A metà marzo scatterà il mondiale di F1. In attesa dello stravolgimento regolamentare del 2021 ci attende una stagione che si preannuncia avvincente, con una probabile sfida al vertice fra Mercedes, Ferrari e Red Bull. Il futuro, rappresentato da Leclerc e Verstappen, scalpita ma Hamilton vuole continuare il suo dominio. Vediamo quali saranno gli attori del prossimo campionato del mondo di F1.
di Matteo Landi
Dove eravamo rimasti? Hamilton vincente ad Abu Dhabi, nel primo weekend del dicembre scorso, al volante della solita imbattibile Mercedes dell'era turbo-ibrida, e Leclerc sul podio alle spalle di Verstappen. Una Ferrari divenuta terza forza del mondiale dopo aver addirittura recitato il ruolo di protagonista nel mese di settembre. La Scuderia era partita lo scorso anno con il favore dei pronostici, traditi già in avvio di stagione con un marzo da incubo, ma non è riuscita ad impensierire la squadra coordinata da Toto Wolff, se non sporadicamente. Guizzi che ci hanno consegnato il nuovo beniamino dei tifosi Ferrari, Charles Leclerc, capace alla prima stagione in Rosso, la sua seconda assoluta in F1, di fare meglio del pluricampione e team mate Vettel, e addirittura di vincere due gran premi consecutivi tra Belgio e Italia, ovvero Spa, l'Università delle quattro ruote, e Monza, il tempio della velocità. Avrebbe potuto aggiudicarsi anche la gara di Singapore, ma le strategie di gara lo relegarono secondo dietro al compagno di squadra Vettel. Il tedesco ha vissuto un 2019 complicato, lontano dalle performance che in Red Bull sembravano avvicinarlo addirittura al record dei 7 titoli vinti da Schumacher. Un'impresa alla portata di Hamilton, a quota 6 mondiali, se quest'anno dovesse ripetersi sui livelli mostrati nelle ultime stagioni. Dovrà però fare i conti con un Leclerc velocissimo e più maturo e con il talento di un Verstappen, tre volte race winner nel 2019, che potrà contare su un'ottima power unit Honda. Ovviamente tutto dipenderà dalla competitività delle vetture che presto sforneranno Mercedes, Ferrari e Red Bull. Ed attenzione alla "sorpresa" McLaren: sarebbe un ritorno ai piani alti senz'altro ben accettato dagli appassionati. In attesa della grande rivoluzione regolamentare del 2021, quando vedremo in pista vetture dall'aspetto più accattivante a causa di un'aerodinamica completamente rivista, la stagione che scatterà il 13 marzo prossimo, con le prove libere del Gp d'Australia, non portarà con se scossoni regolamentari particolari e sarà all'insegna della continuità. Addirittura le squadre hanno bocciato le gomme che Pirelli aveva progettato per questa stagione, preferendo optare per le già note coperture del 2019. Gomme frutto dello sviluppo degli pneumatici che il costruttore italiano aveva portato in alcune gare nel 2018, risolvendo i problemi di adattamento Mercedes ma indigesti a tanti, in primis Ferrari. Con un anno di esperienza alle spalle adesso i team avranno una variabile in meno da dover gestire.
Da Mercedes a Williams, facciamo il punto su quello che ci aspetta.
Mercedes AMG Petronas Formula One Team: Lewis Hamilton-Valtteri Bottas
Squadra che vince non si cambia. Toto Wolff ha così confermato Bottas anche per questa stagione, un pilota ben voluto da Hamilton. Come ogni pre-season il finlandese dichiara di aspirare al titolo mondiale ma vedremo se anche nel 2020 dovrà scontrarsi con la solita realtà difficile da accettare. Dopo aver patito la convivenza con Rosberg, il quale però a titolo mondiale vinto, stremato, si è dato rapidamente alla fuga, all'inglese non par vero di dover convivere con il mansueto Valtteri. Sono entrambi piloti velocissimi ma Hamilton è senza dubbio su un altro livello, quello dei campionissimi. I test pre-stagionali 2019 avevano mostrato una Mercedes in difficoltà, la Ferrari sembrava superiore, poi giunti a Melbourne la musica cambiò: 8 (!!) vittorie consecutive Mercedes inaugurarono la stagione e gli avversari capirono subito che avrebbero dovuto accontentarsi delle briciole. Anno nuovo, vita nuova? Se Ferrari e Red Bull vorranno battere la squadra anglo-teutonica dovranno contare solo sulle loro forze perchè da Mercedes non ci si aspettano passi falsi. Sui calendari di tutte le squadre vi è un bel cerchio grigio sul 14 febbraio, data della presentazione della nuova Mercedes.
Scuderia Ferrari Mission Winnow: Sebastian Vettel-Charles Leclerc
Non vince un titolo costruttori dal lontano 2008, un mondiale piloti dal 2007. Non siamo ancora ai livelli del lungo digiuno 1979-2000, solo Schumacher spezzò un incantesimo che sembrava eterno, ma a Maranello la musica deve cambiare. Lo merita il blasone della squadra più titolata, da sempre presente nella massima Formula. Doveva essere quella passata la stagione giusta, ma il sogno è durato solo un inverno. Potevano essere le due precedenti, ma affidabilità e qualche errore di troppo di Vettel hanno spento le velleità. Il tedesco chiamato ad interrompere il dominio Mercedes è invece reduce da un 2019 particolarmente difficile ed in Ferrari sembra evidente che contino sempre di più su Leclerc. Autore di una bella prima stagione presso la Scuderia del Cavallino, due volte race winner, il monegasco è entrato ormai nei Cuori degli appassionati, che rivivono una sorta di "Febbre Villeneuve", e a Maranello hanno deciso di blindarlo con un contratto valido fino al 2024 da 9 milioni di Euro a stagione. Su Vettel invece pende la questione rinnovo: sarà questa la sua ultima stagione in Rosso? Una questione che potrebbe turbarlo ulteriormente, per questo in Ferrari dovranno decidere rapidamente le sorti del Campione tedesco. Al suo posto, dal 2021, c'è chi ci vorrebbe Hamilton, in realtà sempre più vicino al rinnovo con Mercedes, chi pensa a Giovinazzi, chi vedrebbe bene un Sainz di Rosso vestito e chi sogna Ricciardo. La verità è che tutto dipenderà dallo stesso Vettel e dalle prestazioni che mostrerà nelle prime gare della stagione. Il problema piloti rimane comunque marginale per la Ferrari: per prima cosa dovranno fornirgli una vettura costantemente veloce, capace di adattarsi alle Pirelli in ogni condizione. La Ferrari SF90 era rapidissima in rettilineo, ma (Singapore a parte) particolarmente a disagio nei tratti lenti. La nuova vettura potrebbe quindi perdere qualcosa in termini di penetrazione aerodinamica a vantaggio di un maggior carico verticale. L'undici febbraio la Ferrari svelerà la sua nuova creatura presso il Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia.
Aston Martin Red Bull Racing: Max Verstappen-Alexander Albon
Poteva essere un 2019 interlocutorio a causa del debutto della power unit Honda sulle vetture austriache. Invece lo sgrossamento portato a termine dalla cugina Toro Rosso nel 2018 si è rivelato prezioso. I motori Honda si sono dimostrati performanti ed affidabili, con addirittura un finale di stagione in crescendo. Il talento smisurato del progettista Adrian Newey, quello del pilota Verstappen e l'entusiasmo Honda, tornata ai vertici con tre vittorie di tappa durante la stagione scorsa, potrebbero giocare un brutto scherzo a Mercedes e Ferrari. Oltre a Verstappen, confermato fino al 2023, in Red Bull potranno contare sul buon Alexander Albon, vicino al colpaccio nell'ultimo Gran Premio del Brasile, prima dello speronamento operato da un maldestro Hamilton.
McLaren F1 Team: Carlos Sainz Jr-Lando Norris
Suo padre si è appena aggiudicato l'ultima Dakar, Sainz Jr. ancora attende di vincere la sua prima gara di F1 in carriera. Intanto lo scorso anno ha artigliato uno stupendo podio in Brasile. Al volante della buona, ma non eccezionale, McLaren va considerato un risultato davvero rilevante. Lo spagnolo si merita senz'altro di più e chissà che la stagione 2020 non possa consegnargli qualche gioia importante. Dopo le delusioni dell'epoca Alonso ed Honda la McLaren ha compiuto passi da gigante. L'addio del due volte campione del mondo sembrava essere la pietra tombale per la squadra inglese che invece è risorta, giungendo quarta nel campionato costruttori 2019: era dal 2012 che non terminava in top four. Nella stagione del debutto Lando Norris ha confermato quanto di buono mostrato nelle formule propedeutiche e non ci sono motivi per cui non debba confermarsi anche nel campionato che verrà. Le prestazioni dei piloti, ovviamente, saranno subordinate alle performance della nuova McLaren che verrà svelata il 13 Febbraio.
Renault F1 Team: Esteban Ocon-Daniel Ricciardo
Convincente in Force India nelle stagioni 2017 e 2018, terzo pilota Mercedes lo scorso anno, Ocon torna alle corse attive. Il francese è stato strappato dalle mani di Toto Wolff ed andrà ad affiancare il forte Ricciardo. Daniel, in precedenza abituato a correre al vertice con Red Bull, lo scorso anno ha masticato amaro, giungendo solamente nono nella classifica finale piloti. In Renault non sono riusciti a trovare la quadra e da quando sono tornati in F1 nel 2016 hanno raccolto tante delusioni. L'accoppiata 2019 Ricciardo-Hulkenberg era di primo livello ma non è bastata per togliere dalle lotte di metà schieramento la squadra francese. Quinta lo scorso anno, dovrà per forza di cose fare molto meglio nel 2020. Altrimenti il consiglio di amministrazione potrebbe staccare la spina.
Scuderia AlphaTauri Honda: Daniil Kvjat-Pierre Gasly
Ad un appassionato verrà da piangere guardando il nome di quella che fu Toro Rosso e prima ancora Minardi. In Red Bull hanno deciso di cambiare denominazione alla squadra basata a Faenza, che adesso porterà le insegne di un brand di moda. Non resta che sperare che porti fortuna considerando i risultati che Benetton ottenne in F1! Kvjat e Gasly la scorsa stagione sono riusciti addirittura a salire sul podio, rinverdendo i fasti della memorabile stagione 2008, quella di Vettel su Toro Rosso. Sarà probabilmente bianco-nera, ma colorazione a parte saranno importanti le performance. Considerando il livello raggiunto da Honda c'è da credere che a Faenza si toglieranno delle belle soddisfazioni anche quest'anno.
SportPesa Racing Point F1 Team: Sergio Perez-Lance Stroll
Motore Mercedes ed un bel pò di soldi, quelli di papà Stroll (patrimonio netto stimato pari a 2,6 miliardi di dollari). Ci sono tutti gli ingredienti per risalire la classifica dopo la settima piazza ottenuta nel costruttori 2019, anno in cui era reduce da importanti difficoltà economiche a causa della bizzarra gestione Mallya, titolare della squadra che fino al 2018 si chiamava Force India. Il 2020 sarà un anno importante per la Racing Point ed, al di là di Lance Stroll, c'è da credere che sarà il veterano Sergio Perez a concretizzare quanto realizzato in fabbrica. In teoria hanno tutto quel che serve per avvicinare le performance McLaren.
Alfa Romeo Racing Orlen: Kimi Raikkonen-Antonio Giovinazzi
57 punti ed ottavo posto fra i costruttori. Poteva andare meglio la stagione del ritorno Alfa Romeo, ma anche sensibilmente peggio. Un 2019 tutto sommato convincente, con tanti arrivi a punti, la quarta posizione di Raikkonen in Brasile ed alcuni giri al comando di Giovinazzi a Singapore. Il marchio Alfa Romeo merita di più, ma quanto ottenuto dalla ex-Sauber è comunque rimarchevole. Forti dell'esperienza dell'ultimo campione del mondo Ferrari Kimi Raikkonen e dell'entusiasmo di Giovinazzi, adesso possono avvalersi anche dei servigi del nuovo test driver Robert Kubica e della preziosa sponsorizzazione del colosso petrolifero Orlen, derivante proprio dalla presenza in squadra del nuovo arrivato. In ogni caso il ruolo di terzo pilota rappresenta per Kubica il gancio per rimanere aggrappato al Grande Circus e per gli appassionati una speranza in più di rivederlo al volante. Il ritorno dell'ingegnere Simone Resta in Ferrari è un brutto colpo per Alfa Romeo, non è sbagliato dire che a Maranello abbiano gestito a loro piacimento le situazioni contrattuali del progettista italiano. Al team italo-svizzero non mancano comunque i motivi per poter far bene in questa stagione. Ed il 19 Febbraio, giorno della presentazione della nuova vettura, sarà un momento importante per gli appassionati.
Haas F1 Team: Romain Grosjean-Kevin Magnussen
Troppe volte lo scorso anno il Team Principal Gunther Steiner è arrivato ad alzare la voce con i suoi irruenti piloti, colpevoli di lotte fratricide che hanno privato la squadra di punti importanti. Un bottino amaro quello del 2019: 28 punti e solo nona fra i costruttori. La nuova vettura dovrà adattarsi meglio alle Pirelli ed un anno di esperienza alle spalle con tali coperture non potrà che giovare ai tecnici della squadra americana, presente in F1 dal 2016 ma giunta al punto più basso della sua storia proprio nella passata stagione.
ROKiT Williams Racing: George Russell, Nicholas Latifi
Se un appassionato si risvegliasse oggi dopo essersi fatto ibernare a metà anni '90 non crederebbe ai suoi occhi: Williams ultima nel costruttori ed un solo punto conquistato. Il misero bottino del 2019 è qualcosa che non rende merito al blasone di una delle squadre più anziane del Circus. Campione del mondo per l'ultima volta nel 1997, race winner successivamente con motorizzazione e finanze BMW, è caduta ormai in un baratro profondo dal quale non si sa come possa uscirne. Russell è un velocissimo pilota del bacino Mercedes, ma ancora acerbo. Latifi si appresta a debuttare in F1 dopo una carriera non brillantissima nelle altre formule ma, benchè canadese, è supportato dall'azienda torinese Lavazza, che quindi sponsorizzerà Williams durante la stagione 2020. Un tappo all'emorragia finanziaria dovuta all'addio di Orlen, marchio che ha seguito Kubica in Alfa Romeo. Fare meglio del 2019 non sembra impossibile e gli appassionati si augurano che la prestigiosa squadra inglese possa risalire la china. Il 15 Marzo, al termine del Gran Premio d'Australia, si avrà una fotografia migliore del livello del team gestito da Claire Williams e di tutte le squadre.
Le prove invernali, che dal 19 al 28 Febbraio vedranno in pista a Barcellona le nuove creature concepite dalle dieci scuderie, ci daranno i primi riscontri.
