Pusher alla luce del sole, tossici e sporcizia: benvenuti nell'area giochi del Parco Ducale di Parma. Denuncia con foto shock di una 'terra desolata' che viene descritta, con rabbia mista a dolore, da una mamma che si fa portavoce di altre 25 e la promessa del sindaco Pizzarotti. -
Parma, 6 novembre 2015 - di Alexa Kuhne - tutte le foto forniteci da Lisa Zanoni nella galleria in fondo al testo -
Un trenino in un parco giochi e una siringa insanguinata.
Gettata a terra, nel fango, proprio vicino a vecchi, usurati, inservibili resti di un giardino dei divertimenti. Una immagine stridente di un posto in cui i bambini dovrebbero sentirsi al sicuro, liberi di correre e di gioire.
Il Parco Ducale è degrado.
A qualsiasi ora del giorno, a dimostrazione che è la terra di nessuno e di tutti: di madri e figli e di spacciatori e tossicodipendenti, di anziani in cerca di tranquillità e di avventori che cercano un posto da insozzare.
Qui, nell'eterno, verde, silenzioso Parco ducale l'illecito diventa lecito, al punto che la gente per bene si sente a disagio, ospite. Qui non sembra esistere legge: si può spacciare alle nove del mattino come alle quattro del pomeriggio, ci si può 'fare' davanti a un'area per i più piccoli.
Qui la sporcizia e il fango, i bagni ridotti a latrine sudice, i giochi distrutti e inutilizzabili sono il biglietto da visita di quello che fu il fiore all'occhiello della città di Parma: benvenuti nello spazio ludico, dove lo sguardo ingenuo dei bambini e quello scioccato delle loro mamme incontrano piccoli, appuntiti strumenti di morte insanguinati, gettati tra i giochi di un dismesso spazio attrezzato.
E' realtà, senza mistificazione: è la rappresentazione di una ''terra desolata' che viene descritta, con rabbia mista a dolore, da una mamma che si fa portavoce di altre 25, in una lettera al sindaco di Parma, Federico Pizzarotti.
La coraggiosa signora scrive così: "Egregio sindaco, sono Lisa Zanoni mamma di una bambina di 19 mesi. Parlo a nome di un numerosissimo gruppo di mamme (delle quali se ritiene necessario posso raccogliere firme). La contatto per porre alla sua attenzione una questione che, a tutte noi, sta molto a cuore e confidiamo realmente nella sua attenzione. Noi tutte viviamo nel centro storico della nostra meravigliosa città e vantiamo di poter portare i nostri bambini giornalmente in uno dei luoghi di cui tutti noi cittadini dovremmo vantarci: il parco ducale. Purtroppo il centro storico non vanta spazi gioco per i bambini e nemmeno quello del parco ducale è ormai più agibile. (Di seguito troverà foto scattate personalmente di siringhe trovate nell'area del trenino e dei bagni.) Siamo a farle presente che, sull'esempio del parco di Padova, forse aiuterebbe recintare la zona per disincentivare l'ingresso ai malintenzionati. So che all'interno di quest'area ci sono i bagni pubblici, ma essendo presenti anche in un'altra zona, sempre all'interno del parco, non credo che nessuno possa avere niente da ridire se questi fossero destinati ai bambini (che al momento non godono di questo privilegio) d'altronde fino a pochi anni fa era presente una sola struttura di bagni all'interno dell'intero parco. Altra problematica è legata ai giochi stessi all'interno dell'area. Solamente un malandato scivolo, per altro sempre inagibile come vedrà dalla foto che segue, perché non piastrellato e costantemente circondato da fango. Questo causa giornalmente la fila per l'unica altalena presente rendendo impossibile per i bambini poter usufruire dei giochi dedicati a loro. Non credo che sia troppo chiederle di prendere in considerazione di aggiungere qualche altro gioco dato l'immenso spazio a disposizione nell'area. Magari uno di quei (mi passi il termine) casottini di legno che includono diversi giochi come scivolo, corde e altalena. Sono presenti praticamente in ogni parco di ogni quartiere e di ogni piccola provincia. Scusandomi per essermi tanto dilungata le chiedo davvero col cuore in mano di prendere in considerazione queste nostre richieste. La saluto cordialmente e confido in una sua risposta".
E' passato qualche giorno e il primo cittadino, Federico Pizzarotti, ha risposto ieri sera nella sua pagina Facebook, dopo l'articolo apparso ieri pomeriggio sulla nostra testata.
