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Regione, indennità per i dirigenti coordinatori, la Corte dei Conti condanna al risarcimento la Giunta regionale che approvò la delibera nel 2007. Errani: "Rispetto per la sentenza, ma convinti della legittimità della nostra scelta. Ricorreremo in appello" -

Bologna, 16 gennaio 2014 -

La Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna ha ritenuto non conforme alle norme una delibera di Giunta del 2007 con la quale si istituiva una "retribuzione di risultato di coordinamento", assegnata ad una decina di dirigenti apicali della Regione Emilia-Romagna. Come conseguenza, la Corte ha disposto il risarcimento economico alla Regione da parte dei componenti la Giunta che approvò tale delibera.
Si trattava di un provvedimento assunto dalla Giunta nell'ambito di un progetto di miglioramento organizzativo dell'Ente, che prevedeva la definizione di alcuni livelli di responsabilità dirigenziale a livello di coordinamento di area. Nel documento venivano evidenziati gli obiettivi di lavoro per i dirigenti incaricati, il cui raggiungimento era comunque oggetto di valutazione.
Per quanto riguarda la parte economica, i fondi necessari per il 2007/2008, biennio oggetto di indagine da parte della Corte dei Conti, furono attinti dal normale Fondo per la retribuzione di risultato dei dirigenti, senza comportare un aggravio di costi per le casse regionali.
"Siamo convinti della piena legittimità di quella scelta organizzativa – ha commentato il Presidente della Regione Errani – che ci ha consentito di conseguire concreti risultati sul piano del miglioramento dell'attività della Regione e risparmi nei costi".
"Come sempre – ha concluso – ribadisco che le sentenze si rispettano, anche se rimango convinto della correttezza delle nostre scelte, e per questo intendiamo chiedere un nuovo grado di giudizio".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

La Garante regionale, che aveva fatto visita a fine dicembre all' Istituto penitenziario, ha segnalato la grave situazione del carcere di Parma al ministro della Giustizia e al capo dell'Amministrazione penitenziaria -

Bologna, 15 gennaio 2014 -

A seguito di ripetuti colloqui effettuati con i detenuti e delle lettere collettive a firma congiunta dei detenuti stessi indirizzate al suo ufficio, la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha provveduto a segnalare alle autorità competenti (in particolare al ministro della Giustizia e al capo dell'Amministrazione penitenziaria) alcune criticità che affliggono gli Istituti penitenziari di Parma: in particolare, la presenza di un numero eccessivo di persone portatrici di gravi malattie, provenienti da tutto il territorio nazionale.

Ciò avviene in ragione della presenza del Centro diagnostico e terapeutico (Cdt), gestito dall'Ausl di Parma, per il trattamento di patologie in fase acuta o cronica in fase di scompenso, non sufficiente a far fronte al numero delle persone inviate.

È noto come l'invio presso gli Istituti penitenziari di Parma spesso derivi dalla presenza e di personale medico ritenuto idoneo e sufficiente per affrontare gravi problematiche sanitarie; pertanto, molte persone inviate a Parma, affette da patologie, anche psichiche, sono in attesa di fare ingresso al Cdt o di essere allocati nella sezione per tetraparaplegici e minorati fisici.

In senso analogo, si è recentemente espresso il Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), con l'approvazione, il 27 settembre 2013, del parere "La salute dentro le mura", avente ad oggetto il tema del diritto alla salute per le detenute e i detenuti; il Comitato ha segnalato in particolare la mancanza di adeguatezza delle cure, anche rilevando la criticità relativa all'eccessivo numero dei ricoveri nei reparti sanitari esistenti all'interno dei penitenziari, a fronte di un numero carente e di una disomogenea dislocazione sul territorio nazionale degli stessi. Nell'articolare il parere in questione, il Cnb dà un'interpretazione del diritto alla salute che riafferma la centralità della persona, anche in condizioni di privazione della libertà personale. Si ritengono fondamentali, per la tutela della salute del detenuto, azioni, tra le altre, quali: l'adeguatezza degli spazi detentivi e dei servizi erogati; la necessità di dare attenzione alle richieste dei detenuti; la sopportabilità del regime carcerario.

