Il bando comunale che ricerca un giornalista sulla sicurezza urbana provoca sconcerto fra i professionisti dell'informazione -
di Sara Bondani Piacenza, 31 gennaio 2014 -
Si è da poco concluso il bando indetto dal Comune di Piacenza, per assumere con contratto di collaborazione un giornalista, che verrà individuato tramite selezione pubblica,
all'interno del progetto "Io non ho paura – Sicurezza urbana, allarme sociale e informazione" e la polemica incalza. Già perché oltre alla naturale formazione che dovrebbe essere assicurata al candidato, il bando si pone fra gli obbiettivi di favorire una corretta informazione a livello locale, "che eviti di stimolare sentimenti incontrollati di paura tali da sfociare in comportamenti intolleranti o discriminatori".
Una forma non troppo implicita di sottolineare quanto l'informazione necessiti di creare insicurezza e paura fra i cittadini, per il bisogno di titoli accattivanti, che facciano clamore mediatico. Continua il bando "l'uso costante di titoli ad effetto, di immagini appiattite su stereotipi e pregiudizi, di scelte stilistiche che sembrano calcolate per provocare un disgusto "oggettivo" nei lettori, dipingono un fatto come problema, piaga o minaccia dell'ordine sociale."
Un' eccessiva preoccupazione espressa dal Comune, tramite il bando, verso dei lettori forse incapaci di discernere la notizia, perché troppo accecati dal clamore dei titoli? Un modo, forse, per spostare l'attenzione dal problema della sicurezza cittadina, al rischio di creare paure e falsi allarmismi?
Proprio per cercare di limitare il "rullare di tamburi mediatico" che accompagna i temi della sicurezza urbana e impedire le paure dei cittadini, il bando del comune si pone come obiettivo la formazione giornalistica, un'attività di ricerca sulla terminologia utilizzata dai media locali per illustrare e descrivere episodi che riguardano la sicurezza urbana, capaci di "condizionare i comportamenti e distorcere le percezioni".
Un bando che si incentra sull' opinione pubblica e sul bisogno di non creare "falsi allarmismi" in tema di sicurezza, che ha destato la pronta reazione dei giornalisti locali e ha richiamato l'attenzione della Federazione Nazionale Stampa Italiana e dell'Associazione Stampa Emilia Romagna, che esprimono - attraverso il sito www.aser.bo.it - lo "sconcerto di fronte a un'iniziativa che pare concepita per "addomesticare" o "imbavagliare" l'informazione su temi tanto importanti in ambito locale quali la cronaca nera e la sicurezza. Un bando giudicato dal Sindacato dei giornalisti profondamente offensivo nel presupporre l'incapacità dei colleghi piacentini di informare la cittadinanza con la correttezza e l'onestà richieste dalla deontologia professionale.
Un bando che forse dimentica che "la formazione e la deontologia sono tematiche precipue dell'Ordine dei giornalisti e non delle istituzioni o della politica", come giustamente sottolinea l'Associazione.
L'ex patron di Parmalat e l'ex direttore finanziario della multinazionale del latte all'incidente probatorio richiesto dall'ex presidente dell'Hellas Verona Giambattista Pastorello -
Parma, 31 genniao 2014 -
L'ex patron di Parmalat Calisto Tanzi e l'ex direttore finanziario della multinazionale del latte, Franco Gorrerri, sono stati ascoltati come testimoni nel corso dell'incidente probatorio, una sorta di acquisizione formale delle prove, richiesto dall'ex presidente dell'Hellas Verona Giambattista Pastorello, indagato in uno dei tanti filoni d'inchiesta scaturiti dal crack Parmalat, e la cui posizione è al vaglio del giudice per l'udienza preliminare Maria Cristina Sarli.
Pastorello è indagato per bancarotta fraudolenta, secondo la Procura, dal 1998 al 2004 Tanzi sarebbe stato il vero proprietario dell'Hellas Verona, operazione che avrebbe fatto fuoriuscire illegalmente 16,7 milioni dalle casse del Parma calcio, capitali che sono considerati patrimonio di quella che fu la Parmalat dell'era Tanzi.
