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Sit-in a Roma davanti al Parlamento di sindaci e amministratori emiliano-romagnoli con l'assessora regionale. In regione una "sforbiciata" da quasi 5,7 milioni di euro. Petitti: "Ora occorre che l'Esecutivo ripensi a questa decisione scellerata".

Bologna –

Anche l’Emilia-Romagna scende in piazza per manifestare contro i tagli del Governo ai Comuni che hanno intrapreso il percorso della fusione. Al sit-in organizzato, mercoeldì mattina a Roma in piazza Montecitorio, ha partecipato anche l’assessora regionale al Riordino istituzionale, Emma Petitti, insieme a sindaci e amministratori arrivati da tutta Italia. Già nei giorni scorsi, i Comuni emiliano romagnoli che hanno scelto di intraprendere la strada virtuosa della fusione hanno espresso la loro preoccupazione poiché dovranno fare i conti, nella sola Emilia-Romagna, con un taglio di circa 5,7 milioni di euro per l’anno 2019.

 “Oggi abbiamo deciso di manifestare - sottolinea l’assessora Petitti - perché i primi a farne le spese saranno purtroppo i cittadini. A inizio mandato ci eravamo posti l’obiettivo di suggellare una forte condivisione tra Regione ed Enti locali per il raggiungimento di obiettivi strategici. Dal 2015 a oggi, in Emilia-Romagna sono nati 13 nuove municipalità, dall’accorpamento di 33 Comuni, che hanno potuto contare su risorse importanti, circa 37 milioni di euro tra contributi regionali e contributi statali. Ora si trovano a fare i conti con questa riduzione di risorse”.

Tra le fusioni che si vedranno tagliate le risorse quelle di Poggio Torriana e Montescudo-Montecolombo in provincia di Rimini, Valsamoggia e Alto Reno Terme in provincia di Bologna, Fiscaglia, Terre del Reno, Riva del Po e Tresignana in provincia di Ferrara, Sissa Trecasali, Sorbolo Mezzani e Polesine Zibello in provincia di Parma, Ventasso in provincia di Reggio Emilia, Alta Val Tidone in provincia di Piacenza.

 L’assessora Petitti assicura che “la Regione non abbasserà la propria quota di risorse per i Comuni che abbiano scelto la strada della fusione: per il 2019 l’importo dei contributi regionali ammonta a oltre 2,5 milioni euro, ma è evidente che questo non è sufficiente. Ogni livello di governo deve mantenere i propri impegni, diversamente metteremmo a rischio la programmazione di decine di Comuni italiani ed emiliano-romagnoli che hanno visto nelle fusioni uno strumento di crescita per i propri territori”.

 Le fusioni rappresentano un nuovo modello istituzionale per l’Emilia-Romagna: parte dalle esigenze dei cittadini e dei territori anche per fronteggiare la carenza di risorse finanziarie, problema ormai comune a tutti gli enti locali.

 “Quello che abbiamo intrapreso - chiude Petitti - è un percorso virtuoso che non può essere messo a repentaglio a causa di una decisione scellerata da parte del Governo. Perciò occorre che l’Esecutivo ripensi la scelta e adegui il fondo nazionale per le fusioni al fabbisogno complessivo, rispettando i patti presi con le realtà locali. Per questo oggi ci siamo trovati qui a manifestare da tutta Italia”.

Fonte: Regione ER

Milano Marittima. Dopo la tromba d'aria di ieri, ritorno alla normalità in tempi record. L'assessore Corsini: "Ripristinati servizi, stabilimenti balneari e strutture ricettive pienamente operative. Ma quali disdette, ai turisti dico di venire qui a vivere questo 'miracolo' e l'accoglienza di una terra straordinaria".

Bologna -

“Strade riaperte e pulite, stabilimenti balneari in piena funzione, attività economiche e strutture ricettive pronte a continuare regolarmente la propria attività. A chi accenna a disdette per alberghi e vacanze, dico di fare esattamente il contrario: venite qui a vivere l’esperienza di ospitalità di questa terra, soprattutto dopo la dimostrazione di grande forza e unità di queste ore”.

L’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, sottolinea lo sforzo che è stato fatto a Milano Marittima e Cervia per tornare alla normalità in pochissimo tempo dopo la tromba d’aria di ieri mattina, che ha provocato ingenti danni (le prime stime parlano di 2 milioni di euro per la sola parte pubblica).

“La violentissima tromba d’aria di ieri- prosegue Corsini- sembrava aver demolito una delle eccellenze turistiche del nostro Paese. Situazioni in cui possono prevalere sgomento, rabbia, rassegnazione. E invece in meno di 48 ore questo gioiello chiamato Milano Marittima torna subito a splendere. Istituzioni, Forze dell’ordine, Protezione civile, volontari, cittadini e operatori economici hanno reagito, insieme alla solidarietà degli stessi turisti: poche lamentele e via al lavoro, immediatamente, per ripulire strade, coordinare gli interventi, attivare tutto l’imponente ed efficiente sistema di Protezione civile, vanto di questa terra. Ed ecco servito quello che solo a chi non abita in questa regione, in Emilia-Romagna, potrebbe sembrare un miracolo. Come ha detto il presidente Bonaccini nel sopralluogo di ieri- chiude l’assessore- la Regione c’è e farà la sua parte, chiedendo lo stato d’emergenza nazionale per risarcire i danni pubblici e quelli a privati, stanziando i fondi per i primi interventi urgenti e intervenendo con fondi propri là dove a cittadini e imprese non verrà garantita la copertura nazionale”.

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(In allegato, l’immagine della spiaggia di Milano Marittima ieri mattina e oggi)

 

Territorio. "Progettare la bellezza" riqualificando piazze, scuole, edifici pubblici, parchi, alloggi: volume della Regione sui progetti di rigenerazione urbana avviati in Emilia-Romagna. Trentacinque interventi distribuiti da Piacenza a Rimini. L'assessore Donini: "Abbiamo chiuso l'epoca del consumo di nuovo suolo e aperto il mercato della rigenerazione e cura delle nostre città". I progetti in dettaglio, per un investimento di circa 41 milioni di euro.