Registrata l'inidonea allocazione di persone malate negli ambienti delle sezioni comuni, la Garante ha provveduto a segnalare alle autorità competenti della criticità, chiedendo una più razionale assegnazione delle persone detenute agli Istituti penitenziari di Parma, più rispettosa delle condizioni di salute della popolazione detenuta e delle singole esperienze detentive e di tutti coloro che operano in carcere.

Inoltre, la Garante ha segnalato la criticità relativa al rilevante numero di persone condannate all'ergastolo (80 alla data dell'11 ottobre 2013), molte delle quali in regime di ostatività, che impone di valutare l'opportunità di assicurare il pernottamento in camere singole; una soluzione che, pur se ritenuta anche dalla Corte di Cassazione oggetto di una mera aspettativa, in concreto pare necessaria nel percorso di "umanizzazione della pena intrapreso con grande vigore dal Provveditore alle carceri di questa regione".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Il reintegro di Villani nelle sue piene funzioni di consigliere regionale dopo che era stato sospeso per l' inchiesta Public Money di Parma -

Bologna, 14 gennaio 2014 -

Il consigliere regionale Luigi Giuseppe Villani (Fi-Pdl) è stato reintegrato questa mattina in Assemblea legislativa, riprendendo l'esercizio delle sue funzioni. All'inizio della seduta, espletate le interrogazioni del question time, la presidente dell'Assemblea, Palma Costi, ha infatti svolto la comunicazione in merito al reintegro del consigliere (sospeso dal 14 gennaio 2013), ai sensi dell'articolo 8 comma 5 del decreto legislativo 235/2012, dopo che venerdì scorso alla Presidenza dell'Assemblea era arrivata la nota del Prefetto di Bologna con allegata l'ordinanza del Presidente del Tribunale di Parma con cui "è stata revocata la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Bologna nei confronti del consigliere Villani".

L'Assemblea legislativa ha preso dunque atto della avvenuta cessazione della sospensione di diritto nei confronti del consigliere: il suo reintegro fa data dal deposito dell'ordinanza del Tribunale di Parma di revoca della misura cautelare, il 20 dicembre 2013.

A seguito del reintegro di Villani, cessa la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere regionale precedentemente affidata a Cinzia Camorali, a sua volta subentrata a Giampaolo Lavagetto, sospeso dopo essere per primo entrato in Assemblea al posto di Villani. A partire dal 20 dicembre scorso, data del reintegro di Villani, è cessata anche la corresponsione a Lavagetto dell'assegno di cui all'articolo 14 della legge regionale 11/2013.

Al termine della comunicazione, la presidente Costi ha invitato il consigliere Villani a prendere posto in Assemblea, se presente, e ha ringraziato Cinzia Camorali "per l'impegno e il lavoro svolto".

Pochi istanti dopo, il consigliere Villani è entrato in Aula per partecipare ai lavori assembleari.

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Altre due nuove fusioni di Comuni si affacciano nel panorama del riordino territoriale dell'Emilia-Romagna. Si tratta della fusione tra Granaglione e Porretta Terme, in provincia di Bologna, e Busana, e Collagna, Ligonchio e Ramiseto, in provincia di Reggio Emilia -

Bologna, 14 gennaio 2014 -

Dopo la richiesta avanzata in Regione dai rispettivi Consigli comunali, i progetti di legge, predisposti dalla Giunta per istituire due nuovi comuni unici, sono approdati ieri in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Marco Lombardi, dove si è proceduto alla nomina dei relatori.

Antonio Mumolo (Pd) e Galeazzo Bignami (Fi-Pdl) sono stati designati rispettivamente relatore di maggioranza e di minoranza del provvedimento per la fusione nel bolognese, Liana Barbati (Idv) e Fabio Filippi (Fi-Pdl) per il progetto nel reggiano.

