Andrea Corò, volto noto a Parma per aver fondato dieci anni fa PORTOS, Associazione Culturale di Promozione Sociale, è venuto a mancare oggi, giovedì 22 novembre, dopo avere lottato a lungo contro una grave malattia.
Da anni al fianco della compagna Sara Vasé, era impegnato con iniziative solidali sia in città che fuori Parma, come nel caso del terremoto in Emilia del 2012. Tanti i progetti realizzati in questi anni, fra cui l’appuntamento ormai ricorrente con i doni nel periodo di Natale, ai piccoli pazienti del Maggiore ricoverati nel Reparto di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, diretta da Edoardo Caleffi.
Gazzetta dell’Emilia si stringe attorno a Sara, famiglia e amici.
Sotto accusa i macchinari cuore-polmone utilizzati durante gli interventi di cardiochirurgia presso il Salus Hospital, che sarebbero state il vettore del micobatterio chimera. Il Ministero della Salute apre un’inchiesta. Al vaglio un centinaio di cartelli cliniche. Sei morti sospette anche in Veneto.
REGGIO EMILIA -
È il micobatterio chimera il responsabile del decesso di due pazienti, avvenuta questa estate, dopo essere state ricoverati presso il Salus Hospital di Reggio Emilia per un intervento di cardiochirurgia.
Sotto accusa le macchine cuore-polmone che consentono la circolazione extracorporea nel corso di alcuni particolari interventi cardiochirurgici. Il batterio, infatti, potrebbe essersi annidato nell’acqua per raffreddare l’apparecchiatura e da qui essersi liberato un aerosol con il microrganismo, che ha contagiato i pazienti.
I casi sono stati segnalati al Ministero della Salute e la Regione Emilia Romagna ha aperto un’inchiesta. L’attenzione si è concentrata, come si legge in una nota della Regione, su una ventina di macchine cuore polmone, di cui cinque già dismesse, delle trenta presenti in Emilia Romagna. Saranno poi passate al vaglio le cartelle cliniche di altre due pazienti, poi deceduti, ricoverati presso la stessa clinica e segnalati come “casi sospetti”. I controlli, poi, sono stati avviati anche su un centinaio di cartelle sanitarie relative a persone sottoposte a interventi di cardiochirurgia, soprattutto a carico delle valvole cardiache, nel periodo 2010-2017.
“Siamo di fronte a un evento raro, causato probabilmente da un lotto di macchinari prodotti dalla stessa azienda”, ha dichiarato l’Assessore per la Salute dell’Emilia Romagna Sergio Venturi, che ha aggiunto, “La Regione sta preparando un'informativa che invierà a tutti i pazienti operati nelle cardiochirurgie che hanno richiesto l'utilizzo della macchina cuore-polmone. "Vogliamo informarli sulle infezioni e che qualora avvertissero quei sintomi per periodi prolungati si devono rivolgere al medico di base".
MA CHE COS’È IL MICOBATTERIO CHIMERA?
Si tratta di un batterio identificato per la prima volta nel 2004, comunemente diffuso in natura, in particolare nell’acqua potabile e generalmente non è pericoloso per la salute. “Casi invasisi da micobatterio chimera”, fa sapere il Ministero della Salute, “sono stati riscontrati in Europa, e non solo, e sono stati associati all’utilizzo di dispositivi di raffreddamento-riscaldamento (Heater-Cooler Devices Hcd) necessari a regolare la temperatura del sangue in circolazione extracorporea durante interventi cardiochirurgici, per lo più per la contaminazione dei pazienti tramite aerosol proveniente dall’acqua delle taniche dei dispositivi”. “La prima identificazione di un caso di infezione associato a questo tipo di dispositivo”, aggiunge il Ministero, “risale al 2014, anche se attraverso indagini retrospettive è stato possibile riconoscere casi verificatisi a partire dal 2001”.
Attualmente, per i casi di infezione da micobatterio chimera, non esiste una terapia e la mortalità si attesta attorno al 50%. Il periodo di incubazione dopo l’esposizione è piuttosto lungo e dura in media 17 mesi, con un range da 3 a 72. I sintomi sono aspecifici e includono affaticamento, febbre e perdita di peso. A questo proposito, la Regione Emilia Romagna sta preparando un’informativa che invierà a tutti i pazienti ricoverati nelle strutture di cardiochirurgia, operati con l’utilizzo della macchina cuore-polmone, invitandoli a rivolgersi al proprio medico curante nel caso di verificassero successivamente al ricovero sintomi febbrili.