Secondo gli inquirenti, il tutto sarebbe avvenuto anche tramite cessioni fittizie di calciatori.
Per queste vicende il prossimo 27 marzo Tanzi dovrebbe patteggiare una pena di due mesi, che si aggiungerà alle condanne già ricevute.
La donna aveva acquistato uno smartphone online e su richiesta dell'inserzionista, aveva versato 200 euro -
Reggio Emilia, 31 gennaio 2014 -
Ormai capita sempre più spesso di acquistare prodotti e servizi su Internet. E uno dei settori più gettonati per gli acquisti online rimane senza dubbio quello dell'hi-tech, anche per le tante offerte che è possibile trovare. Su siti come Amazon, infatti, tablet e cellulari la fanno da padroni. Ma bisogna sempre stare in guardia, come dimostra la truffa capitata a una 30enne residente a Baiso, un piccolo comune nella provincia di Reggio.
La donna aveva acquistato uno smartphone su un noto sito di e-commerce e su richiesta dell'inserzionista, con cui aveva contatti via e-mail, aveva versato 200 euro sulla sua carta ricaricabile Postepay. All'accredito dell'importo, tuttavia, non era corrisposta la spedizione, mentre il venditore si era reso reperibile.
A seguito della denuncia della donna, sono subito scattate le indagini dei carabinieri della stazione di Baiso. Dopo una serie di riscontri tra l'account di posta elettronica, l'IP del computer utilizzato per l'annuncio trappola e la Postepay dove erano stati versati i soldi, i carabinieri hanno denunciato per truffa alla procura reggiana un 50enne della provincia di Varese. L'uomo non era nuovo a tali espedienti, come rivelato dai suoi precedenti: in passato aveva già compiuto decine di truffe.
Su Internet nessuno è anonimo, in quanto ogni utente è associato a un numero IP utilizzato per collegarsi al web. Se si è quindi caduti in una finta vendita online, si può riuscire ad arrivare al responsabile e chiamarlo in causa, almeno per il risarcimento del danno subìto. La prima cosa da fare, ricordano i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Emilia, è quella di raccogliere le prove (stampa della pagina web in cui era presente l'annuncio, eventuali risposte e-mail, numeri di telefono) e presentarsi alla più vicina stazione per sporgere una regolare denuncia. Per fortuna, per la donna reggiana c'è ora la possibilità di essere risarcita in sede penale, a conclusione dell'iter processuale. Ma non sempre per queste storie c'è un lieto fine, anzi.
Un "mi piace" pericoloso su Facebook che ha portato alla querela e al rischio di una sanzione da sei mesi a tre anni -
Parma, 30 gennaio 2014 -
La Procura di Parma ha chiesto un rinvio a giudizio per diffamazione per un uomo che ha espresso con "un like" il proprio consenso ad un commento offensivo, all'interno di una discussione sul noto social network, scoppiata fra due donne. Lo rende noto la Gazzetta di Parma, riportando che per quel "mi piace", l'uomo rischia da sei mesi a tre anni e una multa di circa 500 euro. L'accusa è di concorso in diffamazione aggravata e l'uomo dovrà affrontare il processo.
La Polizia Municipale ha trovato fra i prodotti in commercio la merce scaduta, che avrebbe dovuto essere ritirata proprio per questa ragione -
Piacenza, 30 gennaio 2014 -
Alcune confezioni di pancetta affumicata a cubetti, una confezione di totano decongelato, pacchetti di snack al cioccolato: prodotti diversi, accomunati dal fatto di essere esposti sugli scaffali nonostante avessero superato la data di scadenza. Lo ha verificato la Polizia Municipale, nei giorni scorsi, in un punto vendita cittadino di media distribuzione, su segnalazione di un cittadino che poco prima aveva acquistato gli snack scaduti nello stesso esercizio.
