lI potere curativo nascosto dello zucchero. I medici stanno sperimentando un modo in cui lo zucchero può giovare alla salute: può aiutare a guarire le ferite resistenti agli antibiotici. Il trattamento con lo zucchero può funzionare su ferite che affliggono non solo le persone, ma gli animali domestici
Da bambino cresciuto in povertà negli altopiani orientali dello Zimbabwe, Moses Murandu quando cadeva e si tagliava era abituato ad avere il sale letteralmente massaggiato sulle sue ferite. Nei giorni fortunati, però, suo padre aveva abbastanza soldi per comprare qualcosa che faceva prurire il ragazzo molto meno del sale: lo zucchero.
Murandu ha sempre notato che lo zucchero sembrava aiutare a guarire le ferite più rapidamente dell'altro trattamento. Così fu sorpreso quando, nel 1997 assunto come infermiere al National Health System (NHS), il sistema sanitario nazionale in vigore nel Regno Unito, scoprì che lo zucchero non veniva usato in alcuna veste ufficiale.
Decise di provare a cambiarlo. Ora, l'idea di Murandu è finalmente presa sul serio. Docente senior in infermieristica per adulti presso l'Università di Wolverhampton, Murandu ha completato un primo studio pilota incentrato sulle applicazioni dello zucchero nella guarigione delle ferite e ha vinto un premio dal Journal of Wound Care nel marzo 2018 per il suo lavoro. In alcune parti del mondo, questa procedura potrebbe essere fondamentale perché le persone non possono permettersi gli antibiotici. Ma c'è anche interesse nel Regno Unito, dal momento che una volta che una ferita è stata infettata, a volte non risponde agli antibiotici . Per curare una ferita con lo zucchero, tutto quello che fai, dice Murandu, è versare lo zucchero sulla ferita e applicare una benda sulla parte superiore. I granuli assorbono l'umidità che consente ai batteri di prosperare. Senza i batteri, la ferita guarisce più rapidamente.
La conferma di questi benefici curativi sono stati trovati nei test di Murandu in laboratorio. E una crescente raccolta di risultati di studi da tutto il mondo ha supportato le scoperte di Murandu, inclusi esempi di trattamenti con lo zucchero efficaci su ferite resistenti agli antibiotici. Anche con queste conferme, però Murandu affronta una dura battaglia. Il finanziamento per ulteriori ricerche lo avrebbe aiutato a raggiungere il suo obiettivo finale: convincere il NHS a utilizzare lo zucchero come alternativa agli antibiotici. Ma la maggior parte della ricerca medica è finanziata dalle società farmaceutiche. E queste aziende, sottolinea, hanno poco da guadagnare dal pagare per la ricerca in qualcosa che non possono brevettare. Lo zucchero che Murandu usa è il tipo semplice e granulato che potresti usare per addolcire il tuo tè. Nelle stesse prove in vitro, ha scoperto che non vi era alcuna differenza tra l'uso di zucchero di canna o di barbabietola. Il campione per il test, ha dimostrato che ceppi di batteri sono cresciuti a basse concentrazioni di zucchero ma sono stati completamente inibiti in concentrazioni più elevate. Murandu ha iniziato a registrare i risultati dello studio in Zimbabwe, Botswana e Lesotho (dove si è formato per la prima volta in infermieristica).
Tra di loro è inserito lo studio su una donna che vive ad Harare. "Il piede della donna era stato misurato, pronto per essere amputato, quando mio nipote mi ha chiamato", dice Murandu. "Aveva avuto una ferita terribile per cinque anni e il medico voleva amputare. Le ho detto di lavare la ferita, applicare lo zucchero, lasciarlo e ripetere."La donna ha ancora una gamba." Questo, dice, è un esempio del perché c'è così tanto interesse nei suoi metodi, in particolare da parti del mondo in cui le persone non possono permettersi antibiotici. In totale, Murandu ha effettuato studi clinici su 41 pazienti nel Regno Unito. Non ha ancora pubblicato i risultati del processo, ma li ha presentati a conferenze nazionali e internazionali. Una domanda a cui doveva rispondere durante la sua ricerca era se lo zucchero potesse essere usato su pazienti diabetici, che comunemente hanno ulcere alle gambe e ai piedi. I diabetici devono controllare il livello di glucosio nel loro sangue, quindi questo non è un metodo di guarigione evidente da usare su di loro. Ma ha scoperto che ha funzionato per i diabetici senza far salire i loro livelli di glucosio. "Lo zucchero è saccarosio: è necessario l'enzima sucrasi per convertirlo in glucosio", afferma. Come si trova sucrase nel corpo, è solo quando lo zucchero viene assorbito che viene convertito. Applicarlo all'esterno della ferita non lo influenzerà allo stesso modo.
Mentre Murandu continua la sua ricerca sui pazienti umani, il veterinario americano Maureen McMichael usa da anni questo metodo di guarigione sugli animali. McMichael, che lavora presso l'Università di Illinois Veterinary Teaching Hospital, ha iniziato a utilizzare lo zucchero e miele negli animali domestici nel 2002. Ha detto che era una combinazione della semplicità del metodo e del basso costo che l'attraeva, specialmente per i proprietari di animali domestici chi non poteva permettersi i soliti metodi di portare l'animale all'ospedale e usare la sedazione. McMichael dice che mantengono sia lo zucchero che il miele nella loro chirurgia e spesso lo usano su cani e gatti (e occasionalmente su animali da fattoria). Il miele ha proprietà curative simili allo zucchero ( uno studio lo ha trovato ancora più efficace nell'inibire la crescita batterica), sebbene sia più costoso. Il trattamento con lo zucchero può funzionare su ferite che affliggono non solo le persone, ma gli animali domestici.
"Abbiamo avuto alcuni grandi successi con questo", afferma McMichael. Ha dato un esempio di un cane randagio che era venuto da loro dopo essere stato usato come "esca da pitbull", appeso a un'imbracatura e attaccato da pitbull addestrati per combattere. Il cane arrivò con 40 ferite da morso su ogni arto e fu guarito entro otto settimane.
"Era un randagio quindi non c'erano soldi per lei. L'abbiamo trattata sia con il miele che con lo zucchero e l'ha fatto favolosamente ", dice McMichael. "Ora è completamente guarito."
