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Donazione di sangue, al via la campagna 2019 di Regione Emilia-Romagna, Avis e Fidas. I donatori come testimonial, per rendere 'contagioso' un gesto di solidarietà e altruismo. Tutti i dati 2018 e l'andamento del primo trimestre 2019, per provincia, illustrati oggi a Bologna. La presentazione alla stampa con i donatori protagonisti, che nel 2018 hanno superato quota 139.000. Locandine, opuscoli, manifesti, ma soprattutto la possibilità di continuare a raccontare sui social l'esperienza di chi il sangue lo dà e lo riceve. L'anno scorso quasi 214.000 unità raccolte, e crescono quelle inviate alle regioni non autosufficienti: 8.763. 

Bologna -

Donare sangue mi fa stare bene. Donare sangue è una delle mie passioni. Non è la dimensione del dono che conta, ma la dimensione del cuore che lo dà. Per i donatori di sangue la vaccinazione è gratuita”.

A raccontare le mille buone ragioni che li hanno spinti a compiere questo gesto di altruismo sono loro, i donatoriprotagonisti della campagna di comunicazione 2019 di Regione Emilia-Romagna, Avis e Fidas#IoTiRaccontoChe. Uomini e donne, giovani e meno giovani, che hanno con orgoglio ed entusiasmo prestato il proprio volto, e scelto il messaggio da trasmettere, per far sì che sempre più persone vengano “contagiate” dalla volontà di donare.

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Lanciata lo scorso anno, la campagna regionale “Chi dona sangue inizia un nuovo racconto” ha messo a disposizionequesto hastag, ovvero l’etichetta che sui social network funge da aggregatore tematico, per chi voleva raccontare, e socializzare, la propria esperienza. Le tante testimonianze dei donatori sono state raccolte e nove di loro, partecipando ad un vero e proprio set fotografico, sono diventati testimonial della campagna di quest’anno. Che prevede manifesti, locandine e, nelle sedi di Avis, Fidas e al Centro Regionale Sangue, totem e corner informatividove, chi vorrà, potrà continuare a offrire la propria testimonianza di donatore su una lavagna rossa, fotografarsi e condividere l’esperienza sui social. A maggior ragione in un momento, come quello estivo ormai alle porte, in cui èparticolarmente importante sostenere la donazione. Infatti,un messaggio della campagna recita “Ricordati di prenotare la tua donazione”, per essere sicuri di andare in vacanza solo dopo avere donato.

contenuti della campagna e i dati 2018 sulla donazione di sangue in Emilia-Romagna, con l’andamento del primo trimestre 2019, sono stati illustrati alla stampa oggi in Regione, a Bologna, dalla direttrice generale Cura della persona, salute e welfare, Kyriakoula Petropulacos, dal responsabile del servizio Assistenza ospedaliera, Anselmo Campagna, e dalla direttrice del Centro regionale sangue, Vanda Randi. Presenti anche i presidenti di Fidas e Avis Emilia-Romagna, Michele Di Foggia e Maurizio Pirazzoli, e come ospiti d’eccezione alcuni dei donatori di sangue protagonisti della campagna.     

 

Il sistema regionale sangue

Grazie innanzitutto ai donatori - arrivati nel 2018 a toccare quota 139.250, in crescita rispetto allo scorso anno - ai volontari delle associazioni e a un sistema regionale sangue solido e innovativo, anno dopo anno l’Emilia-Romagna è in grado di mantenere l’autosufficienza: ciò significa che nessun intervento né alcun tipo di attività sanitaria in cui fosse necessaria una trasfusione è stato rimandato. Non solo, perché la regione continua a donare sangue ad altre, non autosufficienti, che soprattutto in caso di emergenze devono essere aiutate: un dato anch’esso in aumento, con 8.763 unità inviate rispetto alle 6.159 del 2017. Ma non si può abbassare la guardia, e proprio per questo motivo la Regione conferma il proprio impegno anche sul fronte della comunicazione, per sensibilizzare sempre più i cittadini rispetto a un gesto così importante per la collettività.

 

Sangue: i dati 2018 in Emilia-Romagna
Aumentato, nel 2018, il numero totale di donatori in Emilia-Romagna, che hanno un'età media di 40/42 anni: 139.250contro i 137.039 del 2017. E sono state 197.194 le unità di sangue trasfuse, a fronte di 213.890 unità raccolte; la diminuzione dell’utilizzo del sangue trasfuso (-2% rispetto alle unità del 2017, che erano state 201.552) è frutto di un impiego sempre più appropriato di questa risorsa in relazione alle necessità e alle condizioni del paziente, di tecniche operatorie all’avanguardia e dell’introduzione di strategie di contenimento della terapia trasfusionale.  
Buono anche l’andamento del primo trimestre 2019, in cui si registra un aumento delle unità raccolte in aferesi:15.714, contro 14.672 nello stesso periodo 2018; restano complessivamente stabili le donazioni di sangue intero(822 unità in meno rispetto allo scorso anno). Anche il totale delle donazioni, sangue intero più aferesi, è complessivamente stabile: 69.719 nel primo trimestre 2019, contro 69.499 del primo trimestre 2018.

