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Mercoledì, 02 Ottobre 2024 05:03

Lo spreco alimentare in Italia, un grande problema

Di Mita ValerioQuotidianoweb.itRoma, 1 ottobre 2024 - Partiamo da un dato di fatto che facilmente ci può dare l’idea di un problema che è diventato davvero allarmante: ogni italiano getta ogni anno cibo pari a circa 27 chilogrammi.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

(Esito della ricerca del CER: ecco i dati sui possibili risparmi di colture di pregio emiliano romagnole: 160 mila quintali di frutta e verdura risparmiati solo nel 2020)

L’analisi dei risultati delle più recenti ricerche dei laboratori agronomici del Canale Emiliano Romagnolo ad Acqua Campus evidenziano che l’irrigazione intelligente può ridurre la quantità di acqua impiegata e la conseguente perdita di alimenti già in campo. Il massimo spreco è raggiunto a livello del consumatore finale, mentre il minimo è nella fase di produzione agricola e si può decisamente migliorare. Sotto accusa anche la siccità che non porta a maturazione le colture di pregio

Pubblicato in Ambiente Emilia

Lidl introduce la dicitura sull'etichetta che accompagnerà quella "Da consumare preferibilmente entro" che non è una data di scadenza

Figurerà sotto la data che indica il termine minimo di conservazione, ovvero quella riportata come "Da consumarsi preferibilmente entro".

L'obiettivo è ridurre lo spreco alimentare.  In una nota, Lidl consiglia ai propri clienti di verificare se i prodotti siano ancora consumabili dopo la data minima di conservazione. La regola è: "osservare, annusare, assaggiare, gustare". 

Con questa iniziativa, Lidl risponde all'appello di Too Good To Go, un movimento impegnato contro gli sprechi di cibo fondato nel 2016 in Danimarca. "

«Una parte dello spreco alimentare è determinata dalle date di scadenza», afferma Larissa Gerhard di Too Good To Go, movimento impegnato contro gli sprechi di cibo con cui Lidl collabora. 

«Molti consumatori non conoscono la differenza tra i termini "Da consumare entro" e "Da consumare preferibilmente entro". 

Alimenti tipicamente indicati con "Da consumare preferibilmente entro" e quindi mangiabili anche dopo la data riportata, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” sono, per esempio, i preparati di carne a lunga conservazione interi e affettati (salame, prosciutto crudo, ecc.), burro, yogurt, quark, formaggio grattugiato, uova, succhi di frutta, lievito, paste per dolci.

(23 febbraio 2020)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Lo spreco alimentare è oramai parte della vita quotidiana, avviene in tutte le fasi della filiera, dalla produzione al consumo domestico.

Di Virgilio 8 febbraio 2020 - Oggi nel mondo si gettano più di un miliardo di tonnellate di cibo all’anno. Una cifra sorprendente che riporta l’attenzione su un tema che si ripropone periodicamente in quest’epoca caratterizzata da una crescente coscienza ecologica: lo spreco alimentare.

Per sensibilizzare maggiormente la popolazione, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha così deciso di istituire la giornata internazionale della consapevolezza sullo spreco alimentare, e il 5 febbraio, la si celebra in Italia.

Ma quali sono i Paesi più spreconi al mondo? L’indice di sostenibilità alimentare (Food Sustainability Index), redatto dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), ci permette, grazie ad una ricerca svolta in più di 60 Paesi sulla base di indicatori ambientali, sociali ed economici, di esplorare l’argomento.

In cima a questa particolare (e negativa) classifica si trovano gli Emirati Arabi Uniti, seguiti da Bulgaria e Russia.

D’altra parte, tra i Paesi più virtuosi si posizionano Francia, Olanda e Canada. Ma in che modo si può arginare questo fenomeno? La Francia è diventata negli ultimi anni un modello da seguire per quanto riguarda la riduzione dello spreco alimentare, infatti, è attiva sia a livello pubblico che privato contro questa tendenza. Innanzitutto, è stato il primo Paese a proibire ai supermercati di gettare il cibo invenduto che è vicino alla scadenza, il quale dovrà invece essere devoluto ad enti benefici. Il Paese punta inoltre a cambiare le abitudini dei consumatori: a Parigi è stata lanciata un’iniziativa per riciclare i rifiuti organici. Distribuendo dei kit di riciclaggio, accompagnati da una guida, l'obiettivo è quello di raccogliere i rifiuti organici e trasformarli per poterli riutilizzare come fertilizzanti o biocombustibili. Oltre a ciò, la Francia è tra i Paesi con una quota di obesità tra le più basse al mondo, ed è in prima linea nell’adattamento di strategie agricole rispettose e attente al cambiamento climatico. A livello internazionale, le Nazioni Unite si sono prefissate nel programma «Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile» degli obiettivi da raggiungere nel prossimo decennio, tra cui il garantire modelli di consumo e produzione sostenibili. Uno degli scopi prefissati è quello di dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura. In determinati Paesi, vi sono inoltre diverse App che mirano a ridurre lo spreco alimentare ritirando il cibo invenduto da negozi e ristoranti. Nelle case degli italiani, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  27,5 kg di cibo finiscono, ogni anno, nella spazzatura. Tra gli alimenti più sprecati verdura e latticini. Le previsioni per il futuro non sono delle migliori, perché si stima che nel 2030 lo spreco aumenterà del 25%. E tutto questo quando più di 815 milioni di persone nel mondo sono denutrite. Se fosse possibile recuperare tutto il cibo che sprechiamo, si potrebbero sfamare quasi 2 miliardi di persone.
 
