Di Lamberto Colla Parma, 11 ottobre 2020 300esimo giorno dell'anno 1 dell'era COVID-19 e 214° pandemico - domenica
Sospetti c’erano da tempo circa la selettività del "coronavirus" ma che cercasse con determinazione di mantener distanti i rapporti sociali più stretti, come amici e familiari non conviventi, è stato confermato in occasione dell’ultimo rinnovo dello stato di emergenza sanitaria nazionale, prorogata al 31 gennaio 2021 e le connesse disposizioni, tra le quali spiccano quelle che si introducono nelle abitazioni: non più di 10 amici e parenti per volta e ovviamente tutti con le mascherine. A quando i tavoli a rotelle, i plexiglas di protezione e i monopattini elettrici per le abitazioni più grandi?
Incessante è la comunicazione dell'inasprimento dei contagi. 1.500, 2.000, 3.500, 4000 e poi ancora quasi 5.000 i nuovi positivi registrati in Italia. Una gravità estrema e gonfiata che porta i commentatori televisivi, probabilmente indottrinati da chi vuol mantenere una situazione di eccessiva tensione e allarmismo, a esaltare la pericolosità e a confrontare i dati con lo scorso nefasto mese di aprile. Una qualsiasi persona che abbia un po' di lucidità e onestà intellettuale non può assolutamente commentare che quanto sta accadendo ora "riporta il calendario a aprile scorso", quando si contavano un migliaio di morti quotidiani (si arrivò anche a 1.200), non si effettuavano tamponi e le terapie intensive erano assolutamente insufficienti e si stavano modificando le maschere da sub della Decathlon per utilizzarle come respiratori.
Schifosamente falso e soprattutto i dati sono inconfrontabili. Ignobile confrontare i casi di positività, peraltro in gran parte registrati per mezzo di tamponi altrimenti, in quanto asintomatici, della loro malattia presunta o reale nessuno se ne sarebbe accorto. Con i 1.200 decessi quotidiani dell'epoca quando, nemmeno ai deceduti, si facevano i tamponi ma solo le TAC che confermavano la polmonite interstiziale.
Ignobile e amorale comportamento da maestrine "pre-Montessori". Spaventare per educare sembrerebbe, ma è legittimo anche pensare che spaventare vuol dire consolidare la propria posizione e il proprio potere attraverso la diffusione di una Sindrome di Stoccolma collettiva.
Ma questo ci interessa di meno, tanto prima o poi si tornerà a votare.
Interessa invece far comprendere, al popolo italiano, che non è un popolo bue, che il VIRUS non è sconfitto e che perciò la prudenza e le difese devono essere attive: dall'uso della mascherina, al lavaggio delle mani e ovviamente al distanziamento sociale.
Occorre quindi informare correttamente (vedi Regione Emilia Romagna) e mettere nelle condizioni, tutti, di comprendere e perciò di giudicare e comportarsi con giudizio e prudenza, ma in modo cosciente non indotto da allarmismi e timori di sanzioni salate.
Partiamo dai numeri. Non sono confrontabili i numeri assoluti dei contagi in quanto molto diversi sono i tamponi realizzati nelle diverse giornate e nelle diverse regioni. Confrontabile, in questo caso è il rapporto tra il numero di tamponi e i casi positivi registrati. Si potrà così osservare che l'innalzamento tanto declamato dei contagi (ad esempio da 2500 a 3500) corrispondeva in effetti a un lieve incremento posto che erano stati realizzati il 25% in più di tamponi (125.000 contro 100.000 del giorno precedente). L'indice quindi aumentò da 2,7 a 2,8.
Altro indicatore da tenere presente è l'occupazione dei posti delle terapie intensive. Non vorremmo certamente tornare a quel girone infernale al quale abbiamo assistito con tanta drammaticità. Dai decessi in solitudine ai sanitari, incelofanati, distrutti, umiliati, isolati dai loro affetti più intimi e infine martiri con oltre 200 deceduti al "fronte".