Svizzera, italiano troppo lento in autostrada, la polizia lo ferma e lo stanga. Circolava a 70 km. Un’altra vicenda che attesta come più volte segnalato dallo Sportello dei Diritti che gli italiani non sono visti di buon occhio al di là delle Alpi
Ha fatto notizia anche in Svizzera l’assurda storia accaduta ad un 56enne italiano che si è visto sequestrato il veicolo e imposto un divieto di guidare dalla Polizia in Svizzera. Secondo gli operatori della polizia di Zugo il conducente ha attirato l'attenzione di una pattuglia sull'autostrada A4, a causa della guida lenta.
L'uomo, un italiano che non risiede in Svizzera, era sotto gli effetti di farmaci. L'italiano stava guidando verso le 0:30 di martedì da Küssnacht (SZ) verso Rotkreuz (ZG) ad una velocità di 70 km/h. All'altezza della diramazione di Blegi non ha reagito ai segnali di una pattuglia della polizia che gli intimava di fermarsi.
Il conducente è stato fermato dopo diversi chilometri, alla stazione di servizio di Affoltern (ZH). Sottoposto al test dell'alito, è risultato sotto l'influsso di farmaci. L'italiano si è rifiutato di sottoporsi al test del sangue e dell'urina ordinato dal Ministero pubblico in un ospedale, precisa la nota.
Le forze dell'ordine hanno sequestrato il suo veicolo e gli hanno imposto un divieto di guidare in Svizzera. Tuttavia nelle autostrade elvetiche vige generalmente il limite di 120 km/h, sulle semiautostrade di 100 km/h, sulle strade principali e secondarie fuori delle località di 80 km/h e all'interno delle località di 50 km/h. Tuttavia, in situazioni particolari, questa velocità massima può essere ridotta. Può infatti capitare che in alcune tratte la velocità venga limitata a 80 o anche a 60 km/h (a causa di un sovraccarico del traffico, di una cattiva qualità dell'aria o per ragioni di sicurezza). Inoltre, all'interno delle località vi sono zone limitate a 30 km/n o a 20km/h. Al di là della vicenda che appare comunque singolare, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è evidente che è assurdo che si possa vedersi sequestrare l’auto e imposto un divieto di guida per la troppa prudenza. Un’altra vicenda che attesta come più volte segnalato che gli italiani non sono visti di buon occhio al di là delle Alpi.
(15 gennaio 2020)
Micromobilità, il monopattino elettrico è più pericoloso della bicicletta. Secondo uno studio americano un terzo degli utenti del mezzo ha avuto un trauma alla testa. Lo Sportello dei Diritti: “Indossare un casco riduce il rischio di traumi”
I monopattini elettrici da gennaio sono stati equiparati dalla legge alle biciclette. Basta salire, accelerare e sterzare. Tuttavia i monopattini elettrici sono molto più pericolosi dal punto di vista del rischio incidenti. Lo rivela uno studio condotto negli Usa e pubblicato da JAMA Surgery, secondo cui sono gli infortuni alla testa quelli più comuni con il monopattino.
I ricercatori dell'università di San Francisco hanno analizzato i ricoveri in pronto soccorso per incidenti dovuti agli scooter tra il 2014 e il 2018, confrontando poi i numeri ottenuti con quelli dei traumi dovuti alla bicicletta negli stessi anni. Nel periodo considerato, spiegano gli autori, il numero totale di incidenti relativi ai monopattini è cresciuto del 222%, e quello dei ricoveri del 315%.
Dal confronto fra i due mezzi è emerso che quasi un terzo degli utenti dei monopattini ha avuto un trauma alla testa, il cui rischio è triplo rispetto a quello dovuto alla bicicletta.
Nel 2018 circa un terzo degli incidenti sugli 'e-scooter' è capitato a donne, e la fascia di età più rappresentata è quella tra 18 e 34 anni. Diversi studi, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno dimostrato che indossare un casco riduce il rischio di traumi. Per tale ragione raccomandiamo di indossarlo e invitiamo anche i produttori dei monopattini a incoraggiarne l'uso.
(9 gennaio 2020)
Jacopo Villani nella Premoto3 con il Pasini Racing Team. Non poteva arrivare miglior regalo di Natale, alla giovane promessa guastallese della velocità su due ruote.
di Redazione Guastalla 2 gennaio 2020 - Accolto in uno dei TOP Team, Jacopo Villani potrà quindi contare su un supporto tecnico d’eccellenza e una moto sicuramente all’altezza per giocarsi il podio in ogni gara della categoria Premoto3, la classe anticamera a palestra per la partecipazione ai circuiti mondiali, come ben illustrato dalla presentazione del campionato CIV (Campionato Italiano Velocità): “Dalla classe Premoto3 (divisa in 125 2t e 250 4t) si arriva tra i grandi, si entra nel Campionato Italiano Velocità. I circuiti sono i più prestigiosi nel panorama italiano, alcuni teatro delle sfide mondiali. Parliamo di nomi quali Imola, Misano, Mugello e Vallelunga. Oltre alla Premoto3, in pista si sfidano i protagonisti delle classi Moto3, Superbike e Supersport. Senza dimenticare la Sport, vecchia Sport Production. Il tutto organizzato in 10 round divisi in 5 weekend di gare. Il livello è altissimo... ”
L’ultimo livello è quindi il mondiale, perché è proprio questo l’ultimo gradino per entrare nel grande e meraviglioso circo motoristico.
Una soddisfazione indicibile per il giovane Jacopo Villani, che può annoverare tra i suoi supporter anche Mulino Formaggi srl, l’azienda di Parma tra i leader della del confezionamento e commercializzazione dei formaggi DOP, capace di mettersi in mostra nelle categorie più giovanili grazie alla sua tempra e al suo “manico”.
“Jacopo#8 è il pilota che completa le fila del nostro team - comunica il Pasini Racing Team, nella categoria Premoto3: ha solo 12 anni ma guida come i piloti più grandi! Siamo sicuri che saprà farci divertire! #Campionato Italiano Velocità #CIV #Campionatoitalianovelocità #Pasiniracingteam #Rmu #GandiniRace #CIV #Motul #Malossi #Marchaldfilters”
Nuovo Team, nuova categoria e nuove aspettative sono gli elementi che stimolano ogni nervo della giovane promessa di Guastalla. “Sono molto felice - ha dichiarato Jacopo Villani subito dopo avere appreso la notizia della sua inclusione nel titolato team bresciano, e non vede l’ora di iniziare il Campionato Premoto3. Sono carico come una molla anche per la fiducia che mi hanno accordato, anche per la prossima stagione, innanzitutto i miei genitori, il Team Pasini e in particolare Ilario e Luca e tutti gli sponsor (#@mulinoformaggi #@falegnameriacavazzoni #@la pinta #@gi-zeta #@elettrore #@slem #@giustospirito #@ciemme #@street coffee) e la Suomy per l’appoggio e par l’accoglienza rinnovata nella sua Accademia.”
#@mulinoformaggi #@falegnameriacavazzoni #@la pinta #@gi-zeta #@elettrore #@slem #@giustospirito #@ciemme #@street coffee
Trenord. il disagio continua. Sulla tratta del rimpianto "Parma - Brescia" non c'è da stupirsi.
Nella giornata di mercoledì i viaggiatori hanno dovuto subire l'ennesima odissea. Ieri mattina un convoglio in partenza da Colorno alle ore 10:26 ha subito 55 minuti di ritardo per indisponibilità del personale, mentre peggio è andato per un altro convoglio nel pomeriggio che è stato soppresso senza alcuna comunicazione.
Continua così ad essere pessimo il servizio di Trenord, facendosi continuamente beffa di persone regolarmente munite di titolo di viaggio, quindi paganti.
Fino a quando dovremo continuare a subire tutto questo?... Se Colorno e Torrile - San Polo, furono definite a suo tempo, stazioni inferiori, non bisogna dimenticare che Parma e Brescia sono delle città con una maggior densità di popolazione. Ad oggi solo tante parole e pochi fatti abbiamo visto da parte di istituzioni e politica.
Il gruppo
Amo - Colorno
Qualche giorno fa un’insegnante piacentina non ha potuto acquistare il biglietto a bordo di un pullman extraurbano di SETA S.p.A. perché l’autista non aveva il resto di 20 euro.
La disavventura della donna, riportata dal magazine online Piacenza Diario, ha fatto da spunto per l’interrogazione del consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (FDI).
Il consigliere di Fratelli d’Italia ha sottolineato come “gli utenti che usufruiscono di un servizio bus extraurbano dispongono per forza di meno punti di vendita dove acquistare il titolo di viaggio – si pensi a una frazione o un piccolo centro abitato - e necessiterebbero quindi di un’ulteriore e maggiore assistenza per l’acquisto a bordo del biglietto” e che “la presenza di terminali digitali a bordo, come asserito da SETA stessa, permette il solo pagamento con monete o banconote da 5 o 10 euro; ciò rischia di essere preclusivo: si pensi ancora alla piccola frazione dove magari non è nemmeno presente un esercizio commerciale dove fare moneta”.
Tagliaferri ha poi fatto notare come “i numerosi i commenti seguiti alla pubblicazione della notizia online lasciano intendere che gli utenti non siano del tutto al corrente delle varie modalità di acquisto del titolo di viaggio messe a disposizione da SETA per quanto riguarda i mezzi extraurbani della provincia di Piacenza”.
In merito a ciò, il consigliere regionale ha quindi chiesto alla Giunta se e come “l’azienda SETA S.p.A. abbia provveduto a pubblicizzare le varie forme di acquisto disponibili, se le ritenga adeguate o se ritenga che il servizio informativo debba essere potenziato”. Infine Tagliaferri ha chiesto se, “vista anche l’impossibilità di pagare con carta o bancomat a bordo, non si ritenga limitativo l’obbligo di pagare con banconote di taglio non superiore a 10 euro”.
L’Amministrazione: “Una misura che si è resa necessaria in seguito al deterioramento della struttura evidenziato dalla perizia commissionata dal Comune”
Busseto, 7 dicembre 2019 | L’Amministrazione Comunale di Busseto ha emesso ordinanza di divieto di circolazione con chiusura totale al transito del Ponte Pezzino sul Torrente Ongina. La decisione è stata presa in seguito alla perizia effettuata dall’ingegner Paolo Dallatana che evidenziava “il deterioramento avanzatissimo in elevazione del ponte e con ogni probabilità esteso in profondità all’interno della struttura, di cui non si conosce la capacità resistente”. Il Ponte, che collega il Comune di Busseto a quello di Villanova D’Arda, si trova interamente sul territorio comunale di Busseto ed è stato interessato direttamente dalle piene dell’Ongina degli ultimi giorni che potrebbero averne compromesso ulteriormente la stabilità.
Il Ponte Pezzino rimarrà chiuso fino all’accertamento delle condizioni di sicurezza. “Dopo la vicenda del Ponte Morandi - ha dichiarato il vicesindaco Gianarturo Leoni - abbiamo fatto fare perizie su tutti i ponti del territorio, in modo tale da poter garantire la sicurezza di chi vi transita. Quella del Ponte Pezzino si è fin da subito presentata come una situazione preoccupante, a causa della manutenzione che mancava da troppo tempo. Da qui la decisione di chiudere il ponte al transito veicolare: una misura che abbiamo preso per non dover rimpiangere incidenti, che potrebbero avere anche effetti gravissimi”.
Nei giorni scorsi l’Amministrazione si è incontrata anche con l’assessore regionale Donini e il sindaco di Villanova D’Arda: per le opere di riqualificazione del Ponte è stata stimata una spesa di 500mila euro, per il quale si è chiesto l’intervento economico della Regione
Cavandoli (Lega) al question time: “Solo per noi era infrastruttura prioritaria”.
Roma, 4 dicembre 2019 - "Solo la Lega al Governo ha messo i ponti sul Po tra le priorità infrastrutturali del Paese creando un fondo di 250 milioni di euro per ristrutturarne alcuni e realizzarne di nuovi in sostituzione di quelli vecchi con problemi strutturali, a partire dal Colorno-Casalmaggiore, per la cui realizzazione erano stati stanziati oltre 64 milioni. L’attuale Governo PD-5Stelle ha dirottato altrove i soldi stanziati e il Ministro De Micheli ha oggi confermato che le risorse le dovrà trovare Anas, chissà quando, perché il MIT intende finanziare la sola progettazione. I cittadini sanno che il vecchio ponte durerà ancora qualche anno e che, grazie a questo Governo, dovranno rassegnarsi a nuove interminabili chiusure”, lo ha detto Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega dopo la deludente risposta del Ministro De Micheli alla sua interrogazione nel question time odierno.
“Non sono soddisfatta della risposta del Ministro – spiega Cavandoli – e non lo sono nemmeno i cittadini delle zone con infrastrutture precarie, perché grazie alla Lega il ponte di Colorno era il primo dei nuovi ponti da realizzare e oggi si trova privato delle risorse stanziate sempre dalla Lega. Il ministro ha confermato che l’unico finanziamento previsto è quello del progetto di fattibilità tecnico-economica, mentre la realizzazione passerà in capo ad Anas che dovrà trovare le risorse. Siamo passati da risorse certe già stanziate dalla Lega alle promesse generiche di questo Governo. Un bel passo indietro per tutto il territorio”.
“L’unica buona notizia è che la graduatoria che vede il collegamento Colorno-Casalmaggiore in cima alla lista delle nuove opere da realizzare, dopo mesi di attesa finalmente domani andrà in Conferenza Unificata e di questo ci prendiamo il merito – conclude Cavandoli -. Ma nel frattempo l'attuale maggioranza ha regalato oltre 110 milioni di euro al Concessionario delle autostrade dei Parchi, togliendoli ad Anas, che li vedrà forse nel 2030, mentre molti dei ponti del bacino del Po non riusciranno ad arrivare al 2030!”
Il gruppo Amo Colorno intende ringraziare pubblicamente il sindaco di Casalmaggiore, dott. Filippo Bongiovanni per la prontezza atta a segnalare alle forze dell'ordine un trasporto eccezionale, a nostro avviso diretto proprio sull'incerottato ponte tra Colorno e Casalmaggiore. Un impegno civico importante avvenuto presumibilmente in orario notturno, atto a tutelare la struttura che è stata chiusa per ben 21 mesi, causando enormi disagi al territorio di Colorno e Casalmaggiore.
Non è la prima volta che questo accade. Nel mese di ottobre 2019 un altro trasporto eccezionale con tanto di scorta, bandierine e lampeggianti, oltrepassò il ponte in orario tardo, per non incorrere in controlli da parte delle forze dell'ordine.
"Trasporto eccezionale" così come si evince dal nome, vuol significare la movimentazione su gomma, di materiale molto ingombrante e/o molto pesante. Sul ponte vige il limite delle 44 tonnellate di peso per i mezzi, e seppur non sempre un trasporto eccezionale lo supera, la cosa desta grande preoccupazione. Viene facile pensare che alcuni "furbetti" possano approfittare di fasce orarie senza controllo di polizia, solitamente in orario notturno, per trasportare in maniera rapida del materiale più pesante di quanto previsto. Fare ciò mette a rischio la stabilità del ponte, giudicato tra i viadotti più pericolosi in Italia, e mette a rischio l'incolumità propria e degli altri.