Durante il controllo effettuato presso il negozio, gli agenti hanno trovato fra i prodotti in commercio la merce scaduta, che avrebbe dovuto essere ritirata proprio per questa ragione. Al termine degli accertamenti, gli alimenti in questione sono stati sequestrati ed è stata comminata, all'esercizio commerciale, un sanzione pari a 3166 euro.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
Una lite nel negozio gestito dal figlio nella frazione di Sant'Antonio, proseguita poi in strada -
Piacenza, 30 gennaio 2014 -
E' accaduto ieri verso mezzogiorno quando un piacentino di 64 anni si è presentato nell'esercizio commerciale gestito dal figlio, 41 enne, per poi aggredirlo davanti ai clienti.
Una discussione degenerata prima all'interno e poi seguita all'esterno del negozio, sito nella frazione di Sant'Antonio. Alla lite è seguita l'aggressione armata, quando il padre si è avventato contro il figlio estraendo un coltello. L'uomo nel tentativo di difendersi è rimasto ferito, ma non sembrerebbe niente di grave. Il padre è stato arrestato con l'accusa di lesione aggravata e sarà processato per direttissima.
A destare l'allarme della donna il malore del piccolo di 5 anni: soccorsi d'urgenza -
Reggio Emilia, 29 gennaio 2014
Un piccolo braciere per riscaldare l' abitazione, avrebbe provocato l'intossicazione da monossido di carbonio, di una donna cingalese di 49 anni e del figlio di cinque anni, residenti a Castelnovo Monti. A chiamare i soccorsi, la scorsa notte è stata la donna allarmata dal malore del bambino. La dinamica dei fatti è ancora al vaglio dei carabinieri e dei vigili del fuoco.
Portati d'urgenza all' Ospedale di Castelnovo Monti, sono stati trasferiti a Fidenza per un trattamento in camera iperbarica, ma le loro condizioni non sono gravi.
Un nuovo strumento per la lotta all'evasione fiscale: le multe non pagate dal 2004 al 2012 risultano corrispondere a 37 milioni di euro -
Parma, 29 gennaio 2014 -
Anche a Parma la Polizia Municipale ha ora in dotazione un Auto-Detector, un dispositivo che, mediante tecnologie innovative, consente in primo luogo di individuare i veicoli sottoposti a fermo amministrativo, ma anche di sanzionare le infrazioni più gravi del codice della strada.
Il sito del Comune riporta che "dal 2004 al 2012 sono state accertate violazioni al codice della strada per 82 milioni di euro, di cui il 70% è stato regolarmente riscosso; restano da riscuotere 24 milioni di euro, che sono raddoppiati per effetto del mancato pagamento. Di questi 48 ne sono stati riscossi 12 milioni e ne mancano all'appello quasi 37. A Parma e provincia figurano come circolanti 10.000 veicoli sottoposti a fermo amministrativo."
Come funziona Auto-Detector
Attraverso tecnologie innovative, permette di leggere costantemente le targhe dei veicoli, parcheggiati o in movimento (su entrambe le carreggiate della strada e in entrambi i sensi di marcia), sottoposti a fermo amministrativo e quindi appartenenti a contribuenti morosi.
Il dispositivo viene posizionato direttamente sul tetto dell'auto-pattuglia che svolge il suo normale servizio. Auto-Detector elabora le immagini, estrapola i dati relativi alla targa, li visualizza sul display interno all'auto in servizio e li confronta in tempo reale con una "hot-list" presente a bordo del veicolo e contenente l'elenco delle auto segnalate.
Nel caso in cui si riscontri una targa segnalata, si attiva immediatamente un segnale acustico di allarme, in modo da consentire agli operatori a bordo della pattuglia di intervenire, mentre vengono inviati alla centrale operativa i dati precedentemente registrati per favorire l'immediata localizzazione del veicolo.
