esportazioni italiane d'oltremanica di entità compresa tra il -3% e il -7%. Tuttavia, l'export agroalimentare italiano verso il mercato britannico non dovrebbe accusare flessioni. Sempre secondo le previsioni SACE, sia che si fosse verificato lo scenario "NO BREXIT" che in quello "BREXIT, il food and beverage Made in Italy dovrebbe crescere del 7% nel 2016 e di circa il 5,5% nel 2017, in entrambi i casi.

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Il Regno Unito rappresenta il quarto mercato di sbocco (dopo Germania, Francia, Stati Uniti) dell'export agroalimentare italiano. In modo speculare, l'Italia si è posizionata all'ottavo posto tra i clienti del mercato britannico con una spesa di oltre 650 milioni di euro. Il saldo 2015 dell'interscambio agroalimentare col Regno Unito, è stato pari a un attivo di 2,6 miliardi (+88% sul 2014).

Le principali voci dell'export del settore nel Regno Unito (2015, in valore) sono, nell'ordine: Vino e Mosti (23% del totale); Ortofrutta fresca e trasformata (22%), Cereali, Riso e derivato (18%), Animali e Carni (7%), Lattiero-Caseari (6%).
I primi tre paesi da cui il Regno Unito importa maggiormente prodotti agroalimentari sono i Paesi Bassi, l'Irlanda e la Francia, cui corrisponde una quota di mercato in valore, pari, rispettivamente, al 14%, al 10% e 10%. Sul totale dell'import agroalimentare britannico, l'Italia intercetta una quota pari al 6% in valore.

Rispetto al 2010, le importazioni complessive di prodotti alimentari del Regno Unito sono aumentate del 36%, a fronte di un +41% messo a segno dall'Italia che, quindi, fa segnare una dinamica più significativa.

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(Per scaricare il rapporto Ismea: http://www.ismeaservizi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/6895)

(Fonte ismea Roma 28 giugno 2016)

La Batosta. Flessione per il Parmigiano Reggiano. Biodiversità. Parma e Colonia sempre vi vicine. La Spaccata BREXIT.Cereali e effetto Brexit. La Cina conferma  l'interesse per i prodotti agroalimentari. Giovani imprenditori. Sport e Natura, al via la II edizione di farm Run. Promozioni, Vino, Birra e Partner.

SOMMARIO Anno 15 - n° 25 26 giugno 2016 (Fie pdf scaricabile in allegato)
1.1 editoriale La batosta
3.1 Cereali Cereali e dintorni. Ampie oscillazioni ma verso il positivo
4.1 Lattiero Caseario Parmigiano Reggiano in leggera flessione
5.1 lutto improvviso L'improvvisa scomparsa di Pier Luigi Ferrari.
6.1 cereali Cereali e dintorni. Effetto BREXIT sui mercati
7.1 parmigiano reggiano Fra i 10 marchi più apprezzati al mondo
7.2 BREXIT La spaccata. Brexit, un nuovo corso per l'UE
8.1 export Parma e Colonia sempre più vicine.
8.2 export Brexit, Mercuri (alleanza cooperative): attenzione a riconoscimento denominazione di qualità
8.3 export La Cina conferma l'interesse nei prodotti finiti lattiero-caseari
9.1 Cereali Cereali e dintorni. I fondi danno segni di voler raccogliere
10.1 sport e natura FARM RUN, sport e divertimento: tutte le novità della seconda edizione
11.2 giovani imprenditori "Nuovi Fattori di Successo": aperta la selezione
12.1promozioni "vino" e partners
13.1promozioni "birra" e partners

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Di CLAL Team 22 Giugno 2016 - Le importazioni della Cina nel mese di MAGGIO 2016 confrontate con Maggio 2015 sono aumentate in volume relativamente a:

Latte e panna (+110.9%)
Latte per l'infanzia (+32.8%)

WMP (+18.2%)
Polvere di Siero (+10.2%)
Formaggi (+9.7%)

sono diminuite quelle di:
SMP (-13.2%)
Burro (-18.2%)

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(Fonte Clal Team 22 giugno 2016)

L'export in valore continua la sua "cavalcata" vincente e nei primi tre mesi del 2016 e segna un ulteriore +3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Gli incassi da vendite di vino oltre i confini nazionali si sono attestate a 1,23 miliardi di euro.