Oltre ad essere più economico, lo zucchero ha un altro vantaggio: man mano che vengono usati sempre più antibiotici, stiamo diventando resistenti a loro. Nel Regno Unito, la specialista in ingegneria dei tessuti Sheila MacNeil dell'Università di Sheffeld ha studiato come gli zuccheri naturali possano essere utilizzati per stimolare la ricrescita dei vasi sanguigni. La sua ricerca derivava dal suo lavoro sui tumori, quando notò che un particolare piccolo zucchero derivato dalla scissione del DNA (2-desossi-D-ribosio) continuava a spuntare. La squadra di MacNeil ha sperimentato applicando questo zucchero alla membrana che circonda gli embrioni di pollo. Secondo MacNeil, lo zucchero stimolava il doppio del numero di vasi sanguigni di quanto sarebbe cresciuto senza di esso.
Ma naturalmente questi tipi di zuccheri presenti in natura presenti nel nostro corpo, evidenzia Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", sono molto lontani dal tipo di zucchero quotidiano usato da Murandu nei suoi esperimenti.
Il "biglietto dei sogni", dice MacNeil, sarebbe quello di trovare uno zucchero che potesse essere usato in entrambi i modi. Crede che questo sia il prossimo passo che la ricerca dovrebbe intraprendere. Nel frattempo a Wolverhampton, il piano di Murandu è quello di istituire una clinica privata usando il suo metodo con lo zucchero. Spera che un giorno lo zucchero sarà comunemente usato, non solo dal NHS ma anche negli ospedali pubblici in alcuni degli altri paesi in cui ha lavorato. Continua a ricevere e-mail regolari da tutto il mondo, chiedendo il suo consiglio e guida i pazienti da remoto tramite e-mail e messaggi di testo. I suoi clienti lontani gli mandano foto dei loro risultati insieme alla loro gratitudine quando sono guariti.
È un metodo antico e usato in modo non ufficiale da molti poveri nei paesi in via di sviluppo, ma per Murandu è stato solo nel Regno Unito che si è reso conto dell'importanza che lo zucchero potrebbe avere nel mondo della medicina. Lo vede come una fusione delle sue conoscenze locali con le moderne strutture di ricerca in Gran Bretagna.
(1 aprile 2018)
Una ricerca condotta da un team di scienziati dell'Università di Copenaghen (Danimarca) rivela che l'aglio ha la capacità di combattere i batteri resistenti come terapia per combattere le infezioni croniche come la fibrosi cistica, o lesioni subite dai pazienti diabetici.
L'aglio è stato tradizionalmente considerato un alimento favorevole per prevenire e curare le infezioni nel corpo umano.
Ippocrate, considerato il padre della medicina nella Grecia antica, ne raccomandava l'uso come terapia contro varie malattie e infezioni, e certamente in più di un'occasione si è parlato dell'aglio come un rimedio naturale per vari disturbi, come ad esempio quello di eliminare l'herpes labiale.
La ricerca è stata svolta da un team guidato da Michael Givskov, uno scienziato che ha analizzato gli effetti dell'aglio sui batteri dal 2005. Questi ricercatori hanno identificato il responsabile di questa azione antibatterica nel 2012.
È un composto solforoso attivo chiamato ajoene che è in grado di distruggere componenti importanti nei sistemi di comunicazione dei batteri che coinvolgono le molecole regolatrici dell'RNA. Inoltre, attacca anche lo strato protettivo che copre il microrganismo, chiamato biofilm.
Il nuovo studio, pubblicato su diverse riviste scientifiche, ha rivelato attraverso un esame più approfondito e documentato, la capacità che hanno le piccole molecole di inibire l'ajoene RNA normativo in due tipi di batteri, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa. La sostanza dell'aglio può combattere contemporaneamente e pertanto potrebbe essere usata per rafforzare l'effetto degli antibiotici.
"Crediamo davvero che questo metodo possa portare al trattamento di quei pazienti che altrimenti hanno poche prospettive", afferma Tim Holm, uno dei membri del team. "Abbiamo abbastanza conoscenze per continuare a sviluppare un farmaco a base di aglio e testarlo nei pazienti". Nel caso in cui gli studi clinici avranno buoni risultati, è possibile iniziare a commercializzare il farmaco.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" questa scoperta potrebbe dare agli scienziati un nuovo bersaglio contro cui sviluppare farmaci anti-infettivi in particolare i batteri multi-resistenti.
Lecce, 28 novembre 2017
BOLOGNA – Le buone pratiche contro lo spreco alimentare: Bologna premia Enti pubblici, aziende e scuole virtuose in Italia con la V edizione del Premio Vivere a Spreco Zero vinto dal Comune di Milano "per la portata internazionale dei progetti avviati negli ultimi anni, culminati attraverso Expo con l'attivazione del Milan Urban Food Policy Pact, il network internazionale di 160 città impegnate per lo sviluppo di Sistemi Alimentari Sostenibili a partire dalla creazione di una Politica Alimentare Urbana in cui la lotta allo spreco alimentare è uno dei principali obiettivi".
Nella categoria "Amministrazioni pubbliche" erano in gara quest'anno anche i Comuni di Modena e Cremona.
La categoria "Buone pratiche Imprese" ha premiato Dalma Mangimi, per l'innovazione di processo che ha portato alla riduzione dello spreco, convertendo in materia prima i prodotti che sarebbero diventati rifiuto. Menzione speciale per la tecnologia Gio' Style di conservazione, cottura e riutilizzo del cibo.
Nella categoria Scuole, infine, premiati gli studenti della Fondazione Casa del Giovane Don Mario Bottoglia di Castiglione delle Stiviere (Mantova), del circuito Scuola Centrale Formazione, per il progetto "Cucino con ciò che ho".
I vincitori della V edizione del Premio Vivere a Spreco Zero, i piccoli 'Oscar' della sostenibilità assegnati dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dal progetto Reduce del Ministero dell'Ambiente e Università di Bologna – Distal, sono stati annunciati e premiati martedì 28 novembre, a Bologna - Palazzo Magnani, sede UniCredit, presente il Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente Barbara Degani con il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè e con Livio Stellati responsabile Centro-Nord Relazioni Istituzionali UniCredit partner storico di Spreco Zero, Eliana Farotto responsabile Ricerca & Sviluppo Comieco e Diego Pagani, presidente Conapi-Mielizia.
