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IL PECCATO ORIGINALE In evidenza

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di Alessia Bianchini Brescia, 29 giugno 2023 - Per spiegare il peccato originale bisogna, necessariamente, partire parlando della caduta di Lucifero e degli angeli ribelli.

Nell’Apocalisse viene spiegato cosa successe, dopo la creazione, (Ap: 12,3-4 e 12,7-9): «Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra…Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.» descritto anche nell’A.T., vi riporto solo alcuni passi (Is: 14,12): «Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?» e lo stesso Gesù, nel Vangelo, dice (Lc: 10,18): «Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore.» e proseguendo la lettura del sacro libro viene spiegata la motivazione di questa caduta angelica e la conseguenza (Ez: 28,17): «Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza, la tua saggezza si era corrotta a causa del tuo splendore: ti ho gettato a terra e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.»

Quindi riepilogando il primo peccato introdotto dall’arcangelo ribelle è il peccato di superbia, che inorgoglito dalla sua bellezza pensando di poter essere come Dio rifiutò di essere sottomesso, come creatura al suo Creatore (peccato di auto idolatria), e con lui trascinò i suoi simili ammutinati «gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, Egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno.» (Giuda6, 6); il secondo peccato è l’invidia, verso Adamo ed Eva, poiché fatti di spirito e materia (anima e corpo) rispetto al demonio puro spirito perciò da esso considerati inferiori; inoltre, a cagione dei nostri progenitori poiché vivevano nel paradiso terrestre gioivano dello stretto rapporto con Dio, della Sua grazia (da Satana oramai persi), dei doni preternaturali ovvero l’immunità, a qualsiasi male, e l’immortalità come ci rivela il libro della Sapienza (2,23-24): «Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.»

Da Dio Padre, essendo Amore infinito, può “uscire” e sussistere soltanto il sommo bene e, perciò può creare solo cose benevole; infatti nel primo capitolo della Genesi durante la descrizione della creazione l’espressione “cosa buona” viene ripetuta 7 volte, vi trascrivo l’ultima frase in cui c’è questa esternazione nel primo capitolo della Genesi (Gen: 1,31): «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.» E come spiega Tertulliano (nato circa 160 A.D.): «Il mondo viene da Dio, ma ciò che è del mondo viene dal diavolo» cosicché se ne desume che il peccato altera il mondo e, tutto ciò che è male e sofferenza sia spirituale che fisica, nel creato, è azione del demonio; per questo Pietro nella sua prima lettera (5,8-9) ci avverte: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.». Ciò è spiegato magistralmente nella lettera ai Romani di san Paolo (Romani 8,19-23): «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.»

E’ ragionevole dedurre che Dio ha reso nella relazione con Lui tutti gli esseri (visibili ed invisibili) liberi, perché il suo amore senza fine lo si può accoglie solo liberamente e non con sudditanza; quindi è la creatura che per orgoglio decide di rifiutare il Suo amore e perciò i nostri progenitori, come spiega la teologia agostiniana, violando il loro sodalizio con il Padre Creatore hanno ceduto al diavolo un certo dominio sul genere umano «…tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.» (1Gv: 5,19)  e conseguentemente anche sulla creazione (Genesi 3,17): «… maledetto sia il suolo per causa tua!»

Teniamo bene presente che come la luce che è un principio ed è determinabile, il buio non è misurabile ed è solo assenza, sottrazione della luce stessa: così è il male! Esso è privo di indipedenza ed subentra nel momento stesso che l’Amore viene a mancare per volontà; ed allora: «Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte.» (Giacomo 1,13-15); ma siate in ogni modo speranzosi perché: «Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (Romani 8,28) e «Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.

Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.» (Romani 8, 12-21)