LA REPLICA DELLA CLINICA SALUS HOSPITAL DI REGGIO EMILIA
Intanto, anche la clinica Salus Hospital di Reggio Emilia, in una nota ha voluto precisare che “i pazienti cardiochirurgici coinvolti nell’indagine erano affetti da polipatologie e al momento non risultano comunicazioni di casi accertati”. Ha poi aggiunto che “All’epoca dei fatti l’esistenza e la probabilità di esposizione al batterio tramite l’utilizzo di questi macchinari non poteva essere conosciuta, perché i medici italiano hanno appreso tale problematica successivamente”.
Sui macchinari, prodotti dall’azienda Stockert di Friburgo, la clinica ha poi specificato che la manutenzione “è stata eseguita dall’azienda distributrice italiana con cadenza annuale, seguendo le indicazione per il trattamento dell’acqua con l’azione battericida” e che i macchinari “sono stati immediatamente dismessi e sostituiti con modelli aggiornati”.
E sulla sterilizzazione ha aggiunto "I rigorosi processi di sterilizzazione degli ambienti, del personale preposto per tutto il periodo di impiego dei macchinari e dei macchinari stessi in uso nelle sale operatorie di Salus Hospital sono sempre stati eseguiti con estrema accuratezza di tutti i protocolli previsti. E tutti i certificati di analisi sono sempre risultati negativi al Mycobacterium chimaera".
L’ospedale ha poi ribadito che: “Il presunto legame fra alcuni dei decessi e le infezioni tramite il macchinario di riscaldamento extracorporeo è attualmente ancora in fase di valutazione da parte degli organi preposti”.
Intanto, si indaga anche su altri sei casi sospetti in Veneto.
Controlli congiunti della Polizia Municipale e del SIAN: chiuso un pubblico esercizio in via Emilia Est per gravi carenze igienico sanitarie.
Parma -
Continuano i controlli congiunti del Reparto di Polizia Annonaria Amministrativa della Polizia Municipale e del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione del Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna, con verifiche a tutela dei consumatori. Nello specifico, è stato ispezionato un pubblico esercizio in via Emilia Est, apparentemente ordinato ed in perfette condizioni igienico sanitarie ma, con “dispense” e cucina in pessime condizioni. Al controllo degli ispettori utensili e contenitori, destinati ad uso alimentare, si presentavano sudici rovinati ed in parte rotti. Ceppi di lavorazione stoccati a terra vicino al bidone dei rifiuti. Sul piano di lavorazione detersivo sfuso vicino a gamberi sfusi. Nell’area di lavorazione SUSHI era presente del pesce conservato in frigo privo di alcuna indicazione e non bonificato (la scheda di abbattimento compilata al 17/11 con impiego 20/11). Il pesce è stato alienato immediatamente.
Tale situazione ha portato il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione del Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna a disporre la chiusura immediata dell’attività fino al ripristino delle condizioni igienico sanitarie, con comunicazione al settore competente del Comune di Parma per il prosieguo di competenza. Inoltre l’attività è stata sanzionata per la carenza d’igiene ed il non rispetto della procedura di lavorazione del SUSHI (abbattimento), per la mancata esposizione degli orari di apertura e chiusura e la mancata esposizione esterna del menù.
"Si conferma l'ottimo lavoro degli agenti del Reparto Polizia Annonaria della Polizia Municipale e del SIAN" commenta l'Assessore alla Sicurezza del Comune di Parma Cristiano Casa "Continuano i controlli a tappeto sul nostro territorio a tutela della salute dei consumatori e della concorrenza. Continueremo con rigore, sia perchè quello che viene riscontrato in questi esercizi è inaccettabile, sia perchè nella città di Parma, dove il cibo è una colonna portante di identità ed attrattività,non è possibile vi siano esercizi commerciali che prestano scarsa attenzione alle materie prime ed alla tutela della salute dei clienti. A Parma attività di questo tipo hanno e continueranno ad avere la vita difficile".