Diviene necessario prevedere al momento dell'installazione dei sensori di monitoraggio, anche mezzi atti alla prevenzione e al sanzionamento, in grado di far rispettare i limiti imposti di peso e velocità. Autovelox e mezzi in grado di pesare singolarmente in maniera dinamica ogni singolo mezzo che attraversa il ponte, e di multarli se non rispettano le regole.
A tal proposito continuiamo a chiedere ad entrambe le province di interfacciarsi rapidamente con le prefetture, al fine di individuare le migliori soluzioni. Un milione di euro investiti per il monitoraggio diventerebbero mal spesi se non vi fossero strumenti di dissuasione. Il ponte nuovo è ancora molto lontano e come è stato già più volte dimostrato, le regole spesso non vengono rispettate.
Il gruppo
Amo Colorno
Hamilton domina l'ultimo weekend dell'anno. Vince davanti a Verstappen e Leclerc. Vettel solo quinto. Un'intera stagione in una gara. Una stagione di alti (pochi ma stupendi) e bassi per la squadra di Maranello. Ed adesso al lavoro!
di Matteo Landi
Ultima notte del Campionato 2019. Hamilton taglia il traguardo vincente, sotto il cielo colorato dai classici fuochi d'artificio che chiudono la stagione. Con il titolo già in tasca il campione inglese non ha fatto prigionieri. Arrivato negli Emirati si è preso pole position, giro veloce e vittoria, mettendo il sigillo su una stagione che di fatto ha dominato. Nessun Vettel a contendergli il titolo, come successo nel 2017 e nel 2018: tanti rivali agguerriti ma incapaci di essere costanti quanto lui. In apertura di stagione solo Bottas ha provato a minacciare la leadership del team mate. Invano. Nel corso della stagione è venuta fuori la velocità di Ferrari e Red Bull, a sprazzi più forti del duo Mercedes-Hamilton, ma non è bastato. Ad Abu Dhabi il podio recita: Hamilton-Verstappen-Leclerc. Gli ultimi due sarebbero potuti arrivare a posizioni invertite, con una strategia diversa. Ma come avvenuto più volte nel corso della stagione anche questa volta il box Rosso è stato tutt'altro che impeccabile: in qualifica ha sbagliato i calcoli privando Leclerc dell'ultimo giro veloce, in gara ha fermato al giro 13 sia il monegasco che Vettel. Considerando che erano partiti con gomme diverse la scelta è sembrata piuttosto "originale". Tale strategia ha costretto il duo di Maranello ad una doppia sosta che ha messo in difficoltà Leclerc quando nel finale ha dovuto difendersi dal rimontante Bottas. Che gara quella del finlandese! Da ultimo a quarto, a dimostrazione della forza Mercedes su questa pista. In qualifica i piloti di Mattia Binotto riuscivano a guadagnare qualcosa nei primi due settori, salvo poi sprofondare nell'ultimo, surclassati dalla prestazione delle Mercedes nel tratto più guidato.
Leclerc chiude sul podio una stagione di alti e bassi. Ma che alti! Vettel: rimandato a..marzo
Ultima notte della prima stagione in Rosso di Leclerc. Al secondo anno di F1 e quarto in campionato davanti al quattro volte iridato Vettel. Quest'ultimo battuto da un compagno di squadra per la prima volta da quando corre per la Scuderia italiana. E poteva essere un meritatissimo terzo posto nel mondiale per Leclerc senza il ritiro del Brasile. Una prima annata in Ferrari che gli è valsa 10 podii, 2 vittorie e ben 7 pole position, risultando il pilota più veloce sul giro secco. Dati che fanno riflettere e lasciano pensare che con una diversa gestione e diverse "strategie interne" Mattia Binotto avrebbe potuto rendere il campionato di Leclerc ancor più avvincente. Senza dimenticare il problema tecnico del Bahrain, quando il dominante monegasco ha dovuto accontentarsi del terzo gradino del podio, e la mancata penalità di Verstappen in Austria, con l'olandese troppo aggressivo nel guadagnarsi la leadership. Riguardandosi indietro Charles potrà pensare che avrebbe potuto ottenere molto di più, ma potrà andare fiero di quanto raggiunto. Soprattutto se paragonato al rendimento di Vettel. Quasi abulico ad Abu Dhabi, quinto al traguardo, il tedesco è stato quest'anno solo lontano parente del campionissimo che dominava con Red Bull ed aveva fatto sognare già al primo anno in Rosso. In testacoda in Bahrain mentre duellava con Hamilton, franato addosso a Verstappen in Gran Bretagna, ogni volta che si è ritrovato a combattere con avversari di livello ha mostrato una debolezza mentale che non rende merito al suo palmares. Autore di una sola vittoria, a Singapore, servitagli su un piatto d'argento dal box Ferrari che ha privato Leclerc del terzo successo consecutivo. Vettel avrebbe dovuto vincere in Canada, e lo avrebbe strameritato. In quel caso la penalità subita per una manovra difensiva su Hamilton ritenuta troppo aggressiva dai giudici non ci stava. Neanche un pò. Un lampo quello di Seb a Montreal, in una stagione per lui da insufficienza. Non possiamo dimenticare quel brutto testacoda di Monza mentre il suo giovane compagno andava a vincere con la stessa vettura, divenendo il beniamino del popolo ferrarista. Sarà un lungo inverno per la Ferrari, Mattia Binotto e compagni dovranno lavorare più e meglio degli altri. Saranno confortati dal ricordo di quelle tre vittorie stagionali avvenute come d'incanto al rientro dalla pausa estiva. Una carezza dopo tante batoste subite. Un'iniezione di fiducia per il futuro. Se in Australia c'era chi pensava che in Ferrari avessero cannato completamente il progetto, nel corso della stagione si è capito che ne era mancata la comprensione. A Maranello adesso hanno la migliore power unit ed una vettura che in rettilineo non ha rivali. Con qualche aggiustamento, e più sangue freddo da parte dei piloti, il prossimo anno potranno giocarsela con Mercedes.
Red Bull-Honda: l'accoppiata funziona
Ultima notte stagionale dolce per Verstappen e Red Bull-Honda. Prima di Melbourne in tanti si attendevano una stagione deludente per la squadra austriaca, al primo anno con quella power unit Honda che tanto aveva fatto penare Alonso e McLaren. La stagione di rodaggio con Toro Rosso ha permesso agli uomini di Horner di correre senza preoccuparsi dell'affidabilità di un motore che nelle ultime gare ha quasi raggiunto le prestazioni di Ferrari e Mercedes. Tre vittorie per Verstappen, e già l'olandese si lecca i baffi, che non ha, pensando a quanto potrà fare la prossima stagione. Intanto si gode la terza piazza nel mondiale.
Buona fortuna Robert!
Ultima notte per Robert Kubica, ai titoli di coda di una carriera nella massima formula che avrebbe potuto regalargli più gioie sportive, vero, ma ha anche consegnato al mondo un esempio di tenacia e coraggio. Classe 1984, nel febbraio 2011 un terribile incidente durante il Rally di Andora, disputato per pura passione agonistica fra una stagione e l'altra della massima serie, lo mise in pericolo di vita. Fratture, lesioni multiple e addio al mondo delle competizioni. Epilogo scontato per tanti, non per lui. Lunghi interventi, una dolorosa riabilitazione poi rieccolo nei rally ed infine al via della stagione 2019 di F1. Al volante di una recalcitrante Williams ha ottenuto l'unico punto della squadra, in Germania. Un piccolo bagliore in una stagione da fondo classifica, a combattere con il giovane team mate Russell, campione di F2. Avremmo sperato in qualcosa di più per l'unica stagione di ritorno, considerando che il prossimo anno sarà sostituito dal debuttante canadese Latifi. Tralasciando i dati statistici non possiamo non inchinarci alla grandezza dell'uomo Kubica, comunque in grado di stare là, fra i grandi delle quattro ruote, dopo tutto quello che ha passato. Buona fortuna Robert, in DTM o ovunque sarà.
Hulkenberg: quando la Formula 1 è ingiusta
Ultima notte per Hulkenberg, fantastico vincitore della 24 ore di Le Mans 2015. In Formula 1 dal 2010, quando debuttò forte del titolo GP2 appena conquistato, non ha trovato una sistemazione nella serie di Liberty Media per la prossima stagione. Mai a podio, la dimostrazione vivente di quanto la Formula 1 possa essere ingiusta e talvolta poco meritocratica. Un talento cristallino che avrebbe potuto ottenere molto di più, ma chissà che non torni in ballo nel 2021.
McLaren: la strada è quella giusta
Ultima notte della stagione per una McLaren tornata vicina ai piani alti. Ed a podio con Sainz in Brasile. Lo spagnolo, insieme al giovane Norris, sono stati pedine fondamentali nel processo di rinascita della blasonata squadra inglese. Capace di concludere quarta in classifica costruttori. Sainz è riuscito a chiudere addirittura sesto in quella piloti, un traguardo che rende merito alle capacità dello spagnolo.
Si spengono le luci
Ultima notte per questa stagione di Formula 1. Mercedes, Ferrari, Red Bull, McLaren, Renault, Toro Rosso, Racing Point, Alfa Romeo, Haas, Williams, recita la classifica squadre. In attesa che tutto venga stravolto nel 2021, con l'arrivo delle nuove regole, avremo un 2020 all'insegna della continuità, con tutti gli attori che dovranno riuscire in un breve inverno a colmare il divario con l'invincibile Mercedes. Batterla sarà difficile. Fare meglio di questo Hamilton, adesso, sembra utopia. Ma chissà, mai dire mai. A Melbourne, il prossimo 15 marzo, tutti ripartiranno da zero.
Lo scorso 22 novembre si è svolta una conferenza stampa, in provincia di Parma, per presentare il sistema di monitoraggio per il ponte sul Po, tra Colorno e Casalmaggiore, realizzato e studiato dall'università di Parma. Il costo dell'opera è stato previsto per l'importo di 1 milione di euro, comprensivi di manutenzione per la durata del ponte (10 anni). Sarà effettuata l'installazione di sensori atti al monitoraggio del peso complessivo sul ponte, della stabilità di ogni singolo suo componente e attraverso un cartello elettronico (come per le autostrade), il conducente sarà informato di eventuali violazioni commesse, senza però poter ricevere sanzioni.
I dati dei sensori saranno trasmetti attraverso la fibra ottica. Un sistema che visto il suo alto costo, prevederà ovviamente l'emissione di un bando. La durata prevista dei lavori, sarà di circa 100 giorni. Una bella somma di denaro utile a monitorare il ponte, che prevederà anche la presenza di un semaforo che in caso di problemi alla struttura, diventerà rosso segnalando l'impossibilità di percorrerlo.
Amo Colorno ritiene utile questo sistema, ma ancor più importante è la PREVENZIONE.
Prevenzione che in quest'opera di monitoraggio, seppur molto utile purtroppo non esiste. I limiti di peso dei mezzi pesanti di 44 tonnellate, e di velocità di 50 km/h vanno fatti rispettare, e il rispetto si ottiene solo con le vere sanzioni (multe). Speriamo che le due province Parma e Cremona, si interfaccino rapidamente con le prefetture e che riescano ad installare sistemi di sanzionamento (sia per la velocità che per il peso di ogni singolo mezzo pesante in maniera dinamica).
Il ponte deve durare il più possibile in attesa del nuovo e per far si che ciò accada, occorre garantire il rispetto delle regole imposte.
Monitorando solamente il ponte, si rischia di avere dati su dati, utili all'università per esperimenti e studi e di intervenire alla chiusura del ponte, ove necessaria, prima che si verifichi un disastro. Ciò però non da nessuna tutela alla struttura del ponte.
Il gruppo
Amo - Colorno
In Brasile ballano Verstappen, Gasly e Sainz: il podio inaspettato. Vettel e Leclerc si abbattono a vicenda e per Binotto si consuma l'incubo di una rivalità che nuoce al box Rosso. Hamilton fallace, la Mercedes di Bottas in fumo. Ad Interlagos niente è scontato.
di Matteo Landi
Bottas si pianta a bordo pista con il motore in fumo, entra in pista la safety car e si infiamma un Gran Premio del Brasile già di per sé vivace. Al 59esimo giro, alla ripresa delle ostilità, la Formula 1 cambia faccia e si trasforma in una Indycar ipertecnologica. Si consuma la "tragedia" Ferrari, con Leclerc e Vettel ritirati dopo quello scontro fratricida che tanti avevano preannunciato. Torna in pista la vettura di sicurezza, il gruppo si compatta nuovamente ed alla ripartenza Hamilton si trova costretto a rimontare dalla quarta posizione. Ma dopo il fattaccio Ferrari ecco consumarsi l'errore dell'inglese che manda in testacoda Albon. Dopo il termine della gara ci pensano i commissari a fare giustizia ed i cinque secondi di penalità rimediati da Hamilton permettono a Sainz di classificarsi terzo. Verstappen, Gasly, Sainz è il podio finale. Raikkonen e Giovinazzi artigliano un quarto ed un quinto posto che rappresentano ossigeno puro per Alfa Romeo. Con Gasly portato in trionfo dagli uomini Toro Rosso si chiude una domenica d'oro per i colori italiani, non fosse per la brutta figura rimediata dalla squadra condotta da Mattia Binotto.
Vettel-Leclerc: una rivalità che nuoce al team
A fine gara Leclerc è composto nelle dichiarazioni, nonostante il suo volto lasci trasparire un'inevitabile delusione. Il monegasco, scattato dalla 14esima posizione a causa della sostituzione della power unit, si era reso protagonista di un'incredibile rimonta, che lo vedeva già sesto al giro 10. La safety car al 54esimo giro gli aveva permesso di tornare in lotta per la vittoria. Quando al 66esimo giro ha attaccato con successo Vettel forse non si aspettava un ritorno così repentino del compagno, precedentemente remissivo nella lotta con Albon, abile a superarlo alla ripartenza dopo il regime di safety car. Colpa di Vettel? Leclerc imprudente? Probabilmente Binotto si aspettava qualcosa di diverso da questa stagione. Un quattro volte campione del mondo nei panni del pilota maturo poco incline all'errore ed il velocissimo monegasco, alla prima stagione in un top team, in fase di apprendimento. L'andamento del campionato ha dimostrato tutt'altro. Vettel, inutile negarlo, ha subito le prestazioni del nuovo driver Rosso, spesso davanti a lui. Come successo nel 2014 in Red Bull, quando l'arrivo di Ricciardo spinse il tedesco a siglare quell'accordo con Ferrari che resiste fino ad oggi. Per contro Leclerc è entrato come un ciclone nel box Ferrari e nel Cuore dei Tifosi, arrivando vicino al successo già alla seconda gara stagionale. Ad Interlagos la coppia è definitivamente....scoppiata. Sorpasso e controsorpasso, con Vettel che è andato leggermente a chiudere sul rivale di box ed ecco il patatrack! Sono lontane le smorfie di Arrivabene: Binotto riesce a rimanere composto anche dopo una domenica del genere. Ci si augura che in privato abbia mostrato un temperamento ben diverso con i suoi piloti. Se la Ferrari nella prossima stagione spera di poter competere per il titolo dovrà prima di tutto riportare armonia all'interno dello "spogliatoio". Anche perchè al vertice si è definitivamente e prepotentemente affacciata la Red Bull-Honda: battere loro e Mercedes non sarà una passeggiata.