Ma se dal lato "valore" siamo ormai abituati ad avere delle progressioni, sul fronte dei volumi la situazione appare più incerta. I 4,6 milioni di ettolitri esportati, infatti, sono solo di poco inferiori a quelli del primo trimestre dello scorso anno. La leggera flessione può essere comunque considerata un buon segno, rispetto alla riduzione dei volumi che ha caratterizzato tutto il 2015.

Tale risultato in termini quantitativi è legato a performance differenti tra i diversi segmenti. Un deciso passo indietro lo hanno fatto i vini comuni (-7%) soprattutto se venduti sfusi (-14%), mentre è sempre con il vento a favore la domanda estera di vini italiani a denominazione: +7% a volume e +11% a valore. Sono soprattutto gli spumanti Dop a determinare tale risultato, ma anche i vini fermi e frizzanti hanno contribuito in modo positivo.

Gli spumanti, nel complesso, meritano, come accade da tempo, un discorso a parte. Si confermano, anche nel primo trimestre 2016, la locomotiva dell'export italiano con la voce "Altri spumanti Dop", quella che comprende il Prosecco, che arriva ad un +33% a volume e +31% a valore.
Di tutt'altro tenore la situazione dell'Asti che perde terreno sia in termini quantitativi che di introiti.

Molto variegato anche il quadro nei diversi Paesi clienti: gli Usa, con oltre 800 mila ettolitri, mantengono i livelli del primo trimestre del 2015, ma con una progressione dei corrispettivi del 5%. Questo, in un contesto estremamente dinamico per la domanda di vino da parte del mercato a stelle e strisce. Secondo i dati forniti da Ihs-Gta, infatti, da gennaio a marzo 2016 le importazioni complessive di vino da parte degli Usa sono state pari a 2,8 milioni di ettolitri (+8%), con una spesa cresciuta proporzionalmente.

L'Italia resta leader tra i Paesi fornitori Usa anche se, della maggior domanda, si è avvantaggiato soprattutto il Cile (+37%).
Sul fronte passivo della bilancia commerciale del vino italiano si è assistito, invece, ad una forte contrazione della domanda. Le abbondanti disponibilità interne (l'Istat ha diffuso un dato produttivo, ancora provvisorio, superiore ai 48 milioni di ettolitri), hanno fatto sì che il ricorso all'estero sia stato quasi dimezzato rispetto al primo trimestre del 2015, con un risparmio del 10%. Una dinamica da imputare all'aumento delle importazioni di spumanti, a fronte di un deciso calo delle importazioni di vini sfusi.
(Fonte Ismea Roma 16 giugno 2016)

L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo bancario, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, DEinternational Italia Srl e Partner Rodl & Partner, con l'obiettivo illustrare agli imprenditori le opportunità di business che offre l'area industriale tedesca. Un nuovo appuntamento volto a sostenere le imprese della provincia nel processo di internazionalizzazione.

Reggio Emilia, 26 maggio 2016

Nel 2015, il giro d'affari di Reggio Emilia con la Germania ha riguardato quasi 460 milioni di euro di importazioni e poco meno di 1,3 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 3% mentre gli acquisti sono diminuiti del 6%. Secondo le elaborazioni del Territorial & Sectorial Intelligence UniCredit su dati ISTAT e stime Prometeia, i settori trainanti per le esportazioni reggiane in Germania nel 2015 sono stati macchinari ed apparecchi, metalli di base e prodotti in metallo, ma si registra un sostanziale aumento per altri settori quali prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di 175 milioni di euro (+18% rispetto al 2014); e apparecchi elettrici per quasi 80 milioni di euro (+22% rispetto al 2014).