Si sono tenuti questa mattina nella frazione di Bomporto i funerali della bimba di 11 anni deceduta domenica a causa di un arresto cardiaco. I compagni di classe seguiti da uno psicologo per elaborare il lutto
SORBARA DI BOMPORTO (MO) –
Si sono tenuti questa mattina nella chiesa di Sorbara i funerali della piccola Noemi Nesi, la bambina di 11 anni morta domenica pomeriggio in seguito a un arresto cardiaco mentre si trovava in casa con i genitori.
Tanta commozione per la scomparsa della piccola che, sebbene si fosse trasferita con la famiglia nella frazione di Bomporto da Pistoia appena un anno e mezzo fa, aveva conquistato il cuore dei compagni di classe e delle insegnanti della scuola elementare di Sorbara, dove frequentava l’ultima classe.
Fin da piccolissima, Noemi si è dimostrata una guerriera. Nel 2007, a pochi mesi dalla nascita, i medici le hanno diagnosticato una cardiomiopatia dilatativa e un grave scompenso cardiaco. Fin da subito era stato chiaro che Noemi aveva bisogno di un cuore nuovo. Tuttavia, all’aggravarsi delle sue condizioni, in mancanza di un donatore, a sei mesi di vita, le era stato impiantato un cuore artificiale, alla quale era rimasto attaccata per nove mesi, a fronte di una durata media nella storia clinica di soli tre mesi. Un vero miracolo, a dimostrazione anche della tempra e della voglia di vivere della bambina. Finalmente, nel novembre del 2008, i cardiochirurghi dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna sono riusciti a eseguire il trapianto grazie a un piccolo donatore.
Quel cuore nuovo ha accompagnato Noemi per 11 anni, fino al pomeriggio di domenica, quando la bimba è stata trovata incosciente dai genitori nella sua cameretta. Inutili i soccorsi tempestivi dei sanitari, intervenuti in via della Quercia con due ambulanze e l’elisoccorso. Per più di un’ora il personale medico ha eseguito il massaggio cardiaco nella speranza di fare ripartire il cuoricino di Noemi, ma per la bimba non c’era più nulla da fare.
Sconcerto e smarrimento tra i compagni di scuola di Noemi, che hanno avuto la notizia della sua scomparsa a piccoli passi e che nell’elaborazione del lutto sono stati affiancati da uno psicologo.
Gazzetta dell’Emilia è entrata nel comando provinciale di Parma, sito in Via Chiavari, per conoscere e raccontare da vicino i Vigili del Fuoco, un Corpo Nazionale al servizio dei cittadini, sempre in prima linea durante le situazioni di emergenza.
Articolo di Sara Bondani
Parma -
Sono da poco passate le nove e il telefono squilla. In caso di emergenza, il primo soccorso parte dalla Sala Operativa. E’ questo, infatti, l’ufficio che riceve le chiamate dei cittadini o delle altre Forze dell’Ordine e proprio da lì inizia la nostra visita al Comando provinciale di Parma, accompagnati da Fabrizio Finuoli, Sostituto Direttore Antincendi Capo Esperto e Responsabile Informazione e Comunicazione.
A rispondere al 115 è uno dei due addetti di turno preposti. Un momento fondamentale, per adempiere al meglio alla richiesta di soccorso. Il primo contatto telefonico e la tempestiva raccolta di informazioni precise servono, infatti, a valutare a dovere il numero di unità e i mezzi di soccorso da mettere in campo. Mentre siamo lì, assistiamo in diretta ad una richiesta di intervento per fuga di gas. In 60 secondi i Vigili del Fuoco sono pronti a partire. Il mezzo è appena stato controllato, come avviene alla fine di ogni turno di 12 ore, e gli uomini scattano subito all’avviso della campanella. In un attimo sono tutti sul mezzo di soccorso che esce a sirene spiegate.
Una vera corsa contro il tempo. L’obiettivo ministeriale è infatti quello di coprire l’intero territorio di competenza di ciascuna sede in soli 20 minuti, cosa non facile data la vastità di ogni pertinenza.
Nella provincia di Parma, oltre al Comando di Via Chiavari, sono presenti quattro Distaccamenti quali Fidenza, Langhirano, il Distaccamento Aeroportuale e quello dei Volontari di Borgotaro. Quando capita che i mezzi impiegati non siano sufficienti per raggiungere le zone più periferiche del territorio in breve tempo, viene chiesto l’aiuto del Nucleo Elicotteri Vigili del Fuoco di Bologna.