"Gentile Lisa, stiamo lavorando anche su questo parco giochi. L'anno prossimo faremo un investimento consistente sul parco, sul suo controllo e sulla sua manutenzione. Particolare attenzione sarà prestata a quella zona e al suo attrezzamento. Vedrete che rimarrete piacevolmente sorpresi. Grazie della segnalazione e della sensibilità".
L'augurio delle mamme, a questo punto fiduciose, è che queste non rimangano solo parole.
L'ultimo rapporto ACI-ISTAT rileva una battuta d'arresto nella diminuzione delle vittime per incidenti stradali in Italia, ed un rallentamento nel calo di incidenti e feriti. L'Emilia Romagna registra però numeri positivi per quanto riguarda le strade regionali. -
Parma, 5 Novembre 2015 -
I dati nazionali sulla sicurezza stradale evidenziano una battuta d'arresto nella riduzione delle vittime della strada in Italia, ed un rallentamento nel calo di incidenti e feriti. Questo è ciò che rileva l'ultimo Rapporto ACI-ISTAT, presentato ieri a Roma: nel 2014 rispetto al 2013 il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito dello 0,6% a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti.
In totale nel 2014 si sono registrati in Italia 177.031 incidenti stradali con lesioni a persone che hanno causato 3.381 decessi e 251.147 feriti. Il costo dei sinistri stradali ammonta nel 2014 a circa 18 mld di euro (stima su parametri MIT 2010).
A pesare sul dato italiano soprattutto l'incremento della mortalità stradale all'interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti.
Torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) ed i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013), mentre prosegue il calo della mortalità sulle due ruote a motore (-4,3% rispetto al 2013).
"I dati dimostrano l'urgenza di garantire l'utilizzo di almeno il 50% dei proventi delle multe per favorire la mobilità e la sicurezza stradale soprattutto in ambito urbano – dichiara il presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani – con attraversamenti pedonali moderni e visibili, percorsi ciclabili protetti, rotatorie efficaci a scongiurare i pericolosi urti laterali. Anche le sanzioni devono essere finalizzate alla prevenzione: gli autovelox nascosti sono inutili e i cartelli che ne annunciano la presenza poi non riscontrata dai conducenti sono addirittura dannosi. ACI presenterà una proposta legislativa sistemica già nella prossima Conferenza del Traffico e della Circolazione, in programma a Roma il 18 novembre".
In questo quadro generale, l'Emilia Romagna dimostra una più che positiva riduzione degli incidenti (3,8%), dei feriti (4,1%) e dei morti (4,9%) sulle sue strade nel 2014. Sempre nel 2014, in regione, il numero degli incidenti è sceso in quasi tutti i territori provinciali con un migliaio di feriti in meno rispetto al 2013.
Per Mauro Sorbi, presidente dell'Osservatorio per l'educazione alla sicurezza stradale della Regione, "l'educazione stradale è fondamentale per migliorare il rapporto tra i diversi utenti: autista, motociclista, ciclista, pedone. Un rapporto caratterizzato ancora da incidenti che, seppure in calo sensibile, lasciano segni pesanti e tangibili nelle persone coinvolte. Per questo sarebbe importante inserire l'educazione stradale come materia di studio, a partire dalla scuola primaria".
La denuncia di una mamma: "Siringa dal trenino del Parco Ducale. L'area gioco bimbi è un punto di riferimento per gli spacciatori". Una situazione di degrado nell'area bimbi che ci ha confessato vedere tutti i giorni con i suoi occhi quando porta la figlia al parco. -
Parma, 5 novembre 2015 -
"Siringa dal trenino del Parco Ducale.. Ne vogliamo parlare?! Ho mandato una mail lunedì scorso al Sindaco Pizzarotti (nessuna risposta) per far presente che i bagni dell'area bambini del Ducale sono giornalmente assediati dagli spacciatori.." - queste le parole terrificanti, di denuncia, di una mamma apparse oggi sul Gruppo Facebook "Sei di Parma se".
Una situazione allarmante messe in luce da una signora che giustamente vorrebbe portare, senza preoccupazione, la figlia al Parco cittadino e non può farlo con serenità per gli spacciatori che assediano il parco. "Li vedo giornalmente scambiarsi tranquillamente la roba sotto gli occhi di noi mamma e dei bambini" - ci confessa.
