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Si è allontanata il 10 luglio, zona Montechino di Gropparello, in provincia di Piacenza. Ha alle spalle una storia di sofferenze e finalmente aveva trovato una famiglia. L'appello della sua "mamma" umana per ritrovarla.

GROPPARELLO (PC) –

Alyssa ha il manto biondo, le orecchie lunghe e due occhi dolci che, se potessero parlare, chissà quante ne potrebbero raccontare. Alyssa è la segugina di Daniela Gatti, la persona che finalmente le aveva dato l'amore e il calore di una famiglia dopo molti anni trascorsi in canile dopo un sequestro. E che ora su Facebook lancia un appello per trovare la sua "nonnina", che si è allontanata da Zona Montechino di Gropparello, nel piacentino.

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La "mamma" di Alyssa offre una ricompensa di 10.000 euro a chiunque le riporti a casa la sua "bimba", garantendo comunque l'anonimato a chi la ritroverà. Nessuna ipotesi è, purtroppo, esclusa. C'è anche una ricompensa di 2000 euro per chi la ritrovasse anche morta, ma riconoscibile.

Condividiamo l'appello, nella speranza che Alyssa torni presto a casa. Proprio ieri abbiamo raccontato la storia del Labrador rubato a Medicina e ritrovato dopo sette mesi. Un segnale di speranza per tutti coloro che smarriscono un amico a quattro zampe.

I contatti della signora Daniela sono 335/6878667 e 0523/1613072

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Foto di Alyssa, tratte dalla pagina Fb di Daniela Gatti

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L'uomo, dall'età apparente di circa 55 anni, rasato, con maglietta rossa e cappellino, si è accasciato a metà del percorso. Con sé non aveva né documenti né cellulare né chiavi dell'auto. Era un amatore e non indossava nemmeno la pettorina con il numero d'iscrizione. L'appello dei Carabinieri di Frassinoro per risalire alla sua identità.

FRASSINORO (MO) –

Circa 55 anni, rasato, maglietta rossa e cappellino. I Carabinieri di Frassinoro hanno rilanciato anche sui siti di Modenacorre e Reggiocorre la foto dell'uomo che ieri, attorno alle 10.30 è deceduto, colpito da un infarto fulminante, mentre partecipava da podista amatoriale alla "Cotta", gara storica della provincia, giunta alla sua 29° edizione, che si snoda per 9 km sull'Appennino, tra salite, discese e crinali e inserita come 5° tappa del circuito Parco del Frignano e 8° del Campionato Provinciale Uisp di corsa di montagna.

L'uomo non aveva con sé né documenti, né cellulare, né chiavi della macchina e non indossava nemmeno il pettorale con il numero, che avrebbe consentito di risalire alla sua identità attraverso l'iscrizione. Alla corsa, infatti, hanno partecipato quasi 500 podisti "ufficiali", ma è aperta anche ai tanti amatori, che non sono però tenuti a registrarsi.

Dopo il raduno alle ore 8 in piazza del Castello e la partenza alle 9.30, a circa metà del percorso l'uomo, che era nelle ultime fila, ha accusato un malore e si è accasciato al suolo mentre stava percorrendo il tratto del Monte Spalanco, appena sopra al paese. Gli altri podisti hanno chiamato subito i soccorsi, e hanno intentato, nell'attesa dell'arrivo del personale medico, le prime disperate manovre di soccorso e rianimazione. Il medico di assistenza alla corsa è arrivato immediatamente a bordo di un fuoristrada, pochi istanti dopo sono giunti in elicottero del 118 di Pavullo anche un altro medico e un infermiere, ma per lo sfortunato podista non c'è stato nulla da fare. Ai sanitari non è rimasto altro che constatarne il decesso.

La salma è stata portata nel reparto di Medicina Legale del Policlinico di Modena in attesa dell'identificazione. Fino alla tarda serata di ieri, infatti, nessuno aveva segnalato la mancanza dell'uomo da casa, e non è stato nemmeno possibile risalire a un'eventuale auto abbandonata, poiché il paese era "invaso" dai turisti accorsi per la Festa Matildica.

Questa mattina pare ci siano state le prime segnalazioni, ma si attende ancora quella definitiva per risalire alle generalità del deceduto.