In caso di emergenza pochi minuti fanno davvero la differenza. Servono prontezza, efficienza ed una buona dose di coraggio e prestanza fisica, ma non solo, servono nervi saldi e lucidità nell’agire nonostante l’alto tasso di stress.
Per questo motivo, - ci spiega Fabrizio Finuoli - l’attenzione del Ministero dell’Interno è sempre più rivolta al sostegno degli operatori in ambito psicologico, che si rende necessario per affrontare le situazioni a forte impatto emotivo, evitando possibili disturbi post-traumatici. Il Corpo, infatti, è sempre in prima linea a fronteggiare le emergenze, sia a livello locale che nazionale. Nel recente tragico caso del crollo del Ponte Morandi a Genova, avvenuto nel mese di agosto, anche personale del Comando dei Vigili del Fuoco di Parma si è unito a prestare soccorso fra le macerie. Sicuramente uno dei momenti più significativi di questo ultimo anno di attività.
L’essere sempre in prima linea a fronteggiare calamità naturali e grandi eventi disastrosi fa assumere alla figura dei Vigili del Fuoco una veste eroica rendendoli molto amati dalla gente. Ne sono prova tangibile i numerosi gesti di affetto da parte dei cittadini. Capita spesso - ci dicono - che giungano al Comando donazioni spontanee di persone grate e affezionate al Corpo. Gesti che ripagano della grande umanità dimostrata nel servizio a favore degli altri, giorno e notte, a soccorso di persone, ma anche a salvaguardia di beni e a tutela dell’ambiente.
Le richieste di intervento giunte al Comando di Parma nel 2017 sono state più di 4mila e hanno riguardato per lo più, incendi, incidenti stradali e infortuni sul lavoro.
Le attività svolte includono poi, oltre al soccorso tecnico urgente, la prevenzione incendi, la formazione dei lavoratori e i servizi di vigilanza nelle manifestazioni pubbliche. Numerose anche le collaborazioni con Enti pubblici e privati per diffondere la cultura sulla sicurezza, tramite esercitazioni e visite di istruzione per le strutture scolastiche. Grazie ad attività come “Pompieropoli” lo scorso anno sono stati coinvolti circa 1000 studenti delle scuole di Parma. Ed è proprio l’ampio ventaglio di attività che, negli ultimi vent’anni, ha agevolato l’ingresso di quote rosa all’interno di un lavoro considerato da sempre prerogativa maschile. Presso il Comando di Parma attualmente sono in servizio tre donne, fra cui il Vice Comandante Annalicia Vitullo, fuori sede durante la nostra visita.
“E’ una concezione un pò vetusta quella che associa al nostro lavoro l’immagine del Vigile del Fuoco solamente uomo” - ci spiega Ilenia Casiddu, 34enne originaria di Cagliari e da Settembre 2016 operativa in via Chiavari.
“Fermo restando che la prestanza fisica abbia un ruolo fondamentale in taluni servizi e anche per entrare in questo Corpo sia necessario superare dure prove pratiche - uguali per ambo i sessi -, ci sono molti casi in cui non serve dare prova di forza, proprio per l’ampia casistica di interventi effettuati regolarmente.” - racconta. Quando le chiediamo poi di possibili pregiudizi dovuti al suo essere una bella e giovane donna, in un ambito lavorativo a forte prevalenza maschile, non fa che confermare il clima sereno che si respira in Caserma. “Per fortuna non sono trattata diversamente da un uomo e con i colleghi ho instaurato un bellissimo rapporto. Siamo tutti uguali e vige un atteggiamento molto collaborativo”.
Inutile quindi farne un discorso di genere, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è una grande famiglia unita dalla volontà di prestare servizio a favore degli altri, come recita la frase storica del Comando di via Chiavari “Omne pro alieno bono - tutto per l'altrui bene”.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Sette apparecchiature di ultima generazione per la dialisi. La generosa donazione in memoria del marito Ugo Sandei. La moglie Bruna Sartori: "Questa apparecchiature hanno consentito a mio marito di vivere 13 anni e abbiamo deciso di ringraziare il reparto che ci ha amorevolmente seguito".