Red Bull: il missile di Interlagos
Dopo il mare di polemiche delle ultime settimane, con Red Bull e Mercedes a puntare il dito contro la power unit Ferrari, rea di spingere troppo forte in rettilineo le Rosse, che dovrebbero dire oggi a Maranello? In Brasile le vetture condotte da Verstappen e Albon sono parse quasi imprendibili in rettilineo, dimostrando che le unità Honda hanno definitivamente raggiunto le prestazioni di Mercedes e Ferrari. Hamilton ha faticato a tenere il passo dello scatenato olandese che a fine gara ha artigliato, con grande merito, la terza vittoria stagionale. Il pilota di Hasselt ha corso alla pari con il sei volte campione del mondo, rendendogli la vita così difficile da mandarlo in confusione. L'inglese le ha provate tutte ed il maldestro attacco finale ad Albon è stata la resa finale. Questo weekend Verstappen è stato irraggiungibile: imbattibile in qualifica, implacabile in gara. Il giorno che maturerà anche come uomo ne gioverà sia lui che tutta la F1. Alla guida è ormai un campione affermato ma fuori dall'abitacolo le sue continue dichiarazioni al vetriolo risultano indigeste. Ed in Red Bull dovrebbero dargli un freno.
La rivincita di Gasly
Proprio al fianco dell'olandese aveva iniziato la stagione Gasly, poi retrocesso in Toro Rosso. Quando negli ultimi metri della gara brasiliana ha fronteggiato con coraggio e risolutezza il rimontante Hamilton si è consumata la sua rivincita. Helmut Marko gestisce i piloti della bevanda energetica a suo piacimento. Da tempo. Stagione 2015, il nuovo Kvjat fa meglio del compagno Ricciardo, colui che la stagione precedente aveva battuto un certo Vettel. Il russo sembra avere un roseo futuro nella massima Formula ma in Red Bull devono trovare un posto a Verstappen e per il pilota di Ufa inizia un calvario che lo vede prima tornare in Toro Rosso, poi fuori dal giro che conta nel 2018, prima del ritorno nella squadra faentina questa stagione. Quest'anno le montagne russe sono toccate a Gasly. Retrocesso in estate in Toro Rosso è riuscito oggi a conquistare il primo podio in carriera. Quel podio che per un impaziente Marko sarebbe dovuto arrivare mesi fa a bordo di una Red Bull ed invece, paradossalmente, è arrivato oggi con la piccola Toro Rosso. Un secondo posto da favola per Gasly, che gli permetterà di archiviare la stagione con il sorriso.
McLaren ed Alfa Romeo: in alto due marchi storici
Nel giorno della catastrofica débâcle Ferrari ecco arrivare la riscossa Alfa Romeo, con Raikkonen e Giovinazzi in quarta e quinta posizione finale. Un risultato eccellente per la squadra italo-svizzera, dopo un periodo deludente ed in calando rispetto alla prima parte della stagione. Il finlandese, campione del mondo in Brasile nell'ormai lontano 2007, ha corso in modo solido, rischiando nel finale di sopravanzare Sainz, quest'ultimo a podio dopo la penalità subita da Hamilton. Giovinazzi non è stato da meno rispetto al caposquadra: il quinto posto finale arriva dopo la sua riconferma in Alfa anche per la stagione 2020. Il miracolo di giornata è però arrivato dal già citato Sainz: terzo dopo la partenza dal fondo dello schieramento. Rivedere il marchio McLaren nelle posizioni che contano non può che far piacere.
Ultima tappa: Abu Dhabi
Un Gran Premio del Brasile che sarebbe stato il giusto epilogo per una stagione che ha vissuto di duelli entusiasmanti, ma anche di un dominio indiscusso al vertice della classifica di campionato. Sarebbe stata una conclusione esaltante per tanti ma non per i tifosi Ferrari, speranzosi di chiudere la stagione fra due settimane con qualche sorriso in più: solamente domenica primo dicembre, ad Abu Dhabi, si potranno tirare le somme del campionato 2019.
"Il tempo scorre inesorabile come un fiume in piena, travolgendo qualsiasi cosa si trovi davanti". E' questa la frase che ci viene in mente quando pensiamo e ripensiamo all'attuale situazione del ponte sul PO tra Colorno e Casalmaggiore.
Abbiamo ormai ripetuto fino allo sfinimento che si tratta di un'infrastruttura essenziale per due interi territori. Abbiamo ricordato molte e molte volte di quei 21 mesi di calvario che a causa dell'impossibilità di attraversare il fiume, hanno ridotto allo stremo attività commerciali e cittadini. Difficoltà che Amo Colorno ha vissuto e contrastato fin dalle sue origini, con la complicità anche del pessimo servizio ferroviario di Trenord sulla tratta del rimpianto, “Parma - Brescia”. Una tratta che quotidianamente continua a far parlare male di se. Come questa mattina, quando diversi treni sono stati soppressi a causa di un guasto collettivo.
Da tempo, per tale ragione abbiamo continuato a chiedere a gran voce la tutela del ponte "rattoppato" in attesa del nuovo ponte, di cui ad oggi non si sa assolutamente niente, se non ipotetiche dichiarazioni sbandierate sulla carta stampata.
Il tempo scorre inesorabile e noi cittadini non possiamo vivere di speranza. Dalla "festa" di riapertura del 5 giugno 2019 non si è fatto nulla per la prevenzione. Sulla struttura continuano ogni giorno a passare mezzi pesanti e centinaia di altri veicoli, senza che vi sia la reale consapevolezza di chi rispetta davvero le regole imposte sul limite di peso. Sistemi di controllo oggi non esistono e solo le forze di polizia fanno il possibile per farle rispettare, pur non potendo rimanere sul posto h24. Una situazione inconcepibile che mette a rischio sia la sicurezza del ponte, ma anche di chi lo percorre. Sarà una similitudine forte, ma in tanti abbiamo ancora in mente “il disastro del ponte Morandi” e non vorremmo mai dover ritrovarci a commentare un simile accadimento.
Le due province (Parma e Cremona) devono entrare nell'ottica del rischio che corrono, e fino a quando Anas non prenderà il “comando”, a loro verrà addebitata ogni eventuale responsabilità. Certo è che noi riteniamo impensabile dormire su 4 cuscini e il solo ricordare che il ponte danneggiato è stato chiuso grazie all'occhio vigile di un accorto cittadino e non della scrupolosa vigilanza da parte degli enti preposti, ci preoccupa non poco.
Ribadiamo per l’ennesima volta la necessità di impegno e fatti da parte della politica. Le parole ormai sono state troppe, e il fiume non si ferma con le parole. Ci si impegni per il ponte e per il nostro servizio ferroviario che con ben 3 guasti in un’ora, tanto è riuscito a fare oggi, da superare ogni guinness world record.
Il gruppo Amo Colorno
Tripudio Mercedes in Texas: a Bottas la gara, ad Hamilton il titolo. Per l'inglese è il sesto iride, uno più di Fangio, uno meno di Schumacher. Ferrari solo quarta con Leclerc, in un weekend da dimenticare.
di Matteo Landi
A fine gara sembra quasi commosso. Una gioia composta accompagna il raggiungimento del sesto titolo mondiale. Davanti a Fangio, dietro solamente a Michael Schumacher. Hamilton mette il punto ad una stagione che in realtà non sarebbe finita ma ha già due vincitori: l'inglese e la Mercedes. Un ciclo che sembra non finire mai, iniziato nel 2014 con l'arrivo della tecnologia turbo-ibrida. Da allora i titoli sono stati appannaggio solo della squadra anglo-teutonica: sei titoli costruttori consecutivi, tanti quanti i mondiali piloti vinti in serie. Un record che supera quello realizzato dalla Ferrari dei tempi d'oro di Michael Schumacher, Rory Byrne, Jean Todt e Ross Brawn, campioni costruttori dal 1999 al 2004 e piloti per cinque volte di fila dal 2000 in avanti. Epoche diverse, non paragonabili per tanti aspetti. Resteranno scolpiti però i numeri. E la squadra condotta da Toto Wolff ne sta segnando di importanti. Sarebbe riduttivo però non riconoscere la forza del pilota n°44, iridato per la prima volta al termine della sua seconda stagione in F1, nell'ormai lontano 2008: al volante di una McLaren riuscì a battere una Ferrari mai doma, sconfitta in extremis. Quella Ferrari tanto diversa da quella diretta oggi da Mattia Binotto, dispersa a 52 secondi dal vincitore con Leclerc, ritirata con Vettel. Quella Rossa che dalla pausa estiva in avanti aveva siglato tre vittorie consecutive, sprecandone poi tante altre. Oggi non si è praticamente vista. Ed è proprio guardando alla squadra di Maranello che si evince la forza della Mercedes, capace di raggranellare punti pesanti anche nei weekend più difficili, di trionfare raccogliendo gli sprechi lasciati per strada dalla squadra di Binotto, la quale avrebbe potuto vincere anche in Russia, in Giappone ed in Messico, al posto dei piloti di Toto Wolff. Ad Austin, invece, la Ferrari ha perso completamente la bussola mentre le Mercedes lottavano ancora per la vittoria.
Hamilton: fra i più grandi di sempre. Mercedes: weekend trionfale
Pole position e vittoria. La grandezza della Mercedes passa anche dalle prestazioni di Bottas. Il finlandese si è reso protagonista di un weekend impeccabile. In gara ha optato per la doppia sosta, al contrario del campione del mondo Hamilton. Una gara tutta d'attacco quella del pilota n°77 che negli ultimi chilometri di gara ha superato di forza il compagno di squadra, andando ad artigliare il quarto successo stagionale. Il driver di Nastola ha sconfitto una tantum il sei volte campione del mondo. Se la prossima stagione vorrà lottare per il bottino grosso dovrà trovare quella costanza di rendimento che in questa stagione è stata appannaggio del solo Hamilton. Non si possono fare paragoni fra le varie epoche, e non è sbagliato affermare che le vittorie di Schumacher passavano attraverso anni di lavoro che hanno portato il tedesco ad essere ricordato per aver trasformato una squadra capace di solo due vittorie fra il 1991 ed il 1995 in una in grado di lottare stabilmente per il titolo, prima delle note abbuffate mondiali, mentre le vittorie di Hamilton arrivano grazie ad una supremazia ottenuta come d'incanto con il cambio regolamentare avvenuto nel 2014. Sarebbe sbagliato però non riconoscere che l'inglese è senza dubbio il pilota più completo dei giorni nostri, capace oggi di reggere il confronto con le nuove generazioni di piloti, e nel 2007, anno del debutto, di battagliare con campioni affermati come Raikkonen e Alonso. Ancor più dei sei mondiali conquistati, è la sua capacità di rimanere al top così a lungo che lo pone fra i più grandi di sempre. Qualcosa che, purtroppo per i ferraristi, non è riuscito a Vettel e, numeri alla mano, neanche ad Alonso.
Ferrari: così fa male
Per la Ferrari i conti non tornano, avevamo detto nel post Messico. E potremmo ripeterlo anche al termine della gara di Austin. Dopo l'Ungheria Binotto e compagni si erano resi protagonisti di un cambio di passo prodigioso ma era impensabile che non sarebbe arrivata quella battuta di arresto che in passato ha colpito anche la squadra di Toto Wolff. Peccato che a Maranello non siano riusciti a sfruttare la velocità mostrata sin dal Gp di Russia a quello del Messico, oggi la sconfitta statunitense avrebbe avuto un sapore diverso. Negli States niente ha funzionato nel box Ferrari. Durante le prove libere del sabato è arrivato un guasto alla power unit di Leclerc, con il monegasco costretto a prendere il via delle qualifiche con un motore "spompato", con meno cavalli rispetto alla specifica utilizzata ancora da Vettel. Il quale però, dopo essere scattato dalla seconda posizione in griglia di partenza, è subito sprofondato in settima posizione, passato anche da Norris e Ricciardo. La disfatta totale per il tedesco è arrivata all'ottavo giro, quando si è ritrovato su tre ruote per la rottura di una sospensione. L'unica soddisfazione per la Ferrari è arrivata dal giro veloce ottenuto da Leclerc. Un misero brodino: il monegasco lo avrebbe sicuramente barattato per un posto sul podio. Le prime tre posizioni invece se le sono contese, per tutta la gara, Bottas, Hamilton e Verstappen. Nel primo stint Leclerc ha perso mediamente un secondo al giro dal leader. Un ritmo incomprensibile, se si pensa a quanto mostrato dalla Ferrari nelle gare precedenti. Solo parzialmente giustificato dalle prestazioni non certo al top della power unit della vettura del monegasco. Urge una riscossa fra due settimane in Brasile. Ma quasi sicuramente il giovane driver sconterà una penalità, conseguente alla necessità del dover montare un motore fresco.
Red Bull, che passo!
In Texas, con la Ferrari fuori dai giochi che contano, è stata la Red Bull a recitare il ruolo di sfidante della Mercedes. Verstappen stavolta non ha compiuto errori ed ha conteso la vittoria a Bottas ed Hamilton. Nel finale solo una bandiera gialla ha salvato il secondo posto dell'inglese, altrimenti l'olandese si sarebbe insidiato fra le due frecce d'argento. Albon, azzoppato da un contatto avvenuto poco dopo il via che lo ha spedito in fondo al gruppo, si è reso protagonista di una bella gara. La quinta piazza finale lo gratifica solo in parte: prossimo obiettivo non può che essere il podio ed una meritata estensione di contratto.
Ricciardo merita di più
Ancora due gare ed il calvario della Renault terminerà. Una stagione che sarebbe potuta andare diversamente ed invece ha regalato ben poche soddisfazioni al forte australiano. Negli States finalmente ha potuto guidare una buona vettura. Non abbastanza da battagliare per il podio ma per vincere la gara degli "altri". Sesto posto quindi per il coriaceo pilota di Perth, non avrebbe potuto chiedere di più. Fra due settimane, in Brasile, avrà un'altra opportunità per dimostrare che resta un pilota da top team.
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Bocciati tutti gli emendamenti della Lega per le strade emiliano romagnole, comprese le vallate di Piacenza. Murelli: «Senza reti viarie le imprese in difficoltà non ripartono»
Piacenza, 29 ott. 2019 - «Dopo l’Umbria, il Governo è finito di nuovo fuori strada. Nel decreto legge Crisi aziendali, infatti, c’è solo un progetto sulle strade e riguarda il distretto fermano-maceratese. In commissione Lavoro, la Lega ha presentato numerosi emendamenti sulla necessità di ripristinare alcune arterie per favorire le aziende in crisi dell’Emilia Romagna. Ebbene, sono stati tutti bocciati».