Bologna –

Un ponte tra centro e periferia per saldare l’identità urbana di Parma con un grande progetto che collega i quartieri Pablo e Oltremare. La valorizzazione dello storico porto canale a Cervia (Ra). Gli interventi per contrastare lo spopolamento e promuovere il turismo a Bedonia, nell’appennino parmense. Le operazioni per un riuso alternativo degli spazi con la ristrutturazione di un edificio dismesso del centro a cui dare nuove funzioni a Conselice (Ra) o, ancora, la nascita del ‘Parco della Resilienza’ in uno storico comparto di case popolari a Bologna.

Sono solo alcuni dei 35 progetti che raccontano i processi di rigenerazione urbana dell’Emilia-Romagna, raccolti nel volume “Progettare la bellezza”, la pubblicazione della Regione rivolta ad amministratori locali, operatori e cittadini. Nel volume viene dato ampio spazio alla illustrazione di tutti gli interventi di Comuni e Unioni che si sono impegnati a elaborare strategie di rigenerazione urbana, selezionati con il primo bando pubblicato lo scorso anno dalla Giunta regionale e finanziato con circa 41 milioni di euro.

Obiettivo dei progetti è migliorare la vivibilità delle città, la qualità urbana e ambientale, così come previsto dalla legge urbanistica regionale che punta al consumo zero di suolo, con azioni concertate con le comunità locali e con interventi di riuso e riqualificazione degli spazi urbani ­- piazze, scuole, edifici pubbliciparchi, alloggi - che nel giro di alcuni anni modificherannoil volto di molte località della regione. Un percorso virtuoso che mira a creare una cultura della rigenerazione urbana, la nuova frontiera che lega i processi di urbanizzazione con la salvaguardia del suolo e dell’ambiente.

“Siamo una Regione che punta sulla rigenerazione urbana per diventare sempre più bella e ridurre il consumo di suolo- afferma Raffaele Donini, vicepresidente con delega alla Programmazione territoriale-. Questi primi 35 progetti che abbiamo voluto raccogliere in questa pubblicazione, tutti di grande qualità, lo dimostrano. Siamo partiti con un primo stanziamento di 36,5 milioni di euro; grazie ad un’ottimizzazione delle risorse regionali è stato possibile aggiungere ulteriori 5 milioni che ci hanno permesso di cofinanziare altri 8 progetti e oggi siamo saliti a un impegno complessivo di 41 milioni che ci permette di cofinanziare 43 progetti in regione.  Guardando poi la partecipazione al bando- prosegue il vicepresidente della Regione- con 112 richieste dai Comuni dell’Emilia-Romagna, in pratica uno su tre, è evidente come la nuova legge urbanistica, ponendo la rigenerazione al centro delle sue politiche, abbia interpretato un’esigenza molto diffusa sul territorio.  Un’esigenza sentita sia dai piccoli comuni sia da città più grandi che ha intercettato energie collettive e stimoli innovativi che non potranno fare altro che bene a questa regione. È ormai chiaro che siamo pronti- conclude  Donini- a chiudere l’epoca del consumo di nuovo suolo vergine e aprire il mercato della rigenerazione urbana e della cura delle nostre città”.


Progettare la bellezza, i contenuti del volume
La pubblicazione, una fotografia delle esperienze di rigenerazione urbana in corso in Emilia-Romagna, traccia i contenuti e risultati della prima fase del bando regionale per la rigenerazione oltre a proporre una serie di contributi sulle politiche regionali di pianificazione fino all’innovativa legge urbanistica 24/2017 che pone la tutela ed il riuso del territorio al centro delle politiche urbanistiche.

Nella pubblicazione, dirigenti e tecnici regionali spiegano il quadro di riferimento e le novità introdotte dalla legge urbanistica in tema di riduzione del consumo di suolo e attivazione di processi di rigenerazione e il Piano urbanistico generale che riduce le previsioni urbanistiche in un’ottica di riuso; fanno il punto sui nuovi strumenti urbanistici e legislativi introdotti dalla legge e presentano un resoconto dei risultati e degli effetti del bando e delle strategie presentate dalle amministrazioni.

Michele De Pascale, presidente di Anci e sindaco di Ravenna, porta il punto di vista dei Comuni e evidenzia l’importanza della condivisione delle politiche urbanistiche sul territorio; Sandra Vecchietti, Inu Emilia-Romagna, analizza gli effetti del nuovo approccio alle trasformazioni delle città introdotto dai processi di rigenerazione urbana. Infine, Alberto Talamo, presidente del Comitato unitario delle professioni regionali, porta il particolare punto di vista dei professionisti sul riuso delle città e del patrimonio abitativo con la partecipazione delle comunità ai processi di riuso. 
La seconda parte del volume è dedicata alla presentazione, con immagini e una dettagliata descrizione, delle strategie di riqualificazione presentate da città capoluogo come Parma, Bologna, Ravenna, Rimini, Ferrara, Modena e Reggio Emilia e da piccoli e grandi Comuni distribuiti nel piacentino e in tutte le altre province.

Pubblicato dalla Regione in 1.600 copie, è stato realizzato su progetto del Servizio qualità urbana e politiche abitative in collaborazione con la Direzione generale Cura del territorio e dell’ambiente, del Servizio pianificazione territoriale urbanistica, trasporti paesaggio, del Servizio Giuridico del territorio, disciplina dell’edilizia, sicurezza e legalità. Il volume sarà disponibile e scaricabile anche online sul portale regionale Territorio./Eli.Co.

Maltempo. Tromba d'aria a Milano Marittima, nel ravennate: 2 milioni di euro la stima dei danni nella parte pubblica. Sopralluogo di Bonaccini e Gazzolo nei luoghi più colpiti. Vertice in Comune a Cervia. Il presidente della Regione: "Qui per sostenere chi è stato colpito. Chiederò l'estensione dello stato di emergenza nazionale. Subito al lavoro per tornare in tempi brevi alla normalità". Oltre 2.200 le piante cadute e da abbattere. 