Guardia di Finanza e Polizia eseguono 3 nuovi provvedimenti cautelari nei confronti degli 'Intoccabili' a cui erano stati revocati gli arresti domiciliari per un vizio di forma. Confermato anche il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di oltre 1.800.000 euro. -
Modena, 5 novembre 2015 –
Tornano agli arresti domiciliari tre appartenenti alla banda degli 'Intoccabili'.
All'alba di oggi Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Modena hanno eseguito tre nuovi provvedimenti cautelari personali emessi dal gip del Tribunale di Modena, Eleonora De Marco.
Le rinnovate misure cautelari sostituiscono quelle dello scorso 20 ottobre oggetto di annullamento da parte del tribunale della libertà di Bologna, quando, in sede di riesame, furono evidenziati alcuni vizi di forma che avevano portato alla revoca della misura degli arresti domiciliari per Rocco Ambrisi e Adamo Bonini, entrambi di 41 anni, capifila di una banda dedita all'usura e alle estorsioni ai danni di cittadini e imprenditori del distretto ceramico tra le province di Modena e Reggio Emilia, in particolare nella zona di Sassuolo, Fiorano, Casalgrande e Castellarano.
Nei guai erano finiti anche tre carabinieri, di cui uno in congedo, accusati di corruzione, abuso d'ufficio, favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio per avere passato informazioni alla banda criminali su indagini e intercettazioni che li riguardavano.
Tuttavia, rispetto all'originaria adozione, per due degli appartenenti all'Arma dei Carabinieri, tra i quali l'ufficiale in congedo, non è stato ritenuta necessaria l'emissione di un nuovo provvedimento per il venire meno delle precedenti esigenze cautelari.
L'indagine era partita nel 2013. Approfittando del momento di crisi e della difficoltà di accedere ai canali di credito tradizionali, la banda prestava denaro a privati e imprese con tassi pari al 417% su base annua. Il denaro veniva poi reinvestito in attività commerciali affidati a prestanome nel distretto ceramico, tra cui alcuni bar e pizzerie molto note nel comprensorio, oltre che in aziende che operano nel campo dell'edilizia, della meccanica, della metallica e della carpenteria, i cui titolari sono risultati prestanome dell'organizzazione criminale, che, di fatto, beneficiava del tornaconto economico.
Confermato anche il sequestro preventivo, per sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile, di conti correnti e titoli per un valore di oltre 1.800.000 euro.
I servizi di 'pattugliamento' per iniziativa dei cittadini sono stati condannati dalla Prefettura di Parma che, in una nota, spiega perché 'sono illegali e pericolosi'. Ma Fabrizio Pallini, presidente de 'I nostri borghi', replica e ne sottolinea l'utilità per una città che non si sente al sicuro. -
Parma, 5 novembre 2015 -
A Parma si fanno le 'ronde'. La Prefettura le boccia. L'associazione promotrice di vigilanze ad opera di cittadini risponde che non sono 'pattugliamenti' ma solo attività di sorveglianza.
Questione terminologica a parte, la sostanza è che la gente ha paura.
Il 'pattugliamento' per iniziativa dei cittadini sta facendo discutere e apre una finestra sul problema sicurezza in città. Una faccenda che viene avvertita dai parmigiani come pressante.
Secondo Fabrizio Pallini, presidente dell'Associazione 'I nostri Borghi' e sostenitore di questi monitoraggi sul territorio, operati da cittadini, è un bene che ci sia una collaborazione tra abitanti del parmense.
Alla base della nota di condanna diramata dalla prefettura, per Pallini, ci sarebbe un fraintendimento: "il controllo sociale o di vicinato risulta essere estremamente utile. L'utilizzo da parte di forze politiche del termine 'ronda' ne ha in qualche modo inquinato il significato originale, quello di un aiuto da parte di persone volenterose ad interferire, contrastare situazioni di microcriminalità come lo spaccio, la prostituzione, i furti e la microcriminalità in genere. Ci pare che la Prefettura abbia in qualche modo voluto bocciare una eventuale cattiva interpretazione del termine più che la sostanza. Non e' possibile si possano vietare forme di monitoraggio e collaborazione".