 

Come si diventa donatore
Donare il sangue è semplice. Chi intende diventare donatore può recarsi, possibilmente a digiuno, nei centri di raccolta o nei punti di raccolta sangue della propria città dove sarà accolto e accompagnato da un medico per un colloquio, una visita e un prelievo del sangue necessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti per accertare l’idoneità al dono. L’idoneità verrà comunicata con lettera o telefonicamente.

Per informazioni sulla donazione e sul centro o punto di raccolta della propria città è possibile telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033 033 (attivo tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 18 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13); utilizzare la e-mail del sito sangue: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; contattare le Associazioni Avis e Fidas: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  -  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., consultare i siti di Avis e Fidas Emilia-Romagna. /EC

 

Appartamenti a prezzi accessibili e riqualificazione urbana, con 5 milioni di euro di contributi la Regione promuove l'housing sociale. Un aiuto concreto a chi non può permettersi affitti o acquisti di una casa a prezzi di mercato. Approvato dalla Giunta regionale il bando rivolto a cooperative e imprese costruttrici per completare la realizzazione di nuovi appartamenti, sperimentare nuove soluzioni abitative o recuperare vecchi edifici, anche sul piano dell'efficienza energetica e sismica. Contributi fino a 40mila euro per alloggio. Scadenza 9 luglio.

Bologna-

Sono giovani coppie, famiglie numerose o con un solo genitore, anziani, disabili, tutti con un reddito medio basso. 
È la fotografia di chi non riesce a trovare casa per ragioni economiche ma che, allo stesso tempo, non si trova in condizioni tali da poter accedere alle graduatorie per ottenere le case di edilizia residenziale pubblica (Erp).  
Una “fascia grigia”che trova una risposta concreta ai propri bisogni nel programma di Housing sociale promosso e sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna

La Giunta regionale, infatti, nei giorni scorsi ha approvato il bando, finanziato con 5 milioni di euro, rivolto a cooperative e imprese costruttrici per completare la realizzazione di nuovi appartamenti, sperimentare nuove soluzioni abitative o recuperare vecchi edifici, anche sul piano dell’efficienza energetica e sismica.

Il contributo varierà da un minimo di 30 mila euro per alloggio a un massimo di 50 mila euro per gli interventi di recupero di vecchi edifici e di rigenerazione urbana.

Tra i criteri di priorità individuati dal bando, sono previsti contributi aggiuntivi (5 mila euro per alloggio) per iprogetti che saranno in grado di proporre contenuti di novità e sperimentazione, come ad esempio ilcohousing’: una modalità abitativa costituita da appartamenti privati e spazi e servizi comuni (lavanderia, giardini, sale di ritrovo e per il tempo libero, anche aperte ad usi e fruitori esterni) per favorire la socializzazione e la cooperazione tra vicini di casa.

I beneficiari

Con il programma di Housing sociale, la Regione affronta il tema dell’edilizia sociale consentendo a persone con un reddito che non superi 41.006 euro di Isee (o 55.000 euro se appartenenti a nuclei familiari distinti, che intendano costituire un nuovo nucleo familiare) di acquistare una delle case selezionate dal bando con uno sconto sul prezzo dell’immobile pari al contributo ottenuto dal costruttore (da 30 mila a 40 mila euro). 
In alternativa all’acquisto, i beneficiari del programma potranno prendere in affitto gli appartamenti disponibili con contratti scontati del 20% sul canone concordato (una tipologia di locazione frutto di particolari accordi territoriali tra le associazioni di proprietari e inquilini).

Non potranno usufruire delle opportunità offerte dal programma coloro che possiedono altri appartamenti (anche in usufrutto) in Emilia-Romagna oppure hanno ricevuto in precedenza altri contributi pubblici per l’acquisto di una casa.  

Modalità e tempi per presentare la domanda

Le cooperative e imprese costruttrici potranno presentare le domande entro il 9 luglio tramite l’apposita procedura online prevista dal bando, all’indirizzo web http://territorio.regione.emilia-romagna.it , a partire da venerdì 10 maggio
Al medesimo indirizzo sarà reso noto già dai prossimi giorni l’elenco degli alloggi disponibili, per ognuno dei quali verrà specificata l’ubicazione (Comune e indirizzo) e l’azienda costruttrice; dopo la scadenza del bando la Regione pubblicherà la graduatoria dei progetti finanziati. /Ti.Ga. 

Fonte: Regione ER 

Fondazione vittime reati. Dieci nuovi casi e quasi 53mila euro erogati per aiutare le persone a ripartire dopo le violenze subite. Il sostegno a 9 donne, un uomo e 18 minori. Accolte le richieste dei sindaci: 3 i casi segnalati nel bolognese, 2 nel piacentino e a Forlì-Cesena, uno nel ferrarese, riminese e parmense. Organismo unico in Italia, la possibilità di destinare alla Fondazione il 5 per mille 

Bologna –

Dieci nuovi casi, oltre 50mila euro già assegnati e 28 persone aiutate, tra cui 18 bambini. È il bilancio della prima riunione del 2019 della Fondazione regionale per le vittime dei reati, unica in Italia e fortemente voluta dalla Regione Emilia-Romagna

È stata una seduta quasi interamente dedicata al tema della violenza di genere quella del 17 aprile scorso, quando il Comitato dei Garanti della Fondazione si è riunito per valutare le istanze ricevute dai sindaci nei primi mesi dell’anno.