Bologna –

L’Emilia-Romagna colpita ancora dal maltempo, ma da subito al lavoro per ripartire. Dopo la grandine e le piogge intense di martedì nella parte occidentale della regione e in Romagna, ieri mattina una tromba d’aria si è abbattuta su Milano Marittima, nel ravennate, causando danni ingenti: sono oltre 2.200 le piante cadute e da abbattere, di cui 1.000 nella pineta; 5 stabilimenti balneari e 10 edifici privati danneggiati e danni stimati per la sola parte pubblica pari a 2 milioni di euro.

Contraccolpi sulla viabilità, con interruzioni e ritardi ferroviari, poi rientrati, ora infatti la linea è in funzione, e all’illuminazione pubblica, sempre a causa della caduta di alberi. Un evento che ha interessato in modo pesante una fascia larga 800 metri per 2 chilometri, arrivando fin contro la pineta, non ancora accessibile per il gran numero di pini sradicati. Ferita una signora, comunque fuori pericolo e ora all’ospedale di Cesena, mentre sono stati sistemati in albergo 7 persone.

Il ritorno alla normalità è previsto in 24-48 ore, ma già in serata dovrebbe essere ripristinata la viabilità principale, così come i servizi essenziali.

La Regione si è subito attivata, a partire da un costante scambio di informazioni fra il presidente Stefano Bonaccini, nel pomeriggio a Milano Marittima per un sopralluogo e per incontrare il sindaco di Cervia, Massimo Medri, e l’assessore alla Difesa del suolo e della Costa e protezione civile, Paola Gazzolo, che si è recata nel primo pomeriggio nelle aree più colpite insieme ai funzionari del Dipartimento nazionale di Protezione civile, già presenti in Emilia-Romagna per le verifiche sugli effetti della grandinata del 22 giugno nel modenese e bolognese.

“Abbiamo voluto essere presenti sul posto da subito- ha sottolineato il presidente Bonaccini-. La Regione c’è, lo voglio dire qui a tutti i cittadini, gli esercenti e gli operatori che sono stati colpiti dall’ennesimo, eccezionale episodio di maltempo. Sappiano che riceveranno tutto il sostegno possibile, con interventi regionali diretti qualora servisse. Siamo partiti già nel pomeriggio con i sopralluoghi per iniziare immediatamente la conta dei danni. Intendo infatti chiedere l’estensione dello stato di emergenza nazionale, che ho mandato a Roma dopo le grandinate del 22 giugno scorso, perché possa comprendere anche quelli causati dalla tromba d’aria di oggi. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, sotto gli occhi di tutti, non ci può più voltare dall’altra parte. Insieme ai territori e alle comunità locali vogliamo fare dell’ambiente e della sostenibilità priorità vere, perché non basta intervenire nell’emergenza: vogliamo e dobbiamo prevenire i fenomeni con azioni sempre più concrete”.

L’intervento ha visto impegnati sul campo 130 uomini, 25 squadre e 30 mezzi. Ancora: 2 squadre di Vigili del fuoco, una del Corpo forestale dello Stato, 2 del Comune di Cervia, 2 di quello di Cesenatico, che ha mobilitato altri servizi.

 “Fin da subito si è messa in moto la macchina della Protezione civile- spiega l’assessore Gazzolo- con i volontari a sostegno dei Vigili del fuoco e delle forze dell’ordine che si sono attivati immediatamente e che voglio ringraziare come sempre per il loro fondamentale contributo. È un sistema che sta operando celermente per il ritorno alla normalità, grazie all’apporto di tutti: dai cittadini, agli amministratori e funzionari del Comune di Cervia e di quelli dei territori limitrofi che sono intervenuti per dare una mano in modo competente e ordinato”.

Per tutta la mattina, l’assessore al Turismo, Andrea Corsini, è stato presente nella sede del magazzino centrale di Cervia insieme al sindaco Medri e ai tecnici di Protezione civile per seguire la situazione.

“Immagini terribili- commenta Corsini- che colpiscono il cuore. Ora dobbiamo occuparci in primo luogo delle persone, delle loro case e delle imprese perché è fondamentale ritornare alla normalità nel più breve tempo possibile, cosa che siamo certi avverrà. Tutti sono già al lavoro e già nelle prossime ore gli stabilimenti balneari potrebbero essere operativi”.

 

Raffiche di vento, downburst, tromba d’aria: gli eventi meteo in Romagna

Una linea temporalesca ha interessato ieri a metà mattina la costa romagnola, colpendo in particolare il ravennate. Oltre a Milano Marittima, da registrare la bomba d’acqua che ha colpito Fusignano, la seconda in poche settimane.

Si ipotizza una concomitanza di effetti di venti di schiacciamento al suolo – downburst - e di presenza di almeno una tromba d'aria, visibile in un filmato postato su un media locale. La rete amatoriale Asmer ha registrato una raffica di 103 km/h nella località di Porto Corsini (Ra). Le precipitazioni d'altra parte sono state molto localizzate e si registrano solo alcune punte di 30 mm associate all'evento.

Martedì 9 luglio, la costa romagnola era stata interessata da un altro intenso sistema temporalesco, i cui effetti stavolta sono stati più di tipo grandinigeno, colpendo in particolare le località di Bellaria e Igea Marina (RN).