E al geniale cartoonist Francesco Tullio Altan, grande Maestro della satira e sguardo acuto e ironico sull'evoluzione del costume in Italia, va quest'anno il Premio Vivere a Spreco Zero 2017 nella categoria testimonial: "per aver illustrato con fulminea incisività il paradosso del nostro tempo bulimico e sprecone, dando voce e matita, nell'ultimo decennio, ai temi dello speco alimentare, idrico ed energetico. E per aver così contribuito a sensibilizzare adulti e giovani, amichevolmente ma con straordinaria efficacia, intorno ad una questione tema centrale e ineludibile del nostro tempo". Altan raccoglie dunque il testimone dei riconoscimenti consegnati nel 2015 a Susanna Tamaro e nel 2016 a Paolo Rumiz e Moreno Cedroni. Altan, che dal 2010 illustra la campagna Spreco Zero, sarà a sua volta motore di nuove buone pratiche attraverso una borsa di studio assegnata dal Premio Vivere a Spreco Zero.
«Sono i nostri comportamenti che fanno la differenza in tema di ambiente - ha dichiarato Barbara Degani, Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente - E' un concetto che vale a maggior ragione per i temi dello spreco di cibo e dell'educazione alimentare alla base del Premio "Vivere a Spreco Zero" cui sono felice di aver contribuito e partecipato anche nelle passate edizioni. Il cambiamento passa in primis per le persone e le organizzazioni di cui fanno parte, si tratti di istituzioni come le amministrazioni comunali o le aziende e le scuole, che sono le categorie premiate oggi. I dati Waste Watcher dimostrano che c'è un'attenzione crescente in questo campo da parte dei cittadini in occasione di una ricorrenza come il Natale in cui lo spreco risulta evidente: 4 italiani su 10, il 41% degli intervistati, afferma che il rischio di spreco è dietro l'angolo del 'cenone'. Le azioni che da anni abbiamo messo in atto per la riduzione degli sprechi, dalla family bag alle campagne di educazione alimentare e ambientale, dimostrano che stiamo andando nella giusta direzione».
Nel corso dell'incontro sono stati infatti illustrati i nuovi dati dell'Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, che rilevano i comportamenti dei consumatori in vista del Natale.
Cosa si spreca a Natale? «Denaro e cibo, secondo gli intervistati dell'Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg – ha spiegato Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e del movimento Spreco Zero - Anche se la sensazione di gettare il cibo è andata calando nelle ultime rilevazioni, segno dell'attenzione crescente a comportamenti virtuosi in questo campo: ma non dobbiamo abbassare la guardia: lo spreco domestico ci costa infatti ogni giorno all'incirca 1 euro, pari a 145 kg di cibo gettato in casa ogni anno, per 6,9 € la settimana e 360 € ca ogni anno. Lo spreco è un tema su cui si gioca il futuro della terra, per questo dobbiamo sensibilizzare innanzitutto i giovani, dai bimbi ai millennials della generazione Z».
I nuovi dati Waste Watcher evidenziano che in Emilia Romagna la percezione di sprecare cibo a Natale è lievemente inferiore alla media nazionale, indice di sensibilizzazione più forte intorno al cibo e al suo valore. Cresce anche l'attenzione al proprio tempo: 1 italiano su 20 ritiene di sprecarlo, a Natale, era 1 su 100 lo scorso anno! E Natale, di per sé, cosa rappresenta per gli italiani? Un periodo di 'abbondanza e ricchezza' più per i cittadini dell'Emilia Romagna (48% degli intervistati) che per gli italiani (45%). In Emilia Romagna il Natale genera più piacere (30% contro 28% degli intervistati in Italia), si fanno più regali (23% contro 19% del resto d'Italia) e si dà più attenzione al cibo (21% contro 18%).
«Le azioni condotte in questi anni per la riduzione degli sprechi, in particolare quelli alimentari, producono un loro effetto - conferma il curatore del progetto reduce Luca Falasconi - La sensibilità sullo spreco alimentare è aumentata, ma tanta strada ancora deve essere fatta. Proprio per questo motivo abbiamo pensato a "Waste Notes" un piccolo diario che ha l'obiettivo di affiancare le famiglie nel monitorare cosa succede nelle proprie cucine e di poter condividere attraverso i portali sprecozero le buone pratiche che ognuno adotta per prevenire e ridurre lo spreco domestico. Osservare e 'copiare' le buone pratiche delle cucine degli altri è sicuramente un ottimo strumento per vincere sullo spreco».
«UniCredit – ha spiegato Livio Stellati, responsabile Centro-Nord Relazioni Istituzionali UniCredit - considera la sostenibilità un concetto fondante per il successo delle proprie attività e agisce per perseguire l'obiettivo di una crescita sostenibile non soltanto dal punto di vista bancario. Così la banca è attiva anche nel supporto a progetti culturali e sociali come "Spreco Zero" che UniCredit sostiene da cinque anni e nella quale si riconosce in virtù del proprio impegno per la crescita del territorio che non può prescindere dall'attenzione al risparmio a tutto campo. UniCredit è quindi entusiasta di ospitare la cerimonia di consegna del Premio "Vivere a Spreco Zero". Un'occasione per promuovere le buone pratiche valorizzando le esperienze più rilevanti e favorendone la diffusione».
Eliana Farotto responsabile Ricerca & Sviluppo Comieco ha annunciato i vincitori della categoria enti pubblici sottolineando che «la lotta allo spreco è uno degli strumenti portanti dell'economia circolare: solo riducendo l'uso indiscriminato di risorse le successive azioni di raccolta e riciclo possono essere efficaci. Il Comune di Milano affronta da anni, anche con il sostegno di Comieco, la gestione sostenibile del territorio e i progetti premiati oggi sono il riconoscimento dei risultati finora raggiunti e di come Milano possa rappresentare su questo fronte l'Italia anche in ambito internazionale».
«Partecipiamo volentieri a questo appuntamento che mette in evidenza le tante aziende che in Italia realizzano idee ingegnose utilizzando tecnologie avanzate. Rispettando il semplice principio non si butta il cibo, che nonne e mamme avevano insegnato per millenni - ha dichiarato Diego Pagani presidente di Conapi-Mielizia, annunciando i vincitori della categoria Imprese - Il premio Vivere a Spreco Zero nutre e stimola le nostre coscienze, mostrandoci come anche un gesto semplice, come questo, sia importante a innescarne mille altri virtuosi, in grado di dare obiettivi concreti e raggiungibili per il futuro dell'umanità».
