Martedì, 05 Marzo 2013 00:07

Inceneritore: botta e risposta su facebook. Mirko Tutino risponde a Pizzarotti. In evidenza

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di Lamberto Colla - Reggio Emilia 4 Marzo 2013 -
Sempre più di moda fare politica su facebook. A seguire la riposta di Mirko Tutino, Assessore Provinciale all'ambiente di Reggio Emilia, a Federico Pizzarotti sulla questione inceneritore.
La lezione dell'inceneritore di Parma.


10 mesi dopo che Reggio Emilia ha rispettato l'impegno che aveva assunto con i cittadini ed ha spento l'inceneritore di Cavazzoli, ieri è stato acceso l'impianto di Parma anche se per qualche settimana brucerà metano e non rifiuti. A ciò si aggiunge che il bando lanciato dal Comune di Parma sul sistema alternativo (TMB + Fabbrica dei Materiali, quello che abbiamo adottato a Reggio Emilia) è andato deserto. Sinceramente non penso che il Sindaco Pizzarotti potesse fare molto dal suo insediamento ad oggi ma questo non è ciò che è stato detto in campagna elettorale.
Che fare a questo punto?
Serve una seria politica regionale in materia di rifiuti. Serve una programmazione diversa nell'uso dell'impianti (prevedendo tempi e modi per la disattivazione di quelli in eccesso) ed una politica coordinata che sviluppi e favorisca i modelli di porta a porta - entro 3/4 anni - in tutte le aree di pianura. Ciò va accompagnato ad una fiscalità ambientale che promuova, come abbiamo fatto con il Piano d'ambito di Reggio Emilia, le comunità che più differenziano. In quest'ottica complessa, ampia e coordinata, si deve affrontare il tema dei rifiuti.
La stessa regione che è modello europeo per i servizi alla persona può diventare un grande laboratorio di politiche ambientali orientate seriamente al risanamento dalla qualità dell'aria e ad un governo dei beni comuni (dalle miniere urbane che ora chiamiamo "rifiuti", alla gestione dell'acqua, ai parchi, al trasporto pubblico) che diventi un esempio per l'Italia e per l'Europa. Un progetto unitario di dimensioni così vaste avrebbe l'attenzione dell'Unione Europea e potrebbe diventare un'esperienza sul quale concentrare finanziamenti e risorse su vasta scala.
Io credo che questa sia una delle sfide che abbiamo di fronte. Da ciò non dipende solo la sorte dei governi locali (anche elettoralmente) e la loro capacità di rendere più attuale una visione ed un'idea di sviluppo che in Emilia-Romagna ha prodotto grandi risultati. Da questo progetto possono essere generati nuove imprese e nuovi posti di lavoro, ampie e positive ricadute sulla nostra salute e sulla possibilità di far vivere i nostri figli in un luogo migliore.
Gli amministratori PD a Reggio Emilia (sulle nostre scelte in materia di acqua e rifiuti c'è stata una compattezza unica) hanno dimostrato di saper ragionare in maniera indipendente dalle logiche delle multiutility promuovendo un modello coraggioso e, per molti aspetti, di rottura con il modello che ha dominato il rapporto ambiente-sviluppo per molti anni. Parma ha dimostrato come non basti promettere il cambiamento e non sia sufficiente lanciare "una visione". Sono ben consapevole che estendere un'esperienza come quella reggiana su vasta scala non è cosa semplice. Ma la "visione" si deve costruire con la serietà, lo studio e la tenacia di chi vuole rendere ancora più attuale, dinamico e partecipato uno straordinario modello di governo.
Credo che ce la possiamo fare, ed alla grande.

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