Influenza: “SÌ VAX anche per te”. Questo lo slogan del flash mob che gli operatori dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia hanno organizzato oggi pomeriggio per ribadire l’importanza della vaccinazione.
Reggio Emilia -
Oggi, in coincidenza con l’avvio della Campagna di vaccinazione antinfluenzale promossa dalla Regione Emilia-Romagna, gli operatori dell’Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia hanno organizzato un flash mob con finalità di sensibilizzazione di chi lavora negli ambiti sanitari.
L’iniziativa s’è svolta in tutti e sei gli stabilimenti del Presidio Ospedaliero Provinciale Santa Maria Nuova, alla Casa della Salute di Novellara e al San Lazzaro presso il padiglione Ziccardi sotto la grande quercia. Hanno partecipato medici, infermieri, tecnici e amministrativi oltre alla Direzione dell’Azienda.
Il messaggio che si è inteso trasmettere con lo slogan: “SÌ VAX anche per te” riguarda l’importanza della vaccinazione sia per la parte di popolazione più soggetta ad andare incontro a complicanze in caso d’influenza stagionale, che per il personale sanitario. La prevenzione dell’influenza rappresenta infatti un importante intervento di sanità pubblica per il rilevante impatto dell’epidemia stagionale sulla popolazione, con elevata contagiosità e mortalità, in particolare per gli anziani e le persone con patologie croniche.
E’ stata l’occasione per riaffermare l’importanza della vaccinazione e per confermare, attraverso questo semplice gesto, il rispetto nei confronti di coloro che si affidano agli ospedali per la tutela della loro salute. Al termine del flash mob gli operatori si sono sottoposti alla vaccinazione antinfluenzale.
Fonte: Ausl RE
Sono ore di paura per quattro persone ancora in ostaggio presso le Poste di Pieve Modolena, frazione di Reggio Emilia. Verso le nove di questa mattina, Francesco Amato, uno dei condannati del processo Aemilia, dopo aver fatto uscire i clienti, si è barricato all'interno dell'ufficio postale tenendo in ostaggio cinque dipendenti. Le Forze dell'Ordine che hanno bloccato le via Emilia e svuotato tutti i negozi adiacenti.
Amato, condannato a 19 anni e irreperibile dal giorno della sentenza, è in possesso di un coltello e ha minacciato di usarlo.
Verso le 11 uno degli ostaggi, una dipendente delle Poste, è stata lasciata libera. Appena fuori ha avuto un mancamento ed è stata soccorsa dal 118.
Sono attualmente in corso le trattative, grazie alla direttrice che sta facendo da intermediaria fra Amato e i Carabinieri. Fra le richieste, quella di poter parlare con Salvini.
Mafie. Oggi a Reggio Emilia la sentenza e le condanne del processo "Aemilia". La Regione: "Grazie agli inquirenti e a tutta la comunità regionale che si è schierata con le istituzioni dalla parte della legalità". La Regione ha sostenuto il procedimento stanziando oltre 1,1 milioni per lo svolgimento delle udienze e si è costituita parte civile. Il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Manghi, presente alla lettura del dispositivo.
Bologna -
“Se in passato ci sono state sottovalutazioni o superficialità di analisi rispetto alla penetrazione delle mafie nel nostro territorio, adesso in Emilia-Romagna nessuno si volta più dall’altra parte, negandone il pericolo. Chi lo dovesse fare si renderebbe complice di una realtà che non è più negabile. Questo lo si deve anche al grande impegno che la Regione ha profuso in questi anni fino al sostegno concreto allo svolgimento dei processi sul nostro territorio, alla nostra costituzione come parte civile e con la testimonianza, altrettanto importante, di una comunità regionale che si è schierata senza se e senza ma con gli inquirenti, la Magistratura e gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella battaglia per la legalità, a cui va il grazie di tutti noi. Un fronte unito che va dalle istituzioni ai cittadini che oggi, con la sentenza di primo grado, qui in Emilia-Romagna ha dimostrato tutta la sua grande forza, per un impegno che prosegue in nome dei valori, dei diritti e del civismo che contraddistinguono la nostra comunità”.