Parma -
"Queste apparecchiature hanno consentito a mio marito di vivere per 13 anni nonostante la malattia e così, insieme ai miei figli Pietro e Stefano, abbiamo deciso di ringraziare il reparto dove abbiamo trovato tanta professionalità e tanta umanità in ogni momento della nostra lunga frequentazione". Sono le parole commosse di Bruna Sartori quando annuncia al Prof. Enrico Fiaccadori, direttore della Nefrologia dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, la sua intenzione di donare ben sette apparecchiature per dialisi che andranno a sostituire quelle più obsolete e rinforzeranno la dotazione del reparto che potrà così offrire ai pazienti ricoverati nelle strutture del Maggiore le tecnologie più avanzate per la cura dell'insufficienza renale.
Una donazione importante quella della signora Sartori che come unico ringraziamento ha chiesto di dedicarla al marito Ugo Sandei, recentemente scomparso. "L'ho fatto con il cuore - afferma la signora - sperando che migliori sempre di più le condizioni di vita dei pazienti che dipendono da queste macchine".
E il suo obiettivo sarà raggiunto, come spiega il professor Fiaccadori: "Le nuove apparecchiature sono molto versatili e consentono un trattamento personalizzato a seconda delle condizioni in cui si trova il paziente. Inoltre sono semplici da usare, con un indubbio vantaggio in termini di sicurezza sia per i pazienti sottoposti al trattamento che per il personale sanitario. Sono facili da trasportare al letto del paziente in qualsiasi reparto esso si trovi ricoverato, ad esempio Rianimazione, evitando il notevole disagio di un suo spostamento".
Il trattamento dialitico dell'insufficienza renale cronica è notevolmente impegnativo, in quanto richiede almeno quattro ore di tempo, e deve essere effettuato almeno tre volte alla settimana. E nel caso dei dializzati cronici – sono circa un centinaio i pazienti seguiti direttamente dal Centro di Nefrologia del Maggiore - per 52 settimane all'anno. In alcuni casi di insufficienza renale acuta in terapia intensiva il trattamento può essere giornaliero e può richiedere fino a 12 ore. Ecco perché ogni piccolo grande gesto può alleviare una grande sofferenza.
Ai sentiti ringraziamenti del prof. Fiaccadori e del personale del reparto con la coordinatrici infermieristiche Mara Cauli e Rosa Salamina si sono uniti quelli del responsabile della struttura interaziendale Ingegneria clinica Matteo Berghenti; della direttrice della 1a Anestesia e rianimazione Sandra Rossi e del direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Massimo Fabi.
Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma
Tanti i visitatori che nel weekend hanno affollato i padiglioni di Modena Fiere, tra laboratori creativi, il padiglione dedicato agli anni 70, 80 e 90, lo spazio enogastronomico e quello per i più piccoli.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
MODENA –
Piace il nuovo “volto” di Curiosa in Fiera d’Autunno, che nel fine settimana ha radunato nei padiglioni di Modena Fiere tanti visitatori, soprattutto famiglie con bambini, a giudicare dagli oltre 2000 braccialetti ritirati per partecipare alle attività, gli oltre 800 diplomi rilasciati da Pompieropoli e migliaia di spiedini alla frutta distribuiti dallo stand Conad “Mangiando s’impara.
E le ragioni del successo possono essere sintetizzate in una parola: varietà. Sì, perché Curiosa quest’anno è stata caratterizzata da una diversificazione che è stata in grado di attirare una tipologia trasversale di pubblico. Accanto alle tradizionali idee per lo shopping natalizio, tra idee regalo, abiti, accessori, ma anche decorazioni, presepi di alto valore artistico, curiosità, dalla onnipresente “spazzola magica” che districa i nodi, alle lampade al sale, anche in versione artistica, i visitatori hanno potuto “toccare con mano” e sperimentare nei laboratori creativi come realizzare piccoli oggetti.
