Un tunnel dal quale sarà difficile uscire in fondo al quale non si vede la luce. La guerra è arrivata in casa nostra e adesso ci accorgeremo che non è un videogame e non esistono bombe buone e bombe cattive. Giù la maschera delle ipocrisie e affrontiamo con lucidità e cinismo la realtà. E' guerra globale, dall'aereo civile russo abbattuto lo scorso 31 ottobre, agli attentati simultanei di Parigi di venerdi 13, all'assalto in Mali di venerdi scorso.
di Lamberto Colla - Parma, 22 novembre 2015 -
Al peggio non c'è mai fine. In meno di un anno abbiamo pianto le vittime parigine di due attentati ma tra i due fatti a sorprendere è il salto di qualità militare a dimostrare che il progetto di guerra dell'autoproclamato Stato Islamico sta prendendo forma e non soltanto propagandato utilizzando, peraltro in maniera molto professionale, gli strumenti di informazione più diffusi a livello globale.
Stiamo piangendo le vittime parigine mentre per quelle russe decedute meno di 15 giorni prima nell'esplosione di un aereo civile il nulla. Solo la cronaca delle indagini per determinare le cause dell'incidente o le modalità dell'attentato.
Due pesi e due misure. Sembra quasi che il nostro cervello sia stato, in quest'ultimo quarto di secolo, manipolato per diventare insensibile a quanto accade in cielo o in mare aperto mentre è ancora molto sensibile alle morti in terra, a quanto accade sul "campo di battaglia".
Cielo e mare, due zone "franche" da emozioni?
La Guerra del Golfo (la prima è del 1990) ha fatto scuola e attirato audience e share senza che nessuno pensasse che, alla fine della parabola di quelle migliaia di luci che tracciavano i cieli di Bagdad, ci sarebbero state delle vittime ovvero uomini, militari o civili ma pur sempre uomini, donne, bambini.
E la maggior parte delle vittime, c'è da giurare, erano innocenti.
E noi tutti, qui in occidente, comodamente rilassati sulla Frau a attendere il collegamento di Emilio Fede (video) per l'aggiornamento del numero e del tipo di missile utilizzato durante la giornata, il numero di missioni aeree, il tipo di velivolo impiegato nell'incursione protetta ovviamente dai fenomenali aerei radar che presidiavano il teatro di guerra.
Già, il teatro di guerra.
Da quel giorno i teatri di guerra si sono moltiplicati a dismisura ma non tutti interessanti per la pubblica opinione e perciò dimenticati dai circuiti informativi mentre altri, ben più accattivanti e telegenici ci vengono propinati con dovizia di particolari a ogni ora, alla pari delle trasmissioni sula cucina. E così, tra un fornello e un mousse l'aggiornamento di cronaca nera è il "riempipista" catodico preferito.
E ora siamo al dunque...
La guerra è arrivata in casa e ora tocca a noi piangere i nostri morti in casa nostra. Un momento che non avremmo voluto ma che era nell'aria e nella logica delle cose, senza dover necessariamente tirare in ballo le profezie di Nostradamus, da molto tempo con segnali forti e chiari.
D'ora in poi, non attendiamoci perciò verità dall'informazione perché anch'essa è strumento tattico e strategico al servizio delle parti.
Ormai dovremmo essere abbastanza sgamati per capirlo da soli e l'aforisma di Arthur Schnitzler (dal libro dei motti e delle riflessioni, 1927) promuoverlo a teorema "Ogni guerra viene iniziata con i pretesti più futili, portata avanti con buone ragioni e conclusa con le giustificazioni più false."
Così è stato per tutte le guerre, antiche e moderne, da Saddam Hussein a Gheddafi per citare solo quelle del nuovo millennio.
In guerra, perché volenti o nolenti siamo in guerra come la gran parte del pianeta lo è in una miriade di conflitti locali, l'informazione e la contro-informazione diventa strategica per il raggiungimento dell'obiettivo, per la vittoria sul campo e la morte dell'intelligenza.
Ma ormai siamo all'estrema ratio e non si può più tornare indietro. L'occidente, l'Europa in particolare, si è lasciato stupidamente affascinare da Bush senior che voleva esportare la democrazia e oggi, nell'era della globalizzazione, importa guerra e morte. Che Al Baghdadi voglia emulare Bush esportando l'Islamismo?
Prepariamoci, anche psicologicamente, a difenderci, a difendere le nostre vite e i nostri cari, a difendere i nostri valori.
Pensiamo alla guerra come una realtà e non ascoltiamo chi dice che noi siamo i buoni e gli altri i cattivi. La guerra è guerra e ogni logica e codice civile viene sopraffatto dalla logica e dal codice, scritto e non scritto, di guerra.
Dobbiamo essere pure noi cattivi se vogliamo sopravvivere. Senza ipocrisie. Giusta o sbagliata (è sempre sbagliata) ma pur sempre guerra rimane.
La guerra è guerra e in guerra non c'è pietà e misericordia ma solo sopraffazione.
Si è perduto il tempo del negoziato, il tempo in cui si poteva rimodellare lo scacchiere internazionale con maggiore equità. Quel tempo è scaduto e adesso i "barbari" si devono affrontare da "barbari", all'arma bianca: la più cruenta delle lotte, quelle che si fa a terra e che vede il sangue del nostro nemico.
Nessuna illusione. Così è!
Quel che è peggio è che, a mio personalissimo parere, in Europa, non abbiamo nessun premier all'altezza di affrontare questa crisi e condurci alla vittoria. Possiamo solo confidare in un miracolo e che tutto quanto sopra esposto sia stato il frutto di una mia allucinazione notturna.
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(Descrizione foto di copertina: A US Air Force (USAF) F-117A Nighthawk Stealth Fighter aircraft flies over Nellis Air Force Base (AFB), Nevada (NV), during the joint service experimentation process dubbed Millennium Challenge 2002 (MC02). Sponsored by the US Joint Forces Command (USJFCOM), the MC02 experiment explores how Effects Based Operations (EBO) can provide an integrated joint context for conducting rapid, decisive operations (RDO).
Date: 6 August 2002
Source: http://www.defenselink.mil/
Author: Staff Sgt. Aaron Allmon II)
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I due Video introdotti
Emilio Fede annuncia la guerra del golfo
https://www.youtube.com/watch?v=yPF_AEG8kMY
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CNN / Rai3 Bagdad
https://www.youtube.com/watch?v=8uCrNbu0aGs