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Lunedì, 10 Febbraio 2014 14:45

Bastiglia saluta Oberdan Salvioli

Questa mattina, si sono tenuti i funerali del giovane volontario vittima dell'alluvione che ha colpito la Bassa modenese -

Modena, 10 febbraio 2014 -

Bastiglia ha dato l'ultimo saluto a Giuseppe Oberdan Salvioli, unica vittima dell'alluvione che ha colpito la Bassa modenese in seguito a una falla apertasi nell'argine del fiume Secchia domenica 19 gennaio. Oberdan Salvioli, 44 anni, era scomparso, inghiottito dalle acque, nella notte tra il 19 e il 20 gennaio mentre, a bordo di un canotto, tentava di mettere in salvo alcuni suoi concittadini in balia delle acque. Le ricerche di Salvioli non si erano mai interrotte finché, mercoledì 5 febbraio, il suo corpo era stato ritrovato nel Naviglio. Gremita la palestra Comunale "Alvaro Gasperi" di Bastiglia, adibita a chiesa, dove, questa mattina, si sono tenuti i funerali del giovane volontario, che lascia i genitori, i fratelli e una figlia di 15 anni. Oltre ai familiari, ai numerosi amici e ai concittadini di Bastiglia, erano presenti in forma ufficiale, anche il Sindaco di Bastiglia, Sandro Fogli, che ha proclamato il Lutto Cittadino, e i rappresentanti delle istituzioni. Per la Regione Emilia Romagna era presente l'Assessore alla Difesa del Suolo Paola Gazzolo. Tante anche le persone comuni che hanno sfidato la pioggia e hanno voluto salutare per l'ultima volta Oberdan.
"Alle volte nella vita, si superano ostacoli e riflettendo ci si meraviglia di quanta forza e coraggio si ha avuto in quel momento".
Si legge nel ricordo di Oberdan distribuito ai presenti. Un libretto di fotografie che lo ritraggono sorridente, scherzoso, pieno di vita. Quella vita che ha dato per gli altri.

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Piano terra e seminterrati allagati, a causa di atti vandalici compiuti verosimilmente nella notte tra domenica e lunedì: questa la situazione trovata questa mattina agli operatori sanitari -

Reggio Emilia, 10 febbario 2014 -

La Direzione dell'Azienda USL informa che questa mattina all'apertura del Poliambulatorio di Via Monte San Michele i primi operatori entrati in servizio hanno trovato il piano terra e i seminterrati allagati, a causa di atti vandalici compiuti verosimilmente nella notte tra domenica e lunedì.
I malviventi, entrati spaccando una finestra, hanno tolto un sifone da un lavandino e aperto i rubinetti, oltre a tentare di scassinare la macchina distributrice di bevande.
Tutti gli operatori si sono prodigati per cercare di ridurre al minimo i disagi per i cittadini.
Funzionano regolarmente il CUP e l'Ufficio Relazioni con il Pubblico, l'Ufficio protesica, mentre è inagibile l'attività sanitaria al piano 0.
L'ambulatorio di cardiologia è stato rinviato, dando la disponibilità di una seduta aggiutiva.
L'attività odontoiatrica è stata sospesa a causa del blocco degli impianti necessari al funzionamento degli ambulatori. Inagibili anche gli archivi e gli spogliatoi del personale.
Le persone che avevano appuntamenti questa mattina sono state contattate e sono stati riprogrammati gli appuntamenti.
Si sono verificati disagi inevitabili per le persone che avevano appuntamenti a inizio mattinata.
Nel pomeriggio di oggi l'attività riprenderà regolarmente.

(Fonte: Ufficio Comunicazione Azienda Usl di Reggio Emilia)

 

La bambina di soli sei anni è stata trovata dal Carabienieri, in lacrime e febbricitante all'esterno, sul retro di casa -

