Una guida che presenta la tradizione gastronomica di Parma e Provincia partendo dai piatti per poi arrivare a consigliare i ristoranti dove poterne assaporare la migliore espressione: questa è l'idea di Piatto desiderato, Piatto trovato".
Di Chiara Marando
Parma 23 Novembre 2016
Una guida che presenta la tradizione gastronomica di Parma e Provincia partendo dai piatti per poi arrivare a consigliare i ristoranti dove poterne assaporare la più alta espressione: questa è l'idea di "Piatto desiderato, Piatto trovato", o meglio la cosiddetta "Guida Nanni 2017" realizzata da Ermanno Ghiozzi.
Un totale di 223 piatti diversi che costituiscono il tessuto tipicamente mangereccio della storia culinaria del territorio, un percorso che spazia da quelli maggiormente conosciuti per arrivare a preparazioni più rare da trovare, ma altrettanto gustose da scoprire.
Un viaggio che non tocca solo i grandi ristoranti stellati, ma si ferma anche nelle piccole trattorie ed osterie che propongono specialità uniche nel loro genere.
Ermanno è riuscito a raccogliere le sue esperienze di amante della buona tavola in un volume che celebra l'eccellenza della Food Valley, selezionando ciò che più ha lasciato il segno e lasciando spazio ad alcuni consigli degli chef.
Ad aiutarlo, nella parte più legata all'enologia, il critico enogastronomico Andrea Grignaffini che ha scelto i vini migliori per accompagnare e far risaltare il sapore di ogni portata. Un compito accolto con grande entusiasmo proprio perché, come dice lui durante la presentazione tenutasi all'interno del Palazzo del Governatore a Parma, "Ermanno rappresenta il critico contemporaneo che guarda oltre e la sua è la guida del futuro – spiega Grignaffini – la gente purtroppo mangia meno e lui risponde consigliando un piatto piuttosto che un ristorante. E' una guida pop che fa un excursus generale andando oltre la tradizione e incontrando i gusti del pubblico".
Anche Sandro Piovani, giornalista enogastronomico, ha definito il volume "La fotografia dello stato di cose tra Parma e Provincia. Un punto di partenza per conoscere meglio la cultura e la tradizione che caratterizzano il territorio".
La Guida Nanni diventa così una tappa di quel percorso iniziato da Parma che l'ha portata ad essere nominata City of Gastronomy UNESCO e ad ospitare la presentazione della Guida Michelin 2017: "Parma ha da sempre l'attitudine al mangiar bene, al vivere bene – spiega l'assessore al turismo Cristiano Casa – nel progetto che abbiamo attivato c'è stata, ed è presente tutt'ora, una ricerca al tema food che risulta dominante nel nostro territorio. Abbiamo stilato un disciplinare che regoli le eccellenze offerte dalla nostra zona, un modo di preservarne l'unicità. Parma è da sempre città della gastronomia, è la sua essenza, l'UNESCO ha certificato questa realtà".
Tutto il ricavato della vendita di "Piatto desiderato, piatto trovato" sarà devoluto in beneficenza all'A.RI.M Onlus, associazione di volontariato per la ricerca e prevenzione delle malattie gastrointestinali.
Una foto scattata per denunciare lo spreco alimentare, questo è ciò che Chef Rubio ha voluto comunicare a gran voce sui canali social: l'immagine di un bidone della spazzatura ricolmo di cibo, appena fuori da un locale di Milano.
Di Chiara Marando -
Sabato 19 Novembre 2016 -
Una foto scattata per denunciare lo spreco alimentare, un'abitudine che sembra dilagare nella realtà di oggi, un'istantanea che testimonia la tendenza di una società, soprattutto di giovani, che sempre più si allontana dalla ricerca della qualità e dell'equilibro alimentare e non solo.
Questo è ciò che Chef Rubio, alias Gabriele Rubini”, ha voluto comunicare a gran voce sui canali social: l'immagine di un bidone della spazzatura ricolmo di cibo, appena fuori da un locale di Milano.
“L’emblema della società che ormai abbiamo intorno a noi – scrive lo chef romano che, con il suo modo di fare schietto e sfrontato, non teme le critiche e la protesta – Il cibo purtroppo si è sempre sprecato, ma ora più che mai è diventato l’incontro dell’effimero, del vuoto cosmico e una religione da seguire pedissequamente, pena il blocco dai social”.
Un appello indirizzato a chi “ va ad aperitivare senza senso”, per spingerli ad aprire gli occhi su una problematica diventata urgente ma ancora ignorata: “Finché andrete ad aperitivare senza senso in giro (ao namo la’ che famo tappo così risparmiamo), in locali scadenti, per far cassa questi vi offriranno senza sosta cibo ancor più scadente che manco li cani, e che inesorabilmente finirà nel pattume ogni notte così fino a chiusura locale (se spera)…”. Una critica esplicita, una provocazione in pieno stile Chef Rubio che va a colpire nel segno in modo diretto e senza troppi giri di parole, perché in questi casi sono i fatti a parlare da soli.
