Editoriale: - Il terrore, l'arma segreta di Bruxelles. - Lattiero caseari. Prosegue la crescita dei formaggi DOP. - Cereali e dintorni. La calma dopo la tempesta - Piogge in arrivo, la bonifica svuota i 1500 km di canali della rete nel parmense - Nobili SpA - All'avanguardia nella tecnologia e nell'organizzazione. - Ferrarini: in corso contatti per l'ingresso nella compagine sociale di nuovi soggetti industriali e finanziari - November Porc alle porte di Sissa, prima tappa del tour gastronomico, con molte novità -
SOMMARIO Anno 17 - n° 43 28 ottobre 2018
1.1 editoriale
Il terrore, l'arma segreta di Bruxelles.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Prosegue la crescita dei formaggi DOP.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La calma dopo la tempesta.
4.1 sicurezza idraulica Piogge in arrivo, la bonifica svuota i 1500 km di canali della rete nel parmense
4.2 ambiente Terminati i lavori di difesa idraulica a Case Ravazzoli di Gropparello
5.1 crisi ferrarini Ferrarini, la crisi continua. Oggi incontro al Ministero.
5.2 lavoro sfruttamento Sfruttamento di manodopera: denunciate 4 persone per il reato di caporalato. disposto il controllo giudiziario di 5 società
6.1 imprese modello Nobili SpA - All'avanguardia nella tecnologia e nell'organizzazione.
7.1 champagne eventi Champagne experience 2018
7.2 Ferrarini - incontro a roma Ferrarini: in corso contatti per l'ingresso nella compagine sociale di nuovi soggetti industriali e finanziari
8.1 sicurezza alimentare Decò - Revocato dal Ministero della salute il richiamo dei pomodorini
9.1 Educazione e ambiente "Il Consorzio per la scuola": i progetti formativi della bonifica
9.2 Elezioni consortili Elezioni Consortili - Accertamento dei risultati.
10.1 salute e benessere Muschi meglio della cannabis come antidolorifico.
11.1 eventi November Porc alle porte di Sissa, prima tappa del tour gastronomico, con molte novità.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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(Scarica il PDF alla sezione allegati)
La strategia è ormai evidente. Generare il terrore sulla popolazione per mettere in apprensione il Governo e indurlo a chinare la testa alle richieste insane di Bruxelles.
di Lamberto Colla Parma 28 ottobre 2018 -
Torna il tam tam dello spread e delle ripercussioni di quel temutissimo numero sui conti degli italiani. Sui mutui, sostengono i suoi infidi sostenitori, degli italiani ci saranno pesanti ricadute. E uno dei più forti sostenitori di questa "palla galattica" è l'ex Ministro Martina e attuale segretario del PD, lo stesso che si infuriò per l'azione del governo a sfavore dei portatori di disabilità, dimenticando che quella operazione l'aveva realizzata il Governo Gentiloni, quindi con lui al ministero dell'agricoltura.
L'attacco al Governo italiano è totale e continuativo. Almeno tre alti funzionari europei, ogni giorno, alternano le loro invettive sulla manovra economica e anche le inqualificabili agenzie di Rating son tornate, 7 anni dopo il pressante lavoro ai fianchi operato ai danni di Berlusconi, a lanciare le loro macumba, raggiungendo vette ridicole allorquando declassano l'Italia ma, come fatto da Moody's, mantengono costante l'Outlook. sarebbe come se il medico dicesse al paziente, non ancora malato, "prenditi sto olio di ricino" o "sta purga" e fatti un "tre clisteri al giorno".
In tutto questo bailamme di sproloqui stupisce ci sia anche la voce di Berlusconi, della Gelmini e di Tajani, di quella Forza Italia che venne devastata dallo spread a 600 nel 2011 e che oggi avrebbe invece interesse a prendersi la rivincita sostenendo il suo partner, non si sa per quanto tempo ancora, perché presto o tardi tutti i forzisti passeranno in Lega di Matteo Salvini.
Il terrore è perciò l'arma in mano all'establishment per annientare l'Italia al più presto, prima delle elezioni europee.