Fonte: Regione ER 

Cispadana. La Regione accelera, presentato il cronoprogramma dell'opera: a ottobre il progetto definitivo, poi Conferenza dei servizi e cantieri al via entro il 2020. Il presidente Bonaccini: "Tempi certi per un'opera strategica al servizio del territorio, che vogliamo insieme a enti locali, imprese e mondo del lavoro". Lettera della concessionaria Arc con l'impegno a consegnare nei prossimi tre mesi il progetto definitivo con l'adeguamento alle prescrizioni contenute nella Via. Inoltrata al ministero la richiesta di far nascere un Osservatorio ambientale che monitori il rispetto del progetto stesso. Tracciato di 67 chilometri che collegherà l'A22 Autobrennero con l'A13 Bologna-Padova tra i caselli di Reggiolo (Re) e Ferrara Sud. Investimento di 1,3 miliardi di euro. Il vicepresidente Donini: "Infrastruttura necessaria per il collegamento con i principali corridoi europei" 

Bologna –

La Regione Emilia-Romagna stringe i tempi sulla Cispadana, l’autostrada regionale da tempo attesa e ora finalmente sbloccata. Progetto definitivo a ottobre, Conferenza dei servizi entro fine anno e apertura dei cantieri nel 2020: queste le tappe fissate per la realizzazione dell’opera, considerata prioritaria e come tale sostenuta dagli enti locali e da tutte le parti sociali, nei mesi scorsi al fianco della Giunta regionale nella richiesta al Governo di sbloccarla insieme al Passante di Bologna e alla Bretella Campogalliano-Sassuolo.

Tracciato di 67 chilometri, due corsie per senso di marcia più quella d’emergenza, la Cispadana collegherà l’A22 Autobrennero con l’A13 Bologna-Padova tra i caselli di Reggiolo (Re) e Ferrara Sud, dopo aver attraversato i territori di 13 comunidella Bassa pianura nelle province di Reggio Emilia, Modena Ferrara.

Una accelerazione resa possibile dopo la lettera inviata nei giorni scorsi alla Regione dalla concessionaria Autostrada regionale Cispadana (Arc), nella quale la società incaricata della progettazione e realizzazione dell’opera si impegna a completare entro la metà del prossimo ottobre l’adeguamento del progetto definitivo alle prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale (Via). Una volta validato il progetto, la Regione convocherà entro la fine dell’anno la Conferenza dei servizi, l’organismo in cui sono rappresentati tutti gli enti interessati, per l’ultimo via libera all’intervento. Seguirà l’approvazione del progetto esecutivo e l’apertura dei cantieri, nella seconda metà del 2020.

Un’opera moderna e pensata all’insegna della sostenibilità ambientale, fondamentale per dare una spinta allo sviluppo economico dei territori interessati e, secondo gli esperti, in grado anche di sgravare di una discreta quota di traffico il congestionato nodo bolognese, cruciale per l’intera Italia, con innegabili vantaggi in termini di minor inquinamento dell’aria oltre che di sicurezza e tempi di percorrenza. 

Il cronoprogramma è stato illustrato oggi in conferenza stampa a Bologna, in Regione, dal presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, e dal vicepresidente e assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture, Raffaele Donini, insieme a Graziano Pattuzzi, presidente di Arc, Gian Domenico  Tomei, presidente della Provincia di Modena, e Giorgio Zanni,  presidente della provincia di Reggio Emilia.

“È una giornata storica. Qui le opere le stiamo sbloccando una a una. La Cispadana è un’infrastruttura strategica, fortemente sollecitata dal mondo dell’imprenditoria, del lavoro e dalle istituzioni locali- afferma il presidente Bonaccini-. È necessaria per uno dei territori economicamente più avanzati della nostra regione, e quindi dell’Italia intera, oltre a contribuire a liberare le aree urbane e il nodo di Bologna dal traffico di attraversamento. Un’opera al servizio di un territorio che ha saputo risollevarsi dopo le profonde ferite inferte dal sisma del 2012 e che ospita uno dei più importanti distretti economici dell’Emilia-Romagna e del Paese, quello del biomedicale, oltre a un comparto agroalimentare di grande valenza e qualità. Siamo una delle regioni più attrattive e maggiormente vocata all’export d‘Europa. L’Emilia-Romagna viene scelta da gruppi e imprese, italiane e straniere, che decidono di investire qui- conclude Bonaccini-, ma non intendiamo fermarci: vogliamo infatti creare le condizioni affinché vi sia una rete viaria e infrastrutturale moderna, collegata a un sistema ferroviario e portuale che renda l’Emilia-Romagna una piattaforma logistica di livello europeo, che ci permetta di puntare davvero sulla mobilità sostenibile”.  

La Cispadana rappresenta un investimento da oltre 1,3 miliardi di euro complessivi, con una partecipazione finanziaria della Regione di 279 milioni di euro. Per il completamento dei lavori serviranno quattro anni, con l’entrata in esercizio della nuova autostrada regionale entro il 2024.

"Un investimento necessario- sottolinea Donini- per dare alla nostra Regione una grande opportunità di collegamento con i principali corridoi europei. Entro la fine del mandato approveremo il progetto definitivo adeguato alle prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale e procederemo con la Conferenza dei servizi, in modo da assicurare la cantierabilità nel 2020".

"Per l'autostrada Cispadana- ribadisce Pattuzzi- abbiamo imboccato la strada giusta, agendo in tre direzioni: un maggiore apporto di risorse pubbliche e private e ottimizzazioni che rendono possibile la realizzazione di questo asse strategico per l'Emilia-Romagna".

 

La descrizione dell’opera 

L’autostrada Cispadana avrà due corsie per senso di marcia più una di emergenza per tutta la sua lunghezza, che si sviluppa per una settantina di chilometri dal raccordo con l’Autobrennero nel comune di Reggiolo (Re) fino alla barriera di Ferrara Sud dell’A13 Bologna-Padova. Completano l’infrastruttura 4 autostazioni: San Possidonio-Concordia-Mirandola e San Felice su Panaro-Finale Emilia in provincia di Modena; Cento e Poggio Renatico nel ferrarese. E i due svincoli di interconnessione con le autostrade A22 e A13.              

Sono 13 i Comuni attraversati dall’asse autostradale: Reggiolo e Rolo nel reggiano; Novi, Concordia, San Possidonio, Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro e Finale Emilia nel modenese; Ferrara, Cento, Terre del Reno (Sant’Agostino e Mirabello) e Poggio Renatico nel ferrareseSette, invece, quelli interessati dagli interventi sulla viabilità complementare: Torrile, Sorbolo, Mezzani e il capoluogo provinciale nel parmense; Luzzara e Brescello nel reggiano e Bondeno nel ferrarese.

