Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 21 marzo 2023 - Nell'ottobre 2021 Papa Francesco ha indetto un nuovo Sinodo, articolato in tre fasi (con la consultazione dei fedeli nelle Chiese particolari nell'ambito del primo momento) ai sensi dell'art. 3 della Costituzione Apostolica "Episcopalis Communio" del settembre 2018, in cui discutere della stessa sinodalità, ossia quel camminare insieme da parte della stessa Chiesa cattolica post-conciliare ove tutto il Popolo di Dio è chiamato, sotto la guida dello Spirito Santo, a discernere la volontà del Signore.
Non una dimensione nuova, né un evento, è stato scritto, ma un processo. Qual è, però, il fine di questo processo?
Una Chiesa sempre più fondata sulla sinodalità, o meglio sulla collegialità (termine introdotto nel linguaggio teologico da Congar (1904-1995)) che prelude a quella democratizzazione del suo governo di cui già parlava Karl Rahner (1904-1984). Francesco non inventa, dunque, la "sinodalità", ma si serve di questo concetto per affermare la sua idea di "Chiesa in uscita" (cfr. Lettera Enciclica "Evangelii Gaudium" del 24 novembre 2013), di "Chiesa poliedrica" unita nella diversità. Ora, non solo la Chiesa sinodale è una realtà ugualitaria e acefala (al di là dell'affermazione di facciata "cum Petro e sub Petro") con relativo indebolimento del principio di autorità, ma assomiglia (si veda l'esperienza tedesca) ad un esperimento sociale in cui ognuno deve sentirsi incluso tranne ovviamente coloro che invitano ad una fedeltà alla Tradizione della Chiesa quale criterio orientatore della pastoralità. Questi sono "intransigenti", "non aperti", "verticistici" etc. Lo scopo della Chiesa, Corpo mistico del Signore, è la "salus animarum" che Cristo, con il suo unico e solo sacrificio, ha guadagnato ad ogni uomo che accoglie liberamente la sua potestà.
Solo la Verità rende autenticamente liberi, non certamente i venti ideologici (ambientalismo, inclusivismo, femminismo etc.) che si vogliono affrontare per rimanere al passo con i "segni dei tempi" del nuovo umanesimo che trasforma la Verità in un quid di storicistico e relazionale come, del resto, emerge dall' insegnamento del Papa "venuto dalla fine del mondo"...
(Daniele Trabucco)
(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.