Domenica, 02 Febbraio 2025 06:57

Che cos'è la Ragion di Stato? La lezione cattolica di Botero In evidenza

Scritto da Prof. Daniele Trabucco

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Di Daniele Trabucco Belluno, 2 febbraio 2025 - In questi giorni, a seguito della espulsione dall'Italia di Almasri da parte del Ministro dell'Interno pro tempore per ragioni di sicurezza nazionale, si è sentito spesso parlare di "Ragion di Stato".

A parte che, in relazione alla specifica vicenda, non è chiaro che cosa abbia spinto il nostro Paese a non ottemperare l'ordine di mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale dell'Aja, è interessante rilevare come il concetto in esame sia stato ideato e studiato approfonditamente da Giovanni Botero (1544-1617), gesuita, filosofo italiano e segretario del cardinale Carlo Borromeo, nel suo testo "Della Ragion di Stato" del 1589 suddiviso in dieci libri. Ora, in opposizione alla "rea e falsa", così la definisce Botero, "Ragion di Stato" machiavelliana, egli propone una prospettiva diversa per cui il "dominio fermo sopra i popoli", ovvero la conservazione dello Stato, non può mai essere dissociata dal bene comune, il quale, secondo l'insegnamento classico e tomista in particolare, non coincide né con il bene pubblico, né con la somma dei beni individuali, traducendosi nel bene dell'uomo in quanto uomo, in quanto sostanza individuale razionale, e, per questa ragione, anche bene di tutti.

Siamo lontani, come si può evincere, dal pragmatismo politico di Machiavelli.

Per Botero, infatti, la "Ragion di Stato" deve sempre rispettare i principi della legge naturale e, dunque, gli insegnamenti divini di cui essa è espressione. Botero accoglie la concezione dello "Stato modernamente inteso" (per dirla con le parole del prof. Vezio Crisafulli), ma cerca di inserirla non in una prospettiva di immanenza, ma di trascendenza. Il sovrano non è libero da vincoli morali, dal momento che deve sempre cercare di ridurre al minimo il danno causato e agire in conformità con la volontà divina. L'esatto opposto dei nostri rappresentanti laicisti..

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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

Sito web personale

www.danieletrabucco.it

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