Partita chiusa in 40 minuti. Per i crociati assenti Mirante e Belfodil. Premio Prisco in memoria dello storico dirigente dell'Inter per la sezione allenatori al tecnico ducale. -
Parma, 5 maggio 2015 – di Maria Caterina Viscomi -
Altra partita da dimenticare per il Parma, l'ennesima di questa stagione, dopo quella contro la Lazio che è valsa ai ducali la matematica retrocessione nella serie cadetta. La sfida del monday night della 34^ giornata di campionato è tra ultime della classe: da una parte il Cagliari, protagonista di un'annata disastrosa con ben 3 allenatori diversi sulla panchina, dall'altra il Parma, già in B ed affondato definitivamente nell'ultima gara contro i biancocelesti del parmigiano Stefano Pioli (delle quattro reti, inoltre, due sono state firmate dagli ex crociati Parolo e Candreva).
L'ultimo precedente tra sardi ed emiliani, disputato al Tardini e finito a reti bianche, aveva permesso ai ducali di portare a casa metà bottino, a differenza di quanto avvenuto nella disfatta di ieri conclusa per 4 a 0. Per i gialloblù tandem d'attacco formato da Coda e Ghezzal, mentre Festa si affida a Farias, Cop e M'Poku, quest'ultimo tra i più dinamici dei rossoblù e abilissimo nel creare scompiglio tra le retroguardie avversarie. E infatti il congolese non delude, serve l'assist per la seconda firma dei padroni di casa, sigla il tris e gioca una gara di valore e sacrificio. Il suo Cagliari riesce, dunque, a chiudere ampiamente la pratica nei primi 45 minuti, contro un Parma sostanzialmente non pervenuto e che nella ripresa incassa persino il poker. Pesanti le assenze degli indisponibili Mirante, sostituito dal baby Iacobucci, e Belfodil che nelle ultime giornate aveva recuperato forma e tranquillità. Anche Festa deve fare a meno di 6 nomi importanti (Cossu, Murru, Conti, Pisano, Capuano e Gonzalez) ma con quelli disponibili riesce comunque a bruciare velocemente il Parma, piazzandosi ora a 6 distanza dall'Atalanta e dalla zona salvezza a quattro giornate dal termine del campionato.
Sempre ieri è stato conferito il Premio Prisco in memoria dello storico dirigente dell'Inter, premio che per la sezione allenatori è andato al tecnico ducale. Durante la premiazione a Chieti Donadoni ha detto «Spero che quello che ci è accaduto quest'anno serva come insegnamento per imparare qualcosa affinché non accada in futuro. Solo chi è stato dentro può capire quello che si è verificato. Noi siamo una nave alla deriva, ma dobbiamo arrivare in porto a fine stagione e ci arriveremo». Lapidario sul suo futuro: «La mia educazione m'impone di pensare al presente. Guardo a chiudere bene questa stagione».