Ora, al di là dell'aspetto meramente definitorio e premiale (si parla pure del premio "De agri cultura" per beni di elevata qualità), il testo non presenta particolari novità.
Infatti, l'elenco delle attività dell'agricoltore custode dell'ambiente (una visione bucolica in perfetto stile virgiliano) è già contenuta nel regolamento UE n. 2115/2021 del Parlamento europeo e del Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea. Nell'art. 5, lett. b), si dice già chiaramente che compito dell'attività agricola è quella di "sostenere e rafforzare la tutela dell'ambiente, compresa la biodiversità", nonché, lett. c), "rafforzare il tessuto socioeconomico delle aree rurali" anche combattendo l'abbandono delle zone agricole.
Sul punto non vale l'obiezione che il disegno di legge dà una definizione più dettagliata e completa per l'ordinamento interno rispetto a quello dell'Unione Europea perché la fonte regolamentare non solo è dotata di diretta applicabilità e di effetto diritto, ma è parte integrante anche del sistema normativo italiano (c.d. diritto "eurounitario") in virtù della legge di autorizzazione alla ratifica del Trattato di Lisbona che dà forza alle fonti comunitarie derivate ad entrare nell'ordinamento interno.
Ne consegue che, sebbene non vi sia sul punto alcun contrasto, la normativa interna nulla aggiunge di nuovo che già non ci sia, limitandosi ad una mera esplicazione di quanto implicato nella fonte regolamentare.
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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
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