I vincitori della categoria Scuole sono stati annunciati da Giuseppe Zuliani, Direttore Customer Marketing e Relazioni Esterne Conad, che ha dichiarato: «combattiamo lo spreco per recuperare e donare i prodotti che sono ancora perfettamente commestibili ma sono a ridosso della data di scadenza. Tramite le associazioni che operano nei vari territori in cui siamo presenti con i nostri soci forniamo un aiuto a tante persone bisognose offrendo loro un pasto e un sostegno alimentare quotidiani. E' uno dei modi in cui ci mettiamo a servizio della comunità, perché per noi il legame sociale è un elemento fondamentale della vita e della competitività della nostra impresa. E' un lungo filo che ci lega a ogni comunità, al mondo della scuola, alle istituzioni, all'imprenditoria locale... avendo sempre come riferimento delle nostre attività la relazione con la persona, con cui vogliamo ora iniziare a fornire un ulteriore aiuto in più per combattere anche lo spreco in casa».
«I consum-attori sono l'elemento cardine della politica antispreco e premiare le virtuose esperienze e' doveroso, darne evidenza una missione – ha osservato Myriam Finocchiaro, responsabile Comunicazione e Corporate Affairs Granarolo SpA - Per questo ci piace essere vicini al progetto da tanti anni e in tanti modi diversi. Il Gruppo Granarolo ha da tempo avviato politiche interne ed esterne tese alla progressiva riduzione del consumo di risorse naturali e di emissioni nell'ambiente mediante il controllo delle attività che promuove alla stalla, in produzione e sulla tavola dei consumatori. Benvenuto anche al quaderno delle buone pratiche, strumento utile e intelligente, che abbiamo contribuito a riempire con qualche piccolo suggerimento sulla gestione domestica del frigorifero».
Con la V edizione del Premio Vivere a Spreco Zero è stato presentato il progetto Waste Notes. Un Diario per Amico, quaderno di buone pratiche realizzato dalla campagna Spreco Zero con Reduce – Ministero dell'Ambiente e Università di Bologna – Distal. Sarà distribuito in 10mila copie ad altrettante famiglie campione, già impegnate in progetti di prevenzione dello spreco alimentare.
La giuria 2017 del Premio Vivere a Spreco Zero, presieduta dal fondatore Last Minute Market Andrea Segrè, è composta dal Sottosegretario al Ministero dell'Ambiente Barbara Degani con il curatore del progetto Reduce Luca Falasconi, i giornalisti Antonio Cianciullo e Marco Fratoddi, il conduttore di Caterpillar Radio2 Rai Massimo Cirri e inoltre Eliana Farotto responsabile Ricerca & Sviluppo Comieco, Diego Pagani, presidente Conapi e Giuseppe Zuliani, Direttore Customer Marketing e Relazioni Esterne Conad. Sostiene la campagna Spreco Zero, con UniCredit, un pool di aziende dell'agroalimentare italiano e del packaging nazionale: Alce Nero, Camst, Comieco, Conad, Conapi-Mielizia, Granarolo SpA, Istituto Nazionale Imballaggio.
Ritiro precauzionale per anomalie organolettiche disposto dalla Società Giuliani su specifici lotti di Ravioli. Unicoop Tirreno invece richiama due lotti di molluschi vivi per presenza di biotossine.
1. "Anomalia organolettica": la Società Giuliani ritira dal mercato lotti specifici di RAVIOLI PROSCIUTTO CRUDO E RAVIOLI RICOTTA E SPINACI. Il ritiro dei ravioli Ricotta e spinaci è a titolo precauzionale essendo stati fabbricati nella stessa giornata.
Scatta di nuovo un'allerta alimentare per lotti di ravioli su cui ci sono seri sospetti di una contaminazione.
La Società Giuliani, ha comunicato che sta provvedendo a ritirare dal mercato alcuni lotti dei seguenti prodotti senza glutine:
RAVIOLI SENZA GLUTINE PROSCIUTTO CRUDO 250 G - cod. paraf. 971801636 – cod. ditta Giuliani F75AA745 - lotto di produzione L178305 - TMC del lotto 23/12//2017.
Il richiamo si è reso necessario, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", a seguito di due segnalazione del mercato di "anomalia organolettica" che potrebbe essere il sintomo di inidoneità al consumo.
Mentre il ritiro dei ravioli Ricotta e spinaci è a titolo precauzionale essendo stati fabbricati nella stessa giornata e riguarda i RAVIOLI SENZA GLUTINE RICOTTA E SPINACI 250 G – cod. paraf. 971801624 – cod. ditta Giuliani F75AA740 – lotto di produzione L178303 – TMC del lotto 23/12/2017.
Pertanto la Società Giuliani invita a: cessare la vendita di tali prodotti; isolare ed identificare gli invenduti come "PRODOTTO NON ESITABILE"; esporre in modo ben visibile al pubblico fino al 23 dicembre 2017 i comunicati predisposti dall'azienda affinchè tutti gli acquirenti siano informati; comunicare, tra circa 30 giorni, tramite e-mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. il numero delle confezioni giacenti, appartenenti ai lotti interessati, specificando quelli restituiti dagli utilizzatori finali; restituire i prodotti oggetto del richiamo che saranno rimborsati secondo le modalità che saranno comunicate a tutte le farmacie che ne faranno richiesta.
2. Biotossine algali nelle cozze vive: Unicoop Tirreno richiama due lotti di molluschi Euroittica per presenza di acido Okadaico
Unicoop Tirreno ha richiamato dalla vendita dei supermercati due lotti di molluschi Euroittica a seguito della presenza di BIOTOSSINE algali (acido Okadaico). I mitili non sono considerati sicuri per il consumo umano diretto, per cui si ritiene utile intervenire ai fini della Sicurezza Alimentare con il richiamo temporaneo per tutti gli acquirenti.
Nello specifico si tratta del lotto 132BIS250917 di Cozze Italia confezionato il 25/09/17 con data di scadenza 30/09/2017 da Euroittica s.r.l. con sede dello stabilimento via Po, 200, 44020 Goro (FE).
Il fenomeno delle biotossine algali interessa periodicamente anche le nostre coste che gli addetti ai lavori hanno imparato a gestire attentamente. Le biotossine algali sono un gruppo eterogeneo di composti chimici, prodotti occasionalmente da microscopiche alghe che compongono il cosiddetto "fitoplancton".