Sono state 10 le richieste ricevute, tutte accolte, provenienti dalle province di Bologna (3 istanze), Piacenza (2),Forlì-Cesena (2), FerraraRimini e Parma. Erogati complessivamente 52.700 euro per dare sostegno a 28 vittime di reato, vale a dire 9 donneun uomo e 18 figli coinvolti nelle violenze. Le istanze hanno riguardato 7 casi di maltrattamenti in famiglia sulla donna – e, direttamente o indirettamente, sui bambini, che in diversi modi sono stati coinvolti nella difesa della madre o come vittime essi stessi –, 2 violenze sessuali e una rapina aggravata. 

I reati di violenza in famiglia si connotavano per la particolare gravità degli atti, ripetuti da anni, resi in molti casi più crudeli dai problemi di dipendenza o dalle patologie psichiatriche del maltrattante. Non di rado, le violenze sono arrivate al punto da far temere la donna per la propria incolumità e quella dei suoi figli. Da qui la forza di chiedere aiuto ai Servizi sociali, ai Centri antiviolenza, alle Forze dell’ordine. In alcuni di questi casi, ora la donna si trova con i bambini in un luogo protetto, per sua scelta o per decisione del Tribunale per i Minorenni di Bologna intervenuto a tutela delle vittime, in altri il partner è detenuto o agli arresti domiciliari in un’altra città e la donna deve ricostruire da capo la propria vita e quella dei bambini. La Fondazione ha deliberato il suo contributo per sostenere le spese per la casa, i percorsi scolastici dei figli, supportare psicoterapie interventi educativiper donne e bambini, favorire il trasferimento in un’altra città per chi ha deciso di allontanarsi dal maltrattante.

Le due violenze sessuali, una delle quali solo tentata, hanno richiesto l’impegno della Fondazione per un contributo a coprire le spese di psicoterapia e parte delle spese legali.

La rapina, infine, è avvenuta a Bologna nel dicembre 2018 ai danni di un uomo che camminava per la città in orario notturno, poi aggredito da un gruppo di sconosciuti. A lui la Fondazione ha riconosciuto un contributo per le spese sanitarie e di sostegno psicologico che è costretto ad affrontare.

 

Cittadini e associazioni, donazioni e 5 per mille

Il patrimonio della Fondazione è costituito dai conferimenti in denaro effettuati dai soci fondatori all’atto della costituzione; il fondo di gestione è alimentato dalle quote annuali dei soci attivi: in entrambi i casi, in gran parte enti locali, Regione e Comuni o Unioni. Ma tutti i cittadini, le associazioni, le scuole e altre realtà possono sostenere la Fondazione con proprie donazioni (tramite bonifico bancario, iban: IT 08 P 02008 02416 000010328177 o con pagamento PayPal dalla pagina web: http://www.regione.emilia-romagna.it/fondazione-per-le-vittime-dei-reati/sostienici/donazioni-e-5x1000) o destinando il 5x1000 all’atto della dichiarazione dei redditi (codice fiscale 02490441207).  

 

Nel 2018 accolte 31 istanze, 70 persone coinvolte e un aiuto immediato per ripartire: erogati 207mila euro

Sono 70 le persone che l’anno scorso hanno trovato ascolto e sostegno: 27 donne, 4 uomini e 39 minorenni colpiti da gravi episodi criminali hanno infatti ricevuto un aiuto dalla Fondazione regionale per le vittime dei reati, che ha erogato complessivamente 207mila euro.

Nel complesso, i casi accolti sono stati 31. Circa la metà, 15, sono legati a episodi di violenza di genere nelle relazioni di intimità e sono stati sostenuti con 100.940 euro, pari al 49% del totale. I fondi sono serviti a potenziare la rete dei servizi e a consolidare i progetti di autonomia per le donne con i loro bambini: dalle spese per la nuova casa, ai percorsi scolastici dei figli, al sostegno psicologico.  Altre 4 istanze accolte sono risultate legate sempre a violenza di genere ma in questo caso messa in atto da sconosciuti e sono state finanziate con 13mila euro (il 6,3% del totale).
Ancora 4 casi, con l’erogazione di 24.700 euro (l’11,9%), hanno riguardato bambini o ragazzi vittime di maltrattamenti o violenza sessuale. I fondi sono stati richiesti dai sindaci soprattutto per sostenere le vittime nei percorsi psicologici necessari a superare le violenze subite. Infine, 8 istanze sono venute in soccorso di persone che hanno subito la perdita di un familiare o hanno riportato gravi lesioni da reati dolosi che le hanno coinvolte direttamente. In loro favore sono stati erogati 69mila euro, pari a un terzo del totale.

Gli aiuti hanno raggiunto quasi tutte le province, a parte quella di Ravenna, dalla quale non sono arrivate istante nel 2018. Sono state 7 le istanze accolte nella provincia di Ferrara (tra queste, 4 per maltrattamenti su donne o minori e 3 per omicidio compiuto o tentato), 5 a Forlì-Cesena (tutte per violenza di genere) e a Modena (di cui 3 per omicidi o rapine), 4 a Reggio Emilia e a Bologna, 3 a Piacenza, 2 a Parma, 1 a Rimini.

In 15 anni, dal 2004, le persone aiutate dalla Fondazione sono state 710 - di cui 109 uomini, 284 donne e 317 minorenni -, attraverso la concessione di contributi per quasi 3 milioni di euro.

