Qualche giorno fa un’insegnante piacentina non ha potuto acquistare il biglietto a bordo di un pullman extraurbano di SETA S.p.A. perché l’autista non aveva il resto di 20 euro.
La disavventura della donna, riportata dal magazine online Piacenza Diario, ha fatto da spunto per l’interrogazione del consigliere regionale Giancarlo Tagliaferri (FDI).
Il consigliere di Fratelli d’Italia ha sottolineato come “gli utenti che usufruiscono di un servizio bus extraurbano dispongono per forza di meno punti di vendita dove acquistare il titolo di viaggio – si pensi a una frazione o un piccolo centro abitato - e necessiterebbero quindi di un’ulteriore e maggiore assistenza per l’acquisto a bordo del biglietto” e che “la presenza di terminali digitali a bordo, come asserito da SETA stessa, permette il solo pagamento con monete o banconote da 5 o 10 euro; ciò rischia di essere preclusivo: si pensi ancora alla piccola frazione dove magari non è nemmeno presente un esercizio commerciale dove fare moneta”.
Tagliaferri ha poi fatto notare come “i numerosi i commenti seguiti alla pubblicazione della notizia online lasciano intendere che gli utenti non siano del tutto al corrente delle varie modalità di acquisto del titolo di viaggio messe a disposizione da SETA per quanto riguarda i mezzi extraurbani della provincia di Piacenza”.
In merito a ciò, il consigliere regionale ha quindi chiesto alla Giunta se e come “l’azienda SETA S.p.A. abbia provveduto a pubblicizzare le varie forme di acquisto disponibili, se le ritenga adeguate o se ritenga che il servizio informativo debba essere potenziato”. Infine Tagliaferri ha chiesto se, “vista anche l’impossibilità di pagare con carta o bancomat a bordo, non si ritenga limitativo l’obbligo di pagare con banconote di taglio non superiore a 10 euro”.