La modalità scelta per la realizzazione della Cispadana, un’opera del costo complessivo di 1,3 miliardi di euro secondo il progetto sottoposto alla procedura di Via, è quello del project financing, con una partecipazione finanziaria di partenza della Regione di 179 milioni di euro.

Uno stanziamento, quello regionale, che verrà integrato da un’ulteriore tranche fino a 100 milioni di euro, nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti nella convenzione di concessione. Per contro, Autostrada del Brennero Spa, socia di maggioranza di Arc,si è impegnata a procedere alla  ricapitalizzazione della concessionaria per una cifra dello stesso importo.

Tra le novità previste da Arc, la creazione di un Osservatorio ambientale per la verifica di ottemperanza alla Via del progetto definitivo dell’opera prima della sua approvazione in Conferenza dei servizi. Una richiesta in tal senso è già stata inoltrata al ministero dell’Ambiente. /G.Ma

Fonte: Regione ER     

 

Duecento bambini di Chernobyl sono stati ospitati dall'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna in occasione del "Chernobyl day 2019": l'appuntamento voluto dal parlamento regionale per incontrare le associazioni del territorio che da oltre 30 anni assistono nel loro soggiorno in Italia i bimbi colpiti dalla radiazioni del disastro nucleare del 1986.

Un'esperienza di accoglienza e di prevenzione sanitaria per i piccoli ucraini e bielorussi, che ieri mattina sono stati accolti presso la sede della Regione a Bologna, in viale Aldo Moro dalla presidente Simonetta Saliera e dai consiglieri regionali Barbara Lori, Enrico Campedelli, Francesca Marchetti, Roberto Poli, Nadia Rossi, Ottavia Soncini, Luciana Serri e Mirco Bagnari per rinnovare il legame tra l'associazionismo e la Regione.

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"L'Assemblea legislativa ha voluto fortemente il 'Chernobyl day' per far conoscere tutte le associazioni che operano ogni giorno da Piacenza a Rimini e creare un'occasione di incontro", ha spiegato la presidente Saliera. "Sono oltre 30 anni di associazionismo e solidarietà nei confronti di bambini e di famiglie che hanno subito il disastro di Chernobyl. In questi anni, oltre all'accoglienza di migliaia di bambini, si sono attivati tanti progetti a livello educativo e sanitario in scuole, ospedali e orfanotrofi: un rapporto consolidato fra associazioni, famiglie e istituzioni che oggi stiamo celebrando". Da qualche anno, infatti, l'Assemblea ha riallacciato i rapporti con le associazioni che già negli anni '80 dimostrarono attenzione per i bimbi bielorussi, tanto che da allora sono stati oltre 11 mila i bambini ospitati e curati nelle strutture sanitarie emiliano-romagnole.

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Presente anche il professor Angelo Varni, storico e docente dell'Università di Bologna, che ha curato gratuitamente per l'Assemblea il volume "Progetto Chernobyl. 30 anni di amicizia e solidarietà": pubblicazione che racconta la storia delle associazioni emiliano-romagnole che si impegnano a favore dei bambini di Chernobyl. "Questo legame trasmette grande positività, nasce dal basso, spontaneamente, e si è alimentato giorno dopo giorno. Un rapporto che cerca di combattere il dolore, sostituendolo con la speranza per un futuro in cui la solidarietà significa dare e ricevere".

Nella mattinata si sono susseguiti interventi e testimonianze dei rappresentanti di varie associazioni (come Help for children, Anpas Bologna, Aiutiamoli a vivere e Puer Gruppo Bologna Coccinella) e anche degli stessi ragazzi che hanno partecipato ai progetti di accoglienza, come il sedicenne Fiasiun Uladzimir. "Vengo in Italia ormai da 9 anni, dal 2010- ha raccontato l'adolescente- ed è stato bello incontrare un popolo così aperto, ci ha fatto capire che non esiste solo freddezza ma anche affetto e capacità di ascolto. Un'esperienza bellissima, tanto che il prossimo anno voglio trasferirmi in Italia e iscrivermi all'università per studiare lingue".

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"Noi accogliamo bambini dagli anni Novanta- ha spiegato Enrico Pelassa di Help for the children Parma- e abbiamo accolto oltre 4 mila bambini, che si sono legati al territorio e alle famiglie". Un'attività che porta avanti da tempo anche Anpas Bologna: "Siamo l'unica Regione in Italia a celebrare il Chernobyl day e questo ci deve rendere orgogliosi", ha sottolineato Marina Balboni. Si tratta di una ricorrenza molto importante anche per Sergio Messori di Puer: "Si restituisce dignità alla parola 'accoglienza', che significa solidarietà e rispetto, valori che oggi sono troppo spesso visti con valenza negativa. Credo che tutte le Regioni dovrebbero istituire una giornata di questo tipo".

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La collaborazione con le associazioni di Chernobyl ha visto anche nell'ottobre 2018 un momento istituzionale, quando una delegazione di consiglieri regionali (Barbara Lori e Matteo Rancan) si è recata in missione in Bielorussia per accompagnare le associazioni al fine di vedere sul campo l'impegno del nostro volontariato.

Fonte: Regione ER

 

Sicurezza nelle città. Accordo tra Regione e Prefetture: controlli, scambio di informazioni Forze di Polizia-Polizia locale, aggiornamento professionale condiviso, integrazione dei sistemi di videosorveglianza contro furti e rapine, interventi per le periferie e prevenzione sociale. Siglato oggi a Bologna dal presidente Stefano Bonaccini e dal prefetto Patrizia Impresa: "Il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di azioni convergenti delle istituzioni nazionali e locali e di interventi integrati".