È questo il commento dell’assessore alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti, alla sentenza di primo grado del processo “Aemilia”, celebrato a Reggio Emilia contro la 'ndrangheta da quasi tre anni. La Corte, riunita dal 16 ottobre nei locali della Questura reggiana, ha deliberato per i 148 imputati, la condanna per 125, 19 assoluzioni e quattro prescrizioni. Presente in aula alla lettura del dispositivo, in rappresentanza della Regione, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, Giammaria Manghi.
“Un plauso particolare- aggiunge Mezzetti- va al Presidente del Tribunale e ai Pm , per la mole di lavoro svolto e per i tempi relativamente rapidi con cui si è arrivati a questa sentenza di primo grado”.
Il processo si è svolto nel capoluogo emiliano anche grazie allo stanziamento di 450mila euro da parte della Giunta regionale, che si sono sommati ad altri 748 mila euro precedentemente stanziati per sostenere la prima fase del dibattimento a Bologna.
La Regione, che si è costituita parte civile in coerenza con l’impegno messo in campo per combattere la criminalità organizzata, durante il dibattimento del processo, ha articolato la propria deposizione su tre filoni: l’impegno, appunto, contro la criminalità organizzata, il danno subito, civile e patrimoniale, e le attività di prevenzione all’infiltrazione delle mafie nell’ambito della ricostruzione successiva al sisma del 2012.
“L’impegno della Regione- ha aggiunto Mezzetti- risale agli anni 90, quando si avviò un’attività di ricerca e analisi nei territori, con numerose pubblicazioni, a partire dal progetto ‘Città sicure’, che puntavano al monitoraggio e alla denuncia della presenza della criminalità organizzata nei territori. L’impegno è proseguito sul fronte della diffusione della cultura della legalità e dell’antimafia con i tantissimi progetti svolti nelle scuole basati sulla partecipazione dei più giovani e nel recupero dei beni immobili confiscati ai boss per riconsegnarli alle comunità locali, progetti sui quali la Regione ha investito negli ultimi anni 3 milioni di euro. E poi ricordiamo l’attività di prevenzione e controllo sulla ricostruzione post sisma in stretta collaborazione con le Prefetture, con l’avvio del meccanismo delle white list, fino al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabile che abbiamo approvato due anni fa. E proprio in linea con tutto questo, abbiamo voluto che il processo Aemilia si svolgesse qui, nella nostra terra, stanziando 1 milione e 150 mila euro direttamente dal bilancio regionale perché si potessero tenere le udienze prima a Bologna e poi a Reggio Emilia”.
L’IMPEGNO DELLA REGIONE CONTRO LE MAFIE
In collaborazione con l’Università di Bologna, la Regione ha finanziato, unica in Italia, una dettagliata mappatura on-line dei beni immobili confiscati alle mafie. Un impegno riconosciuto anche a livello internazionale, per esempio dallo United Nations Office on Drugs and Crime, che include l’esperienza della Regione Emilia-Romagna come una delle buone pratiche promosse dalle Nazioni unite. Inoltre, l’impegno si è concretizzato nel finanziamento di numerosi progetti prima attraverso la legge regionale n. 3 del 2011, dedicata al contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e al sostegno e promozione della lotta alle mafie e della cultura della legalità, progetti per il recupero di beni confiscati, percorsi formativi nelle scuole, interventi a favore delle vittime e poi del Testo Unico sulla legalità del 2016: dal 2011 al 2018 210 quelli finanziati con un contributo di oltre 4.3 milioni di euro per interventi capillari prevalentemente rivolti a giovani e studenti.
