I crociati vincono contro l'Inter nel tempio del calcio grazie a un missile dai 30 metri del difensore scuola nerazzurra. Non accadeva dal 1999. Per i ragazzi di D'Aversa sono tre punti fondamentali dopo un inizio di calendario dei non più semplici.
Parma, 16 settembre 2018 - di Luca Gabrielli - San Siro ammutolito e Parma che realizza una vittoria storica
L'impresa è servita. Il Parma in un sabato pomeriggio settembrino compie il miracolo che non ti aspetti davanti a 60.000 persone e apre ufficialmente la crisi per la squadra guidata da Luciano Spalletti.
I crociati giocano una partita votata al contropiede per cercare di sfruttare l'onda d'urto interista e colpire in quegli spazi che inevitabilmente l'avversario ti lascia. L'estremo difensore Sepe, a parte qualche incertezza, è puntuale ogni volta che viene chiamato in causa dalle bocche di fuoco interiste formate da Perisic, Candreva, Nainggolan e la punta Keita che sostituisce l'acciaccato Icardi.
Nel primo tempo le due squadre giocano a viso aperto con i padroni di casa che cercano di sbloccare la partita con azioni però confuse e prive di mordente mentre il Parma, come già detto, gioca una gara di rimessa con le accelerazioni di Gervinho e soprattutto Di Gaudio che portano più di qualche pensiero ai due colossi centrali De Vrij e Skriniar.
La prima metà si chiude quindi con un meritatissimo pareggio ma è proprio nell'intervallo che avviene la svolta del match. Il terzino sinistro Gobbi non ce la fa a rientrare in campo per un problema muscolare e a sostituirlo ci pensa Federico Dimarco, ventunenne pari ruolo in prestito secco proprio dalla società nerazzurra. Pronti via e l'Inter cambia passo mettendo alle corde il Parma che in un modo o nell'altro riesce a salvare il risultato con gli interventi precisi di Gagliolo prima e Dimarco poi. Ed è proprio il terzino neo entrato che alla metà della ripresa è protagonista di un mani sulla linea giudicato dall'arbitro e pure dal "silent check" non degno di un calcio di rigore. L'Inter incomincia a innervosirsi non riuscendo a trovare il goal del vantaggio ma all'81' capita l'inimmaginabile.
Dimarco sulla sinistra raccoglie un pallone innocuo, se lo mette sul sinistro, salta un uomo, guarda la porta, prende la mira e scocca una fucilata dai 30 metri che non lascia scampo un incolpevole Handanovic che può solo guardare il pallone infilarsi all'incrocio dei pali.
Il terzino crociato impazzisce dalla gioia come tutti i suoi compagni che corrono ad abbracciarlo increduli del capolavoro. Una rete che ricorda per bellezza e difficoltà del gesto tecnico il terzino sinistro brasiliano Roberto Carlos, anche lui con un passato interista ma rinnegato inspiegabilmente dall'allora allenatore inglese Roy Hodgson. Uno dei terzini più forti della storia che non era nuovo a goal splendidi dalla distanza con le famose "tre dita" le quali davano un effetto particolare al pallone rendendo quasi imparabili le sue traiettorie.
Dimarco ha sempre detto che ha come idolo proprio Roberto Carlos e ieri sicuramente si può dire di averlo fatto ricordare per un momento. Dopo questa magia l'Inter non riesce più a riprendersi e il Parma esce da San Siro con tre punti sudati e meritati.
L'ultima vittoria crociata qui a Milano risaliva al 1999 con una squadra composta, giusto per fare qualche nome, dai vari Buffon, Thuram, Cannavaro, Veron, Chiesa e Crespo: campioni di un' altra epoca transitati dalla via Emilia. Nella squadra di oggi non ci sono giocatori di questo calibro ma un gruppo che in questo inizio di campionato sembra veramente unito e compatto verso l'obiettivo salvezza.
Ora avanti con il Cagliari in casa per dare un seguito a questi tre punti e continuare a fornire prestazioni degne di nota come le ultime contro big del calibro di Juventus e Inter.