Chi avesse notizie, può contattare i Carabinieri oppure scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Lunedì, 23 Luglio 2018 13:58

Blitz "incastra" gli spacciatori dei VIP

Si tratta di due tunisini di 34 e 38 anni, in regola con il permesso di soggiorno e domiciliati a Cavezzo. Sequestrati 25 grammi tra cocaina e hashish, 4500 euro in contanti e materiale per confezionare le dosi.

CARPI (MO) – Imprenditori, modelle, calciatori non professionisti e persino un ex concorrente emiliano di un reality show. Erano nel "portafoglio clienti" di due pusher tunisini di 34 e 38 anni con un giro di affari tra Carpi e la Bassa modenese, che sono stati fermati e tratti in arresto dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Carpi e dai colleghi di Cavezzo e San Prospero proprio mentre erano intenti a smerciare le dosi.
I due, regolari sul territorio, da settimane erano sospettati di gestire una proficua attività di spaccio di cocaina nella zona. I due sono quindi stati fermati mentre consegnavano a domicilio, a Carpi, cinque dosi di cocaina, nascoste in bocca.
Immediata la perquisizione nelle abitazioni dei due tunisini, domiciliati a Cavezzo, che ne ha confermato l'attività criminale. Sono infatti stati rinvenuti altri 30 grammi di cocaina, 5 di hashish, bilancini di precisione, materiale per tagliare e confezionare gli stupefacenti, tre telefoni cellulari e 4500 euro in contanti.
I due sono stati portati nel carcere di Sant'Anna, in attesa del pronunciamento dell'autorità giudiziaria.

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Venerdì, 20 Luglio 2018 15:26

Diagnosticato un caso di Dengue

L'Azienda USL di Reggio Emilia informa che è stato diagnosticato un caso di Dengue in una persona residente a Guastalla, recentemente rientrata da un viaggio in area in cui è endemica questa malattia. Le attuali condizioni di salute sono buone.

La febbre di Dengue è una malattia virale trasmessa attraverso la puntura di zanzara e caratterizzata da febbre alta, forti dolori articolari e muscolari, dolore retrorbitario e rash cutaneo.

Sono stati attivati immediatamente, in collaborazione con il Comune di Guastalla, i protocolli del caso che contemplano l'effettuazione, in un'area corrispondente ai luoghi di permanenza del caso segnalato, di una serie ripetuta di disinfestazioni contro la zanzara tigre, sia in area pubblica sia privata, con modalità "porta a porta", per abbattere la popolazione di zanzare presenti nell'area dove la persona ha soggiornato al rientro dal viaggio.
Si ricorda che la zanzara è l'unico vettore di questa patologia: la febbre di Dengue, infatti, non si trasmette direttamente da uomo a uomo ma solamente attraverso la puntura di una zanzara infetta.

Ogni anno, visto il grande numero di viaggiatori in aree in cui la malattia è diffusa, si registrano alcuni casi in Italia e anche nella nostra regione, in persone al rientro da viaggi all'estero.
Non vi è, al momento, nessun altro caso sospetto e non sussiste alcun allarme sanitario.

Per maggiori informazioni sugli interventi messi in atto dalla Regione Emilia-Romagna per la protezione nei confronti delle zanzare invasive: www.zanzaratigreonline.it 

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E' stato fermato a Milano, a meno di trenta ore dei fatti, il colpevole dello stupro avvenuto a Piacenza, nella notte fra mercoledì e giovedì. Vittima una barista di nazionalità cinese, che trovandosi da sola, in prossimità dell'orario di chiusura del locale è stata legata, imbavagliata e abusata per ore.

L'uomo, romeno di 34 anni, pregiudicato che stava scontando una condanna per altri reati, era ai domiciliari e usufruiva del permesso di uscire per lavorare durante il giorno. E' stato identificato e arrestato dai Carabinieri di Piacenza mente si trovava a piedi in zona Forlanini, forse in procinto di prendere un treno. Le accuse a suo carico sono di violenza sessuale, sequestro di persona, rapina e anche evasione.

La povera vittima, una donna cinese di 40 anni, era riuscita a fuggire in un attimo di distrazione urlando e destando l'attenzione dei vicini. Ricoverata in ospedale sito shock, è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni.

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Personale del Commissariato di P.S. di Carpi,  a seguito di una serie di furti perpetrati su autovetture in sosta nella zona est della città, ha avviato un'attività d'indagine che, sulla scorta di riscontri oggettivi, ha portato a focalizzare l'attenzione degli investigatori sul campo nomadi sito in via Tresinaro Sinistra a Correggio.

