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Froda l'agenzia immobiliare per cui lavora e i clienti. Assunto con falsa partita Iva, intascava la caparra degli affitti: l'uomo è stato denunciato per truffa dai Carabinieri di Correggio

Reggio Emilia, 3 marzo 2014 - di Ivan Rocchi -

L'estate scorsa era stato assunto da un'agenzia immobiliare reggiana per reperire potenziali clienti e per svolgere l'attività commerciale di acquisizione immobili. Peccato che i contratti stipulati lo vedevano quale unico beneficiario degli introiti. Infatti l'uomo intascava le caparre per gli affitti, trovando poi le scuse più assurde con i clienti che dovevano occupare gli immobili.
Sono stati i carabinieri di Correggio a scoprire la truffa condotta dal dipendente infedele, un 34enne modenese residente a San Martino in Rio, grazie anche alla collaborazione fornita dal titolare dell'agenzia, che lo aveva denunciato.
Secondo le indagini dei militari, l'uomo a fine luglio era riuscito a farsi assumere presso un'agenzia immobiliare reggiana, grazie anche a una falsa partita Iva. Dopo sei mesi di attività, considerato che non aveva prodotto alcun utile, l'agenzia aveva interrotto ogni forma di collaborazione con il 34enne modenese.
A quel punto è venuta alla luce la truffa portata avanti dall'uomo: infatti diversi clienti hanno iniziato a presentarsi in agenzia, chiedendo del 34enne con il quale avevano stipulato contratto d'affitto, versando pure la caparra. L'uomo è stato quindi denunciato dai carabinieri alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia con l'accusa di truffa.
L'uomo avrebbe intascato circa 3.000 euro relativi ad alcuni contratti sottoscritti, che però potrebbero essere solo la punta dell'iceberg di una ben più ampia attività truffaldina. I Carabinieri invitano i titolari di agenzie immobiliari che eventualmente siano incappati nell'odierno truffatore a riferire ogni circostanza che possa permettere di ricostruire quella che potrebbe rivelarsi una maxi truffa.

 

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Nonostante rischi la cecità, oltre ad aver subito vari interventi chirurgici dovuti a diverse gravi patologie, si trova di fronte ad autorità che ritengono che non possa avere diritto alla detenzione domiciliare -

Parma, 3 marzo 2014 -


Il calvario di Gennaro Costanzo, un ingegnere richiuso nel carcere di Parma anche se ha gravi problemi di salute: il professionista nonostante rischi la cecità, oltre ad aver subito vari interventi chirurgici dovuti a diverse gravi patologie, si trova di fronte ad autorità che ritengono che non possa avere diritto alla detenzione domiciliare, ma oltre a questo sconta la lentezza della Giustizia, in questo caso europea. Costanzo si dichiara innocente e da oltre due anni aspetta il giudizio della Corte di Giustizia Europea.

Lamenta di essere un imprenditore estorto dal Clan dei Casalesi e costretto a chiudere la società che aveva da 15 anni. In carcere è per un'accusa di segno opposto gli inquirenti lo ritengono coinvolto negli intrecci tra criminalità ed amministrazione pubblica. Comunque sia, la condizione di detenuto, seppur per gravi reati, mal si coniuga con l'inalienabile diritto alla salute: è emblematico il caso di Gennaro Costanzo, che in passato è stato anche ingegnere del Comune di Lusciano (Aversa), il quale dal luglio del 2011 è rinchiuso nel carcere di Parma, dopo il suo coinvolgimento in una delle tante indagini che riguardano gli intrecci tra amminsitrazione pubblica e criminalità organizzata nel nostro territorio. Costanzo che è 70enne ha subito l'asportazione di un rene, è stato operato alla tiroide ed alla prostata, inoltre è affetto da una forma di maculopatia (malattia che colpisce la retina) che, stando a quanto dicono i medici va curata con cicli ripetuti di iniezioni intravitreali per la durata di almeno un anno. Sta perdendo la vista. Nonostante numerosi specialisti abbiano richiesto con urgenza, da oltre due anni, queste terapie: il suo legale e figlio Luciano Costanzo, insieme al collega Francesco Savastano sostiene che l'amministrazione carceraria non provvede. Da quanto ci è stato spiegato, pare che lo scorso 9 febbraio lo stesso oculista incaricato dalla struttura carceraria abbia chiesto esami (OCT e fluorongiografia) per poi procedere con le iniezioni, ma i parenti lamentano che nulla sarebbe stato fatto sino ad oggi ed a nulla sono valse le numerose diffide inoltrate (al Direttore del Carcere, al Ministro della Giustizia, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ed al Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia). I familiari hanno anche richiesto al Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia e poi al Tribunale di Bologna la detenzione domiciliare. All'esito del processo conclusosi con un diniego, il carcere ha affermato di aver sottoposto Costanzo a tutte le cure di cui necessita. Difesa e familiari affermano l'opposto. Il magistrato nella sua decisione sostiene che:
"a) trattasi di patologia ingravescente e cronica; b) a fronte di un occhio effettivamente danneggiato l'altro presenta 7/10 con conseguente mantenimento della capacità visiva; c) la somministrazione di avastin non è considerata dalla letteratura scientifica come dirimente".
Un fatto considerato sconcertante dalla difesa. In questo periodo vari specialisti, su incarico della famiglia, hanno visitato il detenuto.