Lo strumento è già da tempo utilizzato dalle forze dell'ordine in Italia e all'estero con ottimi risultati, come ad esempio presso il comando di Polizia Municipale di Torino, dove il suo utilizzo ha permesso di incrementare il riscosso del 35%.
Auto-Detector, in futuro, quando sarà utilizzato per tutte le sue funzioni, darà inoltre un aiuto importante per migliorare la mobilità urbana: sarà infatti utilizzabile anche per accertare ed eventualmente sanzionare comportamenti lesivi o potenzialmente pericolosi come la sosta in doppia fila, negli spazi riservati alla fermata dei mezzi pubblici, sugli spazi dedicati alle persone disabili e sui passaggi pedonali, senza che l'operatore debba fermarsi e scendere dal veicolo, avendo cosi un notevole risparmio di tempo.
Infine, l'Auto-Detector è in grado di individuare, tramite i database precedentemente inseriti, anche auto rubate, auto non revisionate alla scadenza e auto di proprietari con patenti sospese.
Il dispositivo, una volta individuati i veicoli, consente di procedere al fermo immediato del mezzo, alla sanzione amministrativa (dai 770 ai 3086 euro) da parte della Polizia Municipale, ma anche al pignoramento dell'auto in presenza dell'ufficiale di riscossione.
(Fonte: Comune di Parma)
Tentata truffa, il Comune ribadisce: "Nessun addetto chiede arretrati delle tasse a domicilio" -
Piacenza, 28 gennaio 2014 -
Appresa la notizia dell'ennesima tentata truffa ai danni di un'anziana residente in città, adducendo il pretesto di un arretrato di 18 mila euro per il saldo di presunte tasse comunali, il Servizio Entrate del Comune di Piacenza precisa che in nessun caso, anche in presenza di importi tributari dovuti all'Amministrazione, vengono inviati addetti a domicilio per il recupero dei crediti.
Al contrario, qualora si verificasse la necessità di ricordare o sollecitare un pagamento, viene sempre spedito al cittadino un avviso ufficiale in forma scritta, nel quale si invita l'interessato a presentarsi presso gli uffici competenti o a fornire la documentazione necessaria a chiarire la propria situazione.
L'esortazione, per chi venisse contattato da sedicenti operatori comunali a casa propria, è sempre quella di rivolgersi alla Polizia Municipale o alle Forze di Polizia dello Stato per le opportune, tempestive verifiche e per dissuadere persone malintenzionate. Per eventuali informazioni o dubbi riguardanti la propria posizione tributaria, si possono chiamare i seguenti numeri del Servizio Entrate: 0523-492775 o 0523-492778.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
Truffa online ai danni di due ambulanti per una presunta sagra in piazza Cavalli -
Piacenza, 24 gennaio 2014 -
Arrivavano rispettivamente dal Tirolo e da Padova, i due ambulanti che si sono presentati questa mattina a Piacenza, rivolgendosi poi alla Polizia Municipale, per partecipare a una presunta manifestazione segnalata nei giorni scorsi sul sito web www.sagreinitalia.it, pubblicizzata come se fosse in calendario dal 24 al 26 gennaio, dalle 10 alle 19, in piazza Cavalli.
A entrambi era stato richiesto, dai sedicenti promotori dell'iniziativa, un contributo di 250 euro per l'occupazione dello spazio, il servizio di vigilanza e l'impianto di illuminazione, con la promessa di ulteriori sconti e di un ampliamento dell'area occupabile. Purtroppo, solo all'arrivo nella nostra città si sono resi conto che la kermesse in realtà non esisteva. Trattandosi di un reato consumato in rete, la truffa dovrà essere denunciata alla Polizia Postale.
Dal Comando della Polizia Municipale viene quindi rivolto, a tutti gli ambulanti, il consiglio di verificare sempre gli annunci relativi a sagre o mercati, prima di pagare l'adesione, telefonando agli uffici del Commercio del Comune indicato come sede dell'iniziativa, dal momento che ogni sagra dev'essere debitamente autorizzata.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)