Nelle prime ore della mattinata di ieri, su delega della Autorità Giudiziaria, gli agenti del Commissariato di P.S., unitamente al Reparto Prevenzione Crimine e alla Squadra Mobile di Reggio Emilia, coordinati sul posto dal Vice Questore dott.ssa Laura Amato, hanno proceduto alla perquisizione dell'intero campo nomadi.

La vasta area, dove risiedono 95 nomadi stanziali di origine Sinti è stata minuziosamente passata al setaccio alla ricerca del materiale rubato.

Sono state identificate complessivamente 45 persone, di cui la metà con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio; una risulta sottoposta agli arresti domiciliari.

I risultati dell'attività sono al vaglio degli inquirenti.

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La Polizia di Stato ha tratto in arresto in flagranza del reato di estorsione aggravata un cittadino italiano, di anni 49, originario della provincia di Napoli, titolare di una agenzia investigativa privata a Modena.

Il detective era stato ingaggiato dalla vittima, un consulente fiscale di Sassuolo, al fine di avviare una attività investigativa difensiva.
L'arrestato aveva preteso un compenso di 30mila euro per essere riuscito ad acquisire alcune informazioni riservate relative al suo cliente - di cui aveva dato prova mostrandogli un documento riportante le date dei controlli a cui era stato sottoposto negli anni dalle Forze di Polizia, le denunce sporte e la vicenda giudiziaria che lo riguardava – fornitegli, a suo dire, da alcune amicizie tra le Forze dell'Ordine e in altri apparati dello Stato, che lo avevano anche aiutato a distruggere le intercettazioni telefoniche con valore probatorio che lo avrebbero incastrato.

Incalzato da pressanti richieste, il consulente fiscale aveva consegnato immediatamente 10.000 euro, con la promessa che avrebbe saldato il conto nei giorni successivi in ragione delle pesanti minacce ricevute.

La vittima a questo punto ha deciso di rivolgersi alla Polizia ed immediatamente sono partite le indagini della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Sassuolo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena. All'ennesima richiesta di denaro pervenuta a mezzo "Telegram" con messaggi minatori a cancellazione automatica a tempo, le parti hanno concordato un altro incontro per la consegna di ulteriori 4000 euro.

Attraverso un servizio di appostamento con l'utilizzo di apparati tecnici di intercettazione e di video riprese, gli agenti hanno potuto incastrare l'estorsore nel momento in cui riceveva la somma pattuita per poi nasconderla all'interno della propria biancheria intima.

Nel corso dell'attività investigativa, è emerso il concorso in estorsione da parte di un esponente delle Forze dell'Ordine, che avrebbe fornito informazioni riservate attraverso l'accesso abusivo a sistemi informatici, motivi per i quali è stato deferito all'Autorità Giudiziaria.

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La Guardia di Finanza di Piacenza, nel contesto dei servizi predisposti al fine di rafforzare il dispositivo di sicurezza e di controllo del territorio durante il periodo estivo, ha effettuato, sabato notte, interventi a tappeto a presidio delle strade e finalizzato al contrasto di fenomeni illegali, focalizzati soprattutto nei principali locali e centri di aggregazione giovanile.

I CONTROLLI

I controlli, svolti da pattuglie automontate in uniforme e in abiti civili, effettuati anche con l'ausilio delle unità cinofile, hanno interessato complessivamente oltre 40 veicoli e circa 60 persone, ed hanno permesso di rilevare la presenza di diversi tipi di sostanze stupefacenti occultati in scomparti delle autovetture. L'attività si è conclusa con il sequestro di gr. 3 di hashish, gr. 2,5 di marijuana, gr. 0,5 di eroina, gr. 0,2 di cocaina, tre spinelli, la relativa denuncia dei 5 soggetti in possesso delle sostanze stupefacenti e il ritiro di una patente di guida. I cinque soggetti, tutti di nazionalità straniera ma domiciliati in Italia, sono stati segnalati alla locale Prefettura per la detenzione di sostanza stupefacente in violazione dell'art. 75 DPR. 309/90. Tale intervento, si inquadra nell'ambito del progetto "Estate sicura" che prevede un rafforzamento dei vari dispositivi messi in campo dalle diverse Forze di Polizia per garantire una maggior sicurezza del territorio durante la stazione estiva.