Questi sono alcuni dei dati che indicano quello tedesco come un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Obiettivo per il quale UniCredit intende proporsi come partner privilegiato per le aziende del territorio. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato il Forum che si è svolto oggi a Reggio Emilia. Un'iniziativa realizzata da UniCredit, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, DEinternational Italia Srl e Partner Rodl & Partner.

Una cinquantina gli imprenditori coinvolti nel corso dell'incontro focalizzato sui temi dello sviluppo del business verso un mercato strategico per dimensioni, collocazione geografica e predisposizione verso i prodotti italiani.

L'incontro è stato preceduto dai saluti introduttivi di Michelangelo Dalla Riva, Segretario Generale Camera di Commercio Reggio Emilia; Nunzio Dallari; Presidente Cna Reggio Emilia; e di Francesco Boccellari, il nuovo responsabile commerciale Reggio Emilia UniCredit. Subito dopo, gli interventi del Vice President UniCredit International Centre Italy, Edoardo Giacomelli; dell'avvocato Roberto Pera di Partner Rodl & Partner; e di Alexander Angerer, DEinternational Italia Srl.

"Parlare di esportazioni nella provincia di Reggio Emilia - ha sottolineato Michelangelo Dalla Riva - significa entrare direttamente su uno dei temi più importanti per l'economia reggiana: ai flussi verso l'estero si lega quasi il 60% del valore aggiunto dell'economia locale, una quota rilevantissima, dunque, che in cinque anni ha registrato un incremento di sette punti percentuali. Proprio l'apprezzamento dei prodotti delle nostre imprese sui mercati esteri – ha proseguito Dalla Riva – ha fatto sì che la Camera di Commercio consolidasse numerose azioni che si sono rivelate particolarmente efficaci in questi anni, ma soprattutto a lavorare per ampliare il numero delle imprese che possano realizzare nuovi rapporti commerciali oltre confine".

"Favorire l'internazionalizzazione - ha detto Francesco Boccellari - rappresenta uno degli obiettivi strategici che il nostro Gruppo propone alle imprese, nell'ambito del proprio programma UniCredit International volto ad accompagnare le aziende del territorio all'estero, per estendere il proprio business verso mercati dalle prospettive interessanti. Il mercato tedesco offre ampi spazi per le aziende italiane ed evidentemente anche per quelle del nostro territorio. Con questo Forum - ha concluso Boccellari - abbiamo offerto agli imprenditori locali un corredo di informazioni ampie, oggettive e qualificate, così da arricchire il loro bagaglio di conoscenze, con la finalità di promuovere la conoscenza del "Made in Italy" all'estero e di favorire il loro processo di internazionalizzazione".

Le potenzialità del mercato tedesco per Reggio Emilia e per l'Emilia Romagna

Nel 2015, il giro d'affari di Reggio Emilia con la Germania ha riguardato quasi 460 milioni di euro di importazioni e poco meno di 1,3 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono aumentate del 3%, gli acquisti sono diminuiti del 6%.

I settori trainanti per le esportazioni reggiane in Germania nel 2015 sono stati:

  • macchinari ed apparecchi per 400 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto al 2014;
  • metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per oltre 240 milioni di euro, in calo del 6% rispetto al 2014;
  • articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi per circa 180 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto al 2014;
  • prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori per più di175 milioni di euro, in aumento del 18% rispetto al 2014;
  • apparecchi elettrici per quasi 80 milioni di euro, in aumento del 22% rispetto al 2014.

Nel 2015 il giro d'affari dell'Emilia-Romagna con la Germania ha riguardato oltre 4,8 miliardi di euro di importazioni e quasi 6,8 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto al 2014 le vendite sono rimaste pressoché invariate, mentre gli acquisti sono diminuiti del 2%.