Fonte: Regione ER

In Emilia-Romagna i piccoli negozi diventano digitali: la Regione investe 3 milioni di euro per contributi a fondo perduto per promuovere l'innovazione tecnologica degli esercizi commerciali di vicinato. Sostegno a progetti per vendite online, "vetrine intelligenti", innovazione gestionale, attrezzature. Fondi fino al massimo del 40% della spesa sostenuta, che arrivano al 50% per chi produce occupazione, per le imprese giovani, femminili o montane. Domande dal 20 maggio all'11 luglio.

Bologna –

Piccoli negozi, connessi, capaci di fare e-commerce e di organizzare le cosiddette “vetrine intelligenti” per suggerire nuovi look e vedere, ad esempio, come sta un nuovo abito addosso senza provarsi realmente nulla.

L’Emilia-Romagna investe 3 milioni di euro di risorse Por Fesr 2014-2020 nella rivoluzione digitale dei piccoli esercizi commerciali attraverso un bando, approvato dalla Giunta regionale, per lo sviluppo di nuovi servizi e della capacità competitiva dei negozi di vicinato.

Il bando potrà sostenere progetti per l’innovazione gestionale e dei sistemi di vendita (anche online), per permettere alle piccole imprese commerciali di affrontare la trasformazione dei mercati e le nuove tendenze e richieste dei consumatori. Ad esempio, potranno essere finanziati interventi per la fattura elettronica, per organizzare le cosiddette “vetrine intelligenti” digitali, per promuovere il punto vendita attraverso i canali web o per acquistare dotazioni informatiche o attrezzature innovative. Saranno ammesse inoltre le spese per l’acquisto di licenze o “cloud computing” ma anche per arredi, opere murarie, edili o impiantistiche.

beneficiari saranno, in particolare, i piccoli esercizi di vicinato in sede fissa: cioè quelli con una superficie di vendita entro i 150 metri quadrati nei Comuni con meno di 10 mila abitanti e fino a 250 metri quadrati se il negozio si trova in un Comune con più di 10 mila abitanti.

Il contributo a fondo perduto, possibile per progetti che prevedono un investimento superiore ai 10 mila euro, potrà arrivare al massimo di 50 mila euro e coprire fino al 40% della spesa ammissibile. Tale percentuale potrà aumentare fino al 50% in particolari casi: ad esempio, se i progetti di investimento hanno una ricaduta positiva sull’occupazione; se sono proposti da imprese giovanili o femminili o situate in montagna oppure se riguardano uno dei 5 ambiti produttivi definiti dalla “Strategia di specializzazione intelligente S3” (agroalimentare, meccatronica e motoristica, costruzioni, salute e benessere, cultura e creatività).

Il bando sarà pubblicato sul sito della Regione online alla pagina dedicata ai bandi Por Fesr 2014-2020 (https://fesr.regione.emilia-romagna.it/opportunita/bandi).

Le domande potranno essere presentate dal 20 maggio all’11 luglio 2019. È però prevista la chiusura anticipata dei termini al raggiungimento delle 200 domande di contributo.

Fonte: Regione ER

Autismo: si rafforza l'impegno della Regione per la diagnosi precoce, la cura e l'inclusione: stanziati 2 milioni di euro in più, destinati ai bambini tra 0 e 6 anni, che si aggiungono al milione e mezzo con cui viene annualmente finanziato il programma regionale per l'assistenza. Via libera, oggi in Commissione assembleare, alla proposta di ripartizione, per il 2019, dei fondi destinati alle Aziende sanitarie di tutta l'Emilia-Romagna: le cifre ai singoli territori. 

Bologna -

 

 

 

Spente le luci blu - il colore scelto dall'Onu come simbolo dell'autismo, che da dodici anni, ogni 2 aprile, richiama la Giornata mondiale della Consapevolezza sull'autismo - la Regione prosegue e rafforza il proprio impegno nella diagnosi e nel trattamento di questo disturbo. 

E lo fa mettendo a disposizione per il 2019 ulteriori 2 milioni di euro destinati alle cure dei bambini autistici più piccoli, fino a 6 anni d’età, che si sommano al milione e mezzo di euro con i quali finanzia annualmente il Programma regionale integrato per l’assistenza alle persone con disturbo dello spettro autistico - Pria”. Con un obiettivo preciso: garantire equità, tempestività e appropriatezza della diagnosipresa in carico e trattamento delle persone affette da patologia autistica. 

Il via libera alla proposta elaborata dalla Giunta regionale per la programmazione e ripartizione dei fondi per il 2019, è arrivato oggi in Commissione assembleare. Dopo questo passaggio il provvedimento, per essere operativo, dovrà essere formalmente adottato in una delle prossime sedute di Giunta.

 

COSA PREVEDE LA PROPOSTA ESAMINATA IN COMMISSIONE

Dopo che sarà approvato in Giunta, l’intero pacchetto di nuove risorse rese disponibili, 2 milioni di euro, sarà suddiviso tra le Aziende sanitarie di tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, sulla base della distribuzione della popolazione residente, al 1^ gennaio 2018, compresa tra 0 e 6 anni

Questo ulteriore stanziamento servirà in particolare a garantire e rafforzare la precocità dalla diagnosi nei bambini e i tempi di attesa tra diagnosi ed inizio del trattamento per i più piccoli (entro i 6 anni), fissati dal programma regionale in un massimo di sessanta giorni.

