Il momento storico che stiamo attraversando presenta molte difficoltà, specie per lavoratori dipendenti, pensionati, precari, giovani, donne e persone fragili. Tante sono le proposte rivendicative che Cgil, Cisl e Uil hanno presentato alle istituzioni locali su come affrontare il carovita, costruire il cambiamento partendo dal lavoro senza ledere i diritti e su quali soluzioni mettere in campo per arginare un’emergenza che sta assumendo una portata devastante.
Per ribadire con forza queste proposte, domani - mercoledì 16 novembre - dalle 10, Cgil Cisl e Uil dell’Emilia Romagna hanno organizzato in piazza Roosevelt, a Bologna, la manifestazione “Affrontare l’emergenza, costruire il cambiamento/Contro il carovita, per il lavoro, per i diritti”. Dopo l’introduzione del segretario generale regionale della Cisl Filippo Pieri, sono previsti gli interventi di delegate e delegati provenienti da tutta la regione, mentre le conclusioni saranno affidate alla segretaria nazionale Cgil Francesca Re David. La mattinata sarà moderata da Giuliano Zignani, segretario generale Uil Emilia Romagna.
Le conseguenze della crisi non possono e non devono essere nuovamente scaricate su lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionate, che in questi ultimi mesi hanno assistito a una drammatica riduzione del proprio potere d’acquisto. Con tutt’evidenza, siamo di fronte a un nuovo e insopportabile aumento delle disuguaglianze: inflazione e caro bollette non colpiscono tutti allo stesso modo. Servono azioni efficaci per dare risposte immediate all’emergenza, così come serve un metodo condiviso che coinvolga attivamente le organizzazioni sindacali sulle scelte da adottare.
Partendo da una costante vigilanza per scongiurare le continue speculazioni a cui stiamo assistendo in questi mesi, sono tante le misure a cui si può ricorrere sul fronte caro energia. Tra queste assumono un carattere prioritario di certo la rateizzazione delle bollette, la moratoria sui distacchi di luce e gas, la tassazione degli extra-profitti per redistribuire le risorse e una decisa accelerazione verso politiche di transizione ecologica. Allo stesso modo può avere un’importante valenza strategica la concreta assunzione di responsabilità da parte di Comuni e multiutilities.
Nel contempo, diventa indispensabile rimettere al centro il lavoro. L’attivazione degli ammortizzatori sociali, gli aumenti salariali frutto della contrattazione, il recupero del potere d’acquisto con il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, così come il rispetto degli impegni sottoscritti nel Patto per il lavoro e per il clima, diventano fattori imprescindibili per rispondere con efficacia agli strali della crisi energetica.
Senza dimenticare che in una situazione di eccezionale emergenza si fanno quanto mai necessarie alcune misure per arginare una dilagante povertà ed esclusione sociale: dal rafforzamento dei servizi sociali, al freno contro gli aumenti dei costi dei servizi pubblici, ai fondi per l’affitto fino alle moratorie sulle quote di ammortamento dei mutui.
Nello stesso tempo, al di là dell’emergenza, è sotto gli occhi di tutti quanto sia necessario un deciso cambio di passo su quelle priorità che Cgil, Cisl e Uil hanno con chiarezza indicato nelle piattaforme e nelle iniziative unitarie su fisco, previdenza, lavoro e precarietà, istruzione e formazione, sanità, welfare, politiche industriali, transizione ecologica, salute e sicurezza sul lavoro.
Senza l’adozione di provvedimenti, sia dettati dalla contingenza sia di natura programmatica, si correrebbe il concreto rischio di ampliare ulteriormente la frattura sociale tuttora in atto, mettendo a rischio la tenuta stessa di quella preziosa coesione sociale di cui questa regione si è sempre fatta vanto.