 

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Un centinaio di cittadini alluvionati ha sfilato per chiedere al sindaco Sandro Fogli di fare il punto sulla situazione dei danni e dei risarcimenti...

Modena, 1 marzo 2014 - Di Manuela Fiorini -


Attimi di tensione, questa mattina a Bastiglia dove, sotto una pioggia battente, un centinaio di cittadini alluvionati ha sfilato per chiedere al sindaco Sandro Fogli di fare il punto sulla situazione dei danni e dei risarcimenti.
Il Primo Cittadino, tuttavia, non si è fatto vedere, nonostante la manifestazione fosse stata fissata e autorizzata da tempo. I toni si sono alzati quando ai cittadini di Bastiglia è stato negato l'accesso alla Sala Consigliare del Comune, dove avevano richiesto di potersi comunque riunire per discutere tra loro sullo stato delle cose. Secondo il Segretario Comunale Rossetti la sala sarebbe stata inagibile e non igienizzata, quindi non adatta ad ospitare i cittadini. Silenzio anche sulla mancata presenza del sindaco Fogli.
Sono passati 42 giorni dal 19 gennaio, quando sull'argine del fiume Secchia si è aperta una falla di oltre 50 metri, che ha fatto riversare l'acqua del fiume a San Matteo, ad Albareto e nei comuni di Bomporto e Bastiglia, dove, purtroppo, c'è stata anche l'unica vittima, il 44 enne Giuseppe "Oberdan" Salvioli", trascinato via dalle acque e ritrovato lo scorso 5 febbraio nel Naviglio.
"Volevamo solo parlare tra di noi per fare il punto della situazione – dice arrabbiato Eros Bonomi, Consigliere Comunale della Lega Nord - la gente in casa ha ancora il fango, che cosa volete che sia una sala non igienizzata?".
Secondo i cittadini, lo scorso 19 gennaio, quando le acque hanno cominciato a riversarsi fuori dalla falla, l'allarme sarebbe stato dato in ritardo e i possibili danni minimizzati.
"Abbiamo perso più di 900 auto e chi viveva al piano terra ha visto i locali e il mobilio rovinati dall'acqua, è tutto da buttare. Ci hanno detto che sarebbero arrivati 10 cm di acqua, invece ne sono arrivati quasi due metri".
E' arrabbiato anche Gerardo Maffei, Consigliere Comunale e capogruppo di Rinnovamento per Bastiglia e promotore della manifestazione.

 

Gerardo Maffei Lega Nord rid

 


"Ho organizzato questo incontro perché me lo hanno chiesto i cittadini di Bastiglia. Al sindaco volevamo solo chiedere tre cose. La prima: un impegno con il Presidente della Regione Vasco Errani, affinché ci dica di chi sono le responsabilità per quello che è successo e rassicuri i cittadini che sarà fatto di tutto perché una cosa del genere non succeda più. Secondo: vogliamo che la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Modena e il Comune di Bastiglia garantiscano ai cittadini e alle attività produttive almeno il 50% dei mutui e dei presti che ora andremo a fare per cercare di ripartire, in attesa che si sappia qualcosa dei risarcimenti che abbiamo richiesto tramite i moduli. Terzo: chiediamo un piano ambientale e una legge che ci tuteli contro le alluvioni. Noi della Bassa viviamo in una zona a rischio".
I cittadini di Bastiglia non si arrendono, nonostante il mancato confronto. Il prossimo incontro pubblico è previsto il 10 marzo, alle ore 20.30, presso il Borgo Ristorante la Bastia di via Canaletto 46/a. E' prevista la presenza dei rappresentanti della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena, del Comune di Bastiglia e delle Prefettura. Si parlerà di prevenzione del rischio idraulico, messa in sicurezza del "nodo idraulico" di Modena, azioni e misure per la ripresa sociale ed economica del contesto urbano e rurale di Bastiglia e del monitoraggio e ricognizione dei danni subiti. Speriamo che i cittadini di Bastiglia possano trovare le risposte che cercano.