I settori trainanti per le esportazioni emiliano-romagnole nel mercato tedesco nel 2015 sono stati:

  • articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi per oltre 750 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto al 2014;
  • mezzi di trasporto per circa 700 milioni di euro, in aumento del 5% rispetto al 2014;
  • metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti per più di 690 milioni di euro, in calo dell'8% rispetto al 2014.
  • macchinari ed apparecchi per 1,4 miliardi di euro, in calo del 3% rispetto al 2014;
  • prodotti alimentari, bevande e tabacco per poco più di 850 milioni di euro, senza sostanziali variazioni rispetto al 2014;
  • Si stima che per l'anno in corso, le esportazioni totali dell'Emilia-Romagna aumenteranno del 4%, le importazioni faranno registrare un +3%.

[Fonte. Elaborazioni Territorial & Sectorial Intelligence su dati ISTAT e stime Prometeia]

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

"International Forum – Focus on Germania", Paese che detiene il record assoluto di importazioni dal nostro territorio. L'iniziativa, rivolta alle aziende interessate a intraprendere un percorso di internazionalizzazione verso questo Paese, ha dunque lo scopo di illustrare agli imprenditori come sviluppare la propria attività in Germania, facendo leva sulle enormi opportunità di business.

Reggio Emilia, 23 maggio 2016

Nell'ambito dei periodici focus promossi in collaborazione da UniCredit e Camera di Commercio a favore delle imprese reggiane esportatrici, giovedì 26 maggio gli occhi saranno puntati sulla Germania, Paese che detiene il record assoluto di importazioni dal nostro territorio.
Nel 2015, infatti, il mercato tedesco ha acquisito prodotti reggiani per un valore che ha sfiorato gli 1,3 miliardi, con un incremento del 3,4% sull'anno precedente.

L'obiettivo dei lavori che si terranno nel corso dell'"International Forum – Focus on Germania", in programma il 26 maggio alle 9 nell'Aula Magna di Palazzo Scaruffi, in via Crispi 3, è intercettare le nuove opportunità di crescita su un mercato strategico per dimensioni, collocazione geografica e predisposizione verso i prodotti italiani.
L'iniziativa, rivolta alle aziende interessate a intraprendere un percorso di internazionalizzazione verso questo Paese, ha dunque lo scopo di illustrare agli imprenditori come sviluppare la propria attività in Germania, facendo leva sulle enormi opportunità di business che offre il Paese.

Ai lavori interverranno Stefano Landi, Presidente Camera di Commercio di Reggio Emilia; Nunzio Dallari, Presidente Cna Reggio Emilia; Francesco Boccellari, Area Manager Reggio Emilia UniCredit; Edoardo Giacomelli, Vice President UniCredit International Centre Italy; Roberto Pera, Partner Rodl & Partner; Alexander Angerer, DEinternational Italia Srl.

Al termine dei lavori i relatori saranno a disposizione per incontri individuali con le imprese interessate.

Gli imprenditori interessati possono iscriversi all'evento inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Un'iniziativa organizzata dal Gruppo bancario, con il Patrocinio della Camera di Commercio e dell'Unione Commercianti di Piacenza. Gli esperti incontrano i rappresentanti di numerose aziende locali nell'ambito di un appuntamento volto a fornire strumenti e conoscenze necessari per aprire la propria attività imprenditoriale a nuovi mercati. Un'opportunità in più per il rilancio del sistema produttivo locale.

Piacenza, 11 maggio 2016

Nel corso del 2015 Piacenza ha esportato beni nell'area dei Balcani per oltre 110 milioni di euro. In particolare, macchinari ed apparecchi con la Romania, per più di 9 milioni di euro, in decisa crescita rispetto al 2014 (+39%); sostanze e prodotti chimici verso la Bulgaria, per circa 4,5 milioni di euro (+182% rispetto al 2014); metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) verso la Serbia per circa 1,1 milioni di euro, con un sostanzioso incremento (+43%) rispetto all'anno precedente. E proprio con la Serbia, lo scorso anno il giro d'affari della provincia di Piacenza si è espanso, con un aumento del 6% rispetto al 2014, sia per le esportazioni, che hanno superato i 4 milioni di euro, che per le importazioni, che hanno sfiorato i 2 milioni di euro.

