Martedì, 10 Ottobre 2023 09:24

Aida, ex Testimone di Geova: “Abusi sui minori, minacce e violenze insabbiate” In evidenza

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La manifestazione a Roma il 31 ottobre per far conoscere questa controversa realtà associativa (allegato comunicato BE Free)

Di Giulia Bertotto Roma, 9 ottobre 2023 (Quotidianoweb.it) - Quotidianoweb ha avuto l’opportunità di parlare con, e soprattutto ascoltare, Aida, ex membro dei Testimoni di Geova, che ringraziamo - e della quale non pubblicheremo il cognome - per tutelare la sua difficile posizione.

Si tratta di un’organizzazione chiusa, gerarchicamente ordinata, quasi indipendente dal resto della società, con i suoi organi decisionali e funzionali alla risoluzione di conflitti, la quale, spesso si avvarrebbe di metodi di pressione quasi inquisitori e condizionamento settari sui suoi adepti. In Italia sarebbero 251 mila le persone affiliate (dati del 2016, forniti dal movimento stesso).

Aida vorrebbe esprimersi liberamente ma la ritorsione è assicurata, ci spiega infatti: “Forse molte persone non immaginano quale clima si viva nelle comunità dei Testimoni di Geova. In questi gruppi accadono cose molto gravi: una serie di tecniche di persuasione sottile, coercitiva, manipolazione psicologica, un vero e proprio sistema per attrarre le persone verso questa organizzazione religiosa, che però si può tradurre in molti casi in una condizione di abuso, nella proibizione di libertà fondamentali e dell’esercizio dei diritti dell’individuo”.

Aida, anche se generalizzazioni sono sempre fuorvianti, quale è solitamente il profilo del membro dei Testimoni di Geova?

Solitamente (anche se sempre meno) un membro dei Testimoni di Geova non ha amicizie all’infuori di essa, non fa volontariato, non partecipa alla vita politica, non è una persona che prende parte alla vita sociale della comunità in cui vive, per i più disparati motivi certo, primo fra tutti l’idea che le persone che non sono Testimoni di Geova siano delle “cattive compagnie”, che possano cioè esercitare un’influenza negativa. Un altro motivo è sicuramente a causa del pieno assorbimento della sua vita e del suo tempo da parte dell’organizzazione.

Aggiungiamo che queste pressioni fanno leva su persone molto sensibili, magari che tendono a cercare sicurezza in un gruppo, o con una fragile autostima. Ma cosa succede se un membro dell’organizzazione decide di uscirne?

Quando accade che un membro dell’organizzazione non si identifichi più in questo culto e voglia uscirne (o che venga espulso dalla comunità stessa) la comunità inizia una vera e propria pratica punitiva: ostracizza la persona, la isola e scredita agli occhi della comunità, le fa terra bruciata intorno, e la cosa più grave è che questo accade anche all’interno delle famiglie. In un caso estremo gli “anziani” intimarono a un marito di ostracizzare la moglie convivente, ma è una regola quella che i genitori Testimoni ostracizzino perfino figli e nipoti e viceversa. Questa è la diretta conseguenza della dissociazione spontanea o dell’espulsione decisa dal Comitato Giudiziario, in pratica un vero e proprio processo a porte chiuse, senza avvocati difensori, senza testimoni a difesa, ma dove l’accusato è solo, davanti a tre o cinque “anziani” che fungono da giudici. L’immediata conseguenza per l’ex membro è la condanna allo stigma sociale e alla solitudine, alla perdita della reputazione, di tutti i propri punti di riferimento e riconoscimento e della propria identità e anche del suo lavoro, se è dipendente di un Testimone, o di tutti i clienti i quanto questi sono per la maggioranza Testimoni di Geova.

Quanti sono, nel mondo, i membri di questa organizzazione religiosa?

Nel mondo ci sono poco più di otto milioni di appartenenti a questa organizzazione religiosa, i numeri precisi di chi ne esce non si conoscono, ma parliamo di circa due milioni di persone, tra le quali si sono verificati anche suicidi. Nel 2019 in Spagna si è formata un’associazione che si dichiara “vittima” dei Testimoni di Geova ed essa è stata trascinata in Tribunale per aver essersi dichiarata tale, dalla filiale spagnola dell’ente statunitense a cui fa capo. Si tratta quindi di una vicenda globale molto complessa e delicata.

Ci ha raccontato che gli abusi sessuali sui minori sono un fatto purtroppo diffuso all’interno della congregazione, e spesso anche insabbiato dalla stessa.

Il reato di pedofilia avviene non di raro in queste comunità e viene da esse completamente coperto. In seguito alle molte indagini e ai processi subiti in varie parti del mondo, l’organizzazione ha dovuto modificare un po’ il suo approccio alla questione, ma fino a pochi anni fa la famiglia del bambino che muoveva un’accusa di reato sessuale veniva decisamente scoraggiata dal denunciare alle forze dell’ordine per avviare delle indagini e perché si formasse un comitato giudiziario interno per valutare il caso, era necessario che ci fossero due testimoni dell’abuso sul bambino, pensi che assurdità! In caso contrario il bambino poteva non essere creduto e comunque non si procedeva in alcun modo nei confronti del presunto pedofilo, che quindi rimaneva libero di continuare a fare del male ad altri bambini. Sono migliaia i casi in cui è accaduto proprio questo.