Reggio Emilia, 10 febbraio 2014 -

"Ho fatto la monella". Con il viso rigato dai graffi e gli occhi pieni di lacrime, la bambina di 6 anni ha spiegato così perché si trovava all'esterno sul retro della casa dove viveva, a piedi scalzi e con il viso rivolto verso il muro.
Soccorsa da due carabinieri della compagnia di Castelnovo Monti che stavano effettuando un servizio di controllo del territorio, la piccola è stata subito tranquillizzata e fatta accomodare in macchina dai militari, che hanno poi avvertito il soccorso medico per i graffi al volto e perché la bambina sembrava febbricitante.
A quel punto i genitori della piccola sono usciti di casa e hanno cercato di rassicurare gli uomini dell'Arma, giustificando il racconto della figlia come una bugia da bambini. Ma la storia non ha convinto i Carabinieri, che hanno attivato i servizi sociali per la piccola. La bambina è stata quindi condotta in una struttura sanitaria, dove è stata ricoverata a causa della febbre alta e medicata per i graffi con una prognosi di 7 giorni.
Dopo gli accertamenti, i militari sono riusciti a raccogliere diversi elementi a carico dei due coniugi che confermano la versione della piccola. I genitori, lui 40enne e lei 30enne, sono stati quindi denunciati alla Procura reggiana in ordine al reato di maltrattamenti in famiglia. Dei fatti è stata informata anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Bologna.

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I due parmigiani, entrambi senza lavoro, avevano preso dimora in un albergo di Castrocaro -

Parma, 10 febbraio 2014 -

Alloggiavano abusivamente in un albergo abbandonato a Castrocaro (Forlì – Cesena), per questo una coppia di disoccupati parmensi, lui 38enne e lei 35enne, sono stati denunciati dai Carabinieri per violazione di domicilio. I due non avevano rispettato un provvedimento del Questore, firmato lo scorso anno, di ritorno nel comune romagnolo per i prossimi tre anni, quindi dovranno rispondere anche dell'accusa di inosservanza all'ordine di allontanamento.

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Accertamenti amministrativi e giudiziari in 14 centri estetici, 11 nel capoluogo e 3 in comuni della provincia: per ben 9 dei centri estetici sono stati avviati i procedimenti amministrativi di cessazione dell'attività -

Reggio Emilia, 7 febbraio 2014 -

Negli ultimi anni nella nostra provincia – ma soprattutto nel capoluogo – si è assistito a un vero e proprio boom dei centri estetici e massaggi gestiti da cinesi. In molti casi, però, oltre ai tradizionali trattamenti e alle antiche manipolazioni tipiche delle culture orientali, le operatrici asiatiche offrono anche un altro tipo di servizio, ancora più vecchio. Ma nonostante l'evidenza di questo fatto, le forze dell'ordine fino ad ora non erano riuscite a bloccare lo sfruttamento della prostituzione e le attività che ne beneficiano.
Nelle ultime settimane, però, la Polizia ha effettuato una serie di accertamenti amministrativi e giudiziari in 14 di questi centri estetici, 11 nel capoluogo e 3 in comuni della provincia. Alla fine, per ben 9 dei centri estetici sono stati avviati i procedimenti amministrativi di cessazione dell'attività - con provvedimento del Sindaco del comune di competenza – poiché venivano gestiti senza la presenza del direttore tecnico e per la contestazione di altre irregolarità. Tali riscontri hanno anche comportato sanzioni per alcune migliaia di euro.
La norma a cui fanno riferimento tali attività commerciali prevede che per ogni centro estetico venga designato un direttore tecnico, il quale deve essere in possesso di un attestato rilasciato dopo un percorso formativo ed è tenuto a garantire la sua presenza all'interno del centro durante lo svolgimento dell'attività.
A compendio delle indagini sono stati deferiti all'autorità giudiziaria due italiani che facevano i direttori tecnici in 3 diversi centri estetici ubicati in più comuni. Ma anche una cittadina cinese, che vantava la qualifica professionale di estetista rilasciata dalla Regione Calabria, risultata poi falsa. Per finire, a un'altra cittadina cinese titolare di un centro estetico è stato notificato il provvedimento di espulsione con l'immediato accompagnamento al Cie. Sono tuttora in corso ulteriori controlli in altri centri estetici della provincia.

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Spacciava a numerosi giovani della provincia, ma anche a ragazzi che venivano appositamente 'in trasferta' da Modena e Mantova -