In caso contrario si potrebbero sommare due effetti catastrofici per i "mandarini di Bruxelles" come li ha etichettati l'editorialista del WSJ:
1. l'ira di Salvini diventerà contagiosa e i vari Juncker e Moscovici verranno definitivamente sepolti;
2. se la manovra economica italiana dovesse avere un effetto positivo, la trojka & C. e le teorie delle manovre correttive all'insegna dell'austerity verrebbero spazzate via con conseguenze presumibilmente drammatiche per l'UE.
Obiettivo irrinunciabile è quindi fare cadere questo Governo che sta minando l'intera Europa, quella che ha tradito i valori dei suoi fondatori!
Eppure qualcosa si muove a favore dell'Italia.
In mezzo a questo tiro incrociato al governo gialloverde, nelle scorse ore si è invece schierato l'autorevole Wall Street Journal (WSJ) titolndo "I MANDARINI UE LASCINO CRESCERE L'ITALIA"
Come riportato da Dagospia richiamando www.affaritaliani.it "I mandarini di Bruxelles hanno scelto di fare la battaglia sbagliata contro Roma" e ancora più avanti "Se Bruxelles vuole veramente vincere una battaglia sul bilancio - spiega l'editorialista - dovrebbe preoccuparsi meno di dubbiosi target di bilancio e più delle politiche che aiutano l'Italia a crescere". Già, perché non solo sarebbe gravissimo secondo il Wsj che all'Italia venisse imposta una sanzione pari allo 0,2% del pil, ma anche che fosse costretta a rinunciare alla flat tax pro-crescita. "In ambedue i casi, Roma potrebbe dire con ragione che i burocrati non eletti di Bruxelles stanno fermando la volontà degli elettori italiani' aggiunge il Wall Street Journal, secondo il quale "merita" sostegno la flat-tax proposta dal vicepremier Matteo Salvini: "Nessuno alla Commissione Europea sembra in grado di distinguere fra tagli delle tasse che aumentano gli incentivi alla crescita e spesa che non lo fa".
Ecco un primo incoraggiamento a proseguire sulla strada del cambiamento, addirittura incentivando a sbilanciare la manovra verso la Flat Tax e quelle operazioni, giustamente un po' più spregiudicate, utili al rafforzare la ripresa dell'economia italiana che, nonostante tutto, è ancora una delle 10 più forti al mondo.
Infine, ma non da ultimo, anche Putin ha lanciato un salvagente all'Italia dichiarando la sua disponibilità a acquistare i Titoli di Stato nazionali, in barba alla macumba dello spread.
Chissà che le streghe rimangano intrappolate dai loro stessi riti satanici!
(Foto Giuseppe Conte con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 IT messe a disposizione da Palazzo Chigi)
(Ultima copertina dell'edizione cartacea del quotidiano economico)
(per restare sempre informati sugli editoriali)
Allarme nell'UE per l'omicidio di tre giornalisti in meno di un anno. Bruxelles chiede che la Bulgaria chiarisca la morte di questo fine settimana del reporter investigativo Viktoria Marinova. "Dovremo proteggere meglio i nostri giornalisti, che sono anche attori importanti della nostra democrazia".
La Commissione europea ha chiesto lunedì alle autorità bulgare di chiarire il prima possibile se lo stupro e l'omicidio di Viktoria Marinova di sabato sono legati al suo lavoro di giornalista di ricerca per una rete televisiva.
Marinova è stata trovata morta in un parco nella città bulgara di Ruse, con segni di violenza sessuale, percosse e strangolamento, solo una settimana dopo che il suo programma Lie Detector ha trasmesso alcuni casi di presunta corruzione relativa all'erogazione di fondi strutturali dall'Unione europea. Il crimine in Bulgaria si unisce all'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galiza a Malta e del giornalista Jan Kuciak in Slovacchia, entrambi coinvolti in indagini sulla corruzione nei loro rispettivi paesi.
Sebbene il motivo del crimine bulgaro non sia stato ancora chiarito, la sequenza di tre omicidi di giornalisti nei paesi dell'UE in un solo anno ha scatenato l'allarme a Bruxelles.
Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, in un tweet ha scritto di essere "scioccato dall'orrendo omicidio di Victoria Marinova". E non ha esitato a stabilire una relazione tra l'omicidio e il lavoro professionale della vittima. "Ancora una volta, un coraggioso giornalista è caduto nella lotta per la verità e contro la corruzione", ha scritto Timmermans. La situazione è così allarmante per Bruxelles che il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha affermato nel suo recente discorso sull'Unione : "Dovremo proteggere meglio i nostri giornalisti, che sono anche attori importanti della nostra democrazia". Juncker ha lamentato che "troppi giornalisti vengono intimiditi, attaccati e persino uccisi".
Il portavoce ufficiale della Commissione europea ha chiesto alla Bulgaria "un'indagine rapida e approfondita". E ha chiesto il chiarimento il prima possibile "se l'attacco contro Marinova è legato al suo lavoro".
Bruxelles, inoltre, ha trasferito all'Ufficio europeo per la lotta contro la frode (OLAF) i sospetti sul presunto uso fraudolento dei fondi strutturali rivelato dalla giornalista assassinata. La morte di Marinova si svolge in un ambiente di evidente deterioramento dello stato di diritto e delle libertà e ha posto la Bulgaria nel mirino delle autorità della comunità. La Bulgaria è aggiunta a un elenco che include già la Polonia (con un'indagine aperta dalla Commissione sulla base dell'articolo 7 del trattato UE che consente la sospensione di alcuni diritti di uno Stato membro) e l' Ungheria (con una richiesta del Parlamento europeo per avviare un'indagine secondo lo stesso articolo 7).
Minacciati di morte, sotto scorta e negli ultimi anni anche malpagati: cosi vivono molti giornalisti di tutto il mondo, tuona Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Per non parlare dei cronisti "imprigionati, torturati e sottoposti a ulteriori violazioni dei diritti umani". Tra le minacce a cui sono sottoposti i giornalisti se ne è aggiunta una negli ultimi anni: la precarietà. Senza contratto e senza tutele, i cronisti scendono ogni giorno a patti con l'editore, con gli altri colleghi, con personaggi influenti o semplicemente con la storia che raccontano. Una catena incessante di diktat, di cose che non si possono scrivere o che 'sarebbe meglio evitare', tutto corre veloce sui binari dell'informazione odierna. La ricerca della verità, invece, deve vivere nella penna, nella telecamera e negli occhi di chi fa questo mestiere.
(8 ottobre 2018)
Unioncamere Emilia-Romagna supporta le PMI con l'unico sportello informativo in regione. Risposte e soluzioni per il regolamento REACH
Sui canali tv e radio della RAI è andata in onda e sul Web è ancora visibile una campagna di sensibilizzazione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sulla registrazione delle sostanze chimiche prevista dal regolamento REACH.
Tutte le sostanze chimiche prodotte o importate nello Spazio economico europeo (SEE), in una fascia compresa tra 1 e 100 tonnellate l'anno, dovranno essere registrate presso l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) entro il 31 maggio 2018, termine ultimo previsto dal regolamento REACH, acronimo che significa registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione dei prodotti chimici, e fa riferimento alla normazione di tutte queste fasi.
La registrazione delle sostanze chimiche consentirà una maggiore protezione dell'ambiente e della salute umana. Il regolamento REACH è l'atto normativo percepito dalle PMI europee come il più gravoso in termini di oneri economici e difficoltà di attuazione.
Impone infatti a produttori e importatori di sostanze chimiche di gestire in modo sistematico i rischi che questi materiali possono comportare per la salute dell'uomo e lo stato dell'ambiente: impatta quindi, non solo sull'industria chimica, ma su un numero crescente di imprese di altri comparti (tessile, legno e mobili, produzione carta e stampa, gomma e plastica, meccanica, elettronica, petrolifero, automotive). Le imprese devono quindi avere una conoscenza approfondita del portafoglio prodotti della propria azienda, analizzare i volumi di vendita e produzione, verificare gli obblighi previsti e pianificare le registrazioni.