In relazione ai fenomeni di infiltrazione mafiosa che in vari settori delle attività economico-istituzionali si sono manifestati nel corso del tempo in Emilia-Romagna, la Regione ha dunque predisposto norme di contrasto culminate nel Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili, la legge regionale numero 18 del 28 ottobre 2016.
Importante anche il “Protocollo d'Intesa sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati” alla criminalità organizzata ed economica, siglato nel 2017, su proposta del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, dalla Regione Emilia-Romagna e dai diversi attori sociali e istituzionali del territorio emiliano romagnolo. Fra gli obiettivi, quello di rimettere in circolo il più rapidamente i beni sequestrati alla criminalità e, soprattutto, modalità più ampie di gestione di quelle aziende che vengono sequestrate e poi confiscate, in modo tale da salvaguardare il lavoro e i lavoratori. Si tratta di strumento di soft law (produzione di norme prive di efficacia vincolante diretta) che mira a consentire una rapida, seppur temporanea, assegnazione dei beni immobili e dall’altro, sul versante aziendale, a realizzare progetti industriali in grado di assicurare la continuità dell’attività delle imprese e la tutela dei livelli occupazionali.
BENI CONFISCATI ALLA MAFIA IN EMILIA ROMAGNA
A oggi il totale dei beni immobili confiscati in Emilia-Romagna risultano 119: di questi 77 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle criminalità organizzata e solo 26 sono già destinati: su 16 di questi sono in corso progetti di riutilizzo per fini sociali su cui la Regione interviene direttamente. Dal 2011 ad oggi sono stati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna 25 Accordi di Programma su 15 beni immobili confiscati cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1.5 milioni di euro.
E ancora: un Protocollo sottoscritto nella primavera di quest’anno tra la Regione e le Prefetture emiliano-romagnole punta rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali e mafiose in Emilia- Romagna. L’accordo migliora lo scambio di informazioni e dati, aumenta i controlli rispetto ad appalti e concessioni di lavori pubblici, servizi e forniture, estendendoli all'attività urbanistica e all’edilizia privata, dove si punterò anche al rispetto della sicurezza nei cantieri e alla tutela del lavoro.
Capitolo importante è quello della prevenzione delle infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post sisma. L’amministrazione regionale tra le altre misure ha applicato il protocollo sulla legalità sottoscritto con il Governo e le Prefetture, già in vigore all’epoca del terremoto; istituito l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori lavori (White list) individuando le attività maggiormente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa; realizzato l’anagrafe degli esecutori regionale; esteso le categorie di lavori a maggiore esposizione; sottoposto tutti i lavori pubblici alle Linee guida per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (Ccasgo); fornito alle Prefetture e al Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna (Girer) sia l’elenco dettagliato di tutte le aree che sono state acquisite per la realizzazione delle strutture temporanee sia l’elenco delle imprese affidatarie per poter esercitare controlli in corso d’opera. / Gia.Bos.
Regione ER
Gli allievi del Conservatorio Peri Merulo di Reggio Emilia all'Ospedale dei bambini Pietro Barilla di Parma. Una performance musicale speciale dedicata ai loro coetanei ricoverati.
Il suono degli strumenti, le scale musicali e le favole di Gianni Rodari hanno accompagnato i pazienti in un divertente viaggio nella musica.
L'ironia della tromba, il cinguettio dei flauti, la voce dell'oboe o la profondità del contrabbasso e poi la dolcezza del violino e le scale giocose di arpa e viola: così gli allievi del Conservatorio Peri Merulo di Reggio Emilia, diretti da Eleonora Incerti e accompagnati dalla voce narrante di Laura Pazzaglia, hanno voluto presentare gli strumenti al pubblico che martedì mattina ha affollato il cavedio dell'Ospedale dei bambini "Pietro Barilla".