I dati, ottenuti dall'elaborazione realizzata dall'ufficio Territorial & Sectorial Intelligence di UniCredit su dati ISTAT e stime Prometeia, indicano che l'area dei Balcani si configura come un mercato dalle prospettive interessanti per lo sviluppo del business delle imprese locali, un "trampolino di lancio" ideale per avviare o intensificare l'export. Obiettivo per il quale UniCredit intende proporsi come partner privilegiato per le aziende del territorio. Con questa finalità è stato pensato e sviluppato l'"International Forum Balcani" organizzato da UniCredit, con il Patrocinio della Camera di Commercio e dell'Unione Commercianti di Piacenza che ha anche ospitato l'iniziativa; e in collaborazione con l'Italian Desk dello studio legale Schonherr.

L'incontro è stato aperto dai saluti di Giovanni Struzzola, Direttore Generale dell'Unione Commercianti di Piacenza, che ha confermato l'interesse dell'Associazione a sensibilizzare gli operatori piacentini verso mercati dell'Est Europa, mercati che ancora oggi dimostrano dinamicità economica e possibili spazzi di ulteriore crescita. "In questo contesto, quindi, si inquadrano appuntamenti quale quello odierno - ha ribadito il Direttore Struzzola - che cercano di dare informazioni precise e dettagliate circa nuove opportunità di sbocchi più interessanti per le aziende piacentine che cercano nuove vie per allargare il loro business, da qui un apprezzamento per l'impegno di Unicredit nell'organizzare incontri come questo che abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra sede."

"Con il nostro International Forum Balcani - spiega Cristina Proci, Responsabile Area Commerciale Piacenza UniCredit – vogliamo offrire agli imprenditori locali puntuali informazioni, riferimenti e concrete opportunità per avviare o intensificare gli scambi con un'area vicina e dalle reali potenzialità di crescita. Continua così l'impegno del nostro Gruppo nel processo di internazionalizzazione delle imprese del territorio. I mercati dell'Est Europa sono primari partner commerciali dell'area emiliana e UniCredit può davvero offrire un valore aggiunto nella crescita della qualità degli scambi commerciali. Perché siamo una delle maggiori istituzioni finanziarie in Europa, con un network internazionale distribuito in 50 Paesi, 17 dei quali con una banca commerciale radicata sul territorio. E con una posizione strategica proprio nell'Europa centro-orientale dove siamo presenti con banche commerciali locali come UniCredit BulBank, UniCredit Bank Serbija A.D e UniCredit Romania ".

Nel corso della giornata si sono quindi susseguiti gli interventi di Roberto Mascali, Direttore Generale Confindustria Balcani; Aldo Andreoni, Head of UIC - UniCredit BulBank; Niccolò Bonferroni, Head of UIC - UniCredit Bank Serbija A.D; Marco Montermini, Head of UIC - UniCredit Romania Sa; e Daniele Iàcona, avvocato dello Studio Legale Schoenherr. In chiusura la testimonianza di Elio Frigerio, Direttore Generale della Milkline che da Podenzano ha allargato all'estero il suo business oltre confini e adesso ha anche una sede in Romania e una in Russia.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Tre giornate (9-17-25 maggio) dedicate alle imprese per un approfondimento su alcune tematiche chiave come export e digitalizzazione.
Un'iniziativa realizzata nell'ambito del programma Go International! di UniCredit.

Reggio Emilia, 4 maggio 2016

Tre giorni per parlare di export, e-commerce e digitalizzazione: tre appuntamenti formativi per offrire agli imprenditori un approfondimento su alcune tematiche chiave per chi vuole avviare o ampliare il business nei mercati esteri. E', in sintesi, il programma della Digital & Export Business School di UniCredit che fa tappa nella nostra provincia il 9, il 17 e il 25 maggio, presso la sede di Unindustria Reggio Emilia. Un'opportunità per le imprese interessate a cogliere stimoli e conoscere strumenti utili per supportare la propria strategia di business all'estero.