Per supportare le imprese in questo non facile percorso, Enterprise Europe Network, la rete creata dalla Commissione europea a supporto della competitività e crescita delle PMI, ha attivato in collaborazione con il Ministero Sviluppo Economico, una serie di Sportelli Informativi Territoriali (SIT REACH) che forniscono un supporto aggiuntivo e non sostitutivo a quello dell'Helpdesk nazionale del MISE ( http://reach.sviluppoeconomico.gov.it/helpdesk ).
Da questo portale è possibile accedere ai siti istituzionali, ai documenti e alle linee guida più importanti per avere informazioni sugli obblighi da adempiere, le responsabilità e le procedure.
I SIT-REACH sono competenti anche per il regolamento CLP sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche e dei preparati pericolosi.
In Emilia-Romagna, lo sportello SIT REACH è presso Unioncamere Emilia-Romagna a Bologna.
Il sistema camerale emiliano-romagnolo, in collaborazione con il Coordinamento REACH-CLP della Regione Emilia-Romagna, a cui partecipano i Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende USL, ha attivato anche il portale www.reach-er.it mettendo a disposizione un servizio informativo telematico gratuito per la risoluzione dei quesiti che possono essere inoltrati in forma anonima agli esperti che rispondono al massimo entro 30 giorni. Lo spot della campagna informativa https://vimeo.com/221702788 richiama l'attenzione su come le sostanze chimiche siano parte della vita quotidiana e quanto sia necessario farne un uso attento e consapevole per tutelare la salute dell'uomo e dell'ambiente.
Per maggiori informazioni, http://www.minambiente.it/reach2018
(Fonte Unioncamere Emilia Romagna)
In testa la Francia ma anche l'Italia ha dato il suo contributo.
Roma, 10/09/2014 -
Le consegne di latte nell'Unione Europea sono in continua e significativa crescita. A comunicarlo è l'Ismea che sulla base degli
ultimi dati disponibili, nel primo semestre 2014 le consegne hanno superato i 75 milioni di tonnellate, evidenziando un aumento del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, per un ammontare di 3,7 milioni di tonnellate di latte in più.
A trainare la crescita produttiva hanno concorso tutti i grandi Paesi produttori capitanati dalla Francia, che con circa 765 mila tonnellate in più su base annua, ha registrato un aumento di quasi 6 punti percentuali. Seguono poi, in ordine di maggior quantità consegnate, Regno Unito (circa 738 mila tonnellate in più), Germania (circa 555 mila tonnellate in più) e Polonia (circa 372 mila tonnellate in più).
Anche in Italia, sulla base dei dati Agea, l'aumento della produzione di latte dei primi sei mesi dell'anno è stato significativo, con circa 141 mila tonnellate in più rispetto al 2013 (+2,5%). In controtendenza Spagna e Repubblica ceca, le cui consegne hanno mostrato una contrazione dell'1% circa, pari a una diminuzione rispettivamente di 31 e 9 mila tonnellate.
Il continuo aumento dei volumi di latte, tuttavia, sta avvenendo in un contesto di mercato abbastanza delicato.
Da un lato si registrano buoni andamenti produttivi in tutti i grandi Paesi esportatori (in particolare USA e Oceania) con conseguente espansione delle disponibilità mondiali,dall'altro lato le tensioni sul fronte della domanda innescate a seguito della crisi diplomatica con la Russia, primo mercato di sbocco per i formaggi e il burro europei.
(Fonte Ismea 10 settembre 2014)
Rabboni: "l'Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana per l'export dell'agroalimentare, superando la Lombardia".
Bologna – 16 Luglio 2014 –
L'Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell'Emilia-Romagna in attuazione del Reg. (CE) 1305/2013. La proposta, nei sette anni, potrà contare su una dotazione di risorse per un miliardo e 190 milioni di euro. Le risorse: 513 milioni provengono dall'Europa; 474 milioni dallo Stato e 203 milioni dalla Regione (che raddoppiano rispetto all'anno precedente).
Tra le priorità: la competitività delle imprese con l'obiettivo di aumentare e stabilizzare la reddittività (544,6 milioni); l'ambiente (526 milioni per ridurre l'impatto delle attività agricole e sostenere la produzione biologica integrata), i giovani (130 milioni per l'insediamento di nuove imprese agricole) e lo sviluppo dei territori e delle zone rurali più fragili. Quest'ultima priorità è finalizzata a contrastare l'abbandono e il dissesto idrogeologico dei territori. Al suo interno, previsto un finanziamento regionale di 26 milioni per aumentare la dotazione di servizi socio-assistenziali nei territori.