Nell’area dedicata all’enogastronomia, poi, i sapori della penisola si sono incontrati in grande stile: dallo speck tirolese ai cannoli siciliani, dai taralli pugliesi al pecorino sardo, dalla spianata toscana alla nduja calabrese, passando per i salumi di Norcia alla salsiccia di cinghiale umbra, dalla toma piemontese ai cioccolatini cuneesi. A fare gli “onori”, e i profumi di casa, naturalmente, le specialità modenesi, come cotechino e zampone, tortellini, tigelle e borlenghi, parmigiano reggiano e Aceto Balsamico tradizionale di Modena.
Tanta curiosità ha poi riscosso il padiglione “70 80 90 – Roba dell’altro secolo”, un tuffo nel passato prossimo che ha visto protagonista la musica, con le voci e i volti del Picchio Rosso, le canzoni del Radio Stella Live “Speciale Fiera” e i protagonisti Alberto Camerini, P Lion e Paolo Mengoli. E, nell’epoca di ITunes e Spotify, i vinili continuano ad affascinare, come dimostra la curiosità di fronte alle copertine dei grandi successi “vintage”, da Michael Jackson a Madonna, da Vasco Rossi ai Pink Floyd, senza contare le richieste per i vinili presso lo stand “Affare fatto”. In pista, o, meglio, in passerella, anche le Miss, con una madrina d’eccezione, la cantante Jo Squillo.
Vera chicca in mostra, le auto originali di due celeberrimi telefilm degli anni Ottanta, la Dodge Charger del ‘69, meglio nota come la General Lee guidata dai fratelli Duke in Hazzard, e la Pontiac Firebird Trans Am del 1982, la KITT che in Supercar dialogava con il protagonista Michael Knight.
A metà tra un salone di design e una mostra, Artigiana Design ha incuriosito per tante idee curiose e originali, come i simboli della “modenesità”, tra cui i tortellini, stampati su cuscini, elementi d’arredo e bigiotteria.
Molto più che uno stand quello dedicato agli Angeli di Anna Corsini, la pittrice modenese di fama internazionale che ha fatto innamorare con i suoi angeli-bambini, teneri e romantici. Non solo quadri, ma anche calendari, quaderni per gli appunti, portafortuna e stampe in tiratura limitata per un regalo natalizio davvero unico.
Infine, boom di visitatori anche per l’area dedicata all’handmade modenese, con le associazioni Creartisti, “A spasso tra le rose”, “Per filo e per segno”, “Dal filo in poi” e “Nuovo gruppo artistico” che hanno proposto pezzi unici e originali.
La piccola è stata trovata dai genitori riversa nella sua cameretta. Inutile l’intervento dei sanitari, intervenuti con due ambulanze e l’elisoccorso. La bimba a 12 mesi era stata sottoposta a un trapianto cardiaco.
SORBARA DI BOMPORTO (MO) –
Una terribile tragedia ha colpito ieri la comunità di Sorbara, frazione del Comune di Bomporto (Modena). Ieri doveva essere un giorno di festa, con le bancarelle della Festa d’Autunno e un preludio di atmosfere natalizie. Ma attorno alle 17.45 una bambina di appena 11 anni, Noemi, si è sentita male mentre era a casa con i genitori.
Mamma e papà, non vedendola arrivare per la merenda, hanno bussato alla porta della sua cameretta, facendo la terribile scoperta. La piccola era riversa a terra, priva di sensi. Immediato l’intervento dei sanitari, che sono intervenuti con due ambulanze e l’elisoccorso. Sul posto anche la Polizia Municipale per facilitare l’intervento dei sanitari, dato il giorno di festa.
È stato tentato il tutto per tutto, ma nonostante i disperati tentativi di rianimarla, Noemi è morta per arresto cardiocircolatorio. La ragazzina soffriva di una patologia cardiaca fin dalla nascita e ad appena un anno di vita era stata sottoposta a un trapianto di cuore. Nonostante le difficoltà a cui la vita l’aveva messa davanti, frequentava con piacere e profitto la scuola a Sorbara, dove era benvoluta da compagni e insegnanti.
Come da prassi in questi casi, il corpicino è stato trasportato al Policlinico di Modena, dove rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria. Probabilmente verrà disposta l’autopsia per capire le cause che hanno portato al decesso della ragazzina.
