di Alfio Vasta, Catania 11 agosto 2024 -
Maestosa e fatta di rocce imperiture. Questa è l’Etna, la Muntagna, allo sguardo nuovo di Sicilia. Intimidisce la sua imponenza. Granitica, basalto immutabile nei secoli. Invece no: la Muntagna è mobile più della donna verdiana: il lato est scivola verso il mare da tre a sei centimetri all’anno, verso il Mare Jonio teatro di infinite ed eterne leggende elleniche, animato e vissuto da sirene e dei.
Un tempo l’Etna era dove ora è Valle del Bove, riparo e protezione dei paesi di mezza costa. Ma ottomila anni fa un intero costone decise di andare a tuffarsi in quel velluto cobalto. Uno tsunami di cinquanta metri a devastare il Mediterraneo est fino in Medio Oriente.
E’ l’incipit delle leggende sul diluvio universale. Lo sprofondo lasciato è questa protettiva Valle, con la sua forma semiellittica, che permette la vita agli etnei.
E tutto scivola, lentamente e senza pressioni che possano generare sismi: dolcemente come dolce è
la vita in questo pittoresco grembo. Mamma Etna: eccola qui. Panta rei.
(Foto: Ekaterina Kravchenko)