Lo afferma la deputata Elena Murelli, capogruppo del Carroccio in Commissione alla Camera, che si è vista respingere, il 28 ottobre, diversi emendamenti riguardanti le strade piacentine, in particolare quelle di montagna. «Avevo presentato emendamenti - spiega Murelli - che riguardavano lo stato di alcune strade di Val Nure, Val Trebbia, Val d’Arda, Val Tidone, sulle quali insistono diverse aziende in crisi. Non sistemare la rete viaria e le infrastrutture, danneggiate dall’alluvione del 2015 e bisognose di continue attenzioni, a causa del forte rischio idrogeologico, significa impedire alle imprese in difficoltà di riprendersi. Per non parlare poi di quelle aziende che avevano lasciato la montagna e che ora intendono ritornarci. Chi torna in un luogo con strade dimenticate da Governo e Regione? L’ennesimo capolavoro di questo Governo raccogliticcio».
La Ferrari pasticcia con le strategie ed Hamilton artiglia una vittoria che lo avvicina ancor più al titolo. Vettel è secondo davanti a Bottas e Leclerc. Per Ferrari nove pole position e solo tre vittorie: i conti non tornano.
di Matteo Landi
Settima pole position stagionale, ed in carriera, per Leclerc. Una prima fila tutta Rossa. Una Ferrari graziata dalla penalità subita da Verstappen, altrimenti poleman, reo di non aver rallentato mentre in pista venivano sventolate le bandiere gialle per il brutto incidente di Bottas. Un weekend che sembrava veramente in discesa per i due alfieri del team di Maranello ed invece divenuto terribilmente complicato durante i 71 giri di gara. Con una Mercedes così forte, ed un Hamilton mai fallace, Mattia Binotto e compagni non possono permettersi il minimo errore se hanno intenzione di batterli. Ed invece il ruolino di marcia 2019 delle Rosse recita 9 pole position e solamente 3 vittorie. Numeri strani, che evidenziano quanto le vetture italiane siano ormai prestazionali ma al tempo stesso mal gestite in gara. Dopo il via Leclerc e Vettel mantegono la leadership, mentre alle loro spalle succede di tutto. Hamilton e Verstappen si ostacolano perdendo posizioni, il gruppo entra in competizione con i due mentre Albon si avvantaggia divenendo terzo. Appare da subito evidente che il passo dei due battistrada non sia irresistibile, non scappano, ma la potenza del motore Ferrari assicura loro una certa tranquillità. Sembrerebbe finalmente il giorno delle Rosse, a secco di vittorie da più di un mese nonostante le pole position a ripetizione. Ed invece tutto si complica: per Leclerc viene scelta una strategia di due soste, per Vettel è invece previsto un solo pit, molto posticipato. Risultato: ne approfitta un velocissimo Hamilton che si ritrova primo. A fine gara i distacchi sono contenuti ed aumenta il rammarico per i piloti Ferrari, con Leclerc penalizzato anche da una pessima sosta ai box in cui ha perso circa 3 secondi. Tagliato il traguardo Hamilton è raggiante, consapevole di aver portato a termine l'ennesima gara perfetta, dimostrando ancora una volta che il migliore è lui. Sempre più vicino al sesto titolo iridato.
Ferrari: ancora una vittoria sfumata
Spa-Monza-Singapore, è stata la bella ed inaspettata tripletta Ferrari, al rientro dalla sosta estiva. Se a Singapore Vettel e Leclerc hanno dominato, lo stesso non si può dire delle gare disputate in terra belga ed italiana, con Leclerc abile a difendere con i denti una leadership insidiata prepotentemente da Hamilton e Bottas. Tutto il team di Maranello aveva dimostrato di aver ritrovato quella mentalità vincente che andava cercando. Po qualcosa si è "rotto": strategie sbagliate, errori dei piloti e di nuovo certezze da ritrovare. Prima del weekend di gara Hamilton aveva più volte dichiarato che si attendeva una Ferrari dominante in Messico, tracciato dotato di quei lunghi rettilinei che avrebbe permesso alle power unit di Maranello di spadroneggiare. Bleffava? Forse, ma del fondamento le sue dichiarazioni lo avevano, perchè senza troppi affanni, copiando le strategie di chi poi la gara l'ha vinta, le Ferrari avrebbero potuto portare a casa un doppio podio con vittoria. Errori di cui Binotto e soci dovranno far tesoro per presentarsi al via della prossima stagione più assetati di successo che mai.
Hamilton non sbaglia: è quasi titolo
Settantaquattro: sono i punti di vantaggio di Hamilton su Bottas, unico contender che la matematica tiene in corsa per la lotta al titolo. L'ennesimo iride che, a meno di sorprese, la settimana prossima ad Austin sarà appannaggio per la sesta volta di Hamilton. Fra sette giorni potrà con ogni probabilità dire di essere il secondo pilota più vincente della storia della Formula 1. Ed il perchè lo ha dimostrato, ancora una volta, in Messico. Senza nulla togliere alla velocità della Mercedes, dominatrice dell'era turbo-ibrida, è doveroso rimarcare il fatto che lui sia sempre lì, pronto ad approfittare della sbavatura che puntualmente l'avversario di turno commette. E mentre gli altri annaspano alla ricerca di una continuità che non arriva, lui non sbaglia un colpo. Talvolta baciato dalla fortuna che, si sa, aiuta gli audaci.
Verstappen pasticcia ma regala spettacolo. Perez e Ricciardo infiammano Città del Messico
Detto della lotta al vertice è doveroso rimarcare quanto successo alle spalle di Albon, che ha chiuso la top five. Verstappen, dopo essersi ritrovato in ultima posizione ha rimontato a suon di sorpassi da urlo, riuscendo a transitare sotto la bandiera a scacchi in una insperata sesta posizione. A garantire lo spettacolo ci hanno pensato anche Perez, idolo di casa e settimo al termine, davanti ad un redivivo Ricciardo, incapace nel finale di sopravanzare il messicano ma buon ottavo dopo una gara tutta all'attacco. Considerando che il team Renault viene da una doppia squalifica, con brutta figura annessa per utilizzo di un illegale sistema di ripartizione della frenata, poteva andare peggio. Poteva andare molto meglio per il duo McLaren, ma un terribile errore durante una sosta ha tarpato le ali a Norris, mentre Sainz dopo un inizio gara costantemente in zona punti ha poi conquistato una misera 13esima posizione. Notte fonda invece per Alfa Romeo, ancora a secco di punti: l'involuzione della squadra italo-elvetica ha del preoccupante, con solo tre punti realizzati nelle ultime sei gare. Con ancora tre gare stagionali da disputarsi Raikkonen e Giovinazzi avranno comunque l'opportunità per chiudere il campionato con qualche sorriso, in vista di un 2020 che dovrà rivelarsi più redditizio.
La Top 10 delle città con i migliori trasporti pubblici d’Italia - L’estate è finita e probabilmente molti sono tornati dalle vacanze alla vita di tutti giorni. Ma c’è una cosa che sia i turisti che i locali utilizzano ogni giorno: i trasporti pubblici! Che sia per visitare i luoghi più belli di una città, o per spostarsi semplicemente da un punto all’altro, sarà capitato a tutti di prendere autobus, metro o tram! Spesso la velocità dei mezzi può cambiare interamente un’esperienza di soggiorno e, si sa, l’efficienza della rete di trasporti può cambiare molto da città a città. Ecco perché Holidu, il motore di ricerca per case vacanza, ha deciso di stilare una lista delle città con i trasporti più veloci ed efficienti d’Italia utilizzando il database di Google.
1. Milano, Lombardia - efficienza: 10
Al primo posto si trova Milano, e non è certo una sorpresa! Chi, infatti, non aveva proprio pensato al capoluogo lombardo, parlando di efficienza dei trasporti? Qui sembrerebbe funzionare tutto alla perfezione, tanto che, in media, chi prende un mezzo pubblico impiega meno di 8 minuti per percorrere un km, camminando solamente per il 12% del percorso totale. Questo va anche ad influire sul prezzo del biglietto, che è il più alto d’Italia: 2€. La rete metropolitana di Milano, oltre ad essere la più estesa d’Italia, è anche tra le più lunghe d’Europa ed è comprensiva di 4 linee! In città sarà possibile muoversi anche con bus, metro e filobus...più efficiente di così! Atm.it
2. Verona, Veneto - efficienza: 9.9
Al secondo posto si trova Verona, con un punteggio di 9.9, vicinissima all’efficienza milanese. Nella città di Giulietta, la rete di trasporti sembra, infatti, funzionare benissimo! Tanto che servono poco più di 8 minuti per percorrere un km e si dovrà camminare in media solo per il 15% del percorso totale. Il prezzo di un biglietto si assesta in questo caso su 1,30€, un vero sollievo per chi ama viaggiare! Qui sarà possibile muoversi con quasi 30 linee di autobus e ogni 5 minuti, Holidu GmbH Riesstr. 24 Elena Rita Paolo, PR & Online Marketing Manager 80992 Monaco di Baviera E-Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Germania
4 linee sono pronte per accompagnare tutti gli appassionati dalla stazione centrale all’Arena di Verona! Niente male vero? atv.verona.it
3. Trento, Trentino - efficienza: 9.7
Chiude il podio Trento, con una rete di trasporti che le vale un bel 9.7. Per percorrere un km in questa bellissima città, ci si impiegherà 8 minuti e 11 secondi, camminando per il 17% del percorso. A Trento ci sono 24 linee di autobus per muoversi in città, oltre che la funivia per raggiungere Sardagna. I mezzi saranno la scelta perfetta per godersi il panorama di montagna di questa bellissima città, costeggiare l’Adige e sedersi in completo relax. Qui un biglietto costerà 1,50€ tra i più costosi della Top 10. trentinotrasporti.it
4. Parma, Emilia-Romagna - efficienza: 9.7
Al quarto posto si trova Parma, in Emilia Romagna, con un punteggio di 9.7 su 10 per quanto riguarda l’efficienza della rete di trasporti. Oltre ad essere una città universitaria, Parma è il posto perfetto per fare un tuffo tra le delizie culinarie italiane. Qui, spostarsi sarà facilissimo e il biglietto dell’autobus costerà solo 1,30€! In media, ci vorranno poco più di 8 minuti per percorrere un km, camminando quasi per il 20% del percorso totale. Ci sono ben 15 linee di autobus, che permetteranno di raggiungere ogni posto di questa piccola e accogliente città emiliana! tep.pr.it
5. Prato, Toscana - efficienza: 9.6
Al quinto posto troviamo Prato, che si guadagna un posto nella Top 10 con un’efficienza dei trasporti di 9.6. La città toscana è una vera e propria chicca, che merita sicuramente di essere visitata! Il tutto è reso molto facile dagli autobus, grazie ai quali spostarsi in città prenderà soli 8 minuti e mezzo al km, con una percentuale di camminata del 16%. Spostarsi da un punto all’altro sarà anche economico, dato che il biglietto costa 1,20€. capautolinee.it
6. Padova, Veneto - efficienza: 9.6
Al sesto posto si trova Padova, con pochissimo distacco da Prato e raggiungendo comunque un punteggio complessivo di 9.6. Qui spostarsi sarà un piacere, impiegando circa 8 minuti e mezzo per km, di cui il 19% camminando. I mezzi pubblici sono composti principalmente da autobus (28 linee) e tram, che lavorano in perfetta sincronia, per offrire una mobilità eccellente anche fino ai Colli Euganei. Il prezzo di un biglietto sarà di 1,50€. fsbusitaliaveneto.it
7. Salerno, Campania - efficienza: 9.5
La prima meridionale in classifica è Salerno, con un’efficienza di 9.5. La città campana, conosciuta per la bellissime spiagge vicine, è un’eccellenza anche nei trasporti. Ci vorranno infatti 8 minuti e 47 per percorrere un km in città, con quasi un 15% di camminata nel percorso. Il biglietto in questo caso è più economico e si assesta su 1,32€. Vale davvero la pena visitare questa meravigliosa destinazione nel cuore del Cilento, e sarà anche facile grazie alla velocità di bus e alle 24 linee totali. cstp.it
8. Brescia, Lombardia - efficienza: 9.4
All’ottavo posto torniamo in Lombardia con Brescia, che si aggiudica un punteggio totale di 9.4. La seconda classificata della regione, dopo Milano, trova il suo posto in classifica, con un totale di 8 minuti e 42 secondi per km percorso con i mezzi pubblici. Qui, nonostante l’ottima rete di Holidu GmbH Riesstr.trasporti, tra autobus re metro, il biglietto costerà 1,20€. Visitare la leonessa e i complessi di Santa Giulia sarà, quindi, molto piacevole, oltre che estremamente facile! bresciamobilita.it
9. Livorno, Toscana - efficienza: 9.3
Al nono posto troviamo Livorno, la seconda toscana in classifica, dopo Prato. Anche qui la rete di trasporti sembra essere molto efficiente, con un punteggio totale di 9.4. In città ci vorranno 8 minuti e 43 secondi al km per spostarsi da un punto all’altro, anche se si dovrà camminare per il 21% del percorso. Un biglietto costerà 1,25€ e ci saranno a disposizione ben 19 diverse linee di autobus, per andare facilmente dal centro al mare e viceversa! livorno.cttnord.it
10. Bologna, Emilia-Romagna - efficienza: 9.3
Il capoluogo emiliano chiude questa classifica con un punteggio di 9.3, conquistandosi anche il secondo posto della regione, dopo Parma. A Bologna sarà possibile muoversi con i mezzi pubblici molto facilmente, impiegando all’incirca 8 minuti e 44 secondi al km. La bellissima città universitaria merita quindi di essere esplorata in tutti i suoi portici e in tutte le sue piazze, spendendo solo 1,50€ per un biglietto! tper.it
Metodologia
Per valutare la qualità della rete di trasporti pubblici in ogni città, Holidu ha testato l'efficienza dei collegamenti verso il centro da una varietà di località sparse per la città. In primo luogo, una serie di anelli concentrici sono stati disegnati intorno al centro di ogni città con un raggio crescente (1500 m, 2300 m, 3100 m e 3900 m). Su ogni anello è stato poi fissato un numero di punti, proporzionale al diametro di ogni anello, ed è stata estratta la durata del viaggio da ogni punto al centro, insieme alla percentuale di camminata che ciò comportava. I dati di ogni città sono stati poi aggregati calcolando la velocità mediana e la percentuale di camminata per città. Poi sono stati normalizzati i dati relativi alla velocità e all'andatura per città e ad ogni città è stato assegnato un punteggio che è maggiore per il trasporto pubblico più veloce e per la percentuale di camminata più bassa. Le informazioni sulla durata e sulla percentuale di spostamenti a piedi sono state recuperate da Google Directions API. Solo le vie di trasporto pubblico valide che hanno restituito un risultato valido sono state incluse nei calcoli. Sono stati considerati solo i viaggi all'interno della città. È stato stabilito un minimo di 15 viaggi per città per considerare il punteggio rappresentativo. La data di partenza scelta per tutti i viaggi è stata il 7 ottobre 2019 alle 8:30 del mattino. Solo le città più grandi d’Italia (quelle con una popolazione superiore a 100.000 abitanti) sono state prese in considerazione per lo studio.
