Lunedì, 20 Giugno 2022 05:42

La politica è sempre stato uno sport individuale che si gioca in gruppo . In evidenza

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Di MarcoMaria Freddi Parma, 18 giugno 2022 - Ho sempre sostenuto che la politica sia sempre stato uno sport individuale che si gioca in gruppo.

Normalmente il “gruppo” sono persone che sapendo di non essere leader o di non poterlo diventare, si aspettano qualcosa dal leader di turno o dall’occasione storica che vivono.

Niente di male, le aspettative umane sono tutte lecite ma leggendo questa mattina l’articolo in prima pagina sul quotidiano “Domani” non posso non fare un passo indietro e provare a farne uno in avanti.

Ho vissuto da vicino la nascita del PD e le mie speranze erano quelle di veder nascere un “contenitore” all’americana dove Radicali e cattolici, comunisti, laici e socialisti, ecologisti e altro ancora, potessero dare vita ad una vera forza riformista di governo che fosse in grado di rispondere alla complessità nata dalla caduta del muro di Berlino.

Il PD, o meglio le persone che rappresentavano il PD nel 2007, preferirono tutelare la politica corporativa democratico-cristiana e comunista, che nella frase “abbiamo una banca” riassume tutta la sua lontananza dal tempo che viviamo. 

Senza voler troppo infierire, da iscritto doppia tessera PD dalla sua nascita, arriviamo ad oggi, oggi che vede da trent’anni tanti tentativi di costruzione di un “centro” sempre alternativo al contenitore Democratico mai decollato secondo le iniziali ispirazioni.

Peccato che al “centro” dei tanti tentativi ci fossero sempre le persone, i leader di turno, come dire che la politica è uno sport individuale che si gioca in gruppo e che al centro c’è sempre un Calenda, un Renzi, una Bonino ed ora un Sala mai una vera prospettiva politica.

Un centro che guarda a destra o a sinistra a seconda del momento storico ma comunque un centro “capace di intercettare il 25% dell’elettorato”…

Ora tocca a Italia C’è, un altro centro con al centro il nulla, se non l’aspirazione di essere qualcosa di diverso dal contenitore che nel 2007 avrebbe dovuto essere la somma intelligente e lungimirante di visioni, non di leaders, che guardassero al XXI secolo.

Sono pronto a scommettere che anche questa nuova iniziativa finirà in nulla ed il rischio, quello di non sporcarsi le mani rinunciando al lideraggio come cifra politica ma provando a contribuire a far nascere il contenitore “naturale” riformista, è quello che le destre omofobe, razziste, populiste, non europeiste e non atlantiste possano prendere il sopravvento.

I leaders “centristi” ripetono che non si può essere alleati pensando ad arginare le destre - la stessa frase utilizzata negli ultimi trent’anni - che celano la volontà del leaderino di turno a provare a diventare un leader, niente di nuovo, peccato che le destre italiane calate nel contesto europeo facciano davvero paura.

Un contenitore è solo uno strumento, il PD è uno strumento che ha bisogno del contributo di tutti, sia questo un Calenda, un Renzi, un Bentivogli, un Sala, un Pizzarotti, un Migliore, una Carfagna o chiunque altro.

Questo gioco nel voler vivere, ancora una volta, la politica come sport individuale sarà a scapito della nascita di un contenitore che con il contributo di tutti possa far crescere questo Paese assistenzialista e paternalistico a rango di Paese adulto e responsabile.

MarcoMaria Freddi

Radicale