“Per favore, state a casa se potete, cucinate per gli amici (se ne avete) che così facendo risparmierete soldi e salute… e magari potrete fare la battaglia a chi commenta più ferocemente un piatto (come sempre, senza cognizione di causa) come vi hanno insegnato in TV e darete un senso alla vostra giornata”.
Il post ha ottenuto più di 6mila like e oltre 300 commenti.
Risultato: un messaggio importante a cui i media hanno dato sempre più risalto, un'esternazione libera che viene da chi vive ogni giorno la cucina e ama conoscerne ogni aspetto. Perché, da sempre, Rubio si batte contro lo spreco alimentare utilizzando diverse forme e mezzi di comunicazione, siano essi interviste, programmi TV, showcooking ed eventi che lo vedono protagonista. L'ultima di queste è stato il video messo online “Lo Chiamavano Chef Rubio” prodotto dal duo comico Actual, ovvero una una mini parodia in 4 minuti del film italiano diretto dal regista Mainetti, mirato alla disincentivazione allo spreco del cibo ed alla sua perdita di significato sui social. In sintesi, ciò che si ricerca è il rispetto verso quello che mangiamo, ma anche verso una più sana idea di socializzazione e nutrizione con la riscoperta della buona tavola.
La cucina è esperienza, curiosità, gioco di colori e contrasti: questo è lo spirito che anima la creatività dello chef Andrea Incerti Vezzani, titolare del ristorante stellato “Ca' Matilde”. Quattro menù degustazione di alto livello che seguono la stagionalità delle materie prime ed una carta dei vini selezionata.
Foto e testo di Chiara Marando -
Sabato 12 Novembre 2016 -
Quando si parla di cibo e cucina si parla anche di esperienze, piccoli momenti da concedersi per scoprire sapori nuovi o ritrovare sentori conosciuti. Il tocco in più è rappresentato dagli accostamenti, la capacità di giocare con gli ingredienti e la creatività che porta un piatto ad essere ricordato da chi lo assapora.
Insomma, l'ormai abusato termine di “viaggio nel gusto” torna a farsi sentire esprimendo ciò che veramente si cerca di vivere ogni qual volta si sceglie un ristorante.
A fare la differenza è anche la curiosità, senza la quale risulterebbe molto difficile lasciarsi andare alla comprensione di gusti inaspettati, lontani dal comune.
Lo sa bene Andrea Incerti Vezzani, chef del ristorante stellato “Cà Matilde” a Quattro Castella in provincia di Reggio Emilia. Nel suo locale, non da subito ma solo dopo alcuni anni, ha fatto la scelta coraggiosa di eliminare il menù alla carta per lasciare spazio ai menù degustazione ispirati alla stagionalità delle materie prime, alla fantasia ed ai desideri degli ospiti presenti in sala.
“Volevo evitare che ci fossero troppe similitudini, che la degustazione riproponesse i piatti della carta senza riservare sorprese – spiega Andrea – mi stimola l'idea di improvvisare e far provare ai miei clienti ciò che di nuovo ho creato, di regalare loro un'esperienza culinaria sempre diversa. E poi mi piace che le persone possano condividere le rispettive impressioni assaporando gli stessi piatti, cosa non possibile se ognuno scegliesse portate diverse”.
La cucina di Andrea è fatta di istintività e studio, ma anche da un' ispirazione che nasce inaspettatamente dalle più piccole cose e prende forma dal lascito della tradizione cara al territorio reggiano. Si gioca con i contrasti e gli ingredienti in un continuo divenire. Non a caso è molto difficile trovare piatti uguali da una volta all'altra, ma solo simili nelle caratteristiche di base ed arricchiti con particolari in più. Il tutto mantenendo il giusto equilibrio tra leggerezza e purezza di profumi.
Quattro i menù degustazione con la possibilità, solo per alcuni, di scegliere quante portate assaggiare: ”Intramontabile”, ovvero un percorso nella storia del territorio; “Acqua in bocca” piatti di pesce che variano a seconda di ciò che offre il mercato; “Con i piedi per terra”, l'espressione stagionale con pietanze di terra; “Carta Bianca”, dove a far da padrone è la maestria dello chef espressa in 7 portate.
Ognuno di essi si trasforma in un'esperienza che coinvolge i sensi, che fa apprezzare il piacere dell'attesa per ciò che verrà servito, che porta ad assaporare con attenzione ogni singolo elemento cogliendone profumi, consistenze e presentazione.
Il risultato è quella pura soddisfazione data dall'esperimento, dalla possibilità di gustare ogni piatto arrivando a percepirne nitidamente i diversi sentori.