Molte nuove postazioni sono state realizzate nel frattempo e oggi quelle occupate non lo sono esclusivamente da covid ma anche per altre patologie, le stesse che nel periodo dei 50 giorni più tragici di lockdown non avevano spazi di cura e nemmeno le assistenze adeguate.
Infine una annotazione sui tamponi.
Innanzitutto ci hanno fatto passare il concetto che sia un metodo diagnostico mentre invece è un metodo di indagine. Un parametro che può indicare la capacità e velocità di diffusione del virus. Assolutamente importante per comprendere come intervenire, dove e con quali modalità.
Ma ora si innesca anche il fattore dell'inaffidabilità dei due sistemi di indagine: il tampone classico (naso faringeo) e il sierologico. Una inaffidabilità tale che motiva il FASI a non rimborserà il costo dei test.
"il tampone nasofaringeo è un esame - richiama il FASI il passaggio del Ministero della Salute - che serve per ricercare il virus e quindi per diagnosticare l'infezione in atto. Mentre il test sierologico permette di individuare la presenza di anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus e non è dirimente per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l'assenza di anticorpi non esclude la possibilità di un'infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso." "Tuttavia, - prosegue il Fondo di Assistenza Sanitaria privato dei dirigenti - pur riconoscendo che al momento non vi sono alternative, nessuna delle due verifiche rappresenta uno strumento perfettamente idoneo a capire, a livello di comunità, l'effettiva presenza del virus: i test sierologici, infatti, non forniscono informazioni circa lo stato attuale dell'infezione e i tamponi hanno un grado di fallacità piuttosto elevato, a causa del loro non univoco livello di affidabilità".
(Immagine da un Tweet di Annalisa Chirico)
Il clima di terrore, che parrebbe creato ad arte, è sostenuto da una produzione industriale di decreti e decretini nei quali ormai è impossibile orientarsi senza incorrere nelle pesanti sanzioni, penali e amministrative, di cui sono conditi gli obblighi restrittivi imposti dal Governo su segnalazione dell'esercito di consulenti.
Obblighi e sanzioni che, mentre i primi a volte sono impossibili da rispettare, le sanzioni invece avrebbero ampio sostegno per essere applicate.
Ricorderete i moduli di autocertificazione da compilare durante il lockdown, Ogni 2-3 giorni variavano e ogni volta occorreva stamparne di nuovi da compilare per andare dal panettiere piuttosto che in visita dai parenti gravemente ammalati e senza assistenza e guai a non avere con sé la giustificazione in caso controllo delle forze armate che presidiavano il territorio.
Poi venne il periodo di libertà controllata e infine i segnali di una recrudescenza della malattia seguito dei rientri da alcune aree estere e dalla Sardegna che nel frattempo avevano evidenziato forti segnali di contagio.
L'ultimo in termini temporali è l'imposizione di sottoporsi, entro 48 ore, al tampone naso faringeo per coloro che rientrano dal Belgio, Regno Unito e Pasi Bassi.
Per esperienza diretta, lo scorso giovedi, al rientro dal Belgio su Linate un gruppo di passeggeri ha cercato informazioni sulle modalità di effettuare il tampone e le risposte ricevute sono state diverse da area di appartenenza:
- Non è obbligatorio (da una ASL lombarda),
- Per farlo subito bisogna andare a Malpensa;
- Non è obbligatorio da una ASL Emiliano Romagnola,
- E' obbligatorio da altra operatrice sanitaria Emiliano Romagnola.
Appurato che fosse effettivamente obbligatorio e pronti a un isolamento fiduciario per almeno le 48 ore d'attesa per effettuare l'esame e le successive 48 in attesa della risposta, all'indomani mattina il tentativo di prenotazione dell'esame è stato sconcertante.
- L'appuntamento è stato concesso 9 giorni successivi (il venerdi seguente). All'osservazione che vi è l'obbligo delle 48 ore è stato risposto che non si poteva fare altrimenti in forza della non disponibilità dei tamponi;
- Il modulo da compilare per la richiesta era ancora intestato "Rientri dalla Sardegna". Poco tempo avrebbe comportato modificarlo con una dicitura almeno generica.