Una performance musicale dedicata ai loro coetanei seduti a pochi passi da loro, appena dietro la vetrata, coinvolgendoli in un ascolto, prima curioso e poi divertito. Il racconto, un po' fantastico e un po' fiabesco, inseguiva un Giovannino Perdigiorno intento ad esplorare nuovi mondi e così i ragazzi venivano accompagnati a salire e scendere scale musicali, a riconoscere timbri e giochi sonori. E partecipavano, sorridendo.
"Che bello vederli ridere, fa solo bene prima di tutto a loro ma anche a noi" ha commentato Maria Rosaria Pieri Nerli, coordinatrice infermieristica del Day hospital pediatrico che volentieri trasforma quella che solitamente è una sala d'attesa in una sala da concerti.
Portare la musica nei reparti pediatrici è una prerogativa della Scuola in ospedale attraverso l'insegnate di educazione musicale Marzia Fusi che crede nella forza positiva delle note soprattutto per chi sta affrontando una lunga malattia. "I concerti sono momenti che creano complicità tra pazienti, insegnanti, personale sanitario e volontari perché tutti diventano spettatori allo stesso modo ed inoltre è un'occasione per fare cultura in Ospedale tant'è che l'insegnante di arpa dell'istituto Peri Merulo si è reso disponibile per lezioni propedeutiche dedicate ai giovani ricoverati".
E l'esperienza ha lasciato un segno anche nei giovani musicisti se una ragazza di undici anni ha commentato con la mamma "Ti prometto che non mi lamenterò più per i troppi compiti, ho capito che i problemi seri sono altri".
Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma
Giovane, sportiva e parmigiana, Elisa Adorni è stata tra le cinque italiane selezionate per il "Donna Moderna Negev Adventure". Il progetto, in collaborazione con l'Ufficio Nazionale israeliano del Turismo, ha coinvolto le lettrici di Donna Moderna, primo magazine femminile in Italia del Gruppo Mondadori, portandole a correre nel deserto del Negev, in Israele.
Quattro tappe, in cui seguite dal coach Federico Bertone, stanno prendendo parte ad una ultratrail di 80 km. Un viaggio all'insegna dello sport in cui poter alternare momenti di relax e di scoperta del territorio in luoghi ricchi di storia come Tel Aviv e Gerusalemme.
Avevamo avuto il piacere di incontrare Elisa prima della partenza (guarda il video) e queste sono alcune foto inviateci ieri, della prima tappa.
Trasportava sull'auto 11 kg di cocaina: cittadino rumeno arrestato dalla Polizia di Stato.
Nel pomeriggio del 26 ottobre scorso, presso il casello autostradale d'uscita di Modena Sud, una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale ha fermato un'autovettura BMW serie 3 sulla quale viaggiava un ventinovenne di nazionalità rumena.
Nonostante da immediati accertamenti risultasse incensurato, il giovane ha dato immediatamente chiari segni di nervosismo e parlando in inglese asseriva di non comprendere la lingua italiana, per evitare in questo modo di dare spiegazioni sulla sua destinazione e sul motivo del viaggio.
Insospettiti dal comportamento del fermato, gli agenti hanno richiesto l'ausilio di un secondo equipaggio e lo hanno accompagnato presso la Sottosezione di Modena Nord per approfondire il controllo sulla persona e sul veicolo.
La perquisizione del veicolo ha dato esito positivo: dopo un'attenta ricerca, infatti, sono stati individuati due vani chiusi con un lamierino metallico, appositamente ricavati nel retro dello schienale dei sedili posteriori. Al loro interno stati rinvenuti diciassette panetti termosaldati e avvolti in pellicola che, successivamente sottoposti a narcotest, sono risultati contenere complessivamente 11,156 Kg. di cocaina e 21 gr. di eroina.
Alla luce di quanto emerso, il ventinovenne rumeno è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e tradotto presso la locale Casa Circondariale, come disposto dal Magistrato di turno, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Oltre allo stupefacente, sono stati posti sotto sequestro anche l'autovettura utilizzata per il trasporto dello stupefacente, un navigatore satellitare rinvenuto all'interno del veicolo, due telefoni cellulari e circa 1.100,00 € in contanti.