I prezzi dei biglietti dei trasporti sono stati estrapolati dal database di Numbeo. numbeo.com/cost-of-living/ Holidu GmbH Riesstr.
Riguardo a Holidu
La missione di Holidu è di rendere finalmente facile la ricerca e la prenotazione di case vacanza. Il suo motore di ricerca di case vacanza permette ai viaggiatori di prenotare l'alloggio ideale al prezzo più basso. L'azienda aiuta anche i proprietari di case vacanza a moltiplicare le loro prenotazioni con meno lavoro attraverso il suo software e la sua soluzione di servizio sotto il marchio Bookiply. I fratelli Johannes e Michael Siebers hanno fondato Holidu nel 2014. La startup in forte crescita ha sede a Monaco di Baviera e ha uffici locali nelle destinazioni di viaggio più interessanti d'Europa.
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“L’onorevole Davide Zanichelli (M5S) sul nuovo ponte di Colorno la butta un po’ in caciara, ma è costretto ad ammettere quello che diciamo da tempo: la Lega lo vuole fare, mentre i 5 Stelle no.
E conferma che il Governo PD-5 Stelle ha tolto i soldi per la sua costruzione per darli ad altri ponti.
Per noi è una priorità, per loro le priorità sono altre.
Abbiamo trovato le risorse, le abbiamo inserite in bilancio, le abbiamo difese in Parlamento, abbiamo sollecitato per mesi il Ministro. Oggi loro insieme al PD le tolgono.
Come per la Campogalliano-Sassuolo, la Gronda di Genova, la Tav e tutte le altre infrastrutture vitali per questo Paese lo scopo dei 5 Stelle è rinviare, tirarla lunga per poi non fare nulla, mentre la Lega vuole che le infrastrutture necessarie ai territori siano realizzate in tempi rapidi.
Un fatto sotto gli occhi di tutti e ancora una volta ribadito: il nuovo ponte tra Colorno e Casalmaggiore verrà solo progettato sulla carta.
Continuerò la battaglia per avere il nuovo ponte ma temo che dovrà tornare la Lega al Governo per vederlo realizzato”.
Così la deputata parmigiana della Lega Laura Cavandoli, segretario della Commissione Finanze, in risposta alle dichiarazioni dell’on. Zanichelli (M5S) sul nuovo Ponte di Colorno.
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Laura Cavandoli
Deputato Lega XVIII legislatura
Consigliere comunale Lega Nord a Parma
Vettel e Leclerc, dalla prima fila al disastro. I piloti Ferrari sbagliano, Bottas e Mercedes ne approfittano. Hamilton è terzo e la Mercedes si aggiudica il sesto titolo costruttori consecutivo. Altro che Hagibis: Ferrari deve temere se stessa!
di Matteo Landi
Il tanto temuto tifone si è abbattuto sul circuito di Suzuka, obbligando la direzione gara ad annullare l'intera giornata di sabato. Si temeva il peggio ma in Giappone tutto è filato liscio: terze prove libere annullate, le qualifiche sono state spostate alla domenica mattina e tutto sommato l'evento eccezionale non ha spostato gli equilibri. In Ferrari si preoccupavano del ciclone Hagibis, prima di capire che devono solo temere se stessi. Una prima fila tutta Rossa ha colorato la griglia di partenza della gara giapponese ma sotto il traguardo è il grigio ad esser transitato per primo. Due pole position consecutive sprecate. In Russia un problema tecnico aveva fermato Vettel, distruggendo indirettamente le speranze di vittoria di Leclerc. In estremo oriente, dopo una qualifica da urlo che ci ha consegnato una Ferrari potenzialmente vincente ovunque, sono stati gli stessi piloti a gettare nello sconforto gli speranzosi tifosi del Cavallino, "costretti" alla solita levataccia di fine stagione. Una partenza da incubo ed in pochi metri sono naufragate tutte le speranze di vittoria. Suzuka doveva essere una pista pro-Mercedes. Ed indiscutibilmente tale si è dimostrata. Ma se le due Rosse fossero scattate a dovere, considerando la velocità mostrata dalle vetture di Maranello in rettilineo, probabilmente avremmo assisitito ad una domenica molto diversa. Un doppio errore che ha regalato ad un meritevole Bottas la terza vittoria stagionale. Ed alla Mercedes il sesto (!) titolo mondiale costruttori consecutivo. Pareggiando il record Ferrari realizzato fra il 1999 ed il 2004.
Ferrari: altra occasione sprecata!
La bella qualifica aveva illuso. Un Vettel definitivamente ritrovato, capace di conquistare una strepitosa pole position. Un Leclerc mai domo, secondo e sempre lì, pronto a mettere pepe sulla coda del team mate. Due grandi piloti che si "spingono" a vicenda. Al termine della gara, invece, i dubbi rimangono gli stessi. Le speranze di successo di Vettel si sono spente in pochi...centimetri. Quei centimetri che ha erroneamente percorso scattando in anticipo dalla pole position. Il tedesco si è poi fermato, prima di eseguire un "nuovo" start mentre dietro di lui scattavano a fionda le Mercedes e Verstappen. Leclerc, forse sorpreso dalla mossa del compagno, è stato a sua volta protagonista di un avvio drammatico. Peggiorato dal contatto avvenuto pochi metri dopo con Verstappen. Vettel, graziato dai commissari in quanto il jump start è rientrato nei limiti di tolleranza, a fine gara ha salvato la seconda posizione dagli attacchi di Hamilton. Per Leclerc, invece, la gara è stata un autentico calvario terminato con un settimo posto. L'abbiamo visto percorrere la mitica curva 130R sterzando con una sola mano, mentre con l'altra teneva uno specchietto ballerino. Si è negato, quando il suo box lo rivoleva in corsia per cambiare l'alettone danneggiato nel contatto iniziale. Qualcuno storcerà il naso, ma sono state scene "alla Gilles Villeneuve". Toccanti momenti per cuori nostalgici. Troppo per la Formula 1 di oggi. Ed infatti a fine gara il monegasco ha visto sommarsi al suo tempo di gara 15 secondi di penalità: 5 per il contatto iniziale con l'olandese di casa Red Bull, 10 per non essersi tempestivamente fermato ai box per la sostituzione dell'ala. Decisioni che tutto sommato ci starebbero, se non ci fossero degli evidenti vizi di forma procedurali.
Penalità a caso
Dopo il contatto Leclerc-Verstappen, con l'olandese costretto al ritiro, ci attendevamo una tempestiva investigazione ad opera dei commissari. Con sorpresa (e sollievo, possono dire i fan ferraristi) è arrivata invece la comunicazione che nessuna investigazione era necessaria: incidente di gara. Ma alcuni giri più tardi, dopo le continue lamentele lanciate via radio da un arrabbiato Verstappen, rimasto in pista con una vettura malconcia prima del definitivo ritiro, ecco una nuova comunicazione che riapre il caso: investigazione in corso. Mai visto! La nuova era, ci avevano detto. Vedrete che lasciaremo più liberi i piloti di battagliare, avevano ribadito. A Monza, infatti, la difesa aggressiva di Leclerc agli attacchi di Hamilton era costata al monegasco un avvertimento con bandiera bianco-nera. In Giappone tutto è avvenuto invece in maniera molto più confusa. Ha lasciato perplessi la sanzione dovuta al mancato immediato rientro di Leclerc in corsia box. Qualcuno ha visto sventolare la bandiera nero-arancione, che obbliga un pilota al rientro per le dovute riparazioni? Fantozziano è stato poi l'epilogo del Gran Premio: la classifica finale è stata registrata in base all'ordine del penultimo giro, per segnalazione errata ai piloti! Mancanza di uniformità di giudizio, incoerenza e pressappochismo: che altro per questi commissari giudicanti?
Mercedes ancora campione del mondo costruttori....e piloti
Detto degli errori dei piloti Ferrari e degli orrori compiuti dai commissari è giusto rimarcare quanto ottenuto dalla Mercedes condotta da Toto Wolff al sesto mondiale costruttori consecutivo. A cui seguiranno presto anche i festeggiamenti di Hamilton, ormai prossimo alla conquista del sesto titolo: la matematica ci dice che solo il compagno finlandese potrebbe negarglieli, un'ipotesi irreale. A Suzuka abbiamo visto un Bottas rigenerato, capace di approfittare degli errori degli avversari ed involarsi indisturbato al comando mentre Hamilton faticava dietro Leclerc. Il finlandese di casa Mercedes ha finalmente goduto dell'appoggio incondizionato del box anglo-tedesco: avrebbero potuto favorire la vittoria di Hamilton con la solita strategia a favore del compagno ed invece hanno obbligato i piloti alle due soste, consegnando al pilota n°77 una vittoria tanto attesa. Le pole position seriali delle Ferrari dimostrano che la supremazia argentea può essere scalfita. Ma quando manca la solita prestazione in Mercedes sopperiscono, alla grande, con la vincente esperienza maturata in questi anni turbo-ibridi. Per vincere in Formula 1 serve una vettura prestazionale ed affidabile, ma le ultime gare dimostrano che è necessaria quella cultura vincente che in Ferrari devono ricostruire se nel 2020 non vorranno accontentarsi delle vittorie di tappa.
Bel quinto posto per Sainz. Bene Renault ma Racing Point fa reclamo!
Oltre a Mercedes, in Giappone hanno festeggiato anche in McLaren, per il bel quinto posto conquistato da Sainz ed in Renault: il sesto posto di Ricciardo ed il decimo di Hulkenberg assicurano al team un bottino di punti interessante. Dopo la gara la Racing Point ha però fatto reclamo contro la Renault, accusata di avere installato a bordo delle sue vetture una sorta di ripartitore di frenata automatico, collegato al GPS. Prima del prossimo Gran Premio, che si disputerà fra due settimane in Messico, potrebbero esserci sorprese.
Ponte Verdi di Ragazzola chiuso per altre 2 notti fino al 12 ottobre. Dalle 21 alle 6. Decisione della Provincia di Cremona, causa ulteriori ammaloramenti. dei giunti di pavimentazione del viadotto. ATTENZIONE: dalla mattinata di martedì 15 ottobre le corsie di entrate e uscita sul ponte da entrambi i lati saranno ridotte a m.2,35 per impedire fisicamente il transito dei mezzi pesanti.
Parma, 10 ottobre 2019 - La Provincia di Cremona ha deciso di prolungare la chiusura totale al traffico del ponte Verdi tra Ragazzola (PR) San Daniele Po (CR), per altre 2 notti, dalle ore 21 alle ore 6, a partire da oggi 10 ottobre, fino alle ore 6 del 12 ottobre 2019, salvo per i mezzi d’opera della ditta esecutrice dei lavori,
La decisione è stata assunta dopo che sono stati riscontrati ulteriori ammaloramenti durante le recenti operazioni di ripristino su alcune linee di giunto di pavimentazione del ponte.
ATTENZIONE. Dalla mattinata di martedì 15 ottobre le corsie di entrate e uscita sul ponte da entrambi i lati saranno ridotte m. 2,35 per impedire fisicamente il transito dei mezzi pesanti, che continuano a percorre il ponte nonostante sia in vigore dal 3 ottobre l’ordinanza di limitazione della portata a 3,5 tonnellate disposta dalla Provincia di Parma e nonostante i ripetuti controlli della Polizia provinciale.
PERCORSI ALTERNATIVI
I veicoli di massa superiore a t. 3,5 diretti alle località Polesine (PR), Zibello (PR), Roccabianca (PR), Sissa – Trecasali e S.Secondo Parmense dovranno utilizzare come percorso alternativo la strada provinciale SP 87“ Giuseppina” e la SPEXSS343 “Asolana” in territorio della Provincia di Cremona, indi proseguire lungo la SP 343 in direzione Colorno, la SP 9 in direzione Torrile, la SP 43 in direzione Trecasali, la Strada Comunale Via F. de André, la SP 8 e Via Torta in direzione S. Secondo Parmense, giunti alla rotatoria con la SP 10 proseguire in direzione S. Secondo Parmense lungo la stessa SP 10, la Via Enrico Berlinguer e alla rotatoria con la SP 10 proseguire fino alla località Ragazzola.
In senso contrario dovranno procedere i veicoli provenienti dalla località Ragazzola, S. Secondo Parmense e Parma e diretti a S. Daniele Po e Cremona.
Nella foto: il ponte Verdi sul Po di Ragazzola – San Daniele Po
Antonio Fuoco, in coppia con il neo campione Stefano Gai, vince l'ultimo atto del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance sovvertendo i pronostici. Il ritorno in pista di Zanardi accende i riflettori sulla categoria. A Scarperia vanno in scena anche F4, Formula Regional, Prototipi e TCR. Un weekend di automobilismo nostrano, e non solo, in una cornice da favola.
di Matteo Landi
Mugello a Fuoco, avevamo scritto pochi istanti prima della gara. Una speranza per il giovane pilota della Ferrari Driver Academy, impegnato con la Scuderia Baldini 27 al volante di una Ferrari 488 GT3. Una profezia, potremmo dire, dopo il fantastico successo ottenuto dal ragazzo di Cariati. Un trionfo che ha tinto di Rosso il fine settimana del Mugello ed ha consegnato a Stefano Gai, pilota con cui si è alternato alla guida durante le tre ore di gara, il titolo di Campione Italiano Gran Turismo Endurance. Già campione italiano GT nel 2016, Stefano ha condotto lo stint centrale di gara, mostrando come al solito grinta e classe. Nell'ultima frazione la situazione per Fuoco, al volante per due stint su tre, sembrava difficile ed il titolo per Gai pareva un miraggio. Ma ci hanno creduto, e dopo il ritiro della favoritissima BMW Fuoco ha dato il via ad una serie di sorpassi tali da issarsi in seconda posizione. Il pilota italiano è divenuto una furia incontrastabile, avvicinandosi al leader Postiglione su Lamborghini. Quando negli ultimi minuti di gara sono stati resi noti i cinque secondi di penalità affibbiati al pilota del Toro, Fuoco ha dato lo stesso il massimo, avvicinandosi ulteriormente al pilota in testa. Alla fine è stato un tripudio Rosso, con un festeggiante Stefano Gai, zuppo di champagne e felice.