La Guardia di Finanza continuerà pertanto a sostenere il piano straordinario di rafforzamento del dispositivo di sicurezza economico-finanziario per prevenire e contrastare, anche nei periodi estivi, fenomeni di illegalità diffusa a tutela degli operatori economici onesti e al contrasto di tutte le tipologie di traffici illeciti.

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Listeria nel PROSCIUTTO COTTO QUANTO BASTA FIORUCCI x2. COOP fa scattare il richiamo. Non è da escludersi un pericolo per la salute per chi dovesse consumare il prosciutto.

13 luglio 2018

Nel prosciutto cotto è stata riscontrata la presenza di Listeria monocytogenes. Immediato è scattato il ritiro dal mercato. Oggi la catena Coop e Unicoop Tirreno hanno annunciato il ritiro da tutti i negozi del lotto: L 8278001840 EAN 8007975007395 del PROSCIUTTO COTTO QUANTO BASTA FIORUCCI x2 90g con scadenza 05 08 2018 Produttore Cesare Fiorucci.

Secondo una comunicazione ufficiale il prosciutto cotto potrebbe presentare una contaminazione da Listeria mycocitogenes. Coop precauzionalmente ha già ritirato il prosciutto dagli scaffali dei supermercati.

Per ulteriori informazioni rivolgersi al fornitore CESARE FIORUCCI SPA al numero verde 800 868 060 oppure all'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" non esclude che l'ingerimento del prosciutto cotto possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. Il batterio della Listeria potrebbe provocare sintomi influenzali (febbre, mal di testa, malessere). Alle donne incinte e alle persone che soffrono di immunodeficienza e che accusano i sintomi descritti si consiglia di consultare un medico. Pertanto rilanciando l'allerta riportata dal portale della COOP, invita i consumatori di astenersi dall'acquisto del lotto interessato invitando chi lo ha già effettuato e chi lo ha in casa a non utilizzarlo e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione.

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Facebook chiude il profilo della figlia morta, la madre ottiene l'accesso. I sopravvissuti dovrebbero essere in grado di accedere all'account Facebook dei loro parenti defunti. L'ho ha ordinato il Tribunale federale tedesco.

12 luglio -

Facebook era diventato l'unico filo che la legava alla figlia morta: "C'erano foto e frasi postate da lei in questi anni". Oltre ai ricordi impressi nella mente. Per questo quando il social network ha chiuso la pagina della figlia, probabilmente dopo la segnalazione che si trattava di un profilo di un utente morto, la mamma è come se l'avesse persa di nuovo. Perché entrare nel profilo della figlia le permettava di rileggere post e commenti, di riguardare le foto e sentirla ancora vicina. Ma ora è possibile. Lo ha deciso, oggi 12 luglio, l'Alta corte federale (BGH) a Karlsruhe. Secondo i magistrati "Gli eredi hanno anche bisogno di accedere a un account Facebook. Il contratto con Facebook fa quindi parte dell'eredità dei genitori, quindi hanno accesso completo all'account della figlia."

Il caso riguarda una madre, che non poteva accedere alla pagina on-line della figlia defunta. La figlia quindicenne del la querelante è morta in un incidente della metropolitana nel 2012 in circostanze poco chiare. Sua madre sperava di scoprire attraverso l'accesso all'account Facebook, se la ragazza avesse intenzioni suicide. Aveva anche le credenziali, ma non poteva più accedere ai contenuti dell'account. Questo è in un cosiddetto stato commemorativo, che rende impossibile leggere i messaggi personali. I tribunali di grado inferiore avevano deciso diversamente. Nel 2015, la corte distrettuale di Berlino ha inizialmente stabilito che Facebook deve garantire l'accesso completo ai genitori come eredi. La Corte d'appello, aveva valutato diversamente e respinto il ricorso presentato dalla madre. Mentre, in ultima battuta, il Tribunale federale si è pronunciato accogliendo le doglianze dei genitori.

La sentenza di Karlsruhe, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", dovrebbe essere di fondamentale importanza per la futura gestione del patrimonio digitale. Dopo la scomparsa di un nostro caro, l'accesso virtuale può dare l'idea di averlo ancora qui. Sembra una stupidaggine, ma per i genitori, in particolar modo, significava tutto. È un gran dolore.

Pubblicato in Cronaca Emilia
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