Nel documento della Giunta che ha ricevuto oggi il via libera in Commissione sono indicati gli stanziamenti per territorio: 495 mila euro all’Ausl Romagna, che conta 64.410 bambini residenti sotto i sei anni d’età; Ausl Bologna 389 mila euro (50.603 bambini); Ausl Modena 335 mila euro (43.539 bambini); Ausl Reggio Emilia263 mila euro (43.187 bambini); Ausl Parma 207 mila euro (26.885 bambini);  Ausl Ferrara 127 mila euro (16.334 bambini); Ausl Piacenza 125 mila euro (16.248 bambini) e, infine, Ausl di Imola, alla quale saranno assegnati 62mila euro, in base alla presenza di 8.004 bambini residenti. 

 

IL PROGRAMMA REGIONALE

Grazie allo specifico programma regionale integrato di assistenza, dal 2008 è attiva in tutta l’Emilia-Romagna una rete di interventi precoci e mirati, che integrano strumenti terapeutici ed educativi secondo il modello organizzativo Hub & Spoke: Centri di alta specializzazione, in collegamento con ospedali e specialisti del territorio, autorizzati a fare diagnosi e prevedere i percorsi di cura. Il programma, rivisto nel 2011 e successivamente nel 2016, ha consentito di abbassare notevolmente l’età della prima diagnosi, a vantaggio della presa in carico precoce. Ora si sta lavorando per migliorare la presa in carico della persona giovane adulta con autismo, attraverso la costruzione di percorsi dedicati tra le strutture di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza delle Ausl, i servizi di Salute mentale adulti e i servizi per disabili adulti.

 

LA SITUAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA: NUMERI E SERVIZI

Nel 2018 sono stati 3.769 i minori (fino ai 18 anni) affetti da disturbo dello spettro autistico in carico alle strutture territoriali di Neuropsichiatria infantile delle Ausl dell’Emilia-Romagna; con il passaggio alla maggiore età, i pazienti vengono assistiti dai servizi territoriali per i disabili, ad eccezione di quelli (489 nel 2018) per i quali si è resa necessaria la presa in carico da parte Centri di salute mentale. / Ti.Ga.

Fonte: Regione ER 

Sanità - Oltre 1.200 nuove assunzioni nel Servizio sanitario dell'Emilia-Romagna nei primi 3 mesi dell'anno, con una media di 400 al mese: più di 10.300 quelle di medici, infermieri, tecnici e operatori, tutti a tempo indeterminato, nel triennio dal 2016. Percentuali di turn over fino al 150%. Procede il piano di rafforzamento degli organici voluto dalla Regione, siglate altre due intese con le Organizzazioni sindacali. Investimento da 24 milioni di euro per immissioni in corsia e nei servizi in tutti i territori, da Piacenza a Rimini. E sale al 40% la percentuale dei medici sotto i 44 anni, rispetto al 30% di dieci anni fa. Lotta al precariato: oltre 3.500 gli stabilizzati. Tutti i numeri per singola Azienda sanitaria.

Bologna -

Tanti nuovi, più giovani, e con contratti a tempo indeterminato, in un contesto che registra percentuali di turnover da record, mediamente del 120% e con punte superiori al 150% per gli infermieri. È l’ultima fotografia del personale impiegato nel Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, che restituisce un quadro complessivo nel quale i numeri parlano da soli.

Toccano infatti le 1.200 unità, per la precisione 1.236 (882 nel comparto e 354 nella dirigenza), le assunzioni nei primi 3 mesi del 2019, con una media di 400 al mese; le stabilizzazioni, in prosecuzione degli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, sono 303 (94 nel comparto e 209 nella dirigenza). E anche l’età media dei medici si abbassa: nel 2009, quelli con meno di 44 anni erano il 30%, a fine 2018 sfiorano il 40%.

Un dato che consolida una tendenza che ha visto il 2018 chiudersi con 4.223 assunti a tempo indeterminato, di cui 1.746 stabilizzazioni, per un triennio, dal 2016, con 9.106 assunti, compresi 3.204 usciti dal precariato
In totale, alla fine di marzo si contano 10.342 fra mediciinfermieri, ostetrichetecnici e operatori assunti a tempo indeterminato, di cui 3.507 stabilizzati, nelle aziende sanitarie da Piacenza a Rimini.

Tutto ciò grazie alle intese siglate con le Organizzazioni sindacali di dirigenza medica e comparto per rafforzare ulteriormente il piano delle assunzioni e l’innovazione nel servizio sanitario dell’Emilia-Romagna voluto dalla Regione, con le ultime due recenti che sono andate a integrare altrettanti protocolli per la stabilizzazione dei precari, del dicembre 2017 e l’altro del maggio 2018. Confronto e condivisione con i sindacati, un valore aggiunto che ha portato a risultati unici nel panorama nazionale, con le politiche della Regione che garantiscono nuove possibilità di impiegoun futuro certo a chi già opera nel Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna.