Reggio Emilia, 6 febbraio 2014 -

Tagliava e confezionava l'eroina in diversi casolari abbandonati della Bassa reggiana. Poi la spacciava a numerosi giovani della provincia, ma anche a ragazzi che venivano appositamente 'in trasferta' da Modena e Mantova. E per battere la concorrenza aveva anche approntato una strategia di marketing aggressiva: come i supermercati, infatti, praticava il classico 2 X 1. L'uomo, un cittadino pakistano 32enne domiciliato a Cadelbosco Sopra, è stato sottoposto ieri sera al provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal Gip del tribunale di Reggio con l'accusa di spaccio di stupefacenti aggravato dalla continuazione del reato.
Quello ricostruito dai Carabinieri del nucleo operativo di Guastalla era un giro d'affari molto redditizio. L'indagine era iniziata alla fine dello scorso ottobre, quando i militari avevano appreso che un cittadino pakistano dedito allo spaccio di eroina perfezionava la droga nei casolari in stato di abbandono posizionati in zone isolate della Bassa reggiana.
Per verificare la fondatezza della notizia, gli uomini dell'Arma hanno quindi predisposto in uno dei casolari un servizio di sorveglianza, che alla fine ha consentito di fermare un cliente subito dopo l'acquisto della droga. Il giovane reggiano aveva acquistato due dosi di eroina e Alì - questo il nome di battaglia con cui il pusher era conosciuto nell'ambiente – gliene aveva regalate altre due come promozione.
Dal telefono del cliente i Carabinieri sono poi risaliti a quello del pusher, che è stato intercettato. Le attività tecniche hanno permesso di ricostruire una proficua attività di spaccio: una volta interrogati numerosi clienti, i militari hanno infatti potuto accertare centinaia di cessioni di eroina, per un business di svariate migliaia di euro.Le risultanze investigative dei Carabinieri, concordate dalla Procura reggiana e recepite dal GIP, hanno quindi portato all'odierno provvedimento restrittivo, che ha visto il pusher finire in carcere.
Durante la perquisizione eseguita nell'abitazione di Cadelbosco Sopra, dove il pusher è stato arrestato, sono stati rinvenuti una decina di cellulari per i contatti con i clienti, circa 10 grammi tra hashish e cocaina, oltre 2.000 euro in contanti - provento dello spaccio visto che il pakistano era nullafacente – insieme a un'agenda che fungeva da libro contabile, ora al vaglio degli inquirenti.

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Due minorenni reggiane hanno denunciato il fatto alla sezione Polizia postale e delle comunicazioni di Reggio -

Reggio Emilia, 6 febbraio 2014 -

Aveva creato un blog sul sito wordpress.com in cui due ignare ragazze minorenni si presentavano come disponibili ad avere rapporti sessuali con chi le avesse contattate. Alla fine della scorsa settimana due giovani reggiane hanno denunciato il fatto alla sezione Polizia postale e delle comunicazioni di Reggio.
Le due minorenni erano preoccupate che la notizia si fosse già sparsa nella loro scuola. Infatti sulla pagina web erano anche stati pubblicati i link ai loro profili Facebook e post fasulli con commenti osceni di persone che le avrebbero incontrate. Trattandosi di minori, gli uomini del comandante Niccolai hanno immediatamente deciso di oscurare il blog. La procura della Repubblica di Reggio ha così emesso un decreto che proibisce ai provider italiani di fornire l'accesso alla pagina incriminata. Successivamente, gli agenti di polizia hanno contattato i responsabili del sito internet - con sede negli Stati Uniti - per ottenerne i dati di creazione.
Ma il diffamatore misterioso potrebbe non rimanere tale ancora per molto. Infatti, non appena verranno definiti i termini per rendere legalmente valida la richiesta di traffico telematico presentata dalle forze dell'ordine, si arriverà all'identificazione della connessione internet usata per creare il blog e quindi al suo utilizzatore.

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 L'uomo, era stato condannato ad una pena detentiva per una precedente rapina e stava usufruendo da tre giorni di un regime di semilibertà per lavoro -