Come nei precedenti casi di fusione avvenuti in Emilia-Romagna, il percorso istituzionale prevede che i progetti di legge istitutivi di nuovi Comuni unici passi il vaglio della commissione Bilancio, per poi approdare in Assemblea legislativa dove l'iter dei due provvedimenti verrà sospeso, prima dell'approvazione definitiva, in attesa dell'esito dell'obbligatorio referendum consultivo dei residenti nei comuni coinvolti.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Andrea Pollastri interroga la Giunta su quali saranno gli effetti in Emilia Romagna della riorganizzazione della Croce Rossa -

Bologna, 10 gennaio 2014 -

Qual è lo scenario della Croce Rossa emiliano-romagnola a seguito della privatizzazione a livello di organizzazione, dimensione e allocazione del personale, e quale sarà la ricaduta sui servizi offerti: lo chiede alla Giunta Andrea Pollastri (gruppo Forza Italia- Pdl), facendo riferimento al Decreto legislativo 178/2012, che stabilisce la riforma che, dal 1^ gennaio 2014, muta la natura giuridica della Cri, da ente pubblico non economico ad associazione di diritto privato.

Fra gli effetti annunciati, Pollastri segnala che la Croce Rossa di Piacenza, dal prossimo 1^ aprile (con possibile slittamento a giugno), potrebbe perdere i nove dipendenti fissi di cui dispone attualmente, che verranno trasferiti a Parma o a Bologna.

Il consigliere chiede se siano a rischio servizi primari attualmente coperti anche grazie alla disponibilità della Croce Rossa, quali quelli emergenziali; chiede, infine, alla Giunta se intenda intervenire economicamente per evitare la drastica riduzione del personale della Croce Rossa di Piacenza, "con la conseguente possibile perdita di attività che trovano un importante riscontro da parte dell'utenza ed assicurano, in senso sussidiario, una valida integrazione rispetto a ciò che viene fatto dall'Asl".

(rg)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Firmato l'accordo per la campagna cerealicola 2013-2014 per un quantitativo di circa 95.000 tonnellate, pari a una superficie di 16.000 ettari -

Bologna, 10 gennaio 2014 -

Una filiera interamente emiliano-romagnola, dalla terra alla tavola, per una prodotto di eccellenza del made in Italy quale è la pasta. E' stato firmato a Bologna l'accordo per la fornitura al Gruppo Barilla di grano duro di alta qualità coltivato in Emilia-Romagna. L'intesa, valida per la campagna cerealicola 2013-2014, prevede un quantitativo di circa 95 mila tonnellate, pari a una superficie di 16 mila ettari e, tra le novità, un decalogo di sostenibilità introdotto da Barilla.
"Con questa intesa diamo certezze preventive di prezzo, qualità e quantità sia ai produttori che alla Barilla - spiega l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – Ciò significa dare stabilità a un comparto importante del made in Italy. D'altra parte quello odierno è l'ottavo rinnovo consecutivo: la migliore dimostrazione della validità di questa iniziativa. Lavoriamo per estenderla anche ad altre filiere. Il futuro dell'agricoltura sta qui".
L'accordo quadro, è stato firmato oggi a Bologna - alla presenza dell'assessore Rabboni - da Luca Virginio, responsabile relazioni esterne per il Gruppo Barilla; Roberto Biribin della Società Produttori Sementi di Bologna in rappresentanza dell'industria sementiera e, in rappresentanza della parte agricola, da Alberto Stefanati (Grandi Colture italiane), Raimondo Ricci Bitti (OP Cereali), Ivan Cremonini (CerealCap), Paolino Fini (OP Capa Ferrara).
Partito nel 2005, per iniziativa dell'assessorato regionale all'Agricoltura, l'accordo ha permesso in questi anni di fare dell'Emilia-Romagna uno dei poli di eccellenza nazionali, sia per le rese ad ettaro che sotto il profilo qualitativo, della produzione di grano duro. Un risultato tanto più importante se si considera la forte dipendenza dall'estero dell'Italia in questo settore: a fronte di un fabbisogno da parte dell'industria molitoria nazionale di circa 5,5 milioni di tonnellate di frumento duro, la produzione interna media degli ultimi anni è stata intorno ai 3,5 milioni di tonnellate. In Emilia-Romagna grazie all'accordo di filiera con il Gruppo Barilla si è verificato un importante rilancio delle superfici. Il tutto in un mercato dei cereali soggetto ormai da diversi anni a forti tensioni internazionali sotto il profilo dei prezzi, con ripercussioni sull'intera filiera.
"Per Barilla questo è un giorno di festa perchè acquistiamo grano e per di più emiliano-romagnolo – ha sottolineato Luca Virginio di Barilla – si tratta di un'esperienza che è un po' la nostra punta di diamante e non solo a livello nazionale. Per noi infatti è fondamentale assicurare la qualità costante nel tempo del nostro prodotto e questo possiamo farlo solo attraverso contratti a medio-lungo termine".
Raimondo Ricci Bitti, dell'Op Cereali, ha ricordato l'importanza "del decalogo di sostenibilità di Barilla. Esso si affianca al disciplinare di produzione definito dalla Regione che fin dall'inizio di questa esperienza rappresenta la vera base di attività dei nostri agricoltori e centri di stoccaggio. Si tratta di novità che nel corso del tempo porteranno a cambiare lo stesso approccio delle aziende agricole".