E dato che ho sempre amato le sorprese, la mia preferenza è caduta sulla “Carta Bianca”, desiderosa di mettere alla prova l'arte dello chef. Mai scelta fu più azzeccata: un mix di dolce e salato, pennellate di colore, sapori corposi e tocchi più delicati in un continuo scambio tra terra e mare.
Il tutto completato dal giusto vino, sapientemente consigliato da Marcella, vera esperta della cantina che raccoglie una eccellente selezione delle più rinomate etichette italiane e non solo.
Il terremoto degli ultimi giorni ha messo in ginocchio il territorio di Norcia. Proprio da lì arriva l'appello dei produttori di Prosciutto di Norcia: “Aiutateci, abbiamo perso tutto. Acquistate i nostri prodotti”
Di Chiara Marando -
Sabato 05 Novembre 2016 -
La terra continua a tremare nel centro Italia, difficile stimare la reale entità dei danni subiti e ancora più difficile adattarsi ad una nuova condizione di vita nella quale le persone colpite sono state catapultate.
Persone che in quei luoghi vivevano e lavoravano con passione ed il cui operato è stato ridotto ad un cumulo di macerie. Da recuperare, purtroppo, c'è poco, ma è un dovere di tutto dare una mano per cercare di salvare proprio “quel poco”.
Da qui l'accorato appello dei produttori di salumi della zona di Norcia, i famosi “norcini” che hanno dato il nome ad un'attività diventata parte della tradizione gastronomica italiana. Sono loro a parlare, a raccontare che non hanno più nulla, che il terremoto si è portato via tutto e che gli animali non possono resistere senza recinti di protezione e acqua per sopravvivere.
Sotto le macerie è rimasto il frutto della loro fatica, la storia della loro attività e la produzione stessa dei rinomati salumi conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Si parla di milioni di euro tra prodotti e strutture.
Ed il loro appello riprende quello fatto nel 2012 dalle aziende di Parmigiano Reggiano: chiedono a tutti di acquistare le cosce di prosciutto di maiale nero di Norcia. Chiedono anche aiuto per costruire ricoveri di fortuna per gli animali ora liberi ed esposti all'attacco dei lupi.
“Aiutateci, facciamo uno dei prosciutti migliori al mondo”
Ed effettivamente, i salumi di Norcia sono conosciuti per la loro genuinità e per l'accurata lavorazione delle carni mediante tecniche antiche, tramandate di generazione in generazione. Un vero tesoro culinario da preservare, ma anche una professione da sostenere perché quella del “norcino” è una figura indispensabile.
E' lui che si occupa di allevare i maiali lasciandoli liberi di nutrirsi di ghiande, di bere acqua sorgiva e di muoversi all'interno della natura accogliente che caratterizza il territorio, il tutto per fare in modo che la materia prima sia di qualità eccellente. E' sempre lui che sceglie l'animale e lo abbatte in modo che la carne conservi la sua morbidezza, per poi lavorarla con cura e maestria fino a trasformarla nel famoso Prosciutto di Norcia.
In altre parole, numerose fasi di lavorazione, un procedimento lento e meticoloso, standard rigorosi e la pazienza di aspettare che sia pronto.
Ma come si arriva ad ottenere il prodotto finito?
Prima di tutto, fondamentale è che la carne rispetti i livelli di qualità richiesti, una classificazione che parte dall'allevamento. La prima fase della lavorazione consiste nell’abbattimento e nella macellazione dell’animale; dopo la macellazione, le cosce di maiale vengono fatte raffreddare ad una temperatura tra 1 e 4° per 24 ore, trascorse le quali si procede con la rifilatura utile per dare alle cosce di maiale la caratteristica forma a pera.
Poi c'è la salatura con sale marino e pepe, che assicura il tipico aroma al prodotto finito. Qui il tempo è importantissimo perché questa procedura si svolge in due tempi: prima le cosce vengono salate, massaggiate e bucherellate in modo che l'aroma penetri a fondo, quindi lasciate riposare per 7 giorni; successivamente vengono lavate, salate nuovamente, messe sotto sale per due settimane e sottoposte a dissalatura per poi riposare dai 2 ai 5 mesi.
Poi è la volta della stagionatura che prevede “sugnatura” e “stuccatura”, due trattamenti che ricoprono gli strati superficiali e ne permettono la conservazione, impedendo l'eccessivo disseccamento della carne.
Infine, i prosciutti vengono appesi in ambienti climatizzati, con adeguate temperature ed umidità, per almeno 12 mesi.
Il risultato è un'eccellenza a marchio IGP le cui fette, dal colore rosso o rosato, rilasciano un profumo indimenticabilmente speziato.