La vittima viene quindi manipolata e umiliata in difesa dell’abusante.

Purtroppo questo approccio al problema della pedofilia si è trasformato in un metodo che ha tutelato gli abusatori. Se l’abusatore non viene denunciato alle autorità competenti dello Stato, può continuare indisturbato ad agire il suo atroce reato.

Se poi si decide per un Comitato Giudiziario e l’abusatore si dichiara pentito può anche restare nella congregazione senza subire alcuna sanzione, oppure può essere allontanato e disassociato, ma davanti alla Legge non dovrà rispondere comunque.

Quando negli anni ’80 scoppiavano i primi scandali sulla pedofilia nella Chiesa cattolica l’organizzazione a cui appartenevo, i Testimoni di Geova, stampava pubblicazioni in cui biasimava il Vaticano ed esaltava il fatto che questo comportamento abominevole non accadesse nelle nostre comunità. Io mi fidavo, ho distribuito per anni quelle pubblicazioni. Poi ho aperto gli occhi e quello che ho visto è mostruoso. Ma voglio continuare a tenere gli occhi aperti senza paura e raccontare all’opinione pubblica.

Alleghiamo comunicato stampa in occasione della manifestazione BE FREE che si svolgerà il 31 ottobre a Roma per far conoscere il tema trattato.

Quotidianoweb ricorda ai Lettori, agli Enti Competenti e alle Persone fisiche e giuridiche citate negli articoli, che è a disposizione per accogliere repliche, osservazioni e suggerimenti per migliorare.

La Redazione di Quotidianoweb

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Il testo del comunicato originale in allegato

 

INVITIAMO TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE DEL 31 OTTOBRE 2023 A ROMA. Comunicato del gruppo “Amici liberi da JW”

BE FREE 2023, è questo il titolo della manifestazione che si terrà il 31 ottobre 2023 dalle 14 alle 19 a Roma in Piazza dei Santi Apostoli, dove i partecipanti, provenienti da tutta Italia, con un presidio pacifico, si confronteranno con i cittadini. Lo scopo è quello di informare le persone e il mondo politico su cosa significhi aderire alla religione dei Testimoni di Geova e cosa possa comportare uscirne.

Il mondo dei Testimoni di Geova è riservato, un ambiente chiuso, dal quale trapelano poche notizie; per questo non tutti sanno che, ad esempio, chi viene disassociato o si dissocia dalla Congregazione può incappare in una moltitudine di problemi. Primo tra tutti è l'ostracismo, che viene applicato dagli ex "fratelli" nei confronti di chi esce. Il fuoriuscito si trova di punto in bianco privato dei suoi affetti più cari, della sua famiglia e senza amici, in quanto tra le altre cose i Testimoni di Geova suggeriscono di coltivare amicizie solo all'interno della Congregazione. I figli, se maggiorenni, possono essere allontanati dalla casa dei genitori rimasti nella fede e possono essere anche compromessi i rapporti di lavoro tra un ex Testimone e il proprio datore di lavoro ancora nella Congregazione.

Moltissimi i Testimoni di Geova ancora all'interno della Congregazione che non trovano il coraggio di uscirne, ben consapevoli di questa ostracizzazione, che ha portato in certi casi alcuni ex aderenti a cadere in depressione e a volte a compiere atti estremi. Sono stati fatti dei tentativi a livello legale.

RIPORTIAMO UNA TESTIMONIANZA

Giampaolo vive a Bastia Umbra e proviene da una famiglia dove tutti sono dei Testimoni di Geova. Fin dall’età di sei anni fu educato al rispetto rigoroso di tutti i dettami di quella religione. A causa della sua fede religiosa, ha fatto molte rinunce di vita , sia dal punto di vista lavorativo che affettivo. Ha sentito di vivere in un sistema coercitivo quando fu messo in discussione, dagli anziani della sua congregazione, il suo diritto a esprimere liberamente un pensiero che in quel caso specifico venne identificato come “politico”, infrangendo quindi la norma della assoluta neutralità imposta ai Testimoni di Geova che in osservanza di essa non possono esercitare nemmeno il diritto/dovere del voto. Questo fatto lo portò a interrogarsi sulla vera natura del movimento religioso in cui era cresciuto, iniziò a fare ricerche e studi più approfonditi per arrivare alla conclusione che non voleva identificarsi più come Testimone di Geova, né dal punto di vista dottrinale e tantomeno da quello sociale di appartenenza. La conseguenza di questa sua scelta fu quella inevitabile a qualsiasi persona che, dopo essersi convertito alla religione dei Testimoni di Geova, faccia la scelta di uscire da quella organizzazione. Suo padre e i suoi fratelli per primi hanno troncato qualsiasi rapporto con lui, fino al punto di non avere più alcun contatto, neanche telefonico e nemmeno quando fu sottoposto a un intervento chirurgico. Praticamente viene considerato come morto. Stesso trattamento ha ricevuto dai tanti Testimoni di Geova, con i quali aveva coltivato amicizie di tutta una vita.