Cosa prevede l'accordo
L'accordo quadro coinvolge l'intera filiera di produzione del grano duro per garantire la programmazione della produzione e delle consegne e fare del prodotto coltivato in regione un'alternativa competitiva ai grani di importazione. Molteplici i vantaggi: un'adeguata remunerazione per gli agricoltori, una materia prima di qualità per la pasta Barilla, maggior rispetto per l'ambiente.
Tra le novità dell'intesa 2013-2014: una semplificazione del meccanismo di fissazione dei prezzi di compravendita e l'inserimento di un decalogo di sostenibilità elaborato da Barilla per migliorare l'impatto ambientale della coltura favorendo nel contempo la sua resa quanti-qualitativa. Le indicazioni del decalogo, si integrano e si completano con quelle già messe in pratica dal disciplinare di produzione della Regione Emilia-Romagna. Il contratto quadro prevede in particolare l'impegno a utilizzare principalmente determinate varietà (Normanno, Odisseo, Levante e Saragolla) adatte all'utilizzo nell'industria pastaria poiché in grado di fornire una qualità di glutine con caratteristiche superiori a quelle della media italiana. Due le modalità per stabilire il prezzo di vendita: una quota legata al prezzo di mercato della Borsa merci di Bologna, con premialità in funzione della qualità, e un'altra legata al prezzo fisso. Sono inoltre stabiliti meccanismi premianti in funzione delle modalità di produzione e conservazione dei grani.
Nel dettaglio, il contratto quadro si articola in singoli accordi firmati dal Gruppo Barilla e dai fornitori. A loro volta questi ultimi – OP Cereali, OP Grandi Colture Italiane, OP Capa Ferrara, CerealCap - stipulano con i singoli agricoltori soci gli impegni di coltivazione, con le specifiche tecniche e le opzioni di valorizzazione del grano duro.
La Società Produttori Sementi di Bologna, selezionatrice e costitutrice delle varietà identificate dal disciplinare, sviluppate con un' attività di ricerca e sperimentazione in parte sostenuta anche dalla Regione, fornisce gran parte del seme necessario alle coltivazioni.

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

L'impresa ha lavorato nella Bassa modenese realizzando i Map di Novi, le scuole di San Felice e Mirandola e la palestra di Massa Finalese -

Bologna, 10 gennaio 2014 -

 "Il grande lavoro per la ricostruzione è stato fin da subito improntato a criteri di massima trasparenza e garanzia per i cittadini e le imprese. Abbiamo scritto regole chiare e tracciato un percorso di verifiche stringenti e imprescindibili per l'utilizzo di risorse pubbliche. Siamo certi di aver operato nel giusto a garanzia della nostra comunità". Così l'assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli in merito alle notizie sull'azienda Steda coinvolta dell'indagine per tangenti in Abruzzo.