- E' acclarato che non sussiste l'obbligo di un isolamento fiduciario e perciò il potenziale "infetto" sarebbe autorizzato a distribuire Covid-19 per 8 giorni , 10 in totale considerati i due necessari per avere la risposta che, a maggior ragione, ci si augura negativa. Altrimenti altro che APP IMMUNI servirebbe per rintracciare tutti quelli con i quali si è venuti a contatto nel frattempo.
Ma se qualcuno venisse trovato all'aria aperta in assenza della debita mascherina, scommetto che avrebbe del bello e del buono per convincere che se la è dimenticata in auto o a casa, nel tentativo di non dover sborsare dai 400 ai 1.000€ di ammenda indicati dall'ultimo decreto.
In conclusione, le omissioni o inefficienze del settore pubblico non hanno importanza mentre le dimenticanze dei singoli sono irrimediabilmente sanzionabili, anche quando la responsabilità ricade prevalentemente nella inefficienza dei sistemi organizzativi che stanno in capo alle pubbliche amministrazioni.
Lo abbiamo visto con i dispositivi di protezione individuale, con i banchi di scuola con o senza rotelle, con le disponibilità delle aule per il corretto distanziamento, con la patetica disposizione che impone ai BUS una capienza dell'80% o del 100% per tragitti inferiori a 15 minuti (da quando scatta il cronometro? O qualcuno al 16simo minuto viene scaricato per tornare a una capacità dell'80%?).
Per non parlare delle variegate informazioni sulle caratteristiche della malattia che gli esperti al servizio del Governo hanno dispensato nel festival delle banalità e della disinformazione e contraddizioni nel giro di poche ore (vedi prof. Galli il 7 ottobre scorso a Stasera Italia e 8 ottobre TG4); "Ma, si giustificavano, la malattia è così nuova che la stiamo ancora studiando." Allora studia e impara prima di parlare, verrebbe da rispondere!
E alla fine, grazie a questi potenti soloni, abbiamo adottato tutti quegli strumenti d'avanguardia che nel 1917-1918 furono in uso a difesa della "Spagnola" con l'unica differenza che 103 anni dopo ci siamo arrivati grazie al contributo scientifico di 400 consulenti.
Un bel progresso di cui vantarsi!
(Ai tempi della Spagnola...)
Ma guai a sottolineare le inefficienze si verrebbe additati di "negazionismo" prima, "populismo" dopo e infine di "fascismo", pur di far tacere le anime critiche.
E allora avanti con il clima di terrore condito con salate punizioni utili a "educare" un popolo che "bue non è" ed ha ben compreso, almeno nella gran parte dei cittadini, quali sono i comportamenti leciti e quali no e sta cercando di "convivere", "lavorare" e spesso "sopravvivere" in compresenza di un virus contagioso e ancora lontano dall'essere debellato.
Altri metodi educativi potrebbero essere posti in atto, ma per farlo occorrerebbero dei consulenti competenti con "skills" specifici.
Il potente e efficiente Arcuri potrebbe aprire un bando per reclutarli!
“Annamo bene ...” direbbe la Sora Lella.
(lavorare al tempo della Spagnola)
________________________________________
(per i precedenti editoriali clicca qui)
________________________________________
LINK di pertinenza articolo:
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/28996-il-profilo-del-covid-19-e-l%E2%80%99odio-sociale-incalzante.html
https://www.youtube.com/watch?v=gTwVOvBFgAM
https://www.facebook.com/134257559975766/videos/1261841110832632
https://www.gazzettadellemilia.it/comunicati/item/29538-su-quasi-15-000-test-sono-383-i-nuovi-casi-positivi-dei-quali-162-asintomatici-il-95-dei-casi-ha-sintomi-lievi.html
https://www.nicolaporro.it/wp-content/uploads/2020/10/Porro-Galli-Ok-1.mp4?_=1
https://www.vaccino-antinfluenzale.it/