A causa di questa situazione Giampaolo sente che manca qualcosa di veramente importante alla sua vita, si sente perso perché gli manca moltissimo la sua famiglia e sa che i suoi fratelli si comportano così solo perché quello è il comportamento imposto dall’ organizzazione di cui fanno parte.

Giampaolo considera la sua esperienza con i Testimoni di Geova molto deludente e la sua conclusione è che hanno avuto il potere di rovinargli la vita.

Il gruppo accoglie coloro che sono fuoriusciti o vorrebbero farlo, aiutando coloro che psicologicamente sono più provati, a ricominciare a vivere serenamente. Inoltre una delle principali missioni sarà quella di fare informazione e divulgazione di come si svolge realmente la vita all'interno della Congregazione dei Testimoni di Geova e di fare luce e chiarezza su molti aspetti di questa religione, che chi non ha mai vissuto sulla propria pelle non può conoscere.
Un appuntamento importante, dopo oltre 10 anni, al quale chiunque può partecipare, anche chi non ha mai conosciuto questa religione e le sue imperfezioni e desideri farne conoscenza. Uno dei punti oscuri che verranno illustrati e di cui si parla poco è, per esempio, l'ombra della pedofilia all'interno dell'associazione dei Testimoni di Geova, così come in altre confessioni religiose, reso evidente dalle molte indagini e anche da diverse sentenze in diverse nazioni del mondo.
Qualcuno si chiede perché si è scelto un giorno lavorativo, meno accessibile di uno festivo. La ragione è che il 31/10 è una data simbolica molto significativa per noi ex-Testimoni di Geova in quanto quel giorno coincide con l'anniversario della morte di Charles T. Russell, fondatore della Torre di Guardia e dell’organizzazione religiosa che ha avuto un'influenza tanto negativa sulle nostre vite. Proprio questa è stata la data scelta dai nostri amici in USA, da cui è partita l'iniziativa BE FREE 2023, la manifestazione che si terrà a Washington, davanti la Casa Bianca e a cui ci stiamo affiancando.
Vi aspettiamo, siate numerosi! Sarà un'ottima occasione per far sentire la nostra voce. Non mancate!

AMICI LIBERI da JW

Riceviamo e pubblichiamo dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova il testo della Rettifica. In riferimento all’articolo “Aida, ex Testimone di Geova: “Abusi sui minori, minacce e violenze insabbiate” pubblicato il 10 ottobre 2023 sul sito gazzettadellemilia.it, a cura della redazione, desideriamo chiarire quanto segue:

 

Il Testo della Rettifica

  • -  I Testimoni di Geova sono una confessione religiosa riconosciuta dallo Stato italiano. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha descritto più volte i Testimoni di Geova come “religione ben nota” e ha emesso più di 70 sentenze in cui conferma che le loro pratiche religiose sono protette dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
  • -  Contrariamente a quanto affermato nell’articolo, molti importanti studi accademici hanno dimostrato che i Testimoni di Geova “hanno profondo rispetto per la vita e per la dignità umana,”1 dimostrano “un alto livello di integrazione sociale,”2 e “contribuiscono in molti diversi modi alla crescita, coesione e benessere della società”3. “Non sono una setta”4 e i loro insegnamenti sono “caratterizzati da un’ampia libertà di scelta e di decisioni personali.”5
  • -  Le alte corti di molte nazioni, come Belgio, Canada, Inghilterra, Germania, Giappone, Irlanda, Italia, Polonia, Stati Uniti e Sudafrica hanno emesso sentenze concordi sul fatto che la pratica di espulsione adottata dai Testimoni di Geova è perfettamente legale e non incita alla discriminazione.
  • -  La tutela dei minori rappresenta per tutti i Testimoni di Geova una questione della massima rilevanza. I Testimoni di Geova considerano gli abusi sui minori un reato gravissimo e un’azione gravissima e ripugnante anche in senso spirituale. La congregazione quindi non proteggerà nessuno che abbia commesso un tale atroce crimine dalle conseguenze delle proprie azioni. Come confermato nel 2021 dall’Inchiesta indipendente sugli abusi sessuali sui minori (IICSA) nel Regno Unito, riguardante la verifica delle policy adottate da tutte le istituzioni e confessioni religiose del Regno Unito, i Testimoni di Geova seguono un’efficace policy di protezione dei minori. La policy mondiale dei Testimoni di Geova sulla protezione dei minori afferma chiaramente che, se vengono a conoscenza di un’accusa di abuso su un minore, gli anziani della congregazione possono denunciare la cosa alle autorità secolari, anche se non richiesto dalla Legge, e lo stesso vale nel caso in cui un minore sia in pericolo di abusi, anche se c’è un solo denunciante e nessun’altra prova. Gli anziani della congregazione non interferiscono con le autorità in merito. Per maggiori informazioni, consultare il documento La posizione dei Testimoni di Geova in materia di tutela dei minori in armonia con la Bibbia, su jw.org.