Professionisti e operatori sanitari entrati dunque stabilmente in corsia e nei servizi, su cui la Regione ha fortemente investito con un duplice obiettivo: alzare ancora di più la qualità dei servizi e delle prestazioni fornite, anche attraverso piani specifici come quello sulla riduzione delle liste d’attesa per visite ed esami o la realizzazione della rete della Case della Salute. Il punto è stato fatto oggi in Regione, in conferenza stampa, dal presidente e dall’assessore alle Politiche per la salute.

 

PERSONALE MEDICO PIÙ GIOVANE E TURNOVER DA RECORD

I forti investimenti fatti dalla Regione (oltre 24 milioni di euro le risorse stanziate) per il continuo reperimento delle migliori professionalità e il rafforzamento degli organici hanno portato anche a un altro risultato significativo sul versante anagrafico: se nel 2009, infatti, il personale medico con meno di 44 anni rappresentava il 30% della forza lavoro, a fine 2018 sfiora il 40%. Da inizio legislatura ad oggi, poi, il numero complessivo dei dirigenti medici in servizio nelle strutture dell’Emilia-Romagna è aumentato a livello assoluto di oltre 450 unità, mentre - sulla base delle informazioni disponili ad oggi - l’opzione “quota 100” ha coinvolto meno di 40 dirigenti e poco meno di 200 persone nel comparto, mantenendo pertanto costante e fisiologico il flusso dei pensionamenti.

Da primato anche la copertura del turnover, che colloca l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia: 120% nel biennio 2017-2018, con punte del 150% per gli infermieri e del 130% per i dirigenti sanitari.Numeri confermati anche nel 2018, anno in cui si è giunti a una copertura del turnover del 121%.

Assunzioni e stabilizzazioni che, insieme al Piano straordinario per l’abbattimento delle liste d’attesahanno permesso di raggiungere un altro risultato: in Emilia-Romagna, infatti, visite ed esami sono garantiti per oltre il 98% dei casi nei tempi previsti dalla normativa nazionale (rispettivamente entro 30 e 60 giorni). A fronte di una situazione di partenza che, sempre a inizio legislatura, nel 2015, vedeva garantito entro i termini previsti il 58% delle visite e degli esami strumentali.

In anticipo rispetto all’orientamento nazionale, la programmazione regionale di innovazione e qualificazione del Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna era già orientata su politiche occupazionali volte a contrastare il precariato; politiche a cui è stato dato un ulteriore impulso attraverso le nuove possibilità offerte dal decreto legislativo 75/2017. Vanno in questa direzione tutti i protocolli d’intesa siglati in questi anni con le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria e del comparto.

Assunzioni e stabilizzazioni nel triennio 2016-2018
Negli ultimi tre anni, nel Servizio sanitario regionale sono state assunte a tempo indeterminato 9.106 persone, di cui 6.836 nel comparto (e dunque infermieri, ostetriche, operatori sociosanitari, tecnici, amministrativi) e 2.270 nella dirigenza (di questi, 1.997 sono medici e veterinari). Sul totale 3.204 sono stabilizzazioni, di cui 1.777 nel comparto e 1.427 per la dirigenza (1.255 tra medici e veterinari).

 

I DATI 2018
Nel corso del 2018, gli assunti a tempo indeterminato sono stati4.223, di cui 3.121 nel comparto e 1.102 nella dirigenza (di questi, 907 sono medici e veterinari). Sul totale 1.746 sono stabilizzazioni, di cui 1.039 nel comparto e 707 per la dirigenza (602 tra medici e veterinari).

Il turn over: raggiunto il 121% 
Dal 110%, se si considera il periodo 2016-2018, al 120% del biennio 2017-2018. La copertura del turnover del personale sanitario, con le nuove assunzioni che di fatto hanno superato le cessazioni dal servizio, arriva nel 2018 al 121%. La “punta” più alta riguarda gli infermieri, con il 152%; il turnover per i dirigenti sanitari è al 135%. 

I dati per Azienda: le assunzioni nel 2018
Per l’Azienda Usl di Piacenza, nel corso del 2018, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 307 (261 nel comparto e 46 nella dirigenza). A Parma sono state in tutto 526, tra quelle dell’Azienda Usl (190, di cui 153 nel comparto e 37 per la dirigenza) e quelle dell’Azienda Ospedaliera (336, di cui 286 nel comparto e 50 per la dirigenza).

L’Azienda Usl di Reggio Emilia ha assunto 587 persone, tra comparto (428) e dirigenza (159). A Modena le assunzioni sono state in tutto 520, tra quelle dell’Azienda Usl (268, di cui 173 nel comparto e 95 nella dirigenza) e quelle dell’Azienda Ospedaliera (252, di cui 170 nel comparto e 82 nella dirigenza). A Bologna, tra Azienda Usl (479, di cui 390 nel comparto e 89 nella dirigenza), Azienda Ospedaliera (332, di cui 260 nel comparto e 72 nella dirigenza) e Rizzoli (96, di cui 68 nel comparto e 28 nella dirigenza) le assunzioni sono state in tutto 907.

Per l’Azienda Usl di Imola, nel corso del 2018, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 128 (96 nel comparto e 32 nella dirigenza). A Ferrara sono state in tutto 272, tra quelle dell’Azienda Usl (83, di cui 61 nel comparto e 22 per la dirigenza) e quelle dell’Azienda Ospedaliera (189, di cui 156 nel comparto e 33 per la dirigenza). L’Azienda Usl della Romagna ha assunto 976 persone, tra comparto (619) e dirigenza (357).