E a Parma, grazie all'attività di "Parmanonspreca" e l'Emporio Solidale, buona parte degli alimenti in eccesso trovano la più corretta e etica collocazione.
 
17 volontari con 3 automezzi dei quali due refrigerati, svolgono un silenzioso, quanto utile servizio per conto della intera comunità, con numeri in costante crescita.
Nel corso del 2019, hanno fatto sapere i responsabili dell'organizzazione parmense, sono state raccolte e ridistribuite 350 tonnellate pane, 59.300 litri di latte, 24.500 bottiglie di bibite varie, riporzionate 96.000 confezioni di frutta e verdura per un valore pari a 300.000 euro e ritirati circa 6.000 pasti dalle mense.

"Questi - sottolineano da "Parmanonspreca" - sono solo alcuni dati della lotta allo spreco. Quelli sopra descritti sono tutti prodotti che sarebbero finiti nel cassonetto. A questo importante volume di merce si vanno ad aggiungere vere e proprie donazioni di prodotti freschi che vengono recuperati con la stessa piattaforma, basti solo pensare a Galbani che dona oltre 100.000 euro di merce."
 
Un doveroso applauso a questi volontari e che la loro opera sia da esempio, per essere imitata, e sostenuta per raggiungere un pubblico che va aumentando di giorno in giorno.

Leggi anche: L'Emporio Solidale di Parma: la magia del carrello, la dignità di un pasto

FOTO di Francesca Bocchia- 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Parma

Una foto scattata per denunciare lo spreco alimentare, questo è ciò che Chef Rubio ha voluto comunicare a gran voce sui canali social: l'immagine di un bidone della spazzatura ricolmo di cibo, appena fuori da un locale di Milano.

Di Chiara Marando -

Sabato 19 Novembre 2016 -

Una foto scattata per denunciare lo spreco alimentare, un'abitudine che sembra dilagare nella realtà di oggi, un'istantanea che testimonia la tendenza di una società, soprattutto di giovani, che sempre più si allontana dalla ricerca della qualità e dell'equilibro alimentare e non solo.

Questo è ciò che Chef Rubio, alias Gabriele Rubini”, ha voluto comunicare a gran voce sui canali social: l'immagine di un bidone della spazzatura ricolmo di cibo, appena fuori da un locale di Milano.

L’emblema della società che ormai abbiamo intorno a noi – scrive lo chef romano che, con il suo modo di fare schietto e sfrontato, non teme le critiche e la protesta – Il cibo purtroppo si è sempre sprecato, ma ora più che mai è diventato l’incontro dell’effimero, del vuoto cosmico e una religione da seguire pedissequamente, pena il blocco dai social”.

chef rubio

Un appello indirizzato a chi “ va ad aperitivare senza senso”, per spingerli ad aprire gli occhi su una problematica diventata urgente ma ancora ignorata: “Finché andrete ad aperitivare senza senso in giro (ao namo la’ che famo tappo così risparmiamo), in locali scadenti, per far cassa questi vi offriranno senza sosta cibo ancor più scadente che manco li cani, e che inesorabilmente finirà nel pattume ogni notte così fino a chiusura locale (se spera)…”. Una critica esplicita, una provocazione in pieno stile Chef Rubio che va a colpire nel segno in modo diretto e senza troppi giri di parole, perché in questi casi sono i fatti a parlare da soli.

Per favore, state a casa se potete, cucinate per gli amici (se ne avete) che così facendo risparmierete soldi e salute… e magari potrete fare la battaglia a chi commenta più ferocemente un piatto (come sempre, senza cognizione di causa) come vi hanno insegnato in TV e darete un senso alla vostra giornata”.

Il post ha ottenuto più di 6mila like e oltre 300 commenti.