La risposta di Pallini è arrivata subito dopo un comunicato della Prefettura con cui le iniziative di sorveglianza che affianchino l'operato delle forze dell'ordine sono state duramente bocciate:
"Le forme di 'pattugliamento' di alcune aree urbane – chiarisce il Prefetto -, in città ed in provincia, con il dichiarato obiettivo di contrastare reati quali furti e spaccio di stupefacenti, sono iniziative censurabili per motivi giuridici e tecnici, e pericolose sia per chi le pone in essere sia per il comune cittadino...In primo luogo sono illegali. Le uniche attività consentite sono quelle degli 'Osservatori Volontari della Sicurezza' previste e disciplinate esclusivamente nelle forme e con le modalità stabilite dalla normativa vigente. In secondo luogo possono esporre gli stessi cittadini, che volenterosi partecipano ai 'pattugliamenti', a concreti rischi, mancando, tra l'altro, di quei requisiti soggettivi e di formazione professionale, nonché del coordinamento con le Polizie Municipali".
Pallini sottolinea invece che la sua associazione, che ha dedicato anni di impegno alla sicurezza e alla tranquillità dei cittadini, "è stata antesignana di un controllo del territorio che, al di là dei sostantivi utilizzati, ha dato dei frutti straordinari".
Il Presidente dell'associazione 'I nostri borghi' chiarisce che l'intervento dei cittadini sarebbe solo di natura osservativa e informativa in collaborazione con le forze dell'ordine a cui spetta ovviamente la parte interventistica e che l'aiuto dei cittadini sia stato in molti casi importante per ridurre le problematiche legate all'insicurezza, senza sostituire le forze dell'ordine.
Per la Prefettura i cittadini che promuovono attività di controllo sono in pericolo perché rischiano danni fisici e materiali "nonché i profili penali e civili cui i partecipanti possono incorrere per gli incidenti, subiti o causati, anche a terzi estranei, che, in quanto conseguenza di condotta illecita, non sono coperti da assicurazione".
Per le modalità con cui vengono svolte, inoltre, tali attività possono anche ostacolare e, in taluni casi, vanificare, il lavoro delle forze di polizia e contribuiscono involontariamente ad alimentare la paura e l'insicurezza. Se non si deve sottovalutare il senso di preoccupazione e l'allarme dei cittadini per tipologie di reato come i furti in appartamento particolarmente odiose perché violano il luogo in cui ciascuno si sente più sicuro, alla base di qualunque strategia operativa si devono porre i reati denunciati che, tra l'altro, nei primi nove mesi di quest'anno, hanno fatto registrare, rispetto allo stesso periodo del 2014, un consistente calo numerico.
I piccoli studenti della scuola "Graziosi" di Modena hanno visitato gli Uffici della Questura nell'ambito del progetto "AWAKE!" per favorire la cultura della legalità e il rispetto delle leggi, ma anche per promuovere l'acquisizione di corretti stili e modelli di vita, contribuendo a formare cittadini responsabili. -
Modena, 4 novembre 2015 -
Questa mattina i piccoli studenti della scuola "Graziosi" di Modena hanno visitato gli Uffici della Questura nell'ambito del progetto "AWAKE!", con il quale il mese scorso è stata siglata ufficialmente tra Questore e Dirigente Scolastico Provinciale la collaborazione tra il mondo della scuola e la Polizia di Stato modenese.
Dopo una breve introduzione sul concetto di legalità, i bambini sono stati messi in guardia sui pericoli del web dagli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La Polizia Scientifica ha, poi, catturato la loro attenzione insegnando i vari metodi di rilevazione delle impronte digitali, ma è stato a bordo della "Volante" che i giovani visitatori hanno potuto esprimere appieno il loro entusiasmo.
Nuovi sviluppi sul furto del dipinto "Ritratto di Signora" del pittore austriaco Gustav Klimt, avvenuto nel febbraio 1997: sarebbero stati chiesti 150 mila euro di riscatto per il suo ritrovamento. Ad oggi, l'opera risulta ancora una tra le più ricercate al mondo. -
Piacenza, 4 Novembre 2015 -
Era il febbraio del 1997 quando dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza fu trafugato il dipinto "Ritratto di Signora" del pittore austriaco Gustav Klimt. Un furto misterioso avvenuto durante il trasloco per i lavori di ristrutturazione della struttura museale.
Un dilemma irrisolto sul quale tanto si è provato a far luce attraverso indagini che si sono rivelate piste senza uscita. Tra le tante ipotesi, si era palesata la possibilità del ritrovamento di un'impronta digitale sulla cornice ma l'unica realtà è che, ad oggi, l'opera risulta ancora una tra le più ricercate al mondo.