Le percentuali di turnover 2018 per Azienda
Nel 2018, queste le percentuali di turnover per Azienda, relative ai dipendenti: Azienda Usl di Piacenza 122%, Azienda Usl di Parma 94%, Azienda Ospedaliera di Parma 120%, Azienda Usl di Reggio Emilia 195%, Azienda Usl di Modena 77%, Azienda Ospedaliera di Modena 197%, Azienda Usl di Bologna 109%, Azienda Ospedaliera di Bologna 93%, Ospedale Rizzoli 128%, Azienda Usl di Imola 95%, Azienda Usl di Ferrara 56%, Azienda Ospedaliera di Ferrara 167%, Azienda Usl della Romagna 137%. /CV

 

Fonte: Regione ER

Piacenza, 4 aprile 2019 - Al bando PSR della Regione Emilia Romagna il Consorzio di Bonifica di Piacenza ha presentato 31 progetti per un valore complessivo superiore a 3 milioni e 700 mila euro.

Si tratta di progetti riferiti ad interventi volti alla prevenzione di danni da fenomeni franosi rispondenti al bando PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2014/2020 misura n. 5.1.01 (linea di finanziamento regionale indirizzata a investimenti in azione di prevenzione volte a ridurre le conseguenze delle calamità naturali e avversità climatiche – prevenzione danni da fenomeni franosi al potenziale produttivo agricolo).

I progetti presentati sono così distribuiti sul territorio: 5 per il comune di Alta Val Tidone, 5 per il comune di Gropparello, 5 per il comune di Morfasso, 4 per il comune di Pianello Val Tidone, 2 per il comune di Farini, 2 per il comune di Bobbio, 2 per il comune di Bettola, 2 per il comune di Ferriere, 1 per il comune di Travo, 1 per il comune di Corte Brugnatella, 1 per il comune di Coli e 1 per il comune di Piozzano.

Per ognuna delle segnalazioni ricevute, a seguito dei sopralluoghi effettuati dai tecnici del Consorzio, è stato redatto un progetto di intervento.
Ad essere nei progetti di intervento ci sono: 64 briglie in gabbioni allo scopo di rallentare la velocità delle acque e contrastare l'erosione e di conseguenza migliorare le condizioni di stabilità dei versanti e mitigare i fenomeni franosi; 72 tra traverse, palificate e briglie in legname per stabilizzare i versanti e intercettare e incanalare i canali montani; drenaggi per l'emungimento delle acque sotterranee per più di 13 mila e 500 metri per la raccolta e il convogliamento delle acque che si infiltrano nel sottosuolo al fine di prevenire movimenti franosi; la pulizia e la sistemazione di canali per quasi 20 mila metri per favorire il deflusso delle acque di scolo.

In linea generale ogni progetto proposto è pienamente coerente con l'obiettivo dell'operazione (5.1.01 del PSR) e risponde al fabbisogno di ripristinare il potenziale produttivo agricolo e forestale danneggiato e introduce adeguate misure di prevenzione contribuendo al sostegno della prevenzione e della gestione dei rischi aziendali: 47 le aziende agricole coinvolte.

Parlando di iter burocratico: i progetti sono stati presentati a fine marzo (il 26 era la scadenza), la graduatoria sarà pubblicata entro la fine di luglio e, per i progetti finanziati, sarà redatto un progetto esecutivo finale e la realizzazione degli interventi pianificati in un tempo massimo di 18 mesi.
A complimentarsi con lo staff tecnico è prima di tutti Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza che commenta: "Essere riusciti a presentare 31 progetti, per di più in tempi così brevi, è davvero un grande risultato. La nostra montagna va sostenuta con investimenti che mantengano integro il territorio e tutelino i suoi abitanti e le attività produttive in essere. L'impegno e la dedizione del personale tecnico e operativo in forza al comprensorio montano dimostra quanto il Consorzio tenga e creda in un approccio che preservi il territorio e lo rilanci assicurando a chi resta e a chi vuole tornare una maggior qualità della vita".

 

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Case popolari: affitti più leggeri per anziani e persone sole con reddito inferiore a 17mila euro, la Regione mette mano alle regole di calcolo del canone di locazione. Oltre 14 mila i potenziali beneficiari. La Giunta regionale ha approvato nei giorni scorsi il provvedimento che consente ai Comuni di ridurre del 10% i canoni di affitto per le famiglie composte da una sola persona, con reddito basso e bassissimo.

Bologna -

I Comuni potranno ridurre del 10% l’affitto alle quasi 14 mila persone sole, con un reddito inferiore a 17mila euro di Isee, che vivono nelle case di Edilizia residenziale pubblica (Erp) dell’Emilia-Romagna.

Il provvedimento è stato assunto dalla Giunta regionale con l’obiettivo di dare una mano ai nuclei familiari unipersonali, in particolare alle persone anziane, considerato chenel 65% dei casi (9.057) risultano composti da over 65enni. 

I destinatari sono perlopiù inquilini di vecchia data a reddito basso: una fascia di cittadini che si è pensato avesse bisogno di maggior tutela dopo le nuove modalità di calcolo dei canoni di locazione adottate con la riforma regionale del 2016; una riforma che oltre alle fasce di reddito ha introdotto altri parametri per la determinazione del calcolo del canone come la metratura, le caratteristiche qualitative dell’appartamento, il comune ela zona in cui è ubicato.