I molluschi bivalvi, con la loro azione di filtraggio dell'acqua, tendono ad accumulare questi composti se sono presenti nell'acqua in cui vivono. La persona che ingerisce una sufficiente quantità di molluschi contaminati dalle biotossine algali manifesta i sintomi di una tossinfezione alimentare, le cui conseguenze sono diversamente gravi in relazione al tipo di biotossina ingerita.
Considerando che la cottura delle cozze non è un trattamento in grado di distruggere le biotossine algali, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", risulta fondamentale l'azione di prevenzione quale unica risposta a un fenomeno assolutamente naturale che può avere, però, serie conseguenze per la salute pubblica. Un'ottima forma di tutela per il consumatore è l'acquisto e il consumo di prodotti la cui origine è garantita da etichettatura e tracciabilità della sua provenienza.
Lecce, 29 settembre 2017
Decine di casi di intossicazione a Vicenza dopo quegli segnalati in Puglia, Basilicata, Lazio e Veneto. Continuano i ritiri di pesce in Europa.
Anche a Vicenza si registrano i primi casi di intossicazione alimentare causata dall'eccesso di istamina in tranci di tonno a pinne gialle decongelato importato dalla Spagna. Sono state decine le persone arrivate al pronto soccorso dell'ospedale San Bortolo negli ultimi giorni con i sintomi di una intossicazione alimentare da degradazione dell'istidina, una tossina che scatena una sorta di allergia in chi la assume. Le autorità sanitarie della città hanno puntato il dito contro il tonno spagnolo e chiedono ai cittadini di fare molta attenzione alla sua colorazione prima di mangiarlo, se infatti ha una lieve colorazione bluastra anche solo cucinarlo è rischioso.
Il pesce fa parte di una partita distribuita da un'azienda andalusa in cui il tonno è stato lavorato male e conservato peggio, con l'aggiunta per di più di additivi per stabilizzare il prodotto. L'istamina è un composto azotato che si trova negli organismi e il cui eccesso causa degli attacchi allergici violenti anche in soggetti che non soffrono di allergie. In caso di eccesso di istamina negli alimenti, il rischio dunque è quello di ritrovarsi con una reazione da sindrome sgombroide come quella registrata dalle persone che si sono recate in ospedale.
Una patologia simil-allergica che si manifesta comunemente con arrossamento della pelle, prurito, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, nausea, diarrea, palpitazioni, senso di malessere e raramente ipertermia a breve distanza dal consumo del pesce. In molti casi la sintomatologia tende a risolversi in maniera spontanea. La prima allerta risale al 12 maggio 2017, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", quando il Ministero della salute spagnolo AECOSAN (Agencia Española de Consumo Seguridad Alimentaria y Nutrición) dirama un comunicato, ripreso sul sito del Ministero italiano, che focalizza l'attenzione sul rischio da intossicazione alimentare legato al consumo di tonno fresco con alti livelli di istamina. Questo focolaio di sindrome sgombroide in Spagna avrebbe già colpito 405 persone.
Affermazioni contrastanti, addirittura estreme, sulla qualità dei Salmoni allevati. Le fake news invado sempre più il campo dell'alimentare e della salute con articoli talmente efficaci da risultare quasi impossibile la smentita. Il caso del salmone ne è una prova allarmante.
di Lamberto Colla - Parma 28 settembre 2017 - Ormai sono all'ordine del giorno le notizie allarmanti su quello o quell'altro prodotto alimentare. La moda del "senza" (senza lattosio, senza glutine, senza olio di palma, senza zucchero, senza ...) sta pian piano traslocando dai elementi di base a addirittura il prodotto commestibile. Non passerà tanto tempo che non avremo che da mangiare veramente solo cavallette, sino a quando si scoprirà che contengono una sostanza tossica capace di avvelenare un uomo di 80 chili in soli 120 anni.
Comunque, a parte quest'ultima frivolezza, negli ultimi gorni, in particolare sui principali social media, è tornata alla ribalta la notizia della pericolosità del Salmone d'allevamento: "10 buone ragioni per cui non mangiamo salmone".
Riprendendo un articolo dell'autorevole SLOW FOOD del febbraio 2014, la campagna contro il Salmone Norvegese si è fatta più intensa e addirittura macabra, in grado quindi di suonare le corde più sensibili di ciascuno di noi. Salmoni che vivono la loro vita negli escrementi e alimentati con mangimi contenenti elementi altamente dannosi. Consigli a non consumare assolutamente il Salmone soprattutto alle donne gravide, pena la probabile messa al mondo di un neonato con forti deficienze nel cervello. Pare addirittura che "la dottoressa Anne-Lise Bjørke Monsen ha rischiato la sua carriera per aver divulgato questa informazione".
Da un lato quindi l'autorevolezza di Slow Food, dall'altro quella del cacciatore di "balle cosmiche" "BUTAC.IT" che, al riguardo, nel settembre 2016, smonta punto per punto le tesi così ben confezionate, citando persino le smentite dichiarazioni emanate dall'Ateneo americano al quale apparteneva lo stesso prof. David O. Carpenter, dalle cui ricerche tutto ebbe inizio (consigliamo la lettura).
L'ultima citazione di Butac.it è sulle dichiarazioni del dott. Henrik Stenwig (direttore dell'ambiente e del settore veterinario della Norwegian Seafood federation di Oslo) secondo il quale il salmone d'allevamento norvegese non viene da allevamenti intensivi, perché in Norvegia non ce ne sono. Ogni azienda che alleva salmoni deve avere determinate caratteristiche, ed è sottoposta a verifiche per avere le autorizzazioni, e da qui una per una smonta tutte le accuse riportate da TzeTze e SlowFood.