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Ieri, intorno alle 23.30, dei malviventi hanno rubato la cassa riscuotitrice posizionata lungo il corridoio che dall'ingresso principale porta ai poliambulatori dell'Ospedale di Guastalla.

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 -

La Direzione dell'Azienda Usl informa che nella serata di ieri, intorno alle 23.30, dei malviventi hanno rubato la cassa riscuotitrice posizionata lungo il corridoio che dall'ingresso principale porta ai poliambulatori dell'Ospedale di Guastalla.
I ladri si sono introdotti nella struttura, hanno rubato una macchina e non sono riusciti a portare via (per questioni di tempo e rumori) la seconda che era vicino e che avevano già spostato dalla postazione.
Le forze dell'ordine, chiamate immediatamente dal personale in servizio, sono prontamente intervenute insieme alla guardia giurata, ma i malviventi erano già fuggiti.
La diffusione capillare delle macchine riscuotitrici, è stata una scelta della Direzione improntata ad agevolare i cittadini nel pagamento del ticket.

 

(Fonte: Ufficio Comunicazione Azienda Usl di Reggio Emilia)

 

Venti le persone controllate, di cui nove accompagnate in Questura per ulteriori accertamenti...

Modena, 28 febbraio 2014 -

Nel corso della serata di ieri, personale in servizio presso la Squadra Volante ha svolto un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato al contrasto del fenomeno della prostituzione.
Gli operatori di Polizia hanno presidiato varie zone della città di Modena, tra le quali anche quelle adiacenti il centro città e, in particolar modo, via Emilia Ovest e l'intera frazione di Marzaglia.
Venti le persone controllate, di cui nove accompagnate in Questura per ulteriori accertamenti.
Le donne, otto di nazionalità romena ed una di origini nigeriane, erano chiaramente intente ad attendere potenziali clienti a ridosso del ciglio stradale.
Nel corso delle verifiche in Questura è emerso che la cittadina nigeriana non aveva al seguito alcun documento di identità, risultando, tra l'altro, priva del titolo di permanenza nel nostro Paese e, per questo motivo, è stata denunciata in stato di libertà; una delle cittadine romene, invece, è stata anch'essa denunciata in stato di libertà per porto di armi o oggetti atti ad offendere, poiché trovata in possesso di una bomboletta spray contenente gas "CS", considerata un'arma chimica a tutti gli effetti.
Al termine delle verifiche, le donne sono state messe a disposizione del locale Ufficio Immigrazione.

 

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Le indagini dei Carabinieri sconfessano il racket camorristico a Scandiano: il rogo era stato appiccato da un commerciante concorrente nella vendita di prodotti campani -

 

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 - Ivan Rocchi -

Due settimane fa l'incendio del negozio di ortofrutta "Sapori mediterranei" a Scandiano aveva fatto subito pensare a una ritorsione da parte del racket camorristico. Ma la criminalità organizzata c'entrava ben poco. Infatti, le indagini condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Reggio Emilia insieme a quelli della cittadina del Boiardo hanno rivelato che dietro l'incendio c'era un altro commerciante, che voleva annientare sul nascere l'attività concorrente per preservare il monopolio della vendita dei prodotti tipici campani nella cittadina del Boiardo.
A provocarlo sarebbero stati il 26enne D.S., casertano di nascita ma residente a Scandiano, insieme a un altro 20enne casertano incensurato. Il primo è stato arrestato ieri dai carabinieri con l'accusa di concorso in incendio doloso, mentre il secondo è indagato in stato di libertà nell'ambito del medesimo procedimento. Ad aggravare la posizione dei due c'è anche il fatto che l'incendio è stato appiccato su un edificio abitato, con il rischio di fare una vera e propria strage.
L'incendio era divampato poco prima delle 2.00 del 13 febbraio scorso, in un negozio di specialità campane in via Mazzini, a Scandiano. Il 26enne si sarebbe introdotto nei locali dell'ortofrutta dopo aver infranto la vetrina con una mazza. Una volta all'interno, avrebbe cosparso il pavimento di benzina, che si era procurato tramite un distributore di carburante self-service. Una volta attizzate le fiamme con un panno impregnato del medesimo liquido infiammabile, i due si erano dati alla fuga.