Proprio in questi giorni, però, qualcosa si è mosso e gli ultimi aggiornamenti comunicano che sarebbe stato chiesto un riscatto di 150 mila euro per il ritrovamento di "Ritratto di Signora". Lo annuncia il quotidiano "La Libertà", raccontando di un incontro nella periferia di Piacenza tra un ufficiale dei carabinieri ed un presunto "testimone" che ha affermato di conoscere il luogo esatto, stando alle sue parole all'estero, dove si troverebbe il dipinto.
Una trattativa che però si è interrotta improvvisamente per motivi ancora ignoti.
Dopo l'articolo pubblicato da Gazzetta dell'Emilia sulla richiesta di proroga al 2018 dell'Opzione Donna, viene messo in luce un altro problema che coinvolge le lavoratrici con versamenti nella Gestione Separata dell'INPS: non sono compatibili con la pensione anticipata. -
Modena, 4 novembre 2015 - di Manuela Fiorini -
La Gestione Separata dell'INPS, quella in cui convergono i contributi al 27% di lavoratori con partita IVA, specialisti non iscritti agli ordini professionali, collaboratori esterni di enti pubblici, privati, associazioni professionali, contratti a tempo determinato, Co.Co.Co e Co.Co.Pro non è compatibile con l'Opzione Donna, la possibilità che il Governo offre alle lavoratrici, che al 31/12/2015 hanno maturato 57 anni di età e 35 di contributi, di andare in pensione.
A metterlo in luce è, ancora una volta, Opzione Donna Proroga 2018, il gruppo nato su Facebook con l'intento di unire le donne di tutta Italia e portare all'attenzione delle istituzioni la situazioni di tante lavoratrici che hanno necessità sia di conciliare lavoro e famiglia, sia di vedersi riconoscere il diritto di poter usufruire dell'opzione di lasciare il mondo del lavoro avendo versato gli stessi contributi di altre lavoratrici alla Gestione Separata.
"Essendo una lavoratrice autonoma", spiega Elisabetta Cozzani, membro di Opzione Donna Proroga 2018, "ho una contribuzione mista Ago/gestione separata, con 35 anni totali di contributi e 58 anni di età. Quindi, secondo le proposte dell'attuale Legge di Stabilità, potrei utilizzare l'Opzione Donna e andare in pensione. Invece no. La Gestione Separata, secondo l'INPS, non dialoga con le altre forme contributive obbligatorie, sicché, il cumulo non è previsto. I miei 19 anni pagati all'Inps con la destinazione pensione, avendo la causale gestione separata, restano lì, congelati, in attesa di giungere alla data per la pensione di anzianità: 66 anni, per adesso. Credo sia chiaro il disastro che ne viene fuori: discriminazione di genere nel genere. I soldi li hanno incamerati, perché anche per la Gestione Separata i contributi sono obbligatori. In più, la percentuale di calcolo, pari al 27%, grava tutta sulla lavoratrice, che non ha titolari se non se stessa, ma la tenuta in conto dall'ente percipiente, di fatto, è pari a zero".
Il danno è ancora più evidente se si tiene presente che i contributi versati alla Gestione Separata de'l'INPS sono quelli di persone, in questo caso donne, che hanno perso il lavoro e che si sono dovute reinventare, magari mettendosi in proprio, con tutte le difficoltà, e le spese, che questo comporta. Senza contare che, spesso, non possono usufruire dei benefici del welfare, come congedi di maternità, malattia, cassa integrazione o sussidi di disoccupazione.
"Queste lavoratrici", continua Elisabetta Cozzani, "oltre alle notevoli difficoltà intrinseche nella stessa natura delle proprie attività, ben più che precarie, direi, si ritrovano anche l'ulteriore e demolente beffa di venire messe di lato dallo Stato. Eppure hanno versato, per intero e sempre, i medesimi contributi delle altre categorie di lavoratori".
L'incompatibilità dei versamenti alla Gestione Separata con l'Opzione Donna e le conseguenze sono state portate all'attenzione delle istituzioni.
"Qualche mese fa", spiega ancora Elisabetta, "ne ho parlato con l'Onorevole Luisa Gnecchi, che è stata la prima disposta ad ascoltarmi, poi con Tito Boeri, che mi ha confermato la necessità di porre rimedio alla questione da parte del Governo. Infine, è stato messo al corrente della situazione, e della discriminazione che essa crea, anche l'Onorevole Walter Rizzetto, che si è dimostrato molto sensibile all'argomento e sta ponendo il problema in discussione. Sia lui che l'On. Luisa Gnecchi, qualche giorno fa, mi hanno risposto via mail: la faccenda sembrerebbe oggetto di messa a punto. Gliene sono molto grata, anche se rimane, comunque, un interrogativo: quando verrà sistemata questa ingiustizia?".