Infine, è di poche ore fa, che l'EFSA è intervenuta sulla questione del "Salmone Pallido". Il salmone d'allevamento "taroccato" con sostanze chimiche per colorarne la carne di rosa per il quale l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha escluso problemi per la salute. "Tra le principali caratteristiche che contribuiscono al suo successo - sottolinea Giovanni D'Agata dello Sportello dei Diritti, oltre al tipico gusto, vi è senz'altro il tipico colore rosa-arancio della sua carne, che tutti diamo per scontato sia frutto sempre e solo della natura e della sua alimentazione. La realtà, purtroppo, è che nella gran parte dei salmoni di allevamento, la colorazione dipende da una sostanza chimica che viene aggiunta nel mangime. È ciò è determinato dalla provenienza dei pesci: i salmoni selvatici sono naturalmente rosa poiché si nutrono di gamberetti e altri crostacei, ma sul mercato sono la parte minore (meno di 500'000 tonnellate in tutto il mondo e provenienti soprattutto dell'Alaska). La maggioranza, infatti, proviene dagli allevamenti, concentrati in Norvegia, Cile, Scozia e pochi altri paesi. Il salmone di questo tipo si nutre principalmente di farina di pesce, olio di pesce e altre sostanze (non gamberetti). Di conseguenza dovrebbe avere una carne bianca o grigia. Gli studi di marketing, però, hanno dimostrato che questa versione "pallida" non attrae, o che comunque i consumatori non sarebbero disposti a spendere molto per acquistarlo. Per ovviare a questo problema è intervenuta l'industria farmaceutica, che è riuscita a ricreare in laboratorio il colorante, chiamato astaxantina (dal greco "astacus", granchio). La prima azienda a commercializzare questa sostanza col nome di Carophyll Pink è stata la Roche, in Svizzera, ma dal 2003 la produzione è stata ceduta alla olandese DSM. Sul mercato c'è anche il Lucantin prodotto dalla tedesca BASF. Molti si sono chiesti, quindi, se questo componente sia sicuro per la salute dei consumatori. Per l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non sussiste alcun problema. Il tossicologo Gabriele Aquilina - che assieme a un team di esperti è stato incaricato di valutare gli effetti dell'astaxantina – ha sottolineato che "gli studi non hanno evidenziato alcun rischio per la salute umana". Senza l'aggiunta di astaxantina la carne sarebbe pallida ( www.dsm.com ). Sul metodo di valutazione, però, c'è più di un aspetto che merita attenzione. La prassi, infatti, vuole che sia la stessa azienda ad incaricare e finanziare un laboratorio per esaminare l'eventuale tossicità del suo prodotto. Ed è su queste analisi che poi si basa la valutazione degli esperti EFSA. Come si fa, dunque, ad essere certi dell'oggettività di questi esami? Secondo Aquilina, le regole stringenti sulla tracciabilità delle sperimentazioni rappresentano una garanzia: se il laboratorio commettesse delle irregolarità, verrebbe depennato dalla lista dei centri accreditati. Resta da chiarire, però, il motivo per cui l'EFSA preferisce non rendere noto il nome del laboratorio. Anche la filiera produttiva del salmone non è sempre trasparente al 100%. Nella maggior parte dei casi, sulle confezioni viene indicato solo il paese di provenienza, ma non il singolo produttore. In Svizzera, per esempio, in un'inchiesta giornalistica appositamente dedicata è stato chiesto a tre dei principali gruppi della grande distribuzione elvetica d'indicare la provenienza esatta dei salmoni: Coop "per ragioni di concorrenza non fornisce il nome dell'allevamento", così pure Migros ("il nome del singolo produttore non viene comunicato"), mentre solo Manor ha dichiarato di lavorare con un solo allevatore scozzese, "Loch Duart", che non fa uso di astaxantina sintetica."
Insomma, concludendo, poche le certezze e molto contrastanti tra di loro. Tra norme poco precise e centri di ricerca non sempre in grado di garantire l'equidistanza dal problema, resta in capo al buon senso del consumatore la decisione d'acquisto e di consumo di un determinato prodotto che, come è il caso del Salmone, garantirebbe all'organismo importanti elementi nutrizionali (omega 3 ad esempio) oltre al piacevole e raffinato gusto.
Per ora ad averla vinta, almeno in termini di presenza sul web, è l'informazione negativa!
Allerta allergie per possibili contaminazioni di alimenti. Simply e Auchan ritirano lotti di Marzapane, Auchan richiama yogurt Teddi, Carrefour il Marzapane.
1- Allergeni non segnalati in etichetta: Simply e Auchan ritirano lotti di marzapane. Il prodotto presenta uovo! Sono a rischio coloro che soffrono di allergia.
La comunicazione è stata diffusa sui siti della catena di supermercati Simply e Auchan e riguarda solo i consumatori allergici all'uovo. I prodotti interessati sono 2 lotti di Marzapane pasta di mandorle. I supermercati precauzionalmente hanno già attivato le procedure di ritiro dei prodotti dalla vendita. Nello specifico sono i prodotti con denominazione di vendita: lotti L. 170403 e L. 170608 "Marzapane pasta di mandorle" 225g EAN 8003600010143. Ragione sociale commercializzante: Rebecchi Fratelli Valtrebbia S.p.A. Bollo di identificazione dello stabilimento: Via Ungaretti, 7 29029 RIVERGARO (PC). Motivo del Richiamo: ETICHETTATURA NON CONFORME : Prodotto non conforme per possibile presenza di tracce uovo non dichiarate in etichetta. Popolazione interessata: Soggetti intolleranti o allergici all'uovo. L'ingestione di cibi contenenti sostanze con potere antigenico non è cosa da prendere alla leggera, perché potrebbe causare degli effetti che si manifestano rapidamente subito dopo l'ingestione di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito. Le reazioni dell'organismo oltre ad essere immediate sono, di solito, violente. La reazione allergica produce shock anafilattico e di solito risponde ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, è anche relativamente più facile da individuare. Per shock anafilattico si intende una sindrome clinica provocata da esposizione ad un allergene, è la reazione più grave e può, se non curato, portare alla morte. È molto meno frequente delle intolleranze alimentari (su 50 casi, solo 10 sono allergie). Può portare anche alla morte, mentre è molto raro che le intolleranze alimentari possano causare il decesso di una persona. I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate a chi soffre di allergia ai pollini: sono comuni gli arrossamenti pruriginosi della pelle, gli eczemi, le eruzioni o i gonfiori, l'orticaria, arrossamenti e bolle, le dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea). Per tale ragione è facile capire quanto la "sicurezza" di un alimento sia fondamentale per un soggetto allergico ... sicurezza che dovrebbe derivare dalla lettura attenta delle etichette. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che, rimarcando l'allerta di Simply e Auchan , invita i consumatori allergici a non utilizzare i prodotti e a contattare e a restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione. Trattandosi di un problema rilevante, le aziende hanno avviato anche una campagna di richiamo avvisando i clienti in rete. Il richiamo riguarda tutta Italia. I supermercati Simply e Auchan, nell'avviso ai clienti pubblicato sui siti internet di pertinenza comunicano che "Il richiamo è stato disposto per proteggere i soggetti allergici all'uovo da possibili rischi. Per tutti gli altri consumatori il prodotto sopraindicato non comporta alcun pericolo per la salute. I consumatori che fossero in possesso dei suddetti lotti di questo prodotto sono invitati a riportarli in questo punto vendita che provvederà al rimborso. Per qualsiasi chiarimento vi preghiamo di rivolgervi all'Ufficio Qualità Rebecchi numero 334.3629642.