Maltempo: caduti sul bacino del Taro, nel parmense, 200 millimetri di pioggia in 6 ore. Raffiche di vento a 90 Kmh a Bologna, 110 Kmh in Appennino. Piante cadute e tetti scoperchiati nel piacentino, ferrarese e modenese. E al largo della costa ferrarese onde di 4 metri.
Bologna –
LA SITUAZIONE E GLI INTERVENTI IN EMILIA-ROMAGNA
Secondo i dati Arpae, tra domenica e lunedì le medie areali di pioggia caduta nel piacentino e nel parmense sono state di 150 millimetri, di 90 nel reggiano e modenese. In particolare, ieri, sul bacino del fiume Taro (Pr) si sono scaricate piogge fino a 200 millimetri in 6 ore.
I danni più rilevanti sono stati provocati dalle forti raffiche di vento, la cui intensità ha raggiunto i 110 kmh in Appennino e zone pedecollinari, fra 70 e 80 sulla costa; a Bologna alcune raffiche, nel pomeriggio, sono arrivate a toccare i 90 chilometri orari. Molte le piante cadute e gli scoperchiamenti di tetti: i fenomeni più gravi si sono verificati a Bobbio e Morfasso, nel piacentino, a Bondeno, nel ferrarese, e a Guiglia, nel modenese con interruzione di alcune strade provinciali e comunali.
Situazioni critiche si sono verificate sull’Appennino per smottamenti e frane. E prima neve sopra i 1300 metri.
Le mareggiate hanno provocato forti danni sull’intera costa, con erosioni diffuse e alcune ingressioni nei lidi ravennati e al Lido di Spina. Danneggiati molti stabilimenti balneari.
Ancora, Arpae comunica che l’altezza dell’onda misurata al largo della costa ferrarese è arrivata a 4 metri, mentre a Cesenatico ha raggiunto i 2,60 metri.
I Vigili del Fuoco hanno effettuato centinaia di interventi: sono stati impegnati tutti e 9 i Comandi provinciali, 40 squadre complessive, soprattutto per la rimozione di alberature, la sistemazione di tetti e cornicioni.
L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile ha emanato una allerta gialla, valida dalle 12.00 di oggi e fino alle 24 di domani, mercoledì 31 ottobre, per criticità idraulica nella pianura emiliana centrale per il passaggio della piena nei tratti vallivi di Secchia e Panaro, e per criticità idrogeologica nei bacini emiliani centrali e occidentali per la possibilità di residui dissesti, legati alle piogge già avvenute.
L’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in stretto raccordo con Arpae E-R, seguirà l’evoluzione della situazione; si consiglia di consultare l’allerta e gli scenari di riferimento sulla piattaforma web: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it.
EMILIA-ROMAGNA IN AIUTO AL VENETO
È partita alle 8 di questa mattina la colonna mobile regionale di Protezione civile, formata da 10 squadre e 36 volontari, per Feltre, nel bellunese. Dopo l’ondata eccezionale di maltempo che si è abbattuta ieri nell’intero territorio nazionale, l’Emilia-Romagna ha risposto così alla richiesta di sostegno alla Regione Veneto da parte del Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Attrezzature per il rischio idraulico (torri faro, motopompe, pompe da fango, badili, eccetera) e un mezzo pesante, che trasporta un escavatore (bobcat) è la dotazione della colonna mobile regionale, che resterà in Veneto fino alla fine dell’emergenza e opererà per il ripristino di situazioni di agibilità nei centri urbani allagati.
L’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile ha messo a disposizione anche 180 gabbioni per il rialzo arginale, le barriere antiallagamento, per contrastare la piena del fiume Piave.