di I.R. - Reggio Emilia, 6 febbraio 2014

Prima ha cercato di farsi consegnare il denaro dagli impiegati, poi è scappato facendosi scudo con un cliente. Alle 13 di ieri un uomo è entrato nella filiale della Banca Popolare dell'Emilia Romagna di via Emilia Santo Stefano, in pieno centro a Reggio. Con il volto travisato da cappello e sciarpa, il rapinatore ha iniziato a minacciare il personale. La filiale però era in chiusura e quindi non era possibile prelevare alcunché dalle casse automatizzate.
Il malvivente si è dato allora alla fuga, prendendo in ostaggio l'unico cliente presente, che poi ha rilasciato poco fuori dall'istituto di credito. "Ero in banca a fare un bonifico – racconta l'uomo visibilmente provato – e ho visto entrare un uomo con il volto coperto da cuffia e sciarpa. Teneva la mano nella giacca come se avesse una pistola. Quando gli impiegati gli hanno detto che non c'erano soldi e si è reso conto che non c'era più niente da fare, è andato di corsa verso l'uscita. Dopo aver fatto cadere a terra un signore anziano che stava entrando, mi ha preso per il collo e mi ha costretto a seguirlo. Adesso tu vieni con me, mi ha detto. Ma alla fine mi ha lasciato pochi metri più avanti".
Il malcapitato cliente ha subito avvertito la Questura, e così è partita la caccia all'uomo. Ma è durata poco. Infatti il rapinatore, probabilmente inesperto, nella fuga aveva abbandonato sotto a un cassonetto il giubbotto e lo zaino. La giacca corrispondeva perfettamente a quella ripresa indosso al rapinatore dalle videocamere della banca. Ma è stato il contenuto della sacca a rivelare l'identità del malvivente. Infatti gli agenti hanno rinvenuto all'interno un tesserino rilasciato dall'Amministrazione Penitenziaria, appartenente al detenuto Luigi Spezzano. L'uomo, condannato ad una pena detentiva per una precedente rapina, stava usufruendo da tre giorni di un regime di semilibertà per lavoro fino alle 14.
A questo punto, gli uomini della Polizia hanno raggiunto la casa circondariale, dove alle 14 precise lo hanno potuto 'accogliere'. La posizione del detenuto, riconosciuto come autore del tentativo di rapina, è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria.

Nella galleria immagini la foto del malcapitato cliente preso in ostaggio

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La notte del 27 gennaio gli uomini della Polizia erano andati a casa del cittadino lituano per un controllo e si erano invece imbattuti in un sosia -

di Ivan Rocchi - Reggio Emiia, 6 febbario 2014 -

Aveva ingaggiato un sosia per poter uscire indisturbato di casa, quando invece avrebbe dovuto rimanere ai domiciliari. La notte del 27 gennaio gli uomini della Polizia erano andati a casa del cittadino lituano per un controllo e si erano invece imbattuti in un sosia che si spacciava per il detenuto. L'autore della messinscena si era poi dato alla macchia.
Nella giornata di martedì il cittadino lituano è stato condotto in carcere, perché il tribunale gli ha revocato il beneficio dei domiciliari. E sempre martedì, poco dopo le 13.00, avevano fine le ricerche mai interrotte del sosia del detenuto. Una volante in servizio nel centro storico ha infatti individuato l'uomo in via Roma, in pieno centro. Privo di documenti, il sosia è stato accompagnato in Questura e identificato per il cittadino georgiano K. T., di 44 anni. L'uomo è stato poi affidato all'Ufficio immigrazione ed espulso dall'Italia in quanto immigrato irregolare.

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Da un po’ di tempo una banda di malviventi sta imperversando a Reggio e provincia. In realtà il gruppo ha razziato i garage di tutta l’Emilia-Romagna, alla ricerca di macchine di lusso, costose biciclette, attrezzi da lavoro e prodotti per la casa.

di IR - Castelnovo di Sotto  5 febbraio 2014 - 

L'altra notte due uomini, probabilmente componenti della banda, hanno preso di mira un plesso condominiale di piazza XXV Aprile, a Cadelbosco Sopra. Ma la trasferta nel reggiano non è andata a buon fine per i ladri - il lituano Mantas Jakstys, 24enne residente in Lituania e l’ucraino Dmytrov Uzbekov, 33enne residente proprio a Cadelbosco Sopra - che alla fine sono stati arrestati dai Carabinieri con l'accusa di tentato furto aggravato in concorso.

Verso le 4 di mattina alcuni residenti avevano notato che i due malviventi si aggiravano con il volto coperto sciarpe intorno all’area condominiale che conduce ai garage, così hanno chiamato subito il 112. Una volta giunti sul posto, i carabinieri hanno posizionato la vettura di traverso rispetto alla rampa che conduce ai garage, bloccando l’uscita. I due malviventi hanno sentito l’arrivo dei carabinieri e hanno provato a risalire la rampa, ma si sono imbattuti negli uomini dell’Arma, che li hanno bloccati.

“Ci siamo persi”. E’ stata questa la giustificazione dei due giovani alla vista dei carabinieri, una scusa che tuttavia è stata smentita dai fatti: la ricognizione dei luoghi ha consentito infatti di appurare che i due stavano compiendo il raid furtivo. Alla luce di quanto accertato e considerata la flagranza di reato, i due sono stati arrestati. Questa mattina sono comparsi davanti al Tribunale di Reggio Emilia per rispondere di quanto a loro contestato. Fervono ora le indagini per appurare se i due, come si sospetta, appartengano al più nutrito popolo della banda dei garage. 

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