Bologna –

Più controlli attraverso lo scambio in tempo reale di informazioni tra le Forze di Polizia, grazie anche alla interconnessione con le sale operative della Polizia locale, e aggiornamento professionale condiviso. Integrazione dei sistemi di videosorveglianza, con la sperimentazione di piattaforme intelligenti capaci, ad esempio, di leggere le targhe interfacciandosi con le banche dati del Viminale, visto un obiettivo in particolare: prevenire e contrastare i furti in appartamento, imprese ed esercizi commerciali, e le rapine, reati sempre di più realizzati da soggetti in arrivo da fuori città. E ancora, progetti di inclusione socialeprevenzione ambientale e rigenerazione urbana, in particolare valorizzando gli interventi regionali volti alla riqualificazione di grandi complessi edilizi o di aree degradate e ad alto rischio, così come le esperienze sostenute dal sistema degli enti locali come assistenti civici e controllo di comunità. Infine, programmazione e monitoraggio congiunto sull’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

E’ il nucleo dell’Accordo triennale per la promozione della sicurezza integrata siglato oggi tra la Prefettura di Bologna e la Regione Emilia-Romagna nella sede del Palazzo del Governo, in piazza Roosevelt. A firmare l’intesa il prefetto Patrizia Impresa e il presidente Stefano Bonaccini.

Un Accordo che ha come oggetto l'individuazione dei progetti e delle modalità operative per la promozione della sicurezza che il Ministero dell'Interno, con il sistema delle Prefetture e la Regione Emilia-Romagna, si impegnano a realizzare in collaborazione con gli Enti locali interessati.

 “Con questo accordo definiamo il quadro di riferimento per una collaborazione importante, che ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza nelle città dell’Emilia-Romagna- ha affermato il presidente Bonaccini-. Un’esigenza fortemente sentita dalla Regione, tanto che abbiamo raddoppiato gli stanziamenti dell’anno scorso, mettendo a bilancio oltre 2 milioni di euro per la sicurezza integrata del territorio, a sostegno di nuovi progetti che puntano soprattutto a recuperare spazi urbani. Ma l’importanza di questa intesa è nella collaborazione istituzionale, convinti che il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di interventi convergenti delle istituzioni nazionali e locali. Controllo e prevenzione, rispetto delle leggi, inclusione, garanzia dei diritti e dei doveri, non sono un elenco di obiettivi astratti, ma gli elementi indispensabili per risolvere specifici problemi. Per questo come Regione abbiamo avviato, in questa legislatura, una nuova fase delle politiche regionali di sicurezza. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di integrarle sempre più con quelle politiche di settore che, pur avendo diverse finalità, possono tuttavia esercitare una significativa influenza sul livello complessivo di sicurezza di una comunità, misure preventive tutte giustamente ricomprese nel protocollo che firmiamo oggi. In un quadro di collaborazione che con le Prefetture e le forze di polizia abbiamo rafforzato già a partire dalla ricostruzione post sisma, sulla quale, insieme, in questi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati sul fronte della legalità, della trasparenza e della prevenzione- ha chiuso Bonaccini-, così come dello smascheramento di coloro che avevano ingiustamente ricevuto contributi”.

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Bonacinni con i Prefetti di Bologna, Fearrara, Reggio Emilia, Ravenna, Modena e Rimini

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Nell’intesa si prevede: condivisione dei dati sull’andamento della criminalità; interconnessione delle sale operative della Polizia locale e delle Forze statali di Polizia, con reciproco scambio informativo avvalendosi anche dei nuovi sistemi tecnologici richiesti dall’introduzione del numero unico di emergenza europeo 112; uso in comune dei sistemi di videosorveglianzaaggiornamento professionale integrato per gli operatori di polizia nazionale, locale e di altre professionalità, specializzate nei settori di prevenzione dei fenomeni di devianza sociale o nel campo della mediazione interculturale. E ancora, attivazione di progetti di inclusione sociale, al fine di migliorare la qualità della vita e la riqualificazione socioculturale delle aree interessate, oltre allo sviluppo di progetti di prevenzione ambientale e rigenerazione urbana per favorire condizioni di maggiore sicurezza degli spazi pubblici. Infine, promozione delle attività di programmazione e monitoraggio congiunto delle azioni di valorizzazione dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

L’accordo intende valorizzare gli interventi regionali volti alla riqualificazione urbana di grandi complessi edilizi o di aree urbane ad alto rischio di criminalità e di degrado. Si tratta di una prevenzione basata sulla progettazione ambientale finalizzata a ridurre al minimo fenomeni quali la frammentazione urbana, l’isolamento, il degrado e l’esistenza di quartieri monofunzionali. Questo principio si è tradotto in investimenti regionali a sostegno di interventi a livello territoriale per la rigenerazione urbana e il recupero dei contenitori dismessi, sulla base di indirizzi e linee guida volti a incoraggiare la mescolanza sociale e funzionale e a favorire il recupero innovativo di spazi e edifici.

Per quanto attiene poi lo scambio di dati, verranno avviate sperimentazioni di crime mapping, peraltro già testate proprio da Prefettura di Bologna e Regione Emilia-Romagna sulla base di precedenti intese, che hanno fatto da apripista a metodi innovativi di analisi territoriale e valutazione di impatto di politiche pubbliche di prevenzione e sicurezza urbana.

 Sarà promosso un incremento strategico dei sistemi di videosorveglianza esistenti, anche allo scopo di costituire reti integrate e tecnologicamente compatibili di scambio e condivisione di informazioni ed immagini.

Verrà privilegiata la sperimentazione di sistemi di videosorveglianza intelligenti, capaci della rilevazione dei transiti e di lettura delle targhe interfacciandosi con la banca dati del Sistema centralizzato nazionale targhe e transiti del Ministero dell’Interno e con quello di videosorveglianza cittadino a supporto delle Forze di Polizia (Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale). L’intervento tecnologico di videosorveglianza integrata, così concepito, intende prevenire e contrastare i reati e in particolare i furti in appartamento e a danno di attività economiche e le rapine, che sempre più spesso vengono perpetrati da soggetti che provengono da fuori città.

