Di Daniele Trabucco (*) Belluno 26 febbraio 2023 - Il Parlamento italiano, con la sua maggioranza di centro-destra, ha risposto in modo affermativo con la conversione in legge formale del sesto decreto-legge: con i primi cinque il nostro Paese ha fornito aiuti per circa un miliardo di euro. Il cambio di Governo, la cosa era da tempo risaputa, non ha mutato la nostra politica estera, succube tanto verso gli Stati Uniti d'America, quanto verso l'Unione Europea.
É un problema che ci portiamo dietro fin dal Trattato di pace del 10 febbraio 1947. Tuttavia, al di là delle questioni prettamente politiche, c'è un aspetto che va considerato: il principio di maggioranza, nelle odierne democrazie proceduraliste, ha un suo fondamento di natura etica?
La domanda, a sua volta, ne rimanda ad un'altra che questa classe politica, salvo alcune eccezioni, non è in grado di porsi o, qualora se la ponga, preferisce non fornire risposta: esiste qualcosa che non può mai diventare diritto, legge positiva? In altri termini, è possibile parlare di un'ingiustizia in sé, di una negazione assoluta del diritto che preclude ad una decisione "democratica" di renderla effettiva?
La risposta, a mio avviso, sta nel riconoscimento del diritto naturale inteso quale diritto razionale.
Che cosa comanda nel caso specifico?
Esso impone che i rapporti tra gli ordinamenti statali siano armoniosi, pacifici, volti a garantire la pace la quale non è solo assenza di guerra, ma una delle condizioni funzionali a garantire la dignità della persona umana.
Pertanto, inviare armi significa non solo costi per la comunità, ma anche alimentare una guerra che rischia di allargarsi, ponendo chi le fornisce alla stregua di cobelligeranti di fatto.
Un atteggiamento di neutralità e di sforzo continuo per arrivare ad un accordo tra Mosca e Kiev era ed è ancora oggi l'impegno che l'Unione Europea e gli Stati membri sono chiamati a perseguire.
Ovviamente gli interessi finanziari, economici e geopolitici vanno nella direzione opposta.
(Daniele Trabucco)