L'azienda Steda ha vinto tra agosto e novembre 2012 alcune gare per la gestione dell'emergenza post terremoto in Emilia, e ha svolto i lavori che gli sono stati affidati con procedure regolari e nella massima trasparenza. L'impresa, operante in tutta Italia, risultava in regola con le norme prescritte, comprese quelle legate alla White List. L'azienda si è occupata della realizzazione dei Map di Novi, delle scuole materne di San Felice, delle elementari di Mirandola e dei moduli rurali in alcuni Comuni terremotati, cantieri portati regolarmente a termine.
La Steda risultò prima anche nella gara per la costruzione della biblioteca di Mirandola, ma la Regione la escluse trovando anomalo l'eccessivo ribasso praticato nell'offerta.
L'azienda si era aggiudicata anche la gara per la costruzione della palestra di Massa Finalese, ma i lavori sono stati portati a termine da un'altra impresa che nel frattempo aveva affittato un ramo d'azienda della Steda, che per propri problemi finanziari aveva avviato una procedura di concordato preventivo.
Avendo la Steda sospeso i pagamenti ai subappaltatori, la Regione - come prevede la legge - già prima dell'apertura della procedura di fallimento aveva bloccato i pagamenti all'impresa stessa a dimostrazione dell'efficacia dei controlli messi in atto.
/BM

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Sabato, 11 Gennaio 2014 11:08

Il Mondo di “Ratatouille”

 Di Chiara Marando  - Parma 11 Gennaio 2014

“Siamo quello che mangiamo”. Se ci si pensa attentamente è vero perché il cibo, ed in generale il modo in cui decidiamo di nutrirci, spesso rappresenta le nostre necessità, i nostri desideri. Non è un caso se oggi più che mai le scelte nel campo dell’alimentazione sono legate a vere e proprie filosofie di vita. C’è chi ama provare di tutto senza privarsi di nulla, chi si nutre misurando e calcolando ogni alimento, chi ha deciso di diventare Vegetariano, e chi ancora ha intrapreso la strada del Veganismo. Finalmente il mondo  si sta adattando a questi cambiamenti sempre più frequentemente dettati dall’etica, dalla morale e da necessità di salute.

Senza pensare di dover stravolgere a tutti i costi le nostre abitudini quotidiane, è bello sentirsi liberi di scoprire altri modi di concepire il nutrimento, assaggiare nuove pietanze e sorprendersi di una bontà fatta di cose semplici, pochi ingredienti armoniosamente combinati. Quindi non dovete rinunciare alla carne, al pesce, ai lattici o alle uova, ma solo farvi incuriosire.

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 Sono sempre di più i negozi specializzati che aprono i battenti e nel mio girovagare alla ricerca di leccornie ho scoperto La Gastronomia “Ratatouille”, una vera e propria casa della cucina vegana a pochi km dal centro storico di Parma. Qui tutto è preparato seguendo fedelmente i dettami di un’etica  basata sul rispetto verso se stessi , nei confronti dell’equilibrio naturale e sul rifiuto di ogni tipo di sfruttamento animale. Quindi spazio a verdura, frutta, cereali e legumi rigorosamente biologici. Una cucina naturale, legata alla stagionalità delle materie prime, insaporita da spezie ed erbe aromatiche che esaltano i profumi ed i sapori delle pietanze senza snaturarne l’essenza.

Barbara e Matteo, vegani da ormai 4 anni, da quando si sono avvicinati a questa filosofia non l’hanno più abbandonata. Sono loro l’anima di “Ratatouille”, Barbara alle preparazioni salate e Matteo impegnato con impasti e dolci, un mix di fantasia, esperienza, passione e tanto studio.

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Un menù diverso ogni giorno per una ricca scelta di piatti invitanti e sfiziosi come lo Sformato di orzo e zucca con crema di noci, il Seitan con patate arrosto, oppure Tempeh con zucca e carote, Farinata di ceci con cipolle rosse oppure porri, e ancora il cavallo di battaglia ovvero Involtini di verza ripieni con Seitan, carote e cipolle ricoperti con besciamella di soia. Poi tanti contorni di verdura come il Cavolfiore con semi di girasole e aceto di riso, oppure Finocchi con olive nere sedano e carote.

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E se pensate di dover dire addio ai dolci avrete una piacevole sorpresa.  Qui si pensa anche al dessert. Il modo migliore per  finire un pasto è con un’ottima fetta di crostata alla marmellata preparata con farina semi integrale, olio di mais, malto per dolcificare e marmellata senza zucchero fatta in casa, oppure con una torta al cacao, alle carote o alla nocciola, un po’ più compatte delle nostre classiche torte lievitate ma altrettanto golose.