Sul versante regionale, grande impegno ieri per contrastare i fenomeni temporaleschi e il forte vento che ha interessato l’Emilia-Romagna investita da fenomeni meteorologici inusuali e persino inediti.
Il volontariato di protezione civile ha mobilitato oltre 200 persone, di cui 81 nel parmense, 50 nel ferrarese, altrettanti nel reggiano e altri nei territori più colpiti.
“Grazie a tutti i volontari e a coloro che si sono prodigati per portare soccorso ai cittadini nella difficile giornata di ieri e che oggi sono ancora al lavoro- afferma l’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo-. E grazie anche ai volontari che, con la colonna mobile regionale, porteranno il loro aiuto al Veneto così duramente colpito. Come sempre, il grande cuore dell’Emilia-Romagna, non si tira indietro di fronte alle difficoltà e riesce a intervenire con competenza e professionalità nelle situazioni di emergenza. Questa è la migliore risposta di una comunità resiliente come quella emiliano-romagnola”.
Rapinano due malcapitati in via Santi, dietro l’edificio dell’anagrafe comunale di Modena: tre giovani inseguiti ed arrestati dagli agenti della Polizia di Stato.
Modena -
Ieri sera, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto tre persone, due cittadini marocchini di 19 e 18 anni ed un cittadino tunisino di 22 anni, poiché colte in flagranza del reato di rapina aggravata e per resistenza a Pubblico Ufficiale.
Ad allarmare le Forze dell’Ordine, durante il servizio di controllo del territorio, delle grida di aiuto in via Santi, dalla parte retrostante dell’edificio che ospita l’anagrafe comunale. Girato l’angolo, gli operatori di Polizia hanno notato la presenza di tre ragazzi che stavano malmenando due uomini di origini pakistane, colpendoli alla testa e al volto, utilizzando anche una grossa catena. Alla vista dell’autovettura di servizio, i tre si sono dati ad una rocambolesca fuga nelle vie limitrofe in direzione di via Cesari.
Il 19enne ed il 22enne hanno scavalcato un cancello ed alcune recinzioni di confine, ma sono stati raggiunti e fermati entrambi, dopo una violenta resistenza. Hanno infatti colpito un agente con un pugno, cagionandogli un trauma distrattivo al terzo dito della mano sinistra con ecchimosi locale, refertato con 6 giorni di prognosi. Anche il marocchino di 18 anni, dopo essersi disfatto della catena, inseguito dall’altro uomo dell’equipaggio, è stato raggiunto ed ha tentato di sfuggire alla cattura sferrando calci e pugni, prontamente respinti.
Uno dei due pakistani aggrediti ha riportato lesioni personali giudicate guaribili in 6 giorni mentre l’altro, a causa dei traumi riportati, lesioni al volto e trauma cranico, è rimasto in osservazione presso il nosocomio di Baggiovara.
In fase di denuncia i due malcapitati hanno riferito di essere stati avvicinati dai malfattori prima con la scusa di una sigaretta e poi con la richiesta di avere in prestito un telefono per effettuare una chiamata. Dopo il rifiuto dei giovani, il 18enne ha strappato di mano il cellulare ad una delle vittime ed alla richiesta di riaverlo indietro, il 19enne ha prelevato una catena dal cestino della bici della vittima ed ha iniziato a colpirli, seguito dai suoi amici. Durante il pestaggio anche l’altro pakistano è stata derubato del telefonino.
I tre soggetti sono stati accompagnati presso gli Uffici della Questura per la stesura degli atti di rito. Dagli accertamenti presso le banche dati nazionali, tutti i soggetti sono risultati essere clandestini nel territorio dello Stato ed hanno alle spalle numerosi precedenti: il marocchino di 19 anni per reati contro il patrimonio e per immigrazione clandestina, il tunisino per reati in materia di stupefacenti ed il 18enne per falsa attestazione a P.U. sulla propria identità, lesioni personali, porto di oggetti atti ad offendere, rapina, furto aggravato e per ingresso e soggiorno illegale nel territorio nazionale. Quest’ultimo è risultato essere destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale per i minorenni dell’Emilia Romagna emessa nel marzo scorso.