Bel ritorno per Zanardi ma poca soddisfazione per BMW
Poteva essere il fine settimana di Erik Johansson e Stefano Comandini. I piloti BMW sono arrivati in Toscana da leader del campionato. Al Mugello hanno accolto fra le loro fila nientemeno che Alessandro Zanardi. Il campionissimo bolognese ha sfoggiato la sua immensa classe e la sua solita disponibilità con un pubblico osannante fin da quando è arrivato in pista venerdì scorso. Alessandro ha guidato nella prima parte di gara. Inizialmente guardingo, ha poi compiuto un bel sorpasso e consegnato la sua BMW M6 a Comandini in quinta posizione. Un risultato che in quel momento avrebbe consacrato campioni Erik e Stefano. Poi il già citato problema tecnico occorso a Johansson ha spento le speranze di BMW Italia. Comunque un weekend da ricordare per Zanardi, tornato su quattro ruote dopo le vittorie in handbike. Ed un ringraziamento al pilota bolognese deve arrivare da tutto il circo della serie italiana, sotto i riflettori ogni volta che Alex torna a divertirsi nel principale campionato nostrano per auto a ruote coperte.
Un weekend ricco di eventi
Oltre all'ultimo atto del Turismo Endurance al Mugello sono andate in scena le gare del Campionato Italiano Sport Prototipi, dell'Italian F4 Championship, del TCR Endurance e della Formula Regional European Championship. In quest'ultima categoria il mattatore è stato il danese Frederick Vesti. Vincitore di due gare su tre si è aggiudicato il titolo al volante della Tatuus schierata dal team Prema. Gara 3 è stata appannaggio di David Schumacher, secondo in gara 1 e penalizzato in gara 2. Ha attirato attenzione il figlio dell'ex F1 driver Ralf Schumacher, presente nel paddock, vincitore di altre tre gare nel corso della stagione. Il norvegese Dennis Hauger è stato invece il dominatore assoluto della F4 italiana, fregiandosi inoltre del titolo. Segnatevi questo nome perchè presto lo rivedremo vincitore anche nelle classi superiori. Fra i prototipi c'è da rimarcare la performance di Giacomo Pollini, vincitore di gara 1 e trionfante in campionato. Samuele Piccin ha vinto invece la gara del TCR al volante della bellissima Seat Cupra. Stessa vettura con cui Giovanni e Alessandro Altoe' hanno conquistato il titolo. Belle auto e marchi importanti come Volkswagen, Audi e la già citata Seat hanno animato la prima edizione del campionato organizzato da ACI Sport. Un weekend emozionante, nella fantastica cornice verde che solo il Mugello sa regalare. Sole e nebbia, colori e passione. Mugello, what else?
E’ stato un appuntamento importante per i piccoli centauri del Campionato Italiano Junior Minimoto che nel weekend del 28-29 settembre si sono dati battaglia in Franciacorta per l’ultimo round della stagione 2019.
di Redazione Guastalla (RE) 8 ottobre 2019 - Nulla era scontato. Tutte le categorie, tranne una, hanno potuto registrare il campione solo nell’ultima sfida. Anche nella categoria Open A, la sfida finale è stata tra il Guastallese Jacopo Villani, che si è presentato all’ultimo round con 21 punti di distacco dal primo, e Mattia Tribuzi appunto. Molto più distaccati tutto gli altri. Incerta la terza piazza per i miseri 5 punti che separavano Fabio Ciotola da Luca Bandini. Alla partenza Mattia Tribuzi punta tutto sulla prima gara e ha funzionato. Tribuzi, aggiudicandosi gara 1, è riuscito a conquistare il titolo e a Jacopo Villani è rimasto solo, si fa per dire, il posto d’onore di Vice Campione Italiano.
Un risultato molto soddisfacente per tutti ma che un po’ di amaro in bocca ha lasciato all’ipercompetitivo Jacopo#8 ma, c’è da starne certi, è già pronto per affrontare la prossima stagione con maggiore esperienza e soprattutto la consapevolezza di possedere un buon equilibrio tra coraggio e ottima tenuta delle lucidità mentale.
“Le gare sono andate bene, - ha commentato Jacopo Villani Jacopo#8 - anche se non così c bene ome speravo. Il primo posto nel campionato è sfuggito ma ho fatto del mio meglio. Sia io che il Team Giracing abbiamo dato tutto ma due terzi posti non mi hanno consentito di aggiudicarmi il Campionato. Ho finito il Campionato Minimoto in seconda posizione e nonostante ambissi a un primo posto sono ugualmente abbastanza soddisfatto. Ho battagliato con i miei avversari in tutte le gare cercando di portare a casa sempre il meglio.
Ho avuto problemi e li ho sempre risolti con il mio Team #Giracing Minibike Technology e ho accumulato molte esperienza di cui farò tesoro per affrontare con maggior determinazione il futuro. Voglio ringraziare tutti i miei tifosi e tutte quelle persone e aziende che mi sostengono e che credono in me, però in primis, non me ne voglia nessuno, volevo ringraziare Mamma e Papà per i tanti sacrifici che hanno sopportato per aver creduto in me, mia sorella, che è sempre al mio fianco in ogni gara e il mitico Ganz (#Enrico Ganzerla) che purtroppo non era presente all’ultima gara per una caduta al Sabato. Ganz riprenditi presto che ti aspetto in pista. Ringrazio, ovviamente, tutti i miei sponsor
#Falegnameria Cavazzoni #Samuele Ferretti #La Pinta #Matteo Rocky #Valentina Ruggieri #slem #ciemme #Giustospirito #Mulino Formaggi Srl #@utotech e il mio sponsor Tecnico #SUOMY Helmets per avermi fatto accedere all'academy Suomy. E infine, ma non per ultimo, ringrazio i miei preparatori #Racing Park Viadana di Ivan Goi #SMC Scuola Motociclismo. Ora ci butteremo a lavorare per il prossimo anno e per una nuova categoria che presto annuncerò attraverso le mie pagine social. Ciao a tutti e grazie a tutti... Dimenticavo sempre Gass”
Ma l’ultima parola è per i familiari che attraverso il papà Alessandro hanno espresso la loro totale e piena soddisfazione.
“Siamo molto contenti del risultato finale e orgogliosi di Jacopo, ha commentato Alessandro Villani. Ora guardiamo al futuro partendo dalla valutazione delle tante proposte ricevute”.
#SUOMY Helmets #RMU Moto #La Pinta #Matteo Rocky#Giustospirito #Falegnameria Cavazzoni #@slem #@ciemme #@utotech#Samuele Ferretti #Valentina Ruggieri #Mulino Formaggi Srl #Racing Park Viadana di Ivan Goi #SMC Scuola Motociclismo
A pochi minuti dal via dell'ultima gara del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance abbiamo intervistato Antonio Fuoco, nostra giovane promessa, ottimo pilota Gran Turismo e collaudatore della Scuderia Ferrari di F1.
di Matteo Landi
Autodromo Internazionale del Mugello, Scarperia. Fra poco, alle 14 e 45 scatterà l'ultima gara del Campionato Italiano Gran Turismo Endurance. Tutti gli occhi sono puntati su Alessandro Zanardi ed il suo ritorno su quattro ruote. Un compito gravoso e di responsabilità il suo: correrà con Stefano Comandini ed Erik Johansson, al comando della classifica di campionato. Alex non si può permettere sbavature se i suoi compagni vorranno fregiarsi del titolo. Non meno impegnativo è il compito di Antonio Fuoco. Classe 1996, campione di Formula Renault Alps nel 2013, compagno di squadra di un certo Charles Leclerc quando entrambi correvano in F2, categoria che ha visto l'italiano race winner, dopo il terzo posto ottenuto in classifica generale l'anno precedente in GP3. Conosciuto ai più per essere il giovane collaudatore Ferrari per la squadra di F1, al servizio di Mattia Binotto, e membro del Ferrari Driver Academy, è impegnato anche nelle ruote coperte. Ed al volante della Ferrari GT3 della Scuderia Baldini, sostituto di piloti del calibro di Giancarlo Fisichella e Jacques Villeneuve, cercherà di aggiudicarsi la vittoria, aiutando il compagno di squadra Stefano Gai in lotta per il titolo. Al Mugello abbiamo scambiato qualche parola con il pilota di Cariati, a pochi minuti dal via della gara di tre ore che scatterà alle 14 e 45 e che vedrà la squadra Ferrari partire in prima fila.
Antonio, in qualifica siete andati forte.
Si, è andata abbastanza bene in qualifica. C'è stato un pò di traffico, con le GT4 non è così semplice. Però alla fine dei conti partiremo in prima fila, sarà una bella occasione.
Oltre a far del vostro meglio dovrete sperare in una debacle BMW, altrimenti la Scuderia Baldini non potrà conquistare il titolo.
Il mio obiettivo è vincere la gara. Dopo dipenderà anche dal risultato BMW. La questione titolo non è matematicamente chiusa. Sappiamo che sarà difficile, ma abbiamo comunque delle possibilità. Cercheremo di fare il massimo.
Quali stint farai?
Il primo ed il terzo stint. La gara è lunga, qualcosa di nuovo per me, cercherò di fare il massimo nell'interesse della squadra.
Sostituire Villeneuve e Fisichella è impegnativo.
E' una sostituzione importante. Loro hanno fatto le prime tre gare e si sono ben comportati. Da parte mia si tratterà di concludere il campionato nel migliore dei modi.
Com'è lavorare con Stefano?
Stefano è una brava persona ed un grande pilota. C'è un bel rapporto fra di noi. Specialmente in questo campionato è importante trovarsi bene con la persona con cui condividi l'auto. Siamo a stretto contatto tutto il weekend, è importante trovarsi bene con lui e con tutti gli uomini della Scuderia.
Il prossimo anno cosa farai? Ancora GT?
Ancora non so con esattezza ma probabilmente si, ancora GT.
La prossima stagione è ancora lontana. Intanto in bocca al lupo Antonio. E vinca il migliore, in quella che si preannuncia come una battaglia appassionante fra piloti blasonati e professionisti, con la presenza non meno importante di qualche gentlemen driver. Enjoy Mugello!
E’ iniziata formalmente la ricostruzione del Ponte sul Polcevera a Genova. Per la terza volta, in poco più di 400 giorni, lo skyline di Genova è mutato radicalmente. Presenti anche il premier Giuseppe Conte e la Ministra alle infrastrutture, la piacentina Paola De Micheli.
Di LGC Genova, 1 ottobre 2019 - Dal drammatico crollo che ha generato quella profonda ferita tra i piloni 8 e 9, portando con sé 43 vittime, per giungere all’estate scorsa con la demolizione totale di quanto restava dell’ex Ponte Morandi e ieri, l’inizio del montaggio con il primo impalcato posizionato a 50 metri di altezza, è questa la metamorfosi del ponte che attraversa il Polcevera e che per ben tre volte in 414 giorni ha modificato lo skyline della città marinara.
Il nuovo ponte dovrebbe venire consegnato nel prossimo mese di maggio.
Le operazione, annunciate da un suono di sirena, sono cominciate alla presenza del premier Giuseppe Conte, del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, del sindaco Bucci, del governatore Toti, dell'architetto Piano che ha donato il disegno del viadotto. Presenti anche Salini e Bono per il consorzio PerGenova (Salini-Impregilo e Fincantieri) che ricostruisce il ponte. La prima parte della struttura che porterà la strada è lunga 50 metri, costruita in acciaio del peso di 500 tonnellate ed è stata issata a quasi 50 metri di altezza.
A seguire le foto e i video della cerimonia e dell’operazione.
(Crediti video drone:
pilota Paolo Corradeghini - Rina Consulting
montaggio Erika La Farina - Rina Consulting)
Le Ferrari potrebbero dominare ma consegnano la vittoria ad Hamilton. Il ritiro di Vettel, che litiga con il box e si nega agli ordini di squadra, priva Leclerc di una vittoria quasi scontata. A Maranello si scoprono autolesionisti e la Mercedes ne approfitta con una doppietta
di Matteo Landi
Due Rosse in testa alla prima curva. Dopo la strepitosa pole position, allo start Leclerc fornisce la scia a Vettel, il tedesco scattato dalla terza posizione ne approfitta e come da accordi pre-gara si difende da Hamilton. Visto che c'è, passa anche il compagno monegasco. Il quale non difende la posizione, consapevole che l'avrebbe avuta indietro. In poche centinaia di metri per la Ferrari sembra maturare un'altra doppietta, concretizzando quel gioco di squadra impostato la domenica mattina. Un sogno che porterebbe a quattro le vittorie consecutive tinte di Rosso. Ma è proprio quando si inizia ad essere abituati a trionfare che si può peccare di ingordigia. E a Maranello, stavolta, dimostrano di non saper vincere. Vettel si ribella ed imposta un ritmo massacrante per gli avversari. Leclerc, quasi incredulo, prima si tiene in scia, poi si accontenta di seguire più distanziato il compagno di team. Conscio che Binotto e compagni gli avrebbero restituito quel favore con la strategia. Così accade: Leclerc si ferma prima del team mate, guadagnando la posizione su Vettel quando questi effettua la sua sosta ai box. Poi avviene l'inaspettato: la Rossa n°5 si ammutolisce, Vettel la parcheggia nella via di fuga e la direzione gara, prudentemente (troppo?), pone la gara in regime di virtual safety car. La classica manna dal cielo per Hamilton e Bottas: il duo Mercedes effettua il cambio gomme perdendo pochi secondi ed Hamilton si ritrova, come d'incanto, al comando. Ferrari e Leclerc a quel punto perdono l'attimo per cambiare nuovamente le gomme e montare quelle più soffici. Lo faranno troppo tardi ed il monegasco si ritroverà solamente terzo. Matura così una delle doppiette meno meritate per Mercedes. Nel giorno in cui a Maranello scoppia definitivamente il "Caso Piloti": da oggi, al box, sono consepoli che gestire "il bene Ferrari" a loro piacimento sarà più difficile.
Ferrari: la coppia è scoppiata
Da una parte Leclerc: giovane, velocissimo ed affamato. Dall'altra Vettel: veterano, quattro volte campione del mondo, poco propenso a lasciare spazio al nuovo che avanza. E la Ferrari che ritrova i fantasmi del passato, con un'affidabilità che torna a vacillare. A Maranello dovranno esaminare attentamente che cosa abbia innescato il ritiro del tedesco, ma sembra evidente che sia venuta a mancare la parte ibrida. Certo, se Vettel fosse riuscito a portare la vettura almeno in corsia box adesso commenteremmo una bella vittoria di Leclerc. Sabato il monegasco ha riscritto la storia Ferrari, aggiundicandosi la quarta pole position consecutiva: l'ultimo ad esserci riuscito era un certo Michael Schumacher che ne siglò altrettante al termine del 2000, seguite da altre tre all'inizio del 2001. Il futuro Ferrari passerà attraverso Charles Leclerc. Questo è innegabile. Quello che preoccupa i fan del Cavallino è il presente, che avrà ripercussioni anche nella stagione 2020 se team e piloti non si chiariranno a dovere, visto che Vettel ha un contratto valido anche per la prossima stagione. Oggi hanno vinto Hamilton e Mercedes, abili ad approfittare della mano protesagli dalla dea bendata, dimostrando di essere ancora la squadra che più di tutte sa vincere. Proprio loro che in passato hanno subito il complicato dualismo Rosberg-Hamilton, adesso stanno benificiando della rassegnazione di Bottas al ruolo di seconda guida designata, mentre i rivali Rossi, tornati forti, dovranno farsi le ossa se vorranno la prossima stagione lottare per l'iride, senza danneggiarsi da soli.