 

LE CARATTERISTICHE DEL PROVVEDIMENTO

Lo sconto sul canone introdotto dal provvedimento può essere applicato a due fasce di riferimento dell’utenza degli alloggi Erp: di accesso agli immobili, per cui è necessario avere un Isee compreso tra i 7.500 e 17.100 euro, e di protezione, una sorta di canone sociale riservato alle famiglie più povere, cioè quelle con un Isee massimo di 7.500 euro.

Il provvedimento sarà ora portato all’esame dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva entro il mese di aprile.

GLI ALLOGGI DI EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA IN EMILIA-ROMAGNA

Dall’attività di monitoraggio condotta sul totale delle assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti dalle Acer nelle nove province emiliano-romagnole risulta che al 31 dicembre 2017 (ultimo dato disponibile) gli alloggi occupati sono 49.517, su un numero complessivo di 55.560 (parte dei quali in via di assegnazione o in ristrutturazione). /Ti.Ga.

Fonte: Regione ER

"Sono stati confermati in Emilia-Romagna 100 casi nella forma neuroinvasiva che hanno portato a 21 decessi, 66 casi come febbre confermata e 30 casi identificati in donatori di sangue, oltre a 2 casi di Usutu virus"

È Forza Italia, con un'interrogazione rivolta al governo regionale, a chiedere che le aziende sanitarie si attivino preventivamente con azioni di contrasto alla diffusione del virus West Nile "per evitare i problemi dello scorso anno".

In Emilia-Romagna dai dati diffusi dall'Istituto superiore di sanità nel 2018, si legge nell'atto ispettivo, "sono stati confermati 100 casi nella forma neuroinvasiva che hanno portato a 21 decessi, 66 casi come febbre confermata e 30 casi identificati in donatori di sangue, oltre a 2 casi di Usutu virus".

Per Forza Italia è quindi necessario, per ridurre il rischio di trasmissione dell'infezione all'uomo, contrastare la circolazione del virus attraverso misure preventive di sanità pubblica.
(Cristian Casali)

Corso di formazione antimafia in Emilia-Romagna. L'Assemblea legislativa regionale promuove il corso per studenti, che inizia il 3 aprile, presso l'Università di Parma. Primo appuntamento con "Conoscere per riconoscere: le mafie in Emilia e nel nord Italia" e laboratorio su come realizzare un'inchiesta. Possibilità di partecipare a quattro giornate formative a Bruxelles e L’Aja.

Parma -

Un corso di formazione antimafia in Emilia-Romagna aperto a studenti universitari emiliano-romagnoli e neolaureati. Lo organizzano l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e l’Associazione Cortocircuito, con l'obiettivo di promuovere la cultura della legalità e della responsabilità civile e fornire tutti gli strumenti per riconoscere e contrastare fenomeni mafiosi sempre più insidiosi e camaleontici.

Il primo appuntamento, aperto anche ai cittadini, è in programma mercoledì 3 aprile dalle 10.30 alle 13.30 con il seminario di formazione “Conoscere per riconoscere: le mafie in Emilia e nel nord Italia” nell’Aula dei Filosofi dell’Università di Parma, in via dell’Università 12. Tema centrale dell'evento quello dell’infiltrazione della criminalità organizzata in Emilia e nel nord Italia con un approfondimento su come stiano mutando le mafie dopo il maxiprocesso Aemilia.

Interverranno il Procuratore capo di Parma Alfonso D’Avino, già Procuratore aggiunto a Napoli, che spiegherà il ruolo dei professionisti nell’arginare i fenomeni mafiosi, e il Procuratore capo di Modena, Lucia Musti, già magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia a Bologna, che interverrà sul rapporto con i professionisti emiliano-romagnoli. Introdurrà l'evento il Rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei, e, fra i partecipanti, ci saranno anche Elia Minari, coordinatore dell’Associazione culturale antimafia Cortocircuito, nonché il giornalista Rai Luca Ponzi, che ha seguito il maxiprocesso Aemilia.

Nel pomeriggio, dopo il seminario, sempre in via dell'Università a Parma (ma in Aula I), è previsto il laboratorio interattivo “Come realizzare un’inchiesta sulle mafie al Nord” dalle 15.30 alle 17, nell'ambito del quale, a partire da atti pubblici su mafia e corruzione, giornalisti e studenti potranno capire come avviare un'inchiesta.

Grazie all'Assemblea legislativa, durante la giornata del 3 aprile verrà data la possibilità ad alcuni studenti di partecipare a quattro giornate formative a Bruxelles e L’Aja per conoscere le istituzione europee impegnate nella lotta per la legalità.

Il corso di formazione completo è costituito da due seminari di formazione, due laboratori interattivi e quattro giornate a Bruxelles e L’Aja.

Per partecipare al primo seminario e/o al laboratorio interattivo, entrambi in programma il 3 Aprile all’Università di Parma, è necessario inviare una e-mail (indicando il proprio nome e cognome) all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. La partecipazione è gratuita, i posti sono limitati.

Il seminario è un evento formativo riconosciuto dall’Ordine degli Avvocati e dall’Ordine dei Giornalisti, con crediti formativi, per gli iscritti agli ordini professionali.

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Fonte: Regione ER

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