 

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Furto aggravato l'accusa mossa al giovane romeno dai Carabinieri di Correggio, che stanno conducendo le indagini per risalire al complice.

Reggio Emilia, 28 febbraio 2014 - Ivan Rocchi -

Si muovono tra varie province, saccheggiando i supermercati Coop con un vecchio stratagemma: riempiono i carrelli della spesa con generi alimentari, cosmetici e super alcolici, per poi uscire dalle casse non attive mentre i complici distraggono le cassiere. Questo l'identikit dei predatori, che agiscono in squadre ben organizzate che si aggirano in tutto il nord Italia, colpendo quasi ogni giorno. Lo scorso pomeriggio però una batteria di questi malviventi è incappata nei carabinieri di Correggio che hanno arrestato un componente della banda, recuperando e restituendo al supermercato derubato oltre 700 euro di refurtiva.
Ieri pomeriggio una pattuglia dei carabinieri di Correggio è intervenuta presso la Coop di piazzale Finzi, dove era stato fermato un ladro. Il giovane, un cittadino romeno 22enne senza fissa dimora, era entrato poco prima nel punto vendita insieme a un'altra persona, che si è dileguata prima dell'arrivo dei militari. L'uomo aveva riempito il carrello spesa con generi alimentari, bevande e altro, per poi oltrepassare il varco cassa chiuso e privo di personale.
Adesso saranno le indagini condotte dai carabinieri di Correggio a stabilire se l'arrestato appartenga o meno a una delle famigerate battere dei predoni delle Coop. Infatti, negli ultimi giorni nei negozi della Coop della provincia di Reggio (Scandiano, Rubiera, Novellara, San Martino in Rio e Rio Saliceto) si sono verificati episodi analoghi. La posizione del 22enne romeno potrebbe quindi aggravarsi: infatti i militari stanno esaminando i filmati che riprendono le singole azioni delittuose, alla ricerca di riscontri

 

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I controlli hanno interessato l'area denominata "ex opificio" sulla quale insiste un fabbricato pericolante e parzialmente crollato...

Modena, 27 febbraio 2014 -

Personale in servizio presso il Posto di Polizia Centro, unitamente a personale della Polizia Municipale di Modena, ha svolto, nella giornata di ieri, un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato al contrasto dell'immigrazione clandestina, dell'occupazione di terreni ed edifici in stato di abbandono e dell'accattonaggio molesto.
Diciotto, in totale, le persone accompagnate in Questura per accertamenti, due dei quali allontanati coattivamente alla frontiera. Nove, invece, sono risultati destinatari di altrettanti provvedimenti di allontanamento.
Durante tali verifiche, gli operatori di Polizia si sono portati all'intersezione tra via Morane e viale Don Minzioni dove era, da giorni, stata segnalata ai rispettivi Comandi, la presenza di una donna intenta, con particolare insistenza, a chiedere l'elemosina ai conducenti dei veicoli in transito.
Una volta bloccata la persona in questione, una cittadina di origine romena, nata nel 1972, si è provveduto a sanzionarla, ad opera di personale della Polizia Municipale, a causa del proprio comportamento molesto.
Accompagnata presso gli Uffici della locale Questura è emerso che la stessa aveva a proprio carico numerosi precedenti di Polizia tra i quali l'abbandono di minore, l'utilizzo di minori nell'accattonaggio e l'invasione di terreni ed edifici.
Al termine, la straniera è stata messa a disposizione del locale Ufficio Immigrazione per i provvedimenti di competenza.
I controlli hanno interessato, altresì, l'area denominata "ex opificio", sita in via Giardini n. 815, sulla quale insiste un fabbricato pericolante e parzialmente crollato.
All'interno, il personale operante ha rinvenuto due tende, una delle quali utilizzata quale magazzino, al cui interno erano presenti un uomo ed una donna di nazionalità romena, rispettivamente nati nel 1986 e 1995. Nelle tende sono stati trovati residui alimentari ed effetti personali, a dimostrazione della stabilità dei due all'interno della struttura.
Mentre, poi, il personale comunale preposto ha provveduto alla chiusura dell'accesso che ha consentito ai due di entrare nell'edificio, gli agenti hanno accompagnato gli stranieri in Questura rilevando che entrambi non fossero gravati da precedenti di Polizia.
Al termine, anche loro, sono stati messi a disposizione del locale Ufficio immigrazione.
Giova sottolineare che nel corso delle verifiche è emerso che tutti i soggetti accompagnati presso gli uffici di via Palatucci svolgevano regolarmente attività di accattonaggio all'interno dell'area di parcheggio dei poliambulatori del locale policlinico.

