Martedì, 30 Agosto 2022 15:17

Assange: Prigioniero della libertà In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 29 agosto 2022 (Quotidianoweb.it) - Nel silenzio della stampa mainstream continua a consumarsi il lento omicidio di un uomo, Julian Assange che, con il suo coraggio, ci ha mostrato la realtà nascosta, contro invece quella che tutti noi abbiamo vista, ma propriamente edulcorata e stravolta e nella quale ci siamo cascati.

Julian ha la voce incatenata e imbavagliata perché da giornalista ha sentito il dovere di uomo corretto e coraggioso, di informare il mondo, dei crimini di guerra compiuti dagli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq.

Un uomo giusto, punito recluso in una stanza con l’aria filtrata, scollegato da ogni realtà del mondo, sul quale si compie un vero abominevole crimine umano, un omicidio in silenzio.

Solo questo dovrebbe far capire come la forza del potere, che si definisce “democratico”, tenga prigioniero un uomo,  la cui forza di volontà e di verità, dovrebbero rappresentare invece un modello per tutti noi, da incarnare per difendere i diritti umani negati in nome del “segreto di stato”.

La sua esistenza è già divenuta una condanna a morte, un’esecuzione mondiale, voluta dalla Cia e del governo americano che lo inseguono in ogni parte del mondo e sono riusciti anche a “spiarlo” quando era rifugiato politico nell’ambasciata dell’Equador a Londra.

Un fatto pesantissimo per il “democratico” governo americano perché la Costituzione americana prevede di protegge tutti i cittadini statunitensi, dalle prevaricazioni del governo anche quando si trovano in un'ambasciata straniera in un Paese straniero, altrimenti si viola il quarto emendamento.

Lo spionaggio ai danni dell’attivista e giornalista australiano, sarebbe successo tra gli anni 2012 e 2019 quando appunto Assange, si trovava come rifugiato politico nell’ambasciata dell’Equador a Londra.

Le persone che lo andavano a visitare dovevano lasciare obbligatoriamente tutti i loro dispositivi elettronici ai dipendenti della UC Global, società che si sarebbe dovuta occupare della sicurezza anche di Assange.

Quello che invece è emerso è che tale azienda era al servizio dell’intelligence americana e che copiava e trasferiva, presso il suo quartier generale di Jerez de la Frontera nel Sud della Spagna, tutti i contenuti dei dispositivi digitali dei visitatori di Assange.

Secondo quanto dichiarato su Yahoo! News fu Mike Pompeo, allora direttore del servizio di intelligence che disse: “È tempo di chiamare WikiLeaks per quello che realmente è: un servizio di intelligence ostile non statale”, e tale dichiarazione bastò per concedere alla Cia di sorvegliare e perseguire WikiLeaks e il suo co-fondatore, senza la supervisione e il controllo del Congresso statunitense.

Oggi veniamo a conoscenza di questi fatti perché alcuni “pentiti” dalla UC Global, hanno denunciato l’attività di spionaggio nei confronti di Assange alla quale sono stati costretti a partecipare.

Parte così l’azione di denuncia contro la Cia, la UC Global e Pompeo, da parte dell’avvocato Richard A. Roth per conto di oltre cento querelanti tra i quali anche la nota avvocato per i diritti umani Margaret Ratner Kunstler, l'avvocato specializzata nei media Deborah Hrbek e altri avvocati britannici.

Gli avvocati hanno dichiarato: “queste azioni hanno violato, se non annullato, il diritto di Assange a ricevere un equo processo, rendendo quindi non valide le premesse secondo cui il governo statunitense starebbe cercando di processare ed estradare il giornalista”.

A sostegno di Assange, si è mobilito il mondo intero e in tanti, grazie alle sue rivelazioni hanno avuto modo di avere un’altra possibilità di “guardare i fatti” e anche adesso si sta organizzando un grande evento mondiale: una 24 ore intercontinentale di manifestazioni, organizzato dall’agenzia Pressenza, per il 15 ottobre prossimo.

Assange, facendo il suo lavoro di cronista, ha rivelato al mondo come l’informazione faccia passare le guerre occidentali, quali “missioni di pace” imponendo la “democrazia delle armi” per interessi atlantici con crimini umani che rimarranno impuniti e assolti.

Assange LIBERO è l’unica sentenza che dovrà esserci perché, in ogni democrazia che si dica tale, si esalta il rispetto dei diritti umani, la libertà di stampa e di opinione, altrimenti sarebbe solo l’ipocrisia di un paradosso come quella di non difendere la libertà di Julian Assange, corrispondente non difendere la libertà di tutti noi.

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