Verrà promossa la collaborazione con le associazioni di volontariato per la rivitalizzazione sociale delle aree urbane, valorizzando le esperienze sostenute dalla Regione Emilia-Romagna e dal sistema degli Enti locali come le figure degli assistenti civici e le diverse forme di controllo di comunità.

 

Fonte: Regione ER

 

Sviluppo. Emilia-Romagna attrattiva: 17 Gruppi e imprese pronti a investire oltre 56 milioni di euro nei settori automotive, biomedicale, meccatronica, mobilità sostenibile. Insediamenti, due centri di ricerca e 521 nuovi posti di lavoro. Anche la mitica Isotta-Fraschini decide di ripartire dalla Motor Valley emiliana. Conclusa la selezione dei progetti presentati col terzo bando della legge 14/2014 per la promozione degli investimenti nel territorio: 22 milioni il contributo della Regione. Anche Ferrari e Lamborghini realizzeranno ulteriori investimenti e assunzioni. Centri ricerche della Vis Hydraulics a Serramazzoni (Mo), per valorizzare gli scarti di produzione, e di Imal a Modena, per la sensoristica dei sistemi oleodinamici. Il 13% degli investimenti, per 7 milioni di euro, in aree montane. 

Bologna -

Dopo 70 anni, riparte dall’Emilia-Romagna lo storico marchio milanese Isotta-Fraschini. Nata all’ombra della Madonnina nel 1900, la casa automobilistico insedierà due nuovi stabilimenti lungo la Via Emilia, uno a Bologna e uno a Modena, per progettare e realizzare autovettura elettriche “intelligenti” ad elevatissime prestazioni. Ma nella Motor Valley emiliana continueranno a investire in ricerca la Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, la Ferrari di Maranello e la Vrm (storica casa produttrice di sospensioni moto), prevedendo centinaia di nuove assunzioni di alto livello. Questo in una terra che può contare su professionalità formate nella Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), voluta dalla Regione Emilia-Romagna mettendo insieme i quattro atenei del territorio emiliano-romagnolo e le case motoristiche che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo, con le loro radici storiche qui, nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso. E poi anche la realizzazione di due nuovi centri di ricerca (entrambi nel modenese), uno per lo sviluppo di tecnologie sul riutilizzo di scarti dei prodotti lignei e vegetali e l’altro per sistemi oleodinamici. Ma anche rilevanti investimenti nel settore biomedicale, dell’intelligenza artificiale, del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e della logistica

Sono gli investimenti che saranno realizzati in Emilia-Romagna - fra Bologna, Modena e Reggio Emilia - per oltre 56 milioni di euro con un cofinanziamento a fondo perduto della Regione pari a quasi 22 milioni di euro e l’assunzione di 521 nuovi lavoratori di cui quasi la metà laureati. I progetti presentati da 17 imprese (di cui 5 con proprietà straniera), e approvati dalla Giunta regionale, sono stati selezionati attraverso il terzo bando per l’attrattività, misura prevista dalla legge regionale 14 del 2014 sulla “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”, uno strumento normativo che porta a procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese.

“Siamo di fronte a realtà imprenditoriali importanti che decidono di potenziare la loro presenza nella nostra regione, o che scelgono di venire qui- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Gruppi che in Emilia-Romagna trovano le condizioni per crescere, soprattutto in settori ad alto valore aggiunto, nei quali come Regione abbiamo investito puntando su formazione, ricerca e sviluppo, oltre alla rete regionale dei Tecnopoli, basata sul forte collegamento fra i nostri atenei e il mondo produttivo. In una logica di sistema che è quella del Patto per il Lavoro siglato con tutte le parti sociali: una concertazione sulle scelte per una crescita sostenibile che ci consente di essere fra le aree più innovative e attrattive nel Paese e a livello internazionale.  Le 17 imprese che intendono puntare sui nostri territori, dimostrano anche la validità degli strumenti normativi che mettiamo in campo, a partire dalla legge regionale per promuovere gli investimenti in Emilia-Romagna, che consente di avere procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese. Tutto questo con l’obiettivo primario di creare nuovi posti di lavoro, qualificati e stabili, contrastando la precarietà ed estendendo i diritti”.

Le 17 imprese 

Le aziende che realizzeranno gli investimenti sono: Automobili Lamborghini Spa, Bellco Srl, Datalogic, Elettric 80(3 progetti), Eurosets Srl, Ferrari (3 progetti), Fev Italia Srl, Imal (1 progetto e 1 centro di ricerca), Injenia, Isotta Fraschini, Iungo Spa, Mind Srl, Nier Ingegneria Spa, Qura (5 progetti), System Logistics SpaVis Hydraulics Srl(1 progetto e 1 centro ricerche) e Vrm Srl

Nelle prossime settimane saranno sottoscritti gli “Accordi regionali di insediamento e sviluppo delle imprese” che daranno il via ai progetti d’investimento fissando, nel dettaglio, le modalità di intervento. Nel prossimo autunno, la Regione aprirà una seconda finestra dello stesso bando con a disposizione ulteriori 12 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto per nuovi investimenti in Emilia-Romagna.

“Il parterre dei Gruppi che hanno investito in Emilia-Romagna negli ultimi anni, anche grazie alla legge regionale sulla promozione degli investimenti, è cospicuo sia numeri sia nella qualità della proposta- aggiunge l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi-. E la risposta a questo terzo bando rafforza lo sviluppo del sistema produttivo e territoriale dell’Emilia-Romagna, nell’ottica di creare nuovo lavoro e buona occupazione, generando anche ricadute significative nelle filiere delle piccole e medie imprese, asse portante e fiore all'occhiello del nostro sistema economico”.

I risultati in sintesi

17 programmi di investimento (su un totale di 23 presentati) ammessi a finanziamento, per la metà riguardano il settore automotive (31,2 milioni di euro), il 25% il comparto delle tecnologie per la salute, il biomedicale, (circa 14 milioni di euro) e il 15% la meccanica e l’elettronica (8,5 milioni di euro). Il 13% degli investimenti previsti è realizzato in aree montane per complessivi di 7 milioni di euro di interventi e un contributo della Regione di quasi 3 milioni.

