Lunedì, 24 Agosto 2020 15:51

Referendum sul taglio dei parlamentari, quello che occorre conoscere In evidenza

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PH. Francesca Bocchia PH. Francesca Bocchia

- Il Quesito stampato sulla scheda: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?". 

 La chiamata referendaria avrebbe dovuto svolgersi il 29 marzo, ma è stata rinviata per l'emergenza Coronavirus. In due giorni, il 20 e 21 settembre prossimi, in tutta Italia si andrà alle urne anche per le elezioni regionali e amministrative.

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Il referendum che dovrà stabilire se confermare o meno la legge sulla riduzione dei membri di Camera e Senato non avrà bisogno di raggiungere il quorum del 50% più uno.

I cittadini italiani verranno chiamati alle urne per confermare o meno il testo della legge costituzionale concernente le modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 12 ottobre 2019. Non è richiesto il quorum di partecipazione del 50% più uno, quindi il numeri di votanti non sarà fondamentale per l'esito del voto.

Come cambiano Camera e Senato
La riforma della legge che dovrà essere confermata o meno dal referendum prevede che la Camera passerà da 630 a 400 deputati, mentre il Senato da 315 a 200 eletti. Con una riduzione del 36,5% sul numero di presenze. Meno parlamentari significa anche che ogni membro del parlamento italiano rappresenterà più elettori. Ovvero, il rapporto numerico tra eletti e votanti cresce. Questo taglio avrà un impatto anche sui numeri necessari a eleggere il presidente della Repubblica: la maggioranza qualificata - necessaria per eleggere il capo dello Stato nei primi tre scrutini - passerà da 673 grandi elettori a 439. Quella assoluta - dal quarto scrutinio in poi - scenderà da 505 a 330.

Lo slittamento della votazione per "Covid-19"
A gennaio 2020 era stato raggiunto e superato il numero minimo di firme che sarebbe servito per chiedere il referendum sul taglio dei parlamentari, con 71 firme di senatori depositate in Cassazione contro le 64 necessarie. Il 27 gennaio il CDM che il referendum si sarebbe svolto il 29 marzo, decisione poi confermata dal decreto emesso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A causa dell'emergenza coronavirus , però, il referendum è stato posticipato a fine settembre, per garantirne lo svolgimento in totale sicurezza.

Come e dove si voterà a settembre
Il ministero dell'Interno ha istituito una pagina dedicata alle informazioni sul referendum, dove si può leggere anche l'ultimo decreto del governo riguardo alle norme che saranno seguite per consentire un voto in sicurezza durante la pandemia.
Nelle strutture sanitarie da 100 fino a 199 posti letto, che ospitano reparti Covid, verranno per esempio costituite sezioni elettorali ospedaliere, che saranno abilitate alla raccolta del voto domiciliare degli elettori sottoposti a trattamento domiciliare, in quarantena o in isolamento. Queste persone dovranno far pervenire, tra il decimo e il quinto giorno precedente le consultazione, al sindaco del comune di residenza una dichiarazione che attesta la volontà di esprimere il voto presso il proprio domicilio e un certificato che indichi la condizione di contagiato. Per prevenire i rischi di contagio, infine, chi andrà a votare dovrà provvedere a inserire personalmente la propria scheda nell'urna.

- Le FAQ dal sito del Ministero dell'Interno

SI o NO?
- Mettendo la croce sul SI si esprime di desiderio di RIDURRE il numero di Parlamentari come è nella proposta di legge.
- Mettendo una croce sul NO si esprime la volontà che il numero di Parlamentari RIMANGA inalterato.

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