Ecco, per salvaguardare questo patrimonio adesso c'è bisogno di aiuto, di contributi concreti per permettere a queste realtà di risollevarsi, sopravvivere e portare avanti il pregio di un mestiere antico come quello del “norcino”.
Sul sito www.valnerinaonline.it una serie di contatti ai quali potersi rivolgere direttamente. Di seguito, invece, l'elenco dei produttori:
Macelleria Casale De Li Tappi
Aperto e disponibile per spedizioni
Salumi di Norcia e prodotti dell’Umbria
www.norcineriadinorcia.it
Norcineria Felici
Disponibile per spedizioni
Prodotti di Norcia, Cascia e Umbria
www.norcineriafelici.it
Punto vendita caseificio di Norcia
Formaggio di Norcia, legumi e miele
3331091291
Norcineria Ulivucci
Disponibile per spedizioni
Legumi, pasta, olio e vino
www.norcineriaulivucci.it
Cioccolateria Vetusta Nursia
Disponibile per spedizioni
www.norciaciok.it
Prodotti tipici di Gaffi
Disponibile per la spedizione
Legumi, formaggio e altri prodotti di Cascia e dell’Umbria
www.prodottitipicigaffi.it
Il Norcino di Campi di Norcia
Salumi artigianali di Norcia
www.ilnorcino.net
Norcineria F.lli Ansuini
Salumi di Norcia
www.ansuininorcia.com
Salumificio Lanzi
Formaggi e salumi
www.lanzisrl.it
Azienda Agricola Persiani Roberto
Disponibile per la spedizione
Legumi, patate e zafferano di Cascia
www.zafferanoitalia.it
Valle del Sole
Azienda agricola Castelluccio
Disponibile per spedizioni
3393724609 – 3318149622
Moscatelli tartufi Norcia
Formaggio e tartufi
Aperto e disponibile per spedizioni
www.moscatellitartufi.com
Norcineria Coccia
Salumi di Norcia
Disponibile per spedizioni
3337429996
Prosciutteria del Corso
Salumi di Norcia
Disponibile per spedizioni
3939772180
Azienda agricola Sibilla di Foglietti Enrico
vendita su appuntamento e spedizioni
confetture composte salse dolci succhi e sciroppati
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3471761488
Norcia Food Online
vendita e spedizione immediata
www.norciafood.it
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3409213966
Renzini Alta Norcineria
www.renzini.it
0759418614
Avvicinandoci ad Halloween, festa di origine anglosassone tanto amata dai bambini per la tipica frase "dolcetto o scherzetto" prendiamo spunto per proporvi una ricetta dolce e golosa, anche nella versione "gluten free", proposta da ILARIA BERTINELLI. Interessante con il vino di abbinamento da accompagnare al dolcetto proposto da CECILIA NOVEMBRI.
Di Ilaria Bertinelli e di Cecilia Novembri
La Ricetta (senza glutine; vegetariana; senza frutta a guscio)
La cannella è la spezia che mi suscita immediatamente il pensiero delle atmosfere invernali e natalizie; mi fa pregustare i sapori di una cioccolata in tazza aromatizzata, oppure di una fetta di strudel consumata in un rifugio di montagna, magari di fronte ad un caminetto.
Ma oltre a tanta bontà, la cannella ha anche tante proprietà terapeutiche. E' infatti ottima per rafforzare le difese dell'organismo (sarà forse un caso che venga utilizzata nei climi freddi?) e soprattutto, grazie alla presenza di polifenoli, svolge un'azione anti-glicemizzante naturale, importante dunque per chi è affetto da diabete.
Questi biscotti sono perfetti per tutto l'anno, non solo per l'inverno e non solo a colazione, ma anche come fine pasto accompagnati dal giusto vino oppure come spuntino pomeridiano. Sono inoltre molto pratici perché, una volta preparati, si possono conservare a lungo se messi in una scatola di latta ben chiusi. Che altro aggiungere: provateli!
Ingredienti
250 g farina di riso*
200 g burro
170 g farina di mais fine*
75 g zucchero
75 g zucchero a velo*
2 uova intere
8 g lievito per dolci
1 punta di bacca di vaniglia
2 cucchiai di zucchero Demerara più un po' per spolverare i biscotti
2 cucchiaini cannella
(*) Versione con glutine sostituire la farina senza glutine con:
- 120 g di farina
- 100 g di fecola di patate
PREPARAZIONE
L'Abbinamento Vino
Sono soffici coccole al profumo di cannella.
Il gusto non esageratamente complesso, dove la cannella e la vaniglia sono gli elementi più significativi.
Per questo occorre degustarle con un vino che abbia un profumo intenso, floreale e fruttato, con note di miele e cannella, un gusto piacevole, su un fondo molto morbido e dolce ma mai stucchevole, un vino di grande struttura con lunga persistenza.
Perfetto un GEWURZTRAMINER VENDEMMIA TARDIVA dai bellissimi riflessi dorati.