 

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L'organizzatrice criminale gestiva un vasto traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi nel Nord Italia con base nel modenese: 41 persone denunciate e 4 persone arrestate ai domiciliari -

Modena, 27 febbraio 2014 -

La Guardia di Finanza di Modena ha sgominato un'organizzatrice criminale che gestiva un vasto traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi. Il traffico illecito aveva base a Modena. I rifiuti venivano caricati sui container e imbarcati al porto di Genova per poi raggiungere l'Africa. L'indagine che ha riguardato soprattutto il Nord Italia vede 41 persone denunciate e 4 persone arrestate ai domiciliari. Le indagini avviate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, hanno portato al sequestro di quattro siti di stoccaggio in Emilia Romagna e al sequestro dei veicoli usati per l'attività illecita. Per superare i controlli doganali inoltre, l'organizzazione aveva costituito due Onlus, per garantire una copertura formale ai traffici.

 

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Responsabili del maxi colpo al caseificio di Cavola che ha visto i Carabinieri recuperare 300 forme di Parmigiano Reggiano da 250mila euro -

Reggio Emilia, 27 febbraio 2014 - di Ivan Rocchi


Avevano riempito il camion con oltre 300 forme di Parmigiano Reggiano prelevate da un caseificio in provincia di Reggio Emilia. Ma l'arrivo dei Carabinieri li aveva costretti a fuggire e ad abbandonare il mezzo e la refurtiva, per un valore di oltre 250mila euro. Ieri, dopo più di due mesi di indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo di Castelnovo Monti, finalmente è arrivata la svolta: gli uomini dell'Arma sono infatti riusciti a ricostruire i movimenti della banda e identificarne i 7 componenti, grazie anche all'analisi dei sistemi di videosorveglianza comunali e ai controlli sul territorio.
La notte del 20 dicembre scorso alle 4.30 i malviventi erano da poco usciti dal piazzale del caseificio, quando gli abbaglianti di una volante dei carabinieri li aveva sorpresi con le mani nel sacco. Impossibilitati a seminare i militari, dato il carico e il mezzo, i ladri avevano così preferito scendere dal camion, per scappare a gambe levate nei campi. Gli uomini dell'Arma di Toano e di Castelnovo Monti recuperarono l'intera refurtiva ed evitarono che altre forme venissero caricate sull'autoarticolato.
Dal sopralluogo effettuato sul posto era subito emerso che si trattava di una banda di autentici professionisti: infatti, per entrare all'interno del magazzino del caseificio avevano segato le sbarre, coprendo poi con della stagnola i sensori di allarme per operare in tutta tranquillità. Peccato non sapessero che i carabinieri erano in allerta da diverse ore. Proprio nella notte precedente due furti simili si erano verificati nella Bassa reggiana, anche se erano saltati a causa dei sistemi d'allarme adottati: in un caso, dopo aver praticato un foro nel muro attiguo al magazzino, i ladri hanno dovuto desistere per la presenza dei sensori; nel secondo, invece, a far fallire il colpo era stato l'allarme collegato alla caserma dei Carabinieri che si era attivato.
I componenti della banda sono stati denunciati alla Procura reggiana con l'accusa di concorso in tentato furto aggravato. Hanno un'età compresa tra i 27 e i 47 anni e sono tutti originari e residenti in Puglia, a eccezione di un albanese abitante in provincia di Cremona. La svolta investigativa potrebbe avere riflessi positivi nelle analoghe indagini che da tempo vedono i carabinieri reggiani indagare per identificare i responsabili dello stillicidio di furti nei caseifici che s verificano nell'intera Emilia Romagna.

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