"Questa iniziativa – spiegano da UniCredit - si inserisce nell'ambito di Go International! The UniCredit Learning Experience, il programma che il nostro Gruppo bancario rivolge alle aziende che hanno già iniziato o intendono avviare un percorso di apertura verso i mercati esteri. Per farlo devono realizzare scelte sostenibili nel tempo perché realmente adatte al proprio business e alla propria strategia di internazionalizzazione. Noi siamo in grado di aiutarli e indirizzarli".

"Anche i processi di internazionalizzazione ed il commercio estero oggi dipendono dalla conoscenza e da un uso strategico del web e degli strumenti digitali – sostiene Paolo Bucchi, Vice Presidente Unindustria Reggio Emilia con delega all'Internazionalizzazione – Questo programma offre un percorso completo, con testimonianze e diversi casi pratici, un'opportunità importante per quelle PMI che intendono intraprendere nuove strade di business internazionale".

Gli imprenditori interessati possono iscriversi dal web, attraverso la pagina in-formati.unicredit.it/it/corsi/iscrizione/?idc=1396.

La tre giorni di formazione sarà aperta lunedì 9 maggio, con inizio alle 10, da Roberta Anceschi, Vice Presidente con delega alla Piccola Industria Unindustria Reggio Emilia; Luca Lorenzi Deputy Regional Manager Centro Nord UniCredit; Giovanna Neffat Responsabile Business Development & Client Protection, UniCredit. Seguiranno gli interventi sui temi "Il check up della mia azienda per una scelta consapevole" a cura di Antonio Di Meo Studio Di Meo; mentre Riccardo Peverelli Google Italy (in collegamento video) parlerà di "Strumenti digitali per le analisi dei mercati esteri". Alle 14 Sara Scurati, Country Development Plan UniCredit; e Gabriele Battipaglia, Risk Educational Programs Italy UniCredit, interverranno su "Il piano operativo e il Business Plan".

Martedì 17 maggio, si comincia alle 9.30 parlando con Miriam Bertoli (Miriambertoli.com) di "Le nuove sfide del Web Marketing; dalle 11.30-13.00 "Opportunità e strategie dell'e-commerce" è il titolo dell'intervento di Aleandro Mencherini - Var Group. Dalle 14 prende la parola Francesca Capobianchi di Facebook (in collegamento video) su "Il ruolo dei Social Network nel web marketing".

Infine, mercoledì 25 maggio, la giornata sarà dedicata al tema "La contrattualistica, le tecniche di regolamento e finanziamento nel commercio internazionale". Intervengono Paolo Gallarati Studio NCTM; Romano Mumelter Gtb Italy Center Region Centro Nord UniCredit; Salvatore Manna Gtb Italy Center Region Centro Nord UniCredit; Marino Inio UniCredit International Center Italy; e Antonio Magnani Export Manager Rovatti A. & Figli Pompe S.p.A.. Chiudono i lavori Paolo Bucchi, Vice Presidente con delega all'internazionalizzazione Unindustria Reggio Emilia; e Massimo Morselli, Responsabile Area Commerciale Reggio Emilia UniCredit.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

1° maggio, è vera festa? Cereali, i mercati in mano ai fondi. Export, esplode la domanda di vino, ma... CIBUS in Fabula. L'educazione alimentare per contrastare l'Italian Sounding- il Caso Mulino Alimentare. Nutrizione e obesità.