L'assessore all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, è tornato a sottolineare il rilievo economico, sociale e politico di questo atto di programmazione per un "settore leader in Italia e in Europa". Nel 2013 - ha ricordato- "l'Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana per l'export dell'agroalimentare, superando la Lombardia". Il comparto, in crescita dal 2008, "ha una funzione antirecessiva e vogliamo contribuire ad una ulteriore crescita e ad un miglioramento della capacità di competere e della redditività. Riassunto in numeri, il programma- ha ricordato l'assessore- finanzierà circa 10 mila progetti di investimento da parte di imprese agricole, e poi sono previsti interventi formativi e consulenze tecniche per circa 29 mila destinatari. Mentre sono 200 mila gli ettari di terreno su cui ci saranno azioni di miglioramento ambientale". (Fonte Regione Emilia Romagna)
I produttori ungheresi chiedono un intervento contro l'ingresso di latte a basso costo. Il Ministro Martina dice NO all'aumento delle quote.
di Virgilio, Parma 16 luglio 2014
Il latte è un alimento principe nella dieta alimentare e la sua produzione è da sempre fonte di reddito per una gran parte di imprese agricole.
Il regime delle quote latte è stato uno dei sistemi più efficaci di intervento da parte della CE prima e UE dopo per equilibrare domanda e offerta all'interno del mercato comune e, nonostante le storture italiane, il suo scopo è stato in gran parte raggiunto.
Dal 2015 tutto cambierà ma nel frattempo, anche in ragione delle differenze organizzative e strutturali dei sistemi economici e, nello specifico, zootecnici dei diversi Paesi membri, determina pressioni alle "frontiere" come sta accadendo in Ungheria in questi giorni.
A riportare la notizia per la quale i produttori magiari sarebbero sul piede di guerra è il sito EUROREGION.NET.
I produttori di latte ungheresi si dicono quindi pronti a manifestare se il loro governo non interverrà sulla questione ormai insostenibile del latte importato a basso costo che comporta una sovraproduzione di quello nazionale.
La rotta del latte - ricorda www.economia.hu- infatti procede da Nord a Sud, approdando in Italia e in Grecia, mentre quello arriva che in Ungheria proviene dall'Europa Settentrionale e Occidentale, soprattutto dalla vicina Slovacchia, ma anche dalla Polonia, dalla Germania e dall'Austria. Hegedus Imre, parlando alla tv nazionale M1 a nome associazione ungherese dei produttori di latte che presiede, ha sottolineato che il problema deve essere legato anche a questioni di Imposta sul Valore Aggiunto. La domanda che deve essere posta, sottolinea Hegedus, come possa essere rivenduto a basso costo sugli scaffali il latte straniero, ad esempio quello tedesco, che in Germania costa di più che in Ungheria.
- CHIUSO DOSSIER LATTE -
Nel frattempo, lo scorso 14 luglio, dopo 5 mesi di trattative, si è finalmente concluso il dossier latte con un No da parte del nostro Ministro Maurizio Martina sostenuto da altri rappresentanti di Paesi UE che in questi ultimi anni di regime quote latte hanno, contenuto le produzioni. Non così è stato invece da parte di Germania, Olanda, Polonia, Austria, Danimarca e Belgio che, al contrario, hanno notevolmente aumentato le proprie produzioni di latte proprio allo scopo di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che verranno adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016. La richiesta di questi Paesi del Nord, con in testa la Germania, era di modificare il tenore di grasso nel latte che, in sostanza, si sarebbe tramutato in un aumento della quota latte disponibile per i loro produttori con la conseguenza non indifferente di non dover pagare la "multe".
Questa volta non sono stati gli italiani a fare i furbetti...