2- Auchan richiama yogurt Teddi Fattoria Scaldasole: possibile contaminazione da Glutine non dichiarato in etichetta. Il prodotto è distribuito in tutta Italia
Nuova allerta alimentare. Nello yogurt Teddi Fattoria Scaldasole è presente del glutine non dichiarato in etichetta. Per questo motivo la catena di supermercati Auchan lo sta ritirando da propri scaffali. La comunicazione è stata diffusa sul sito dell'azienda e riguarda solo i consumatori allergici al GLUTINE.
Quattro sono le tipologie di yogurt ritirate: Yogurt Intero alla Banana 2x115g Teddi Fattoria Scaldasole 8010795006219 L.171024 / 24/10/2017;Yogurt Intero all'Albicocca 2x115g Teddi Fattoria Scaldasole 8010795006202 L.171024 / 24/10/2017; Yogurt Magro Mela e Cannella 250g Fattoria Scaldasole 8010795002617 L.171020 / 20/10/2017 e Specialità con Yogurt Magro Nocciola 250g Fattoria Scaldasole 8010795002556 L.171025 / 25/10/2017.
Il prodotto è commercializzato da Fattoria Scaldasole , via Donizetti 7 – Monguzzo (CO) – Italia Marchio di identificazione dello stabilimento IT 03 229 CE. Motivo del Richiamo: Possibile contaminazione da Glutine non dichiarato in etichetta. Popolazione interessata: Soggetti intolleranti o allergici al GLUTINE. Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che, rimarcando l'allerta di Auchan , invita i consumatori allergici a non utilizzare i prodotti e a contattare e a restituire le confezioni al punto di vendita per la sostituzione. Il richiamo riguarda il Canale di tutta Italia. Il supermercato Auchan, a scopo precauzionale e al fine di garantire la sicurezza dei propri clienti, avverte sul proprio sito che : "LA POSSIBILE PRESENZA DI GLUTINE IN QUESTI PRODOTTI LI RENDE NON IDONEI AL CONSUMO DA CONSUMATORI CELIACI, ALLERGICI O INTOLLERANTI AL GLUTINE." I consumatori allergici o intolleranti sono invitati a non consumare i prodotti segnalati, e a riconsegnarli al punto vendita in cui è avvenuto l'acquisto. (Il consumo non costituisce invece alcun rischio per i soggetti non allergici al glutine/ non intolleranti al glutine). Per maggiori informazioni, per i consumatori è attivo un numero verde : 800 253972 dalle 9:30 alle 12:30.
3- Richiamo prodotto a marchio Carrefour: "MARZAPANE pasta di mandorle." Il prodotto presenta uovo! Sono a rischio coloro che soffrono di allergia.
Carrefour ritira un lotto a suo marchio di marzapane per la presenza e riguarda solo i consumatori allergici all'uovo. Il prodotto in questione, è dall'azienda Rebecchi Fratelli Valtrebbia S.p.A.. La confezione interessata dal richiamo è quella di "Marzapane pasta di mandorle" in confezione da 225 grammi. Spiega Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti": "L'azienda Rebecchi Fratelli Valtrebbia S.p.A ha chiesto al proprio distributore italiano Carrefour il ritiro e il richiamo in via precauzionale di un tipo di marzapane per la possibile presenza di allergeni (uovo) non dichiarato in etichetta.
Oggetto del ritiro è "Marzapane pasta di mandorle" in confezione da 225 grammi, con codice a barre EAN 8012666033508 e termine minimo di conservazione 16/05/2018, lotto L. 170516.
Il motivo del richiamo è la presenza di tracce uovo non dichiarate in etichetta. Carrefour si scusa per il disagio e invita i consumatori allergici all'uovo a prestare particolare attenzione. Chi ha acquistato il marzapane può riconsegnare le confezioni al punto vendita per il rimborso. Per qualsiasi ulteriori chiarimento potete contattare l'Ufficio Qualità Rebecchi al numero 334.3629642 (lun-ven 8,30-18,30). "
Esselunga richiama due lotti di marzapane Rebecchi per tracce d'uovo non segnalate in etichetta. Sono a rischio coloro che soffrono di allergia.
I supermercati Esselunga hanno pubblicato il richiamo di due lotti di marzapane modellabile a marchio Rebecchi Fratelli Valtrebbia per la possibile presenza di tracce d'uovo non correttamente segnalato in etichetta.
Ad essere oggetto del provvedimento sono i lotti di produzione L.170403 da consumarsi preferibilmente entro lo 03/04/2018 e L.170608 da consumarsi preferibilmente entro lo 08/06/2018. L'azienda, scusandosi per il disagio, precisa che il richiamo è rivolto ai soggetti allergici alle uova, per tutti gli altri consumatori il prodotto è assolutamente sicuro. Si raccomanda agli allergici, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", di non consumare le confezioni di marzapane appartenenti ai lotti richiamati e riportare il prodotto al punto vendita d'acquisto, dove sarà rimborsato. Per qualsiasi chiarimento è possibile rivolgersi all'ufficio qualità Rebecchi chiamando il numero 3343629642 dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,30.
Lecce, 23 settembre 2017
Parma 30 Agosto 2017 - Ieri mattina l'Assessore Ines Seletti con delega alla Scuola e ai Servizi Educativi, accompagnata dal Direttore del Settore Servizi Educativi Roberto Barani, dalla Responsabile della Struttura Operativa Nidi d'Infanzia Lisa Bertolini, dalla Responsabile della Struttura Operativa Scuola d'Infanzia Rossana Allegri, dalla Responsabile della Struttura Operativa Servizi per la scuola Erika Azzali, guidati dal Responsabile di Giocampus Elio Volta e Stefano Rossetti, hanno visitato il centro estivo di via Langhirano. Una mattinata interessante e di confronto in cui i tecnici del Comune hanno potuto approfondire i progetti che vengono portati avanti da Giocampus volti a migliorare la qualità della vita partendo dai principi dello sport e della sana alimentazione.