SOMMARIO Anno 15 - n° 17 1 maggio 2016 (in allegato il formato PDF scaricabile)
1.1 editoriale 1° maggio, è vera festa?,
3.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati in mano ai fondi.
4.1 Lattiero Caseario Latte spot, in un anno perso più del 30% del valore.
5.1 aziende - cir-food Obiettivo 2020 per CIR FOOD: 800 milioni di ricavi.
5.2 vino export Vino, esplode la domanda nei paesi terzi ma...
6.1 nutrizione e obesità Obesità e sovrappeso: un problema planetario irrisolto
7.2 eventi cibus2016 Il Prosciutto di Modena DOP a Cibus 2016
8.1 latte crisi Latte. Mercuri (alleanza coop): Bene progetto MIPAAF indigenti, pronti a collaborare
8.2 eventi cibus in fabula Al via CIBUS In FABULA con 2000 mq di "street art"
9.1 EXPORT WINE e FOOD: la CCIAA punta sull'Area Scandinava:
9.2 eventi Dal 6 all'8 maggio torna Birra Expo Piacenza
10.1 mais e soia Mais e Soia: aprile 2016 - Maggiori produzioni previste in Argentina
11.1 cereali Cereali e dintorni. Ancora volatilità sui mercati ma la tendenza è al rialzo.
12.1 export L'educazione del consumatore estero per contrastare il fenomeno dell'Italian Sounding
13.1 cibus 2016 - 18esima edizione Dal 9 maggio prende il via la 18esima edizione di Cibus
14.1promozioni "vino" e partners
15.1promozioni "birra" e partners

Cibus 17 1mag16 COP

Domenica, 01 Maggio 2016 09:34

Vino, esplode la domanda nei paesi terzi ma...

Ballotta (Business Strategies) su promozione vietato abbassare la guardia nei mercati consolidati. Corre meno invece il prodotto made in Italy, fermo a un pur lusinghiero +7,6%.

Firenze, 27 aprile 2016. È sempre più vino-mania nei Paesi extra-Ue, con una domanda che nel primo bimestre 2016 è cresciuta in valore del 17,2%.
Corre meno invece il prodotto made in Italy, fermo a un pur lusinghiero +7,6%. È la sintesi fornita dall''Osservatorio Business Strategies Paesi terzi', realizzata in collaborazione con Nomisma/Wine Monitor, che ha elaborato i dati delle dogane dei 10 principali Paesi buyer extra-Ue (Stati Uniti, Cina, Canada, Giappone, Svizzera, Australia, Russia, Norvegia, Corea del Sud e Brasile).

"Nei Paesi terzi c'è ancora molto da fare – ha detto la ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta -; con il prossimo bando Ocm vino promozione ci sarà sicuramente da lavorare sui mercati emergenti, Cina in primis, ma anche e soprattutto su quelli considerati di sbocco. I dati sulla top 10 della domanda mondiale, seppur parziali, ci dicono infatti che in questo avvio di 2016 i vini del resto del mondo viaggiano a velocità più che doppia rispetto ai nostri, e questa è la dimostrazione che la promozione non può abbassare la guardia sui mercati cosiddetti consolidati, perché la situazione è molto fluida e la concorrenza dei Paesi produttori sempre più agguerrita".

Nel dettaglio, l'Italia limita la crescita sia sui mercati principali, come gli Usa, dove il vino italiano segna un +12,2% in valore contro il +21,3% delle vendite provenienti da tutto il mondo; sia nei Paesi emergenti come la Cina, dove la crescita italiana è inferiore a quella globale (+14,8% contro +59%), anche se si restringe la forbice sul trimestre (+18% vs +49%). Giù le quote italiane di mercato anche in Canada, Giappone, Russia, Brasile e in Corea del Sud, mentre si registra una performance italiana sopra la media in Svizzera, Australia e Norvegia, in cui a fronte di un aumento complessivo delle vendite di vino attorno al 5% il Belpaese ha esportato rispettivamente +11,1%, +19,4% e +11%. I dieci Paesi analizzati rappresentano una quota di quasi il 97% del valore complessivo della domanda di vino italiano extra-Ue.
Ufficio stampa Business Strategies: interCOM