Red Bull massimizza il risultato dopo le scelte Honda
Oltre alla squadra di Maranello, sembrano bisticciare con le strategie anche le squadre motorizzate Honda. I nipponici hanno preferito far scontare penalità importanti ai loro piloti pur di disporre di unità più fresche e potenti nella gara di casa fra due settimane. Tutto sommato non è andata troppo male in Red Bull: Verstappen ed Albon hanno conquistato la quarta e quinta posizione finale, dopo due belle rimonte. Anche se, viste le disavventure vissute da chi ha corso davanti, senza le penalità forse avrebbero potuto ottenere di più. L'anglo-thailandese ha vissuto un fine settimana controverso: a muro in qualifica, stupendo in gara quando ha compiuto sorpassi da urlo. Sembra evidente che stia subendo una pressione esagerata, soprattutto dopo che i vertici Red Bull hanno ribadito che il suo sedile sia assolutamente in discussione per la prossima stagione. Nessuna soddisfazione invece per Toro Rosso, con entrambi i piloti fuori dalla zona punti.
Alfa Romeo al passo del gambero
Gara da dimenticare anche per Alfa Romeo. Il Biscione non sta collezionando belle figure in questo finale di stagione. Raikkonen, il pilota di riferimento, ultimamente sembra aver perso bussola e motivazioni. Inspiegabile la sua falsa partenza, la cui conseguente penalità lo ha relegato ad una gara nelle retrovie. Poteva andare meglio a Giovinazzi, ultimamente più convincente del compagno di squadra, ma un incidente al via gli ha tarpato le ali. Purtroppo la squadra italo-elvetica sta procedendo al passo del gambero e la recente fuoriuscita di Simone Resta, tornato all'ovile Ferrari, sembra aver gettato scompiglio nel box.
Ultimo rush
Ancora cinque gare ci separano dal termine della stagione. Giappone, Messico, Stati Uniti, Brasile ed infine Abu Dhabi, saranno i paesi che ospiteranno le restanti gare. Considerando il passo tenuto dalle Ferrari nelle ultime due tutto sembra possibile e solo un mese fa sembrava impensabile. A Maranello hanno saputo lavorare sulla vettura e, finalmente, "capirla". Troppo tardi per ambire al titolo ma ci sono ancora buone possibilità di poter godere di una lotta non monocromatica al vertice. Adesso che la Ferrari è tornata nelle posizioni che merita i suoi uomini dovranno affrontare con successo nuove problematiche interne perchè, come dimostra Mercedes, bisogna saper vincere.
A1 MILANO-NAPOLI: INCIDENTE NOTTURNO TRA MODENA NORD E L'ALLACCIAMENTO CON L'A22 IN DIREZIONE DI MILANO
Roma, 26 settembre 2019 - Sull'A1 Milano-Napoli poco dopo la mezzanotte nel tratto tra Modena Nord e l'allacciamento con l'A22, in direzione di Milano, è avvenuto un incidente all'altezza del chilometro 156. Nello scontro, che ha coinvolto un furgone e un'autovettura, una persona ha perso la vita.
Al momento sul luogo dell'evento si circola regolarmente senza turbative al traffico.
Costanti aggiornamenti sulla situazione della viabilità e sui percorsi alternativi sono diramati tramite: i collegamenti "My Way" in onda sul canale 501 Sky Meteo24; sulla App My Way scaricabile gratuitamente dagli store di Android e Apple; su Sky TG24 HD (canali 100 e 500 di Sky), su Sky TG24, disponibile al canale 50 del digitale terrestre e su La7 e La7d. Sul sito autostrade.it, su RTL 102.5, su Isoradio 103.3 FM, attraverso i pannelli a messaggio variabile e sul network TV Infomoving in area di servizio. Per ulteriori informazioni si consiglia di chiamare il call center Autostrade al numero 840.04.21.21, attivo 24 ore su 24.
Incredibile doppietta Rossa a Singapore: Vettel vince davanti ad un imbronciato Leclerc. Entrambi meritavano la vittoria. Verstappen terzo davanti ad Hamilton e Bottas. Per Maranello è il terzo successo consecutivo!
di Matteo Landi
Terza vittoria consecutiva Ferrari, con altrettante pole position. Alzi la mano chi avrebbe, dopo il terribile inizio di stagione della Scuderia, scommesso su questa serie di successi. Dopo le due prodezze di Leclerc ecco servito il trionfo di Vettel, vittoria scacciacrisi dopo la figuraccia di Monza ed una stagione vissuta nell'ombra del nuovo talentuosissimo compagno di squadra. Il quale avrebbe vinto anche oggi se la strategia non avesse giocato pesantemente a favore del tedesco di casa Ferrari. A fine gara, nel mezzo dei festeggiamenti per la meravigliosa doppietta Rossa, teneva banco il disappunto di Leclerc per la vittoria sfumata. Come i grandi campioni anche il monegasco dimostra di non sapersi accontentare e quando dopo la sosta ai box si è ritrovato alle spalle del compagno di team, pochi chilometri prima solamente terzo, non ha trattenuto la rabbia. La contesa della vittoria fra due piloti vestiti di Rosso era il sogno di Mattia Binotto e dopo una stagione vissuta con molti bassi ora l'orgoglio del caposquadra è alto. Pochi lo sottolineano, presi dall'euforia del Grande Ritorno Rosso, ma finalmente a Maranello sono stati capaci di sfornare degli aggiornamenti tecnici ed aerodinamici capaci di dare una vera spinta in avanti alle prestazioni delle vetture della Scuderia. Se è vero che nel 2017 e nel 2018 Vettel arrivò a contendere il titolo ad Hamilton mentre quest'anno la lotta iridata resta un miraggio, è anche vero che nei recenti campionati la squadra italiana ha proceduto al passo del gambero, non tenendo il passo della concorrenza Mercedes, capace di aggiornare con successo vetture già vincenti. Fa un certo senso pensare che solo due mesi fa in Ungheria la Ferrari si beccava più di un minuto dal vincitore, ed oggi riesce a conquistare una meravigliosa doppietta. Un risultato che mancava dal luglio del 2017 quando Vettel e Raikkonen chiusero nell'ordine proprio in quella Budapest che quest'anno ha dato grandi dispiaceri ai piloti Ferrari. Una batosta servita però all'intero ambiente di Maranello per gettare le basi di una svolta che ha portato i piloti di Binotto a vincere senza sosta fino ad oggi.
La strategia nega la vittoria a Leclerc. Per Vettel un trionfo (scacciacrisi?) che attendeva da più di un anno
Poteva essere la terza vittoria consecutiva di Leclerc, ma non è sfumata per suoi demeriti. Durante la corsa i suoi team radio hanno dato preoccupazione al box Rosso. Dal muretto lo hanno più volte invitato alla calma. Una rabbia che ci dà la dimensione del pilota monegasco: un cannibale, un pilota che si aspetta di ricevere quel che merita. Ma dal muretto stavolta hanno pensato che, a differenza di quanto ci si attendeva alla vigilia, ci fosse la possibilità di puntare alla doppietta. Chiamando ai box prima Vettel avrebbero indotto Hamilton, secondo in qualifica e nei primi giri, a seguirlo. Difendendo inoltre la posizione di Sebastian dall'arrivo di Verstappen. Chissà se ai box pensavano che avrebbero consegnato la gara al tedesco. Sicuramente l'idea di Binotto e compagni era quella di puntare al bottino grosso, a discapito anche della vittoria di Leclerc. Non ha però demeritato Vettel, abile anzi ad afferrare quella vittoria che gli sfuggiva dal Gp del Belgio del 2018, più di un anno fa. Un successo necessario per recuperare un quattro volte campione del mondo, psicologicamente in crisi dopo quella serie di errori che gli hanno negato prima un titolo e poi lo scettro di prima guida, con l'arrivo in squadra di Leclerc. Comunque la si veda a Singapore quest'oggi possiamo dire che è definitivamente tornata la Rossa. Se a Spa e Monza hanno approfittato della velocità in rettilineo della loro vettura e delle prodezze del giovane monegasco, in estremo oriente, su una pista teoricamente favorevole alle Mercedes, hanno sbancato grazie ai progressi apportati su una monoposto fino a pochi giorni fa avversa ai circuiti non velocissimi. Non sappiamo se i tifosi del Cavallino, prima del termine della stagione, potranno gioire ancora. Certamente non si può non rendere merito ad una squadra che ha saputo, collegialmente, rialzarsi dopo i tonfi che hanno attirato innumerevoli critiche. Adesso sarà importante la continuità, perchè finalmente possiamo dirlo: squadra che vince non si cambia.
Mercedes battuta anche da Verstappen. Hamilton e Bottas giù dal podio
Vicino alla vittoria sia in Belgio che in Italia, negatagli da un immenso Leclerc, Hamilton non è riuscito a salire sul podio su una pista sulla carta favorevole alle frecce d'argento. Forse non sono più abituati alle lotte serrate o hanno sottovalutato gli avversari. Fatto sta che a Singapore gli uomini Mercedes non ne hanno azzeccata mezza. Bottas relegato a maggiordomo di Hamilton, obbligato a rallentare quando l'inglese ha effettuato il pit stop, per non sopravanzarlo. Lewis poco aggressivo. La squadra poco abile a leggere l'andamento della gara, che ha visto più volte entrare in pista la safety car. La Mercedes esce da questo umido Gran Premio orientale battuta. A questo punto la domanda sorge spontanea: che mondiale avremmo vissuto se a Maranello, nella prima parte di stagione, non si fossero azzoppati da soli fra problemi tecnici e scelte strategiche discutibili?
Giovinazzi e quei giri da leader
A Singapore, oltre alla bella doppietta Ferrari, abbiamo assistito ad un altro bel "ritorno": quello di un pilota italiano al comando di una gara della massima serie. E' avvenuto per poco, il tempo di godersi per qualche chilometro una leadership conquistata durante il valzer dei pit stop. Antonio Giovinazzi ha poi lottato come un leone per conquistare un buon decimo posto finale ma il pilota Alfa Romeo ricorderà soprattutto la gara odierna per quel tempo vissuto a comandare le danze. In un giorno sfortunato per Kimi Raikkonen in Alfa possono gioire per la prestazione di un pilota che, dopo un avvio di stagione incerto, ha finalmente ritrovato quella velocità mostrata nelle formule propedeutiche.
Prossima tappa: Russia, Sochi!
Dopo la sbornia delle tre vittorie di fila a Maranello guardano adesso al Gp di Russia del weekend venturo. Su un tracciato che, prima degli ultimi aggiornamenti aerodinamici, avremmo definito ostico per le Ferrari. Ma adesso, dopo il risultato di Singapore, niente è scontato. Tre successi in una stagione che sembrava stregata ed adesso l'appetito vien mangiando.
Quasi 28 ore di ritardo per un volo Brussels Airlines da Djerba.Circa 180 passeggeri di un volo Brussels Airlines hanno dovuto trascorrere una notte in più sull'isola di Djerba in Tunisia a causa di un problema tecnico sull'aeromobile, un Airbus A320 registrato OO-SNB con la livrea Tintin
Il volo SN3886 da Djerba a Bruxelles era previsto venerdì 20 settembre, alle 08:45, con arrivo a Bruxelles alle 12:50. Il volo è stato annullato dopo che l'equipaggio ha scoperto un problema informatico nella cabina di pilotaggio. I passeggeri sono stati trasferiti in un hotel. I viaggiatori alla fine sono decollati questo sabato a mezzogiorno (il numero del volo è stato cambiato in SN1998) ed è arrivato alle 16:40 all'aeroporto di Bruxelles, con 28 ore di ritardo, con lo stesso aereo che era stato riparato nel frattempo.
"Abbiamo dovuto sostituire un computer che controllava gli schermi nell'abitacolo", ha dichiarato la portavoce della Brussels Airlines Wencke Lemmes." Esortiamo i nostri passeggeri ad accettare le nostre scuse, ma la sicurezza è la priorità principale " , ha aggiunto la portavoce. Si sa che l'estate è tempo di vacanze e di viaggi verso le destinazioni più varie. Molti sono quelli che per raggiungere la propria meta prendono l’aereo e non passa giorno senza che si registrino cancellazioni, sovraprenotazioni o ritardi superiori alle tre ore.
Quando a farne le spese è il proprio volo si perde la pazienza, ci si arrabbia, ci si ripromette di inviare reclamo alla compagnia aerea ma, complice probabilmente anche il silenzio colpevole delle compagnie sui diritti dei passeggeri, e la poca pubblicità delle istituzioni europee in merito, solo l’1% dei passeggeri va fino in fondo per ottenere quanto gli spetta. Un vero peccato, visto che la posta in gioco è alta! Secondo il Regolamento CE 261/2004 e diverse sentenze della Corte di giustizia dell’Ue infatti, ogni passeggero il cui volo ha subito un ritardo di almeno tre ore (che non sia stato causato da circostanze eccezionali quali uno sciopero o condizioni meteorologiche eccezionali) ha infatti diritto ad un indennizzo che va da un minimo di 250 euro a un massimo di 600 euro a seconda della distanza percorsa. E ciò non solo per i voli interni all’Unione europea (indipendentemente dalla bandiera della compagnia), ma anche per quelli in partenza o in arrivo da un paese extra europeo, effettuati da una compagnia europea (o islandese, norvegese o svizzera).
Per tali ragioni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, consiglia di mantenere la calma e di agire legalmente una volta scesi dall'apparecchio, perchè piuttosto rimediare una denuncia a proprio carico è sempre meglio agire per un congruo indennizzo.
(22 settembre 2019)
Mentre alcune pile superano i 25 metri, in cantiere entrano nel vivo le lavorazioni dell’acciaio.
A ponente, comunica "PerGenova" l’associazione temporanea di impresa costituita da Fincantieri e Salini-Impregilo incaricata a costruire il nuovo ponte, proseguono le operazioni di costruzioni dei plinti delle pile 2 e 3 e continuano a crescere le pile 4, 5 ,6 e 9. In particolare la 5 e la 9 superano ormai i 25 metri di altezza e risultano chiaramente visibili sull’orizzonte, accanto alle alte gru. Sempre sullo stesso lato, è previsto per questa settimana l’avvio dei lavori di cantierizzazione per la spalla A e l’inizio dell’assemblaggio delle campate 5 e 6.
A levante, invece, prendono il via i lavori per i pali di fondazione delle pile 12 e 16 e, in settimana, dopo l’arrivo in cantiere dei conci delle campate 14 e 15, sarà avviato l’assemblaggio.
Via mare da Castellammare di Stabia, inoltre, arriveranno a Genova gli elementi in acciaio che comporranno le campate 8, 9, 15, 16, portando così a 7 su 19 il numero delle campate in preparazione.
(PerGenova 10 settembre 2019)
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