Proprio per l'attenzione posta sull'argomento della necessità che ci sia un lavoro di educazione alimentare sinergico da parte di tutti i soggetti coinvolti, tema da tanti anni sostenuto dai Servizi Educativi del Comune di Parma, una sessantina di bambini in un range d'età compresa da 1 a 11 anni hanno pranzato in una mensa un po' diversa dal solito e hanno svolto il ruolo di critici gastronomici.
"Oggi abbiamo chiesto ai bambini di testare i piatti che vorremmo presentare nel menù del prossimo anno scolastico. Due primi e due secondi che presentano leggere modifiche da quelli proposti nello scorso anno – ha detto l'Assessore Ines Seletti. Solo i bambini possono confermare o meno, tramite il voto che dovranno dare alle pietanze, se la scelta è quella giusta. Offrire piatti che siano graditi ed equilibrati e sani nello stesso tempo, fa si che i bambini e i ragazzi siano soddisfatti e, contemporaneamente, riusciamo sempre di più a diminuire gli sprechi di cibo".
I piatti presentati sono stati curati dal team di tecnici impegnati nelle formulazioni dei menu del Comune di Parma, tra cui Annalisa Fortini della ditta Multiline srl e le ditte di ristorazione coinvolte nel servizio. Si è trattato inoltre di un prezioso momento di confronto anche sul piano tecnico tra gli specialisti in scienze alimentari del Comune di Parma, Francesca Scazzina dell'Università di Parma e Lisa Ingrosso di Madegus.
I test sotto forma di emoticons compilati dopo l'assaggio da parte dei bambini, permetteranno al team di lavoro di apportare eventuali modiche alle ricette. Non sono mancati i suggerimenti da parte degli stessi "piccoli critici gastronomici: tutto buonissimo, brave cuoche, più sale, troppo dolce la zucca (n.d.r. la zucca non era tra gli ingredienti del piatto testato!).
Importante passo avanti. Pubblicato il Decreto Ministero Salute 27 luglio 2017. Divieto di prescrizione e di esecuzione di preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti le sostanze medicinali efedrina e pseudoefedrina.
Una battaglia, quale quella contro le diete anoressizzanti a base di preparati magistrali, che da anni porta avanti lo "Sportello dei Diritti", anche in favore delle vittime fa un importante passo avanti. In data 14 agosto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 189 del 2017 il Decreto del Ministro della Salute recante "Divieto di prescrizione e di esecuzione di preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti le sostanze medicinali efedrina e pseudoefedrina". Il decreto è in vigore dal giorno stesso della pubblicazione e cioè dal 14 agosto.
Il Decreto impone il divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti le sostanze medicinali Efedrina e Pseudoefedrina, quest'ultima in quantitativi superiori a 2.400,00 mg per ricetta. Il nuovo decreto, segue a quelli già emanati che hanno vietato la prescrizione e l'uso di altre sostanze per la preparazione magistrale di dimagranti come la fenilpropanolamina/norefedrina, pseudoefedrina, triac, clorazepato, fluoxetina, furosemide, metformina, bupropione e topiramato.
Occorre considerare che alcune delle molecole, spesso rinvenibili nei preparati magistrali anoressigeni, sono state ritirate dal commercio perché ad alto rischio di tossicità (ipertensione polmonare primitiva e valvulopatie cardiache con fenfluramina, dexfenfluramina, fendimetrazina e altri anfetaminici; ictus cerebrale emorragico con i simpati comimetici). Va, inoltre, evidenziato che non è stato dimostrato il mantenimento della riduzione del peso nel lungo periodo, né la riduzione della morbilità e mortalità correlate all'obesità. Pertanto, le prescrizioni di preparati galenici di cui si parla sono non solo prive di "evidenza" scientifica e gravate da una tossicità inaccettabile, ma anche sprovviste di un razionalità che le renda plausibili. Alcune sentenze della Magistratura e numerosi fatti di cronaca, segnalati peraltro dalla nostra associazione, hanno ormai pienamente confermato la pericolosità di questi preparati per la salute dei cittadini, spesso attratti da farmaci che consentirebbero di raggiungere lo scopo del dimagrimento in tempi rapidi, ma evidentemente a scapito della salute e con il rischio di veder spezzata la propria vita.
Tutto nasce a seguito della morte del figlio del signor Michele Marzulli, Luigi, e di Ombretta Rubeghi, deceduti secondo quanto emergerebbe a seguito delle indagini espletate da parte della Procura della Repubblica di Roma a causa di una dieta a base di fendimetrazina, una sostanza anoressizzante vietata dalla legge e dopo la richiesta di ben undici rinvii a giudizio a vario titolo per farmacisti, funzionari ministeriali, direttori di Asl e l'ex comandante del Nas Marco Datti. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", già al fianco delle famiglie delle vittime in questa battaglia, continua a tenere alta l'attenzione su un problema quale quello delle diete a base di sostanze cosiddette anoressizzanti che l'opinione pubblica e soprattutto le autorità sanitarie, sino a ieri hanno troppo sottovalutato, nonostante i casi segnalati di decessi o gravi conseguenze per molti pazienti.
L'adozione di tecniche di fienagione in due tempi, che prevedono l'appassimento del foraggio in campo e la successiva essiccazione con aria in fienile può essere una soluzione particolarmente interessante nell'areale di produzione del Parmigiano Reggiano, in particolare nelle aziende che hanno deciso di aderire al progetto qualità "Prodotto di Montagna", definito dal Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, tra le cui regole è previsto, oltre a quanto indicato dai Reg. UE 665/2014 e 1151/2012 legati all'origine, che il 60% della sostanza secca della razione somministrata alle bovine, su base annua, provenga dalla zona di montagna.
I vantaggi che ne derivano sono, infatti, una riduzione delle perdite di fieno in campo, una maggiore qualità dei foraggi prodotti, con una conseguente riduzione dei costi di alimentazione.
Due le possibilità: l'essiccazione artificiale del foraggio sfuso o l'essiccazione artificiale delle rotoballe.
La spiegazione delle due tecniche, con la valutazione dei benefici e le esperienze di alcuni produttori, nell'articolo di Aldo Dal Prà e Fabrizio Ruozzi del CRPA a questo link
(Fonte CRPA Reggio Emilia 20/4/2017)
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