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Gastronomia Ratatouille

Via Giovenale, 15, Parma
 Tel. 0521 199 8419

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Giovedì, 09 Gennaio 2014 16:21

La Regione parte civile al processo Black Monkey

La presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, esprime soddisfazione.  Il processo "Black Monkey" si apre domani al Tribunale di Bologna con 34 imputati -

Bologna, 9 gennaio 2014 -

"È una gran bella notizia, che conferma il nostro impegno contro le Mafie e per la diffusione della cultura della legalità, opera che come Assemblea legislativa abbiamo ribadito anche alla recente presentazione del Dossier sulle infiltrazioni criminose nella nostra regione che realizziamo con Libera Informazione, un impegno che passa soprattutto attraverso il coinvolgimento di migliaia di studenti e ragazzi nei progetti su diritti, cittadinanza e legalità che realizziamo ogni anno". La presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, esprime soddisfazione per la costituzione di parte civile della Regione Emilia-Romagna, ufficializzata oggi dalla Giunta, al processo "Black Monkey", che si apre domani al Tribunale di Bologna (34 gli imputati) e che nasce dalle indagini della Guardia di Finanza sulla banda guidata dall'esponente della 'Ndrangheta Nicola Femia dedita alla gestione del gioco d'azzardo illegale. Tra le intercettazioni raccolte dagli inquirenti, anche quelle sulle minacce di Femia al giornalista Giovanni Tizian (anche lui costituitosi parte civile) per i suoi articoli sulla Gazzetta di Modena.

"Proprio alla presentazione del Dossier di Libera Informazione, tre settimane fa- sottolinea Costi- i parenti di Tizian, così come alcuni fra i presenti, sollecitarono la Regione a costituirsi parte civile. Confermai loro che si trattava di una possibilità al vaglio dei legali della Giunta e sono felice dell'esito positivo annunciato oggi: ripeto, questa decisione conferma ancora una volta il fatto che l'Assemblea legislativa e la Giunta regionale sono per la legalità e contro tutte le mafie, così come la grandissima parte della società civile emiliano-romagnola".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

La consigliera Cinzia Camorali si rivolge alla Giunta per un impegno che salvaguardi l' Appennino -

Bologna, 7 gennaio 2014 -

Il "manifesto dei sindaci della montagna", un documento elaborato nel novembre 2013 dai sindaci delle Alpi Alto Friuli, insieme a amministratori, politici, forze sociali e residenti, con "precise richieste a Regione e Stato per la salvaguardia dei loro territori, che, come il nostro Appennino, stanno soffrendo ormai da decenni una grave crisi sociale e economica", è al centro di una risoluzione della consigliera Cinzia Camorali (Fi-Pdl).
Nel testo si ricorda che questo documento prende in esame "la semplificazione burocratica fiscale, con la precisa richiesta di costituzione di 'zone franche urbane', come in varie regioni del sud Italia, la giustizia di prossimità, la sanità, la scuola e la formazione, la legge 37 del 1994" (tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, torrenti, laghi ecc.), "le misure per sostenere il mantenimento e l'insediamento di aziende nelle aree montane a rischio spopolamento, il turismo e l'agricoltura e foreste".
Camorali prosegue citando la presentazione, avvenuta il 18 dicembre scorso, del 'Patto di solidarietà', accordo nato per salvare e rilanciare la montagna, sottoscritto dai sindaci di Albareto, Bardi, Berceto, Solignano e Valmozzola, località in provincia di Parma, e il cui contenuto riguarda "il completamento della Pontremolese, il miglioramento della viabilità, la difesa dell'ospedale di Borgotaro, la garanzia di servizi come internet e visione canali Rai, l'attenzione alla situazione occupazionale a Bedonia e i collegamenti con Varano alla montagna".
La risoluzione impegna quindi la Giunta regionale a prendere visione del Manifesto per la montagna friulana e ad assumere iniziative urgenti, unitamente ai sindaci dell'Appennino parmense, per mettere in atto tutte le strategie e utilizzare le risorse necessarie per favorire i territori montani. (AC)

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

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