Intanto, la comunità sorbarese si stringe sgomenta attorno alla famiglia. Commosso il messaggio lasciato sulla sua pagina Facebook dal vicesindaco di Bomporto Tania Meschiari:
“Questi sono momenti molto tristi per la comunità sorbarese. La tragedia che ci ha colpito ieri è delle peggiori. Il dolore straziante di una famiglia, il dolore di tutte le persone che conoscevano Noemi, la difficoltà degli adulti nel dover spiegare ai suoi compagni di scuola che purtroppo si può morire a quell'età. Noemi era una bimba speciale e tutti i suoi compagni, da quando arrivò nella scuola di Sorbara, l'hanno accolta con tutte le attenzioni che meritava e coperta di amorevole cura come si può fare con un amico che ha necessità di attenzioni. Lei percepiva questo amore e non mancava di ricambiarlo. Il lavoro sull'inclusione da parte delle insegnanti le ha permesso di vivere a pieno i suoi compagni e viceversa. In questi momenti una comunità si stringe intorno ai famigliari ed al loro dolore. Le più sentite condoglianze ai genitori nella consapevolezza che Noemi resterà nei nostri cuori e nei dolci ricordi che ci ha regalo quotidianamente nel volerci dimostrare che nonostante le sue difficoltà, la forza e l'orgoglio le permettevano di superare grandi ostacoli lasciando sempre qualcuno a bocca aperta regalandoci grandi lezioni di vita.
Ciao Noemi ❤”
In tantissimi allo stadio Ennio Tardini di Parma per una sfida benefica ad ingresso gratuito tra le Vecchie Glorie del Parma Calcio e gli Amici di La Cultura si fa Sport, composta da giornalisti, autorità e imprenditori.
La partita “Un Goal per Giocamico” in collaborazione con Parma 1913 e Parma Academy, svoltasi ieri, domenica 18 novembre è stata organizzata per raccogliere fondi da donare all’Associazione Giocamico Onlus, che dal 1998 si fa carico delle attività ludico ricreative dei piccoli pazienti ricoverati all’Ospedale dei bambini di Parma.
L'evento si inserisce all'interno della manifestazione La Cultura si fa Sport 2018, arrivata alla settima edizione, che Sabato 27 ottobre aveva ospitato presso l'Auditorium Paganini un interessante evento di educazione allo sport insieme ad Arrigo Sacchi, Vincenzo Pincolini e Luca Baraldi.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Raid notturno all’Ariosto di Reggio Emilia: distrutte cinque finestre lanciando sassi dal parco Cervi, l’ex campo Tocci. Sporta denuncia ai Carabinieri.
Reggio Emilia -
Mattina di disagi, ieri, al liceo classico, dopo che alcuni vandali, nella notte di martedì, hanno distrutto cinque finestre lanciando sassi dal parco Cervi, l’ex campo Tocci.
Il danneggiamento ha costretto la dirigente scolastica Rossella Crisafi a trovare una nuova sistemazione a cinque classi per garantire comunque il regolare svolgimento delle lezioni. Ben cinque le finestre, di aule del primo e del secondo piano, distrutte dai vandali con sassi e pietre anche di grandi dimensioni.
La Provincia di Reggio ha subito predisposto la sostituzione dei vetri, così da garantire per oggi il rientro delle classi nelle rispettive aule.
I danni ammontano ad almeno un migliaio di euro e la stessa dirigente Crisafi si è già recata nella caserma dei carabinieri per sporgere denuncia contro ignoti. La speranza è che le numerose telecamere presenti nella zona possano consentire di risalire agli autori della stupida bravata.
“Al di là del danno economico arrecato alla comunità e del disagio provocato ai ragazzi, ridotto comunque al minimo grazie all’intervento della dirigente scolastica e all’interessamento della consigliera provinciale Ilenia Malavasi, è comunque grave questo troppo frequente ripetersi di atti di vandalismo nei confronti di beni pubblici che si registrano un po’ in tutta la provincia: lo è ancora di più quando si prende di mira una scuola, che è il luogo deputato alla crescita e allo sviluppo delle competenze dei nostri giovani – commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni – Danneggiare una scuola o un parco frequentato da bambini significa violare una intera comunità: da parte delle istituzioni, ma anche delle famiglie, deve pertanto essere assicurato il massimo impegno perché il rispetto delle regole e dei valori di comunità rimangano sempre al centro del nostro vivere insieme”.
Fonte: Provincia di Reggio Emilia