Tutti e tre i soggetti sono stati altresì deferiti all’A.G. per lesioni personali e per inottemperanza alle norme sugli stranieri. Su disposizione del P.M. di turno, sono stati condotti all’interno delle celle della locale Casa Circondariale, in attesa di convalida da parte del GIP.
Uno dei due telefoni, marca Vodafone di colore bianco, è stato rinvenuto a seguito di perquisizione personale effettuata a carico del marocchino di 18 anni e restituito al legittimo proprietario.
L’esemplare, una femmina di 8 anni, è stata trovata a ottanta metri da casa, in località Sassofosco. Il branco si è avvicinato alla casa dove il cane era tenuto in cortile.
PRIGNANO (MO) –
Torna la paura dei lupi in Appennino. A farne le spese, nella notte di mercoledì scorso, una dolcissima femmina di pastore maremmano di otto anni di nome Amour che è stata attaccata e sbranata da un branco.
L’episodio è avvenuto in località Sassofosco, dove il maremmano, considerata una razza “anti lupo” per la forza e la stazza imponente, era tenuta nel giardino della casa dei proprietari per fare la guardia. Il branco, evidentemente, non ha avuto remore nell’avvicinarsi alle abitazioni. A questo punto, il cane sarebbe riuscito a liberarsi dalla catena per difendersi dall’attacco, ma i lupi erano in superiorità numerica e non ha avuto speranze.
Non vedendola in giardino i proprietari si sono messi sulle sue tracce. Giovedì mattina, la cagnolina più piccola ha cominciato ad abbaiare forsennatamente nella zona adiacente il torrente Rossena. Ed è qui che è stato ritrovato il corpo straziato della dolce Amour.
La giovane si trovava in auto con il fidanzato e una coppia di amici quando la vettura ha iniziato a sbandare per poi urtare il guard rail e cappottarsi. È stata sbalzata dall’auto e per lei non c’è stato niente da fare. Grave l’amica. Quasi illesi i due ragazzi.
MODENA –
Doveva sposarsi a breve Elisa Boschi, la 31 enne modenese che ha perso la vita ieri in un terribile incidente sull’Autostrada A4, all’altezza del casello di Arluno.
La giovane stava viaggiando insieme al fidanzato e a una coppia di amici, tutti modenesi, sulla Torino-Venezia quando, attorno alle 16.30, per cause in corso di accertamento, l’auto ha cominciato a sbandare per poi urtare il guardrail e cappottare al centro della carreggiata. Elisa è stata sbalzata dall’auto, mentre l’amica 29 enne che viaggiava con lei sul sedile posteriore è rimasta incastrata tra le lamiere.
Immediati i soccorsi del 118, che è intervenuto anche con l’elisoccorso. I sanitari hanno praticato sulla giovane un massaggio cardiaco, ma le sue condizioni erano troppo gravi e la 31 enne è deceduta durante il trasporto all’ospedale di Magenta. L’amica è stata invece trasferita d’urgenza al Niguarda di Milano.Per lei la prognosi è riservata per le fratture e le contusioni gravi riportate.
Se la caveranno invece in pochi giorni i due ragazzi di 33 e 34 anni che viaggiavano sui sedili anteriori. Per loro solo alcune escoriazioni giudicate non gravi dai sanitari. Uno di loro è il fidanzato di Elisa. I due dovevano sposarsi a breve, ma l’incidente ha spezzato la vita della ragazza e il suo progetto di vita. Per accertare la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità è stata disposta un’inchiesta che dovrà stabilire, tra le altre cose, se le ragazze avevano le cinture di sicurezza allacciate, obbligatorie per legge anche per chi viaggia sui sedili posteriori.