Venerdì, 20 Febbraio 2015 15:10

La parabola discendente del Parma: dalla mancata Europa League alla crisi nera In evidenza

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Centro Sportivo di Collecchio Centro Sportivo di Collecchio Ufficio Stampa Parma FC


In mattinata l'incontro a Collecchio con il sindaco di Parma e i rappresentanti della FIGC. Domani la decisione sulla partita di domenica contro l'Udinese -

Parma, 20 febbraio 2015 – di Maria Caterina Viscomi -

Era il dicembre 2003 quando scoppiò lo scandalo che avrebbe portato al crac Parmalat nonché al fallimento del Parma Calcio, primo asset della società ad essere ceduto. Oggi, poco più di undici anni dopo, torna lo spettro del fallimento, chiesto qualche giorno fa dalla Procura con le firme di Paola Dal Monte, Giuseppe Amara e Umberto Ausiello. 
Sembra, dunque, non avere una fine la crisi nera in cui è piombato il club ducale da quando, lo scorso maggio, è stata decisa l'esclusione dall'Europa League per inadempienze fiscali legate all'Irpef.

Da allora la voragine è diventata sempre più profonda e pare intenzionata a risucchiare ancora più in basso il Parma, tanto che ieri si è addirittura profilata la possibilità di giocare a porte chiuse la partita di domenica al Tardini contro l'Udinese. Motivo: gli arretrati di mesi di pagamenti agli steward. Il rischio sarebbe dunque quello di disputare la gara senza spettatori, nonostante Manenti abbia precisato di aver già rassicurato gli addetti alla sicurezza circa l'imminente risoluzione della situazione. 
Rassicurazioni che sono state ripetutamente rivolte anche all'indirizzo della squadra che aveva dato come termine ultimo, prima di procedere con la messa in mora, la giornata di lunedì 16 febbraio, poi prorogato sino al fine settimana; a dare l'annuncio capitan Lucarelli dopo la riunione con il presidente dell'Associazione Italiana dei Calciatori, Damiano Tommasi, anche ieri presente a Collecchio dove si è tenuto un incontro tra Manenti e la squadra, vertice a cui non ha voluto partecipare il centrocampista crociato Daniele Galloppa.

In attesa degli ultimi sviluppi, qui di seguito le tappe che, a due anni dal centenario del Parma, stanno facendo aleggiare il timore di un nuovo fallimento, seppur questo di proporzioni minori rispetto a quello del 2003-04, sia in termini di dimensioni sia di soggetti coinvolti. 
Solo un anno fa, di questi tempi, per i gialloblù cominciava un periodo d'oro con il delinearsi della possibilità dell'Europa League, poi diventata realtà insieme a squadre del calibro di Fiorentina e Inter.

Il sogno però dura poco: a spezzarlo il ritardo nel pagamento dell'Irpef da parte della società. A ringraziare il Torino, classificatosi immediatamente dietro agli emiliani. Seguono ricorsi, proteste e le dimissioni del patron Ghirardi dopo sette anni di presidenza: i tifosi manifestano solidarietà e affetto all'imprenditore bresciano che deciderà così di rioccupare il suo posto continuando a valutare eventuali acquirenti, senza però pagare gli stipendi a partire dalla scorsa estate. L'offerta giusta arriva in dicembre, prima della partita contro la Lazio e in corso di un campionato iniziato (e proseguito) malissimo anche sul campo: si parla di una cordata russo-cipriota guidata dal gioielliere Doca che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di presidente.

Al suo posto s'insedia però un avvocato, al quale segue la breve dirigenza dell'albanese Taci. Durante la carica di quest'ultimo succede il caos: dal mercato invernale con la "svendita" di una serie interminabile di calciatori alla rescissione di Cassano, sino infine all'acquisto della società da parte di Giampietro Manenti al simbolico valore di un euro. Da allora incontri, corse contro il tempo e tante promesse: le uniche cose certe, sinora, sono state però i pignoramenti di alcuni automezzi, la richiesta di fallimento e l'incertezza sulle modalità di gioco della sfida di domenica.

Intanto in mattinata c'è stata un'ulteriore riunione con la squadra, il sindaco Pizzarotti, l'Assessore allo Sport del Comune di Parma Giovanni Marani e i rappresentanti di FIGC, Lega Calcio e Aic. In questi giorni da parte di allenatore e giocatori non sono mancate le manifestazioni di fiducia; la pazienza dei tifosi, invece, sembra essere già finita. E sarebbe bene risolvere la situazione prima che si esaurisca anche quella dei calciatori.

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