Si avvieranno due nuovi centri di ricerca dove le imprese potranno acquisire competenze e tecnologie in particolare nei settori della valorizzazione degli scarti di produzione (Vis Hydraulics a Serramazzoni, in provincia di Modena) e della sensoristica per sistemi oleodinamici (Imal a Modena).

I progetti dell’automotive puntano su attività di ricerca capaci di incrementare la competitività del settore e di collocarlo nei segmenti produttivi più avanzati. Presentate proposte per la realizzazione di super car che si orientino verso una maggiore sostenibilità e la possibilità di incrementare le prestazioni con l’utilizzo di tecnologie predittive. Previsti investimenti nella ricerca sui materiali che consentano un loro alleggerimento e un conseguente incremento dell’autonomia dei motori elettrici e ibridi. Per quanto riguardo le tecnologie predittive di assistenza alla guida, ricerca e investimenti si orientano verso la connettività ovvero la capacità di acquisire e condividere informazioni da parte delle diverse componenti del mezzo e verso la modalità e traduzione in comandi delle informazioni acquisite. 

Analogamente, i programmi di investimento del settore biomedicale mirano al posizionamento sul mercato di nuovi prodotti: gli investimenti proposti riguarderanno la ricerca e la prototipazione di device e tecnologie. Gli Accordi regionali di insediamento e sviluppo accompagneranno le imprese nell’incremento della loro competitività aumentando, al contempo, la dotazione tecnologica del sistema regionale. 

Anche nell’edizione 2019, viene confermata la vocazione del sistema produttivo regionale verso i settori della meccanica e delle apparecchiature ma anche la rilevanza degli investimenti nelle applicazioni tecnologiche nella gestione e nella movimentazione delle merci, così come nelle tecnologie per l’industria del legno. Presenti anche progetti in ambito informatico orientati allo sviluppo dell’Artificial intelligence attraverso i sistemi di machine learning. 

Tre anni di attrattività

Sommando le precedenti analoghe misure di promozione degli investimenti in Emilia-Romagna (una nel 2016 e una nel 2017) a quella appena approvata, gli investimenti realizzati salgono complessivamente a quasi 218 milioni di euro (con un contributo della Regione di circa 75 milioni) con 1.720 le nuove assunzioni e 35 programmi di investimento (13 progetti nel 2016, 5 nel 2017 e 17 nel 2019).

Fonte: Regione Emilia Romagna

 

Dalla segreteria di Michele Facci, Fratelli d'Italia, riceviamo e pubblichiamo.

"In occasione del bilancio 2019, proprio al fine di sostenere le imprese montane, Il Presidente Bonaccini aveva promesso uno stanziamento di 15 milioni, sotto forma di sgravio sull'IRAP per le imprese già esistenti nelle zone montane, e l'azzeramento della tassa per le imprese di nuova costituzione.

Oggi, in Commissione Politiche Economiche, è stato presentato un Progetto di Legge per rendere concreto il sostegno promesso, ma dal contenuto fortemente ridimensionato: lo stanziamento viene ridotto da 15 a 12 milioni (-20%), e viene escluso l'azzeramento della tassa per le imprese di nuova costituzione.

Ancora una volta, assistiamo a promesse non mantenute da parte della Regione: un provvedimento certamente favorevole, quello del mantenimento e sviluppo delle attività produttive nei comuni montani, viene incredibilmente depotenziato. Da una parte la riduzione del 20% rispetto alle somme promesse, dall'altra l'esclusione del beneficio di quelle imprese che, pur situate in zone parzialmente montane, non ricadono in Comuni classificati come totalmente montani.

Un'ingiustificata riduzione del sostegno garantito, unitamente ad un'altrettanta ingiustificata esclusione di imprese egualmente meritevoli di ricevere aiuto: questo l'ennesimo passo falso di una Giunta sempre più in difficoltà."

E' quanto dichiarano i Consiglieri Regionali di FDI Facci, Callori e Tagliaferri in relazione al PDL regionale "Sostegno alle imprese localizzate nelle zone montane"

L'Emilia-Romagna spegne l'inceneritore di Ravenna. E avanti con la raccolta dei rifiuti in Adriatico, per difendere il nostro mare. Il presidente Bonaccini: "Qui iniziamo a chiuderli davvero, un passo vero e concreto verso il superamento dei termovalorizzatori". Il lavoro di squadra con il Comune di Ravenna e Hera. La decisione senza intaccare l'autosufficienza regionale nella gestione e smaltimento, garantiti dalla programmazione condivisa sugli altri impianti e dall'impennata della raccolta differenziata.

Bologna – 

L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto. 

È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.

E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-RomagnaComune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.  

Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).

Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna è sempre più impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare.

Sono queste le novità principali annunciate oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale.

“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.

Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.

“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, si conferma quanto sempre sostenuto dalla Regione: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più a soddisfare le necessità di cittadini e imprese, secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena: un dato positivo, frutto delle politiche regionali e dell’impegno delle comunità locali”.

“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti- spiega il sindaco, De Pascale-. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata. I dati sulle percentuali vanno letti con attenzione. Ravenna- prosegue il sindaco- è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.

Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.

“L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte- sottolinea Gazzolo- mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto”.

“Il monitoraggio- chiude l’assessore- evidenzia risultati importanti raggiunti dal Piano regionale dei rifiuti: ora avanti per introdurre in tutti i Comuni la tariffazione puntuale”.

 

Lotta alla plastica

La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino. 

“L’ho già detto e voglio ripeterlo qui- prosegue il presidente Bonaccini- vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free: domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori. Altri si aggiungeranno e noi, come Regione, faremo la nostra parte. Ma già oggi diamo un segnale importante verso quella direzione, senza perdere tempo”.  /BB

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