CREDITS: viversano.net – vinoincantina.it – giocagioca.com – desainer.it – lastampa.it – blog.wecoffeestore.com – xtrawine.com – greenme.it – nutrifree.it – vitattiva.info – comefare.com – naturasi.it – tuttosalute.net – it.dreamstime.com – girlan.it – italianwineshop.it – winefolly.com
Torna “Tavoli Trasparenti”, la cena evento di beneficenza, organizzata dai fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo, per raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica: diversi chef e ristoranti che, nella settimana dal 14 al 21 novembre, metteranno a disposizione la propria arte in pranzi e cene
Chiara Marando -
Sabato 29 Ottobre 2016 -
Torna anche quest’anno l’appuntamento con “Tavoli Trasparenti”, la cena evento di beneficenza, organizzata dai più che noti fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo, per raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica sulle neoplasie infantili, ma anche alle strutture di sussistenza destinate all’infanzia.
Questa edizione, però, si rivoluziona coinvolgendo diversi chef e ristoranti in tutta Italia che, per una settimana, dal 14 al 21 novembre, metteranno a disposizione la propria arte in pranzi e cene.
Ma di cosa si tratta?
Semplice, ad essere protagonisti saranno il ristoratore ed il cliente, insieme per un momento di beneficenza il cui ricavato sarà devoluto interamente alla Onlus “Il Gusto per la Ricerca”, oppure ad altre realtà no profit segnalate dai ristoranti partecipanti. Se dovessero essere presenti particolari indicazioni, Il Gusto per la Ricerca destinerà il tutto alla Fondazione Città della Speranza, diventata oggi il miglior centro europeo per la cura dell'oncoematologia infantile.
«La Settimana del Gusto rappresenta l’occasione per la ristorazione italiana, di essere per una volta unita e compatta nel tentativo di coinvolgere, sempre più, la sensibilità delle persone verso i problemi dei bambini in forte difficoltà e verso la ricerca di una loro possibile risoluzione», dice Raffaele Alajmo, uno dei fondatori de “Il Gusto per la Ricerca”.
Come funziona esattamente?
La prenotazione e l’acquisto dei tavoli possono essere effettuati attraverso il sito Tavoli Trasparenti, sistema di restaurant-booking completamente dedicato alla beneficenza, in tre facili step:
1) Il cliente acquista un menu degustazione completo di abbinamento vini (deciso e donato dal ristorante).
2) Durante la fase di acquisto e prenotazione si può anche decidere di effettuare una donazione aggiuntiva.
3) Il ricavato viene donato al interamente a strutture impegnate nella ricerca scientifica pediatrica e nell’accoglienza dell’infanzia in difficoltà.
Ecco i ristoranti che hanno deciso di partecipare:
Agli Amici (Ud) - coming soon.
Antica Osteria Cera (Ve) - tavolo per 2 persone.
Casa Vissani (Tr) - tavolo conviviale per 12 persone.
Dac e Trà (Lc) - 2 tavoli per 2 persone.
Dal Pescatore (Mn) - tavolo per 4 persone.
Daniel (Mi) - 4 tavoli per 2 persone.
Dolada (Bl) - 4 tavoli per 2 persone.
Enoteca Pinchiorri (Fi) - tavolo per 4 persone.
Il Luogo di Aimo e Nadia (Milano) - tavolo per 2 persone.
Il Ridotto (Ve) - 10 tavoli per 2 persone.
La Madia (Ag) - tavolo per 6 persone.
La Voglia Matta (Ge) - coming soon.
Lazzaro 1915 (Pd) - coming soon.
Le Calandre (Pd) - cena a 4 mani con chef Fulvio Pierangelini per 40 persone.
L’Erba del Re (Mo) – 2 tavoli per 2 persone
Locanda Don Serafino (Rg) - coming soon.
Macelleria Damini & Affini - serata in cascina, 8 tavoli per 2 persone.
Miramonti L’Altro (Bs) - coming soon.
Pashà Café (Ba) - coming soon.
Mancano ancora alcuni dettagli su giornate e disponibilità, ma è possibile monitorare gli aggiornamenti sul sito ufficiale www.tavolitrasparenti.com.
E' ufficiale: la Guida Michelin 2017 verrà presentata a Parma, e precisamente al Teatro Regio, nella mattinata del 15 novembre prossimo. La città ducale rappresenta il cuore della Food Valley, la City of Gastronomy riconosciuta dall'Unesco, ma è anche portavoce del buon vivere, dell'arte e della musica.
Di Chiara Marando -
Parma 20 Ottobre 2016 -
E' ufficiale: la Guida Michelin 2017 verrà presentata a Parma, e precisamente al Teatro Regio, nella mattinata del 15 novembre prossimo.
Una scelta che, certamente, ha lasciato sorpresi ma si basa su ragioni tutt'altro che casuali. La città ducale rappresenta il cuore della Food Valley, la City of Gastronomy riconosciuta dall'Unesco per il suo patrimonio culinario dalla lunga e rinomata tradizione, ma è anche portavoce del buon vivere, dell'arte e della musica.
Parma è un cuore pulsante che racchiude in sé il messaggio di eccellenza che la Guida Michelin ormai da più di 100 anni si impegna a trasmettere: “Parma è la location perfetta perché rappresenta una meta gastronomica straordinaria – spiega Michael Ellis, Direttore internazionale Guide Michelin – riconosciuta come la Food Valley d'Italia, ha un patrimonio di prodotti culinari unico ed apprezzato in tutto il mondo, tra cui il Parmigiano Reggiano ed il Prosciutto di Parma. Grazie al suo mix unico di tradizione, talento ed innovazione, non è solamente sinonimo di ottima cucina ma di uno stile di vita, una meta di viaggio eccezionale”.
All'annuncio durante la conferenza stampa, presenti anche il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti e l'Assessore al Turismo Regione Emilia Romagna Andrea Corsini: "Questa notizia per noi rappresenta un suggello che ci incoraggia a fare sempre di più e che ci nobilita. Dopo Expo Milano 2015 stiamo lavorando sodo per portare avanti un progetto molto importante: “Via Emilia Experience”, esperienza culturale e gastronomica che, attraverso la storica strada romana, collegherà tutta la regione, da Piacenza a Rimini".
Quindi ecco che la “piccola Parigi” per un giorno brillerà con le stelle delle cucina italiana, una 62° edizione che non mancherà di riservare sorprese tra conferme, ingressi e uscite. Già si fanno sentire i primi rumors su ipotetiche nuove stelle, anche in virtù degli interessanti sviluppi che hanno visto protagonista il mondo della ristorazione in questo 2016. Di certo, però, non c'è ancora nulla.
Anzi, una cosa si sa: l'edizione 2017 avrà una novità significativa. Infatti, oltre ai bib gourmand – che premiano l'ottimo rapporto qualità prezzo - è stato introdotto un nuovo simbolo che segnalerà i ristoranti che utilizzano prodotti di qualità, insieme alla bontà dei piatti ed alle competenze dello chef.
UNA STORIA LUNGA OLTRE 100 ANNI
La storia della Guida Michelin inizia nel 1900. Sono i fratelli Édouard e André Michelin a crearla e portarla avanti con l'intento di aiutare le poche migliaia di automobilisti francesi alle prese con un viaggio spesso avventuroso ed imprevisto. Da allora, la “Rossa” è la guida per chi viaggia, la voce che consiglia e informa...una voce via via sempre più autorevole, un riferimento gastronomico in tutto il mondo.
Le ricette di Ilaria Bertinelli hanno esattamente il pregio di "essere buone" e "fare bene". Lasciamoci dunque tentare da un consiglio goloso, sfizioso, facile e soprattutto di stagione. Buon appetito con le Zucchette e indovinate un po'..... quale è l'ingrediente principale?
Di Ilaria Bertinelli
Nei mesi di settembre e ottobre, abbiamo a disposizione due verdure che nella parte restante dell'anno invece maturano in tempi diversi, ossia zucca e melanzana.
Queste palline, che ho voluto chiamare Zucchette per la presenza della zucca, sono preparate con uno pseudocereale che viene spesso dimenticato, il miglio, ma la cui dolcezza si sposa perfettamente con l'altrettanto delicata zucca. Per il ripieno ho pensato ad un humus di melanzana, che, ad essere sincera, è uno dei miei preferiti, ma se il tempo scarseggia, potrete divertirvi con qualsiasi ripieno semplicemente guardando quel che avete in frigorifero: un pezzetto di formaggio che fonda farà un gran figurone!
Ho deciso di cuocere le Zucchette al forno perché siano più leggere, ma friggerle alla maniera degli arancini siciliani sarà sempre un'esperienza di sapore straordinaria.
INGREDIENTI:
430 g acqua
300 g zucca pulita
300 g melanzana
200 g miglio
80 g pangrattato**
50 g Parmigiano Reggiano
50 g pecorino semi stagionato
- 1 uovo intero
- q.b. olio extra vergine, prezzemolo, sale e pepe
PREPARAZIONE
Sciacquare bene il miglio e metterlo a cuocere in un pentolino con l'acqua e un pizzico di sale. Lascialo cuocere per circa 15 minuti, fino a quando l'acqua sarà stata completamente assorbita. Lasciarlo raffreddare e sgranarlo bene con una forchetta.
Nel frattempo, cuocere in forno la melanzana e la zucca. Per la melanzana, tagliare la melanzana a metà nel senso della lunghezza, incidere la polpa di ciascuna metà in modo da formare una sorta di griglia e irrorare la superficie con un filo d'olio extra vergine di oliva. Adagiare le melanzane su una teglia ricoperata di carta forno con il lato tagliato verso il basso e cuocerla in forno ventilato preriscaldato a 180°C per 40 minuti.
Tagliare la zucca a pezzi e metterla anch'essa in forno a 180°C per circa 20 minuti ricoperta con carta forno oppure stagnola. Una volta cotta, schiacciarla bene con una forchetta e lasciarla raffreddare.
Con un cucchiaio, staccare dalla buccia la polpa di melanzane e metterla in un frullatore, ridurla in purea, poi aggiungere il pecorino e aggiustare di sale e pepe.
Mescolare la zucca con il miglio e condirlo con l'uovo, il parmigiano, un cucchiaio di prezzemolo tritato e aggiustare di sale e pepe.
Ora mettere un cucchiaino di miglio condito sul palmo della mano, stenderlo e adagiare nel centro un cucchiaino di crema di melanzane, quindi richiudere il miglio in modo da formare una pallina.
Passare le palline di miglio nel pangrattato e adagiarle su una teglia ricoperta di carta forno; irrorare leggermente le palline con un filo d'olio e cuocerle in forno preriscaldato a 200°C per 15 minuti.
CREDITS: - giallozafferano.it – piugustobio.it – ruminantia.it- ricette.com – viversano.net – lacucinaperfetta.com – dieta.pourfemme.it – ombelicodivenere.com – riza.it – eticamente.net
Il 12 Ottobre Luciano Pavarotti avrebbe compiuto 81 anni. Per rendere omaggio al suo ricordo, il Pavarotti Restaurant ha organizzato una cena a sei mani con tre chef stellati d'eccezione: Luca Marchini, Giancarlo Morelli ed Emilio Barbieri
Foto e Testo di Chiara Marando -
Sabato 15 Ottobre 2016 -
Cenare accompagnati dalla dolce melodia del canto lirico, che solo il grande Maestro Luciano Pavarotti sapeva creare, all'interno di un locale che fonde il concetto di museo con quello di ristorante: questo è il format proposto dal Pavarotti Restaurant Museum.
Ma quella del 12 Ottobre non è stata una serata come le altre, bensì un'esperienza sensoriale in bilico tra arte gustativa e canora. Proprio in quella data Big Luciano avrebbe compiuto 81 anni e, per rendere omaggio al suo ricordo, il Pavarotti Restaurant è riuscito ad organizzare un appuntamento unico: una cena a sei mani con tre chef stellati d'eccezione, simbolo culinario del legame tra Modena e Milano, le due città care al Maestro.
In cucina si sono alternati Luca Marchini, titolare de L'Erba del Re e chef executive del Pavarotti Restaurant, Emilio Barbieri del ristorante “Strada facendo”, entrambi portavoce della tradizione modenese, e Giancarlo Morelli del Ristorante “Pomiroeu”, che ha dato una sua interpretazione della cucina lombarda. Insieme, ognuno con le proprie peculiarità e visioni creative, hanno dato corpo ad un viaggio gastronomico tra culture regionali e sapori più o meno conosciuti.
Amuse bouche per iniziare e preparare il palato con tre proposte estremamente ricercate: sfiziosi “Sciatt” Valtellinesi (Giancarlo Morelli), l'originale Roche di cappone e zeste d'arancia (Emilio Barbieri), e un bignè di pane fritto ripieno con mousse di mortadella Igp (Luca Marchini).
E come in ogni opera che si rispetti, ecco arrivare il Prologo, un Omaggio al Parmigiano Reggiano con meringa di sedano, chips di Parmigiano e gelèe di Lambrusco ad opera dello chef Emilio Barbieri: “Essendo figlio da generazioni di casari, il Parmigiano è sempre presente nei miei menù, lo sento parte del mio DNA – spiega Barbieri – per questo piatto mi sono ispirato ad una ricetta Estense nel recupero del bollito, rivisitandola ma lasciando tutti i sapori in un concentrato croccante”.
E' Luca Marchini, il padrone di casa, a proporre la portata successiva, una deliziosa Tartarre di Razza bianca modenese, squacquerone e Aceto Balsamico di Modena Igp che, al contempo,prepara il palato per il suo piatto successivo, l'Atto Primo di questa serata, simbolo di una Modena che abbraccia Milano: Risotto al Parmigiano Reggiano e zafferano.
“Modena e Milano, due città che ormai fanno parte della mia vita professionale che si intreccia in modo forte con quella del Pavarotti Restaurant Museum, ovvero una cucina emiliana nel cuore di Milano – racconta lo chef Marchini – questo piatto è la metafora di una terra, una tradizione ed una storia che abbraccia l'altra”.
A Giancarlo Morelli è andato il compito di interpretare l'Atto Secondo ed ha scelto di farlo con una proposta coraggiosa: Trippa e foiolo allo zafferano, funghi pioppini e brodo di bosco per pulire la bocca. “Questa ricetta ha un legame profondo non solo con il territorio lombardo, ma anche con la terra – sottolinea Morelli – è un piatto a cui tengo, viscerale, potente e contemporaneo nei sapori e nel messaggio le frattaglie sono un cibo povero, il profumo dei pioppini ricorda quello del pane casereccio. Infine, il brodo di bosco è un omaggio alla natura ed al rapporto sano e di rispetto tra lei ed il contadino.
Non poteva mancare l'Atto Finale, un dessert che Luca Marchini ha dedicato interamente al Maestro Pavarotti: “E lucevan le stelle” al gusto di cioccolato, l'esplosione conclusiva degna di una vera opera lirica.
A Roma è arrivata l'Hosteria del Mercato 1870, locale 100% organic philosophy dal carattere poliedrico di ispirazione londinese: ristorante, pizzeria, ma anche sala da thè, juice and cocktail bar per aperitivi particolari e vero e proprio market dove poter acquistare prodotti selezionati e particolari.
Di Chiara Marando -
Sabato 08 Ottobre 2016 -
Una filosofia 100% organic per un locale dal carattere poliedrico di ispirazione e stile londinese: a Roma è arrivata l'Hosteria del Mercato 1870, esattamente nel cuore del mercato rionale.
Ed il nome raccoglie solo in parte l'essenza e le caratteristiche che danno corpo a quello che è un ristorante, pizzeria, ma anche sala da thè, juice and cocktail bar per aperitivi particolari e vero e proprio market, dove poter acquistare prodotti selezionati e particolari.
Diverse proposte per accompagnare ogni momento della giornata, dalle 8.30 alle 23.00, in ambienti dal sapore confortevole e rilassante: un rustico giardino d'inverno per colazioni e pause distensive, e diverse sale interne per pranzare, cenare o semplicemente sorseggiare una tazza di thè caldo con un'ampia scelta di infusioni e biscotti fatti in casa.
Ma cosa propone la cucina?
Inutile dire che il menù richiama la tradizione romana, un comune denominatore che tocca le proposte dei piatti ma anche la scelta di prodotti acquistabili a scaffale. Il tutto, ovviamente, con una spiccata predilezione per il biologico, l'eco-friendly e l'organic.
Quindi si passa dalle più tipiche e immancabili Amatriciana e Carbonara, preparate con pancetta biologica, alla sottilissima pizza margherita alla romana, fino a piatti vegan come i Maccheroncini di canapa al pomodoro, conditi con melanzane formaggio di anacardi e basilico, oppure il Wok di quinoa con verdure saltate, menta fresca per profumare e peperoncino.
Poi ci sono i dolci...tanti, golosi e fatti in casa. Possono diventare un perfetto fine pasto o accompagnare la colazione e un delizioso spuntino del pomeriggio. Insomma, ogni momento è buono per un premio godereccio.
E non dimentichiamo il “market”.
Qui, la spesa di fa con prodotti accuratamente selezionati provenienti da aziende che propongono solo produzioni d'eccellenza: pancetta e lombetto di Cinta Sense dell’Azienda Biobrado, l'olio extravergine dell’Azienda Bio Innocenti, il vino biologico certificato dell’Azienda Vitivinicola Jasci e Marchesani di Vasto e il pane gluten free di Panis Naturae, cotto nel forno a legno e preparato con lievito madre in tante varianti altrettanto fragranti e profumate.
Ma nel market si trovano anche frutta e verdura freschissime, prodotti macrobiotici come il gomasio, un condimento a base di sale marino integrale e semi di sesamo, alghe wakame, komu e radici umeboshi, per non parlare dei cosiddetti Supercibi, estremamente ricchi di sostanze nutrienti.
L'idea da cui tutto parte è di far scoprire ai clienti sapori nuovi ma anche ricordare quelli puri, eccezionali nella loro semplicità di prodotti che la terra sa regalare. Una scelta ponderata dal titolare Umberto Cinelli, ex proprietario del Marcello Testa in via Tirso, la cui famiglia ha iniziato l’esperienza nella ristorazione proprio nel 1870, da qui il desiderio di inserire nel nome anche la data che ha dato il via alla loro storia.
“Vogliamo che le persone vengano a scoprire il vero sapore di una mela raccolta al momento giusto, senza passare dal frigo. Quella mela sarà molto meno bella, ma sarà realmente buona – spiega Umberto Cinelli - Sembra molto banale ma chi vive in città sa bene che non lo è affatto“.
Via Bocca di Leone, 46. Roma.
Tel. + 39 06 69923705
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