Troppa segretezza pone dubbi sulla equità del corposo trattato di libero scambio n discussione tra USA e UE. I tanti dubbi sulla "NATO del commercio" che emergono qua e là sono stati "dimenticati" dalla politica europea.
di Lamberto Colla ---
Parma, 25 maggio 2014 -
La prima battuta d'arresto sul negoziato tra USA e UE per un libero scambio commerciale avvenne poco meno di un anno fa all'indomani dello scandalo delle intercettazioni statunitensi (Data Gate - svelato da Edward Snowden) nei confronti di alti diplomatici e politici UE. Non era ancora trascorso un mese dalla firma di interesse a procedere verso quello che fu soprannominato la "NATO del commercio" che il programma già rischiava di abortire. Poi più nulla o quasi. Un silenzio quasi totale sull'argomento, almeno sino a pochi giorni fa. Un leggero venticello ha iniziato a muovere qualche foglia con l'arrivo di Obama in Europa nei giorni scorsi. Un tour, che a detta di alcuni osservatori, aveva come scopo principale di fare pressione perché si raggiunga in tempi brevi alla stipula del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) o TAFTA (Transatlantic Free Trade Area).
Certamente un mercato molto appetibile quello che si realizzerebbe, il più grande in assoluto, coinvolgendo una popolazione complessiva di 800 milioni di persone. Ma, come è prerogativa americana, l'apertura liberale dovrebbe propender molto maggiormente verso gli altri. Le potenti lobby USA, secondo una ricostruzione di Paolo Raffone sul sito illsussidiario.net e riportato da Italia Oggi lo scorso 29 aprile a firma di Tino Oldani, hanno messo in campo 600 consulenti (altre fonti sostengono 400, ma pur sempre è un piccolo esercito) a disposizione dell'amministrazione Obama che si contrappone a soli 6 o 7 rappresentanti UE guidati dal tedesco Paul Nemitz, che fa parte della Direzione Generale Giustizia della Commissione Ue.
- Un segreto tra i meglio custoditi in Europa -
Ma quali segreti devono essere così gelosamente custoditi tanto che nessun membro di gabinetto di Manuel Barroso sembra autorizzato a partecipare alle riunioni bilaterali? Tanta segretezza fa sorgere altrettanta diffidenza rafforzata dal fatto che alla guida della commissione ci sta un tedesco ma, guarda caso, nessun italiano. Il dubbio che ancora una volta l'europa lavori per Berlino ci sta tutto.
Ma ciò che risulterebbe inaccettabile, almeno dal poco che è trapelato e immediatamente diffuso dalle testate nazionali dei diversi paesi europei, è il forte sbilanciamento verso una liberalizzazione quasi totale a favore delle "Multinazionali" a danno addirittura dei Paesi sovrani.
Sull'argomento si è espresso molto categoricamente il senatore francese (centrista) Jean Arthuis che, a dir il vero, nel suo post parla di "7 buone ragioni per opporsi"
Al primo punto pone proprio la questione della sovranità nazionale: " Primo – mi oppongo alla composizione privatistica delle controversie fra Stati ed imprese. Domani, come vuole la proposta americana, un'azienda che si ritenga lesa dalla decisione politica di un Governo vi potrebbe ricorrere. È l'esatto contrario della mia idea della sovranità degli Stati." In pratica verrebbe a crearsi un "tribunale speciale" che giudicherebbe i contenziosi tra Imprese (leggi multinazionali) e Stati sovrani.
Di fatto quindi, verrebbe creata una istanza giuridica davanti alla quale un investitore potrà trascinare uno Stato europeo, se questo ha messo in atto misure che possano danneggiarlo economicamente e richiederne il risarcimento.
E poi c'è tutto il grande capitolo dell'agroalimentare. Due opposte filosofie che si scontrano duramente. OGM dal lato statunitense e DOP da quello europeo, seppure molto più sentito nell'area mediterranea ma concetto molto meno radicato nei paesi del nord. Senza nulla togliere alla ricerca scientifica, da sempre motore di sviluppo sociale e economico, ma personalmente preferisco la DOP!
La partita alimentare, da italiano, mi sta molto a cuore e mi auguro che di questo sentimento siano anche gli Eurodeputati che oggi - 25 maggio 2014 - verranno eletti al Parlamento Europeo .
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