In attesa delle risposte del Governo, Elisabetta e, probabilmente, anche altre donne nella sua stessa situazione, non intendono stare a guardare, ma continuare a lanciare segnali forti.
"Io voglio utilizzare Opzione donna!", dice convinta, "Intendo avvalermi dell'opzione offerta dalla legge 243/2004 in considerazione del seguente fatto ovvio: possiedo i requisiti al 31.12.2015. Per questo proporrò domanda attraverso Patronato, che quasi certamente verrà respinta. Motivo? Non mi riconoscono 19 anni di versamenti obbligatori eseguiti, costati notevole fatiche e rinunce, come a tutti, questo è chiaro. La chiamerei appropriazione indebita, a occhio e croce. E io farò ricorso giudiziale per più d'una ragione lesionata in diritto".
Oggi, 4 novembre, Giornata delle Forze Armate è allestita un'esposizione storica in centro storico. Presso il negozio d'abbigliamento "Ricchetti", di via Mazzini immagini, uniformi e oggettistica dell'Arma per celebrare l'impegno per la tutela e la sicurezza del territorio. -
Parma, 4 novembre 2015 -
Parma è con la Benemerita. Oggi più che mai.
Perché la Giornata delle Forze Armate non può non essere celebrata in un territorio in cui i carabinieri con le loro 4.589 stazioni svolgono il delicatissimo compito della tutela dell'ordine.
Chi vorrà, potrà unirsi ai Carabinieri del Comando Provinciale di Parma che hanno allestito nella centralissima strada Mazzini, presso il negozio d'abbigliamento "Ricchetti", una vetrina che unisce immagini, uniformi e oggettistica dell'Arma in un contesto armonicamente integrato con il tricolore nato nella vicina città di Reggio Emilia.
Al centro della esposizione un Carabiniere con l'uniforme storica, diretta derivazioni delle divise utilizzate nell'anno di fondazione della "Benemerita" e oggi indossata per servizi di rappresentanza. Alla base il simbolo ovale "Carabinieri", peculiari articolazioni di base dell'Arma dei Carabinieri a livello locale e prime depositarie dei compito di tutelare l'ordine e la sicurezza nell'ambito del territorio che esse racchiudono.
Completano l'allestimento vari accessori militari in dotazione all'Arma. Carabinieri di ieri e Carabinieri di oggi accomunati dalla vicinanza alla città di Parma e alla dedizione al servizio che sin dal 1814 hanno contraddistinto e contraddistinguono l'essere Carabiniere.
La donna ha notato due uomini che armeggiavano attorno a una rastrelliera nella centrale via Farini e ha avvertito le Forze dell'Ordine. I malviventi, italiani e residenti a Carpi, sono stati fermati con una catena da bicicletta e una tronchese e denunciati a piede libero. -
- Di Manuela Fiorini - foto di Claudio Vincenzi -
Modena, 3 novembre 2015 –
Le cattive intenzioni di due malviventi, che la sera del 1° novembre hanno tentato di rubare una due ruote in via Farini, in pieno centro storico, non sono sfuggite a una cittadina modenese, che ha deciso di fare il proprio dovere civico e "non voltarsi dall'altra parte". Il suo intervento, infatti, è stato provvidenziale per sventare il colpo e identificare i due aspiranti "ladri di biciclette".
Erano circa le 21 quando la donna si è accorta dei movimenti sospetti di due uomini che armeggiavano attorno a una rastrelliera. La modenese ha così allertato le Forze dell'Ordine, ma il suo gesto è stato notato dai due che hanno preferito allontanarsi.
L'intervento della Polizia di Stato, tuttavia, è stato tempestivo e l'arrivo sul posto di una Volante ha consentito di fermare e identificare i due uomini. Si tratta di un 47 enne e di un 48 enne italiani, residenti nel Comune di Carpi, con diversi precedenti specifici per reati contro il patrimonio. La denuncia a piede libero per tentato furto è scattata immediatamente, dal momento che i due compari avevano con sé una tronchese e una catena da biciclette già recisa, segno inequivocabile delle loro cattive intenzioni.
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