Risultato: un messaggio importante a cui i media hanno dato sempre più risalto, un'esternazione libera che viene da chi vive ogni giorno la cucina e ama conoscerne ogni aspetto. Perché, da sempre, Rubio si batte contro lo spreco alimentare utilizzando diverse forme e mezzi di comunicazione, siano essi interviste, programmi TV, showcooking ed eventi che lo vedono protagonista. L'ultima di queste è stato il video messo online “Lo Chiamavano Chef Rubio” prodotto dal duo comico Actual, ovvero una una mini parodia in 4 minuti del film italiano diretto dal regista Mainetti, mirato alla disincentivazione allo spreco del cibo ed alla sua perdita di significato sui social. In sintesi, ciò che si ricerca è il rispetto verso quello che mangiamo, ma anche verso una più sana idea di socializzazione e nutrizione con la riscoperta della buona tavola.

Pubblicato in Cultura Emilia

Il 2 agosto, il Senato ha approvato la legge sulla donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, con l'obiettivo di recuperare un milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso gli enti caritativi. Il ministro Martina: "Nel nostro Paese sprechi alimentari per12 miliardi di euro". Come fare per donarlo.

di Alexa Kuhne

Parma, 4 agosto 2016

Basta con gli sciali alimentari che, solo nel nostro Paese, rappresentano uno spreco per un valore di 12 miliardi di euro.
E' stata approvata definitivamente due giorni fa la legge che definisce alcune regole per rendere possibile l'utilizzo a scopo benefico di alimenti che non possono essere immessi in commercio.

Eccedenze alimentari. La legge definisce quei prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, sono invenduti o non somministrati per carenza di domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; rimanenze di attività promozionali; prossimi al raggiungimento della data di scadenza, rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione; non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell'imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione".

Sprechi alimentari. Sotto questa voce vanno quei prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche ovvero per prossimità della data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere smaltiti.

Sicurezza alimentare. I donatori e i distributori sono tenuti a garantire la sicurezza alimentare.
Come già previsto dalla legge di stabilità 2014, deve essere garantito un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo, ciascuno per la parte che gli compete. Le cessioni di eccedenze alimentari devono essere destinate prioritariamente al consumo umano, mentre quelle non idonee al consumo possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per altre destinazioni, come il compostaggio. La legge distingue il termine minimo di conservazione, inteso come la data fino alla quale un prodotto alimentare, in adeguate condizioni di conservazione, conserva le sue proprietà specifiche, dalla data di scadenza, che sostituisce il termine minimo di conservazione per alimenti molto deperibili, oltre la quale essi sono considerati a rischio. Fatta questa distinzione, la cessione di eccedenze alimentari è consentita anche oltre il temine minimo di conservazione, purché siano garantite l'integrità dell'imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione. I prodotti finiti della panificazione possono essere donati ai soggetti che poi li distribuiscono agli indigenti nell'arco delle 24 ore dalla loro produzione.

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Promozione di comportamenti responsabili.
La Rai assicurerà un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all'informazione e alla sensibilizzazione su comportamenti e misure idonei a ridurre lo spreco alimentare, energetico o di altro genere. Le Regioni potranno stipulare accordi o protocolli di intesa con la ristorazione, per promuovere comportamenti responsabili idonei a ridurre lo spreco di cibo e consentire ai clienti l'asporto dei propri avanzi.

2 MLN A FONDO ACQUISTO ALIMENTI. Previsto un finanziamento di 2 milioni di euro per l'acquisto di alimenti da destinare agli indigenti. Il Mipaaf ha già avviato un'attività virtuosa di recupero degli sprechi e donazione agli indigenti. Proprio da poche ore è attivo il bando Agea per l'acquisto di latte crudo da trasformare in UHT e donare ai bisognosi. Si tratta della prima tranche da 2 mln del piano complessivo di acquisti da 10 mln.

SOSTEGNO ALL'INNOVAZIONE CONTRO LO SPRECO, FONDO DA 3 MLN. Verrà istituito un Fondo presso il Ministero con dotazione di 1 mln di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi – che possono prevedere il coinvolgimento di volontari del Servizio civile nazionale – finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego delle eccedenze, nonché per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili.

Incentivazioni per i Comuni: sconto sulla Tari per quei Comuni che donano agli indigenti. In caso di confisca di prodotti alimentari, inoltre, l'autorità da oggi disporrà la cessione gratuita con priorità all'alimentazione dei più bisognosi o successivamente come mangime per animali.
Linee nguida per la riduzione degli sprechi nelle mense. Il Ministero della Salute potrà emanare